Dopo continui rinvii e un’attesa interminabile, sabato 27 maggio finalmente inaugurata la rinnovata piscina comunale. Ma l’incomprensibile “ostracismo” del Comune nei confronti di società e atleti ascolani e le incaute dichiarazioni del presidente del Coni Armando De Vincentis hanno trasformato quella che doveva essere una festa in una giornata “nera” per lo sport ascolano
Se pensiamo a quanto sta accadendo con lo stadio Del Duca, si può essere più che soddisfatti, anzi si può quasi concordare con il sindaco quando parla di successo per la città. Se dopo quasi 3 anni la realizzazione della nuova tribuna est è ancora in alto mare (ora la nuova possibile scadenza è fine 2017, non ci sono più parole, non si può più neppure parlare di farsa…), la piscina che riapre dopo “appena” un anno di chiusura è una sorta di miracolo per questa amministrazione comunale, affetta dalla sindrome di Penelope quando si tratta di realizzare e (soprattutto) portare a termine ogni opera pubblica.
Un “miracolo” che si concretizza dopo il solito interminabile e indecoroso teatrino a cui abbiamo dovuto assistere in questi mesi e senza che siano stati fugati i dubbi che da subito il bando aveva sollevato (già solamente il fatto che al bando stesso aveva partecipato una sola società). Un teatrino che ha raggiunto il suo punto più basso ad ottobre, quando un comunicato stampa dell’amministrazione comunale annunciava che i lavori alla piscina erano in corso e sarebbero terminati a novembre. Qualche giorno dopo, però, si scoprirà che all’epoca in cui era stato diffuso quel comunicato in realtà i lavori non erano neppure iniziati, visto che il progetto definitivo per la riqualificazione della piscina è stato approvato solamente il 15 novembre (determina n. 1566). Da quel momento è iniziato il solito balletto di annunci e rinvii, con la riapertura della piscina annunciata prima per fine anno, poi ad inizio anno nuovo, poi a marzo, poi ancora subito dopo Pasqua.
Alla fine, 7 mesi dopo l’approvazione del progetto, finalmente l’attesa inaugurazione del nuovo impianto che, con la solita moderazione, il sindaco Castelli ha definito “uno dei migliori del centro Italia”. Nonostante tutto, nonostante la lunga e incomprensibile attesa (come al solito l’amministrazione comunale si è ben guardata dallo spiegare le ragioni di un così clamoroso ritardo) poteva e doveva essere una giornata di festa per tutti, in particolare per la città, per i cittadini e, soprattutto, per gli atleti e le società del nostro capoluogo. Invece lo sconcertante comportamento dell’amministrazione comunale e le imbarazzanti dichiarazioni del presidente del Coni di Ascoli (Armando De Vincentis) l’hanno trasformata in una giornata da dimenticare per lo sport cittadino, svilito e umiliato dall’incapacità e dall’inadeguatezza dei suoi rappresentanti istituzionali.
Ha fatto male a tutto il movimento ma, più in generale, a chiunque ha realmente a cuore la nostra città notare l’assenza di atleti e società ascolane del nuoto in un’occasione così importante. “Siamo rimasti senza la nostra casa” ci confessava a fine 2016 il presidente dell’Albatros Francesco Marchesani. Una società che ha fatto e sta facendo la storia del nuoto ascolano e che rappresenta un patrimonio sportivo dell’intera città. Un patrimonio che l’Albatros si è costituito in 26 anni di attività e che comprende 87 atleti che svolgono attività sportive nelle discipline del nuoto, del salvamento, della pallanuoto, 75 giovanissimi atleti che svolgono attività nelle categorie giovanili, 2 docenti federali, 4 allenatori di nuoto, 4 allenatori di pallanuoto, 2 direttori sportivi, 3 coordinatori scuola nuoto federale, istruttori di nuoto e tecnici specializzati. Senza dimenticare che l’Albatros è anche scuola della federazione italiana nuoto per la preparazione atleti nelle attività preagonistiche (certificato attribuito dalla Federazione italiana nuoto che hanno caratteristiche organizzative e tecniche di eccellenza).
Un patrimonio che in questi mesi, con la chiusura della piscina, è stato messo duramente a rischio ma che fortunatamente non è stato dissipato grazie alla volontà e all’abnegazione dei tecnici, dei dirigenti, degli atleti della società ma anche delle loro famiglie. E’, quindi, indiscutibile che l’Albatros era e resta il “fiore all’occhiello” del nuoto ascolano ed era praticamente scontato aspettarsi che alla riapertura della piscina, alla cerimonia di inaugurazione dopo un anno di chiusura, l’amministrazione comunale invitasse a partecipare gli atleti e i dirigenti della società ascolana. Invece sabato scorso l’Albatros ha dovuto subire un nuovo inaccettabile affronto, messa alla porta in quello che doveva essere un giorno di festa anche per loro.
Erano presenti i giovanissimi atleti della Delphinia Nuoto Grottammare ma nessun atleta e nessuna rappresentanza delle società ascolane. E da parte del sindaco Castelli e dell’assessore allo sport Brugni non è stata spesa neppure una parola per chi per tanti anni si è adoperato per far crescere la struttura ascolana e per chi ancora oggi di adopera con passione per portare in alto il nome del nuoto ascolano. Poche ore dopo l’inaugurazione, ad esempio, la squadra di pallanuoto dell’Albatros era a Senigallia per il campionato di serie C, quella under 20 era a Campobasso, mentre gli atleti del nuoto sincronizzato erano a Tolentino per campionati regionali.
Dove, per giunta, le giovanissime Camilla Palmisano ed Emma Bartolini, guidate dai tecnici Samantha Casu e Lolita Di Marco, sono salite sul podio. Nessuno mette in discussione il fatto che l’amministrazione comunale ha tutto il diritto di decidere di cambiare modalità di gestione di un proprio impianto sportivo. Ci sta che, in seguito a questa decisione, chi per anni ha contribuito alla crescita di quella struttura debba farsi da parte e lasciare la gestione ad un’altra società. Ma non è accettabile che chi così brillantemente rappresenta il nuoto ascolano sia stato tagliato fuori e neppure invitato a quello che doveva essere un giorno di festa, che dall’amministrazione comunale non sia arrivata una parola, anche un semplice ringraziamento per quanto fatto in tutti questi anni, nei loro confronti.
“Abbiamo dedicato la nostra vita da atleti e tecnici alla struttura e non siamo stati nemmeno invitati all’inaugurazione” commenta con amarezza Pietro. Certo, i vecchi gestori della piscina aveva contestato il bando del Comune e avevano anche fatto ricorso al Tar (respinto senza entrare nel merito per un vizio di forma). Ma chi deve pensare al bene collettivo della propria comunità, chi ha il compito di amministrare la città, non può farlo mettendo in pratica sterili ritorsioni ed inaccettabili vendette personali. Ancora più paradossale è il fatto che questo “ostracismo”, questo tentativo di screditare un’importante realtà sportiva cittadina venga da chi da sempre si è riempito la bocca con lo slogan “Ascoli agli ascolani”.
Naturalmente, per non essere fraintesi, qui non si sta certo contestando la presenza dei giovanissimi atleti della società di Grottammare (ci mancherebbe altro…), semplicemente era doveroso che a fianco a loro ci fossero anche gli atleti ascolani. “Tutto bellissimo, ma non era il caso di far tagliare il nastro a qualche atleta di nuoto ascolano? Guardi che ce ne sono diversi, anche con ottimi risultati regionali. Una per tutti, Silvia Santori, campionessa nazionale paraolimpica. Non occorreva far venire atleti da Grottammare, la piscina è degli ascolani… spero! Non è che la nuova tribuna dello stadio la farà inaugurare dalla squadra della Samb?” scrive Monia sotto uno dei tanti post celebrativi messi su facebook dal sindaco.
A rendere più amara e a rovinare ulteriormente quello che doveva essere un giorno di festa ci ha poi pensato il massimo rappresentante dello sport cittadino, il presidente del Coni Ascoli Armando De Vincentis. Che, oltretutto, da vecchio uomo di sport avrebbe dovuto almeno con le parole porre rimedio alle gravi mancanze del sindaco e dell’assessore. Da lui ci saremmo aspettati almeno una menzione nei confronti di chi sul campo (in questo caso in acqua) ha contribuito e sta contribuendo a dare lustro allo sport cittadino. Invece le sue dichiarazioni hanno lasciato esterrefatti. “Erano 15 anni che non mettevo piede in piscina, oggi ci sono tornato con grande gioia e felicità – ha dichiarato De Vincentis – complimenti ai nuovi gestori, noi faremo di tutto per aiutarli”.
Al di là del fatto che un presidente del Coni dovrebbe vergognarsi di non aver messo piede in piscina per 15 anni, le sottolineature di De Vincentis sono davvero fuori luogo e offensive (casualmente o volutamente che sia) nei confronti delle società e degli atleti ascolani.Come diceva sempre Andreotti, “a pensar male si fa peccato ma quasi sempre si indovina”. E quelle dichiarazioni del presidente del Coni fanno sorgere più di un sospetto… Che lo stesso De Vincentis potrebbe fugare immediatamente, magari chiedendo scusa per le sue incaute dichiarazioni.
A margine di tutto ciò ci sono un altro paio di considerazioni, non certo secondarie, da fare. Prima della chiusura per il nuovo bando, nella piscina comunale lavoravano diversi addetti che, ovviamente, all’improvviso si sono ritrovati in mezzo ad una strada. L’amministrazione comunale non si è minimamente preoccupata di loro, di provare a fornirgli una minima garanzia o un minimo appiglio. E, ovviamente, si è ben guardata anche dal menzionarli in occasione dell’inaugurazione. Sarebbe stato bello almeno un riconoscimento a quei ragazzi che in questi anni hanno difeso l’impianto, che con il loro lavoro e la loro dedizione hanno supplito alle carenze strutturali, Pietro, Erica, Mauro e altri ragazzi, queste sono le persone che hanno permesso al sindaco sabato di poter fare bei discorsi. Nessuno, tanto meno l’amministrazione comunale ha pensato al futuro di questi bravi ascolani.
E nessuno, aggiungiamo, ha pensato a tutti quegli atleti di quelle società che non hanno certezze per il futuro. “Noi genitori siamo tanto preoccupati per il futuro dei nosrti cuccioli – scrive la mamma di una giovanissima atleta – soprattutto dopo la vergognosa inaugurazione di sabato. Temiamo che la nuova società ci chiuderà per sempre la porta della nostra piscina. Non sarebbe giusto, ma che ne sappiamo?”. C’è da sperare che almeno da questo punto di vista l’amministrazione comunale abbia il buon senso di preoccuparsi di tutelare il proseguo dell’attività delle società ascolane, senza andare oltre con certe inaccettabili ritorsioni.
Quanto alla piscina, che da giugno dovrebbe riprendere il suo funzionamento a pieno ritmo, la speranza è che il suo futuro sia differente da quanto sta accadendo al “Morelli” che, dopo il nuovo bando tanto pubblicizzato dal Comune, sta vivendo un lungo ed inesorabile periodo di declino