Dagli atti comunali emerge un aumento del 23%, rispetto allo scorso anno, dei costi per il riscaldamento degli uffici comunali. Crescita addirittura maggiore, almeno del 25%, per le bollette telefoniche
Clima tropicale e telefoni bollenti. E’ questa la situazione che si è vissuta negli uffici e negli edifici comunali in questo difficile inverno , almeno a giudicare da quanto emerge dagli atti comunali. Che, come abbiamo imparato a conoscere, ad Ascoli (a differenza di quanto avviene praticamente in tutti gli altri enti pubblici) dicono molto ma non tutto, visto che nell’albo pretorio online puntualmente qualche atto non si trova, non viene pubblicato o misteriosamente scompare.
Nonostante questa perenne precarietà, gli atti comunali noti ci dicono inequivocabilmente che in questi ultimi mesi si sono clamorosamente impennati i costi per il riscaldamento e per le bollette telefoniche, rispettivamente del 23,7% ed almeno del 25% (vedremo che in realtà l’aumento è sensibilmente più elevato). Partiamo dal caso riscaldamento che, di certo, presenta gli aspetti più singolari. A partire dal fatto che fino al novembre 2016 (dal luglio 2013) il servizio era gestito dalla società comunale Piceno Gas Vendita.
Va detto che, a partire dal settembre 2015, gli atti comunali relativi ai costi del servizio improvvisamente diventano cosa rara (almeno sull’albo pretorio on line). In ogni caso da quel paio di determine che sono visibili emerge come nei mesi più freddi dell’anno all’epoca il Comune spendesse in media per il riscaldamento dei propri edifici poco più di 90 mila euro al mese (92.457,28 euro al mese per l’esattezza). Spesa mensile che, da fine 2016, improvvisamente si impenna, come emerge con chiarezza dalla determina m. 764 del 30 maggio scorso (“Impegno e liquidazione fatture emesse dalla Soc. Ap Energia Spa relative ai consumi di riscaldamento degli edifici comunali per il periodo dicembre 2016 – febbraio 2017”). Secondo la quale il Comune di Ascoli in quei tre mesi ha speso per la fornitura di gas metano da riscaldamento ben 343.164,66 euro.
In pratica il costo mensile per il riscaldamento sale a 114.388,22 euro, ben 21.930,94 euro in più rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, pari appunto al 23,7% in più. Un aumento davvero incomprensibile e spiegabile solo con una clamorosa e immotivata impennata dei consumi, considerato anche che il prezzo del gas (il prezzo del gas metano è regolamentato dall’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico) nel periodo preso in considerazione è si aumentato ma di poco più del 12%.
Ancora più inspiegabile è l’aumento dei costi per le bollette telefoniche, sempre in base a quanto emerge dagli atti comunali. Il taglio dei costi delle bollette telefoniche, tra l’altro, negli anni passati era stato più volte sbandierato con orgoglio dal sindaco Castelli che ne aveva fatto una bandiera, un simbolo della cosiddetta guerra agli sprechi. Che, però, evidentemente non è stata assolutamente vinta, visto che anche i costi per i consumi telefonici sono ripresi a salire sensibilmente. Infatti secondo quanto emerge dalle determine n. 755 del 30 maggio scorso, n. 449 del 5 aprile e n. 314 del 9 marzo 2017 nei primi tre bimestri dell’anno il Comune ha speso per le bollette telefoniche Tim e Telecom oltre 100 mila euro (103.420,65 euro per l’esattezza).
Nello stesso periodo dello scorso anno la spesa ammontava a 82.565,89 euro, ben 20.854,76 euro in meno. Stando a questi dati, quindi, l’aumento è stato davvero notevole, pari addirittura al 25%. In realtà a ben vedere l’aumento sicuramente è decisamente maggiore. Infatti la determina relativa al terzo bimestre 2017 (maggio-giugno) è del 30 maggio 2017. E’ del tutto evidente, quindi, che nella migliore delle ipotesi i consumi (e i quindi i costi) si fermano a fine maggio, mancano completamente i dati di giugno (ovviamente ancora in corso). Ed è altrettanto evidente che, di conseguenza, la differenza rispetto allo scorso anno è destinata a dilatarsi sensibilmente.
Magari ora il sindaco ci dirà, come ormai da mesi avviene per qualsiasi cosa accade in Comune, che questi consistenti aumenti di spesa sono stati provocati dal terremoto. Di certo, però, resta lo sconcerto per un’amministrazione comunale che a parole continua a lamentare sempre una mancanza di fondi, che denuncia il fatto di dover fare i conti al centesimo per ogni intervento necessario ma che, poi, si scopre con “le mani bucate” in tante altre circostanze…