I primi due grandi fenomeni che hanno animato la F1, i grandi dominatori degli anni 50. La prima icona della Ferrari contro il pilota che vinceva con ogni vettura: Alberto Ascari VS Juan Manuel Fangio.
Due piloti iconici della F1, Alberto Ascari e Juan Manuel Fangio, due campioni capaci di massacrare gli avversari nei primi anni di questo sport, due piloti che molto spesso si sono trovati l’uno contro l’altro e che hanno dovuto cercare in ogni modo di prevalere sull’altro. Una rivalità tristemente finita nel peggiore dei modi, con la tragica morte di Ascari, e che forse sarebbe stata ancora più bella con il passare degli anni. In ogni caso i due sono ricordati come i più grandi della primissima epoca della F1 e la loro rivalità è stata la prima nella storia di questo sport, che grazie a loro ha vissuto primi anni memorabili.
Il mondiale di F1 si disputa per la prima volta nel 1950 e tra i partecipanti ci sono sia Alberto Ascari che Juan Manuel Fangio. Nessuno dei due è giovanissimo, con l’argentino che è di qualche anno più anziano. In ogni caso, quando nasce la F1, entrambi hanno già una carriera abbastanza lunga alle spalle. Ascari è figlio d’arte, il padre era uno dei migliori piloti europei degli anni 20 tragicamente scomparso in un incidente a Monza, e si inizia ad affermare a livello europeo alla fine degli anni 30. Durante la seconda guerra mondiale l’italiano medita il ritiro dalle corse, spinto anche dalla paura di non riuscire a ripetere i risultati del padre, ma viene convinto da un altro pilota, Luigi Villoresi, a continuare e negli anni successivi alla fine della guerra Ascari si impone come uno dei piloti più forti del mondo.
Fangio invece corre principalmente in Argentina e semplicemente non ha rivali, vincendo senza problemi gran parte delle gare a cui partecipa. Nel 1949 Fangio decide di tentare la fortuna nelle corse europee, dove ci sono i migliori piloti del mondo, e l’argentino si mostra subito tra i più forti. Nel 1949 e nei primi mesi del 1950 Ascari e Fangio partecipano a varie gare di alto livello e si spartiscono vittorie importanti. La fama di Fangio fa sì che venga organizzata in Argentina una gara di alto livello ma proprio davanti al suo pubblico il pilota argentino subisce una cocente delusione: tra mille polemiche Villoresi centra Fangio, concedendo di fatto la vittoria ad Ascari.
Più tardi sempre nel 1950 inizia il primo mondiale di F1 e sia Fangio che Ascari si ritrovano su una vettura di alto livello. Fangio è uno dei piloti dell’Alfa Romeo, dove deve convivere con due compagni di squadra difficili come Nino Farina e Luigi Fagioli, mentre Ascari è la punta di diamante della Ferrari, con il fedele Villoresi come compagno di squadra. Il primo campionato del mondo di F1 è un dominio assoluto delle Alfa Romeo e le uniche gare in cui Ascari riesce a tenere il passo di Fangio e Farina sono Monaco a Monza. Sul circuito di Montecarlo Fangio domina e vince la gara doppiando tutti tranne Ascari che riesce, nonostante il mezzo inferiore, a rimanere nel giro del vincitore. Nel GP d’Italia invece il pilota della Ferrari riesce ad inserirsi tra le Alfa Romeo grazie ad una strategia più aggressiva. Fangio invece ha il mezzo migliore e vince tre gare ma perde il titolo, che va al compagno di squadra Farina.
Nel 1951 la Ferrari sembra finalmente al livello dell’Alfa Romeo e ha preso Gonzales come secondo pilota, compagno scomodo per Ascari. Fangio invece deve convivere di nuovo con Farina e la sfida mondiale si preannuncia a quattro. Il primo round va a Fangio che domina la gara di apertura del mondiale, mentre un Ascari leggermente infortunato non prende punti. L’Alfa Romeo si dimostra migliore anche in Belgio, ma Ascari approfitta del ritiro di Fangio per cogliere un secondo posto dietro Farina e accorciare in classifica. Fangio si rifà in Francia vincendo davanti ad Ascari, che riesce a stare qualche giro in testa ma che poi è costretto ad accontentarsi del secondo posto.
Quando si arriva a Silverstone anche il 1951 sembra un anno di dominio assoluto per le Alfa Romeo, con Fangio che ha già staccato tutti nella generale. In Inghilterra però la Ferrari coglie finalmente il primo successo in F1, ma a vincere è Gonzales e non Ascari, fermato da un problema al cambio. Fangio è secondo e con questo risultato sembra ipotecare il mondiale. In Germania l’argentino può chiudere i giochi ma Ascari fa la pole. In gara i due si scambiano varie volte la vetta della classifica, giocandosi la gara sulle strategie. Alla fine è l’italiano a prevalere, conquistando la prima vittoria nel mondiale e accorciando in classifica.
A Monza Fangio ha il secondo match point ma Ascari vuole vincere il GP di casa. L’argentino fa la pole e l’italiano parte solo terzo ma in gara l’Alfa Romeo e la Ferrari hanno prestazioni simili e i primi venti giri di gara vengono animati dal duello corpo a corpo tra Ascari e Fangio con sorpassi e controsorpassi. Alla fine l’italiano allunga e l’argentino rompe e il campionato è totalmente riaperto: chi arriva davanti in Spagna, ultima gara del campionato, vince il titolo. Ascari è il pilota più in forma e conquista la pole, ma Fangio è al suo fianco in prima fila. Si prospetta gran battaglia ma la Ferrari combina un disastro e sbaglia completamente le gomme da gara, con Ascari che si deve accontentare di un piazzamento, mentre Fangio si prende gara e titolo.
Nel 1952 c’è il primo cambio regolamentare e l’Alfa Romeo abbandona la F1. Fangio è costretto a passare in Maserati, mentre Ascari e la Ferrari sono i favoriti per il titolo. L’italiano è talmento convinto della superiorità del suo mezzo da saltare la prima gara stagionale per tentare la fortuna alla 500 miglia di Indianapolis. Fangio e la Maserati danno forfait all’ultimo, non ritenendosi pronti per una gara di campionato, con l’argentino che debutta in una gara non valida per il campionato ma ha un incidente ed è costretto a saltare tutta la stagione. Ascari al rientro, senza il rivale, vince tutte le gare in calendario e si laurea campione del mondo. Nel 1953 Fangio ritorna e la sua Maserati è pronta alla sfida con la Ferrari di Ascari.
Si parte a casa di Fangio in Argentina, con Ascari in pole davanti al rivale. In una gara funestata da un incidente in cui muoiono una dozzina di spettatori l’italiano vince mentre l’argentino rompe mentre è in seconda posizione. In Olanda, seconda tappa del campionato, la storia si ripete: Ascari fa la pole e vince la gara, Fangio parte secondo e cerca di braccare il rivale fino alla rottura del motore. Dopo sole due gare l’italiano ha già un vantaggio quasi incolmabile. A Spa Fangio prova a reagire e fa la pole ma non parte benissimo e perde posizioni. L’argentino riesce a riprendere la vetta della corsa ma rompe e Ascari vince di nuovo. In Francia altro corpo a corpo tra i due, ma solo per la terza posizione, con l’argentino che prevale e lima qualche punto ma Ascari è comunque nettamente davanti in classifica.
A Silverstone se Ascari vince Fangio è fuori dai giochi e l’italiano fa la pole. In gara gli sforzi dell’argentino di tenere il passo del rivale sono quasi commuoventi ma l’italiano vince. Fangio è già matematicamente fuori, mentre l’unico che potrebbe riprendere Ascari in classifica non corre più: l’italiano è di fatto campione del mondo. La matematica arriva in Germania nonostante un ritiro, mentre Fangio giunge secondo. Ascari vince anche in Svizzera, mentre a Monza finalmente è Fangio a prevalere, giungendo secondo nel mondiale, dopo una lotta a tre con Ascari e Farina all’ultima curva dell’ultimo giro, conclusosi con un contatto tra i due italiani e la vittoria dell’argentino.
Nel 1954 Ascari lascia la Ferrari e tenta la sorte con la Lancia, Fangio inizia la stagione con la Maserati ma litiga con il team e passa in Mercedes a campionato in corso. La Lancia però non è pronta e quindi Ascari è costretto a saltare le prime gare. Fangio ringrazia e, quando Ascari debutta, l’argentino è già in fuga nella generale. La Lancia va veloce però non è affidabile: Ascari realizza giri veloci e parte sempre tra i primi ma non finisce neanche una gara mentre Fangio vince il titolo. Il potenziale però c’è, come dimostrano le gare in Italia e in Spagna, in cui Ascari e Fangio partono affiancati in prima fila, conquistando una pole a testa, e si giocano la gara fino alla rottura dell’italiano.
Nel 1955 la Lancia è pronta a sfidare la Mercedes: si parte in Argentina e Ascari batte Fangio in qualifica, per poi prendere la vetta della gara. L’italiano però sbaglia e va a sbattere ma la macchina c’è e Ascari conta di rifarsi a Monaco. Nel principato però le Mercedes sono le migliori e Fangio domina qualifiche e gran parte di gara, poi rompe e deve ritirarsi. In testa passa l’altra Mercedes, quella di Stirling Moss, ma a pochi giri dalla fine anche l’inglese rompe e Ascari si trova in testa e avviato a vincere. Il caso però vuole che l’italiano passi sull’olio del motore di Moss e finisca in mare alla chicane del porto, rimanendo fortunatamente illeso. La sorte però si vendica inesorabilmente solo quattro giorni dopo la gara: Ascari perde la vita durante un test a Monza in circostanze mai del tutto chiarite. Il mondo dei motori è a lutto e Fangio perde il suo avversario di sempre, per cui nutriva un profondo rispetto. L’argentino vincerà altri tre titoli, di cui uno nel 1956 con la Ferrari, che però aveva comprato il materiale della Lancia 1955, segno che Ascari aveva creduto in un progetto vincente.
La sorte ci ha ingiustamente privato di altri due anni e mezzo di duelli ma soprattutto ci ha tolto un grande campione. È la fine di un’epoca e dopo gli ultimi anni di dominio Fangio la F1 cambierà radicalmente. In ogni caso resterà sempre nei cuori degli appassionati la prima grande rivalità di uno sport che ne vedrà di meravigliose, la prima dura battaglia tra due grandi campioni: Juan Manuel Fangio e Alberto Ascari. (DDS)