Dopo la serie di annunci e rinvii, sembrava la volta buona. “La piscina sarà pronta dopo Pasqua” aveva assicurato l’amministrazione comunale. Venti giorni dopo, però, non si hanno ancora notizie e continua l’attesa per la riapertura dell’impianto. Così come per la tribuna est del Del Duca, le verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole, l’assicurazione per il terremoto
Se fosse vissuto in questi anni, sicuramente Samuel Beckett non avrebbe avuto dubbi ad ambientare il suo “Aspettando Godot”, ad Ascoli. Per i pochi che non la conoscessero, la più nota opera teatrale del grande scrittore e drammaturgo irlandese racconta la storia di due uomini, Vladimiro (chiamato Didi) ed Estragone (chiamato Gogo) che in una strada di campagna aspettano un certo signor Godot che non appare mai e di cui nulla si sa. Arriverà poi un ragazzo che racconterà ai due protagonisti che Godot arriverà domani. I due rimarranno inutilmente in attesa tra discorsi sconnessi e superficiali, su argomenti futili e banali, che faranno emergere il non senso della vita umana.
Da anni, ormai, il capoluogo piceno sembra diventato il palcoscenico naturale di “Aspettando Godot”, con la città e i cittadini che aspettano avvenimenti e eventi che, secondo le dichiarazioni e le affermazioni dei nostri amministratori, sembrano sempre imminenti ma che nella realtà non avvengono mai. Una vera e propria esaltazione della condizione dell’attesa, ovviamente del tutto casuale e per nulla voluta, che è alla base e rappresenta il fulcro del capolavoro di Beckett. Guardando ciò che è accaduto e che sta accadendo da un po’ di tempo è, infatti, innegabile che ad Ascoli c’è solo l’imbarazzo della scelta, di Godot ne stiamo aspettando parecchi.
Sicuramente, però, la vicenda che meglio di ogni altra sembra davvero essere la trasposizione dell’opera di Beckett è quella relativa alla piscina comunale. Come detto non è certo l’unica. Sicuramente può ricordare “Godot” l’infinita telenovela sulla nuova tribuna est dello stadio Del Duca, attesa da ormai 3 anni e la cui conclusione nel tempo è stata più volte annunciata e poi puntualmente rimandata. E certe incredibili affermazioni dell’amministrazione comunale fanno tornare in mente i surreali dialoghi tra i due protagonisti di quell’opera, Didi e Gogo.
Come, ad esempio, quando nel febbraio scorso (cioè 2 mesi dopo l’ennesima scadenza annunciata e non rispettata), in uno dei tanti interventi che abbiamo ascoltato in questi anni, l’amministrazione comunale ha avuto il coraggio di parlare di “accelerazione finale per completare l’intervento per il prossimo mese di settembre” (un’accelerazione degna di una… tartaruga, visto che determinerà la conclusione “appena” 7 mesi dopo di un intervento che doveva terminare, secondo l’ultima promessa, ad inizio anno) . Sulla stessa falsariga la vicenda del ponte di San Filippo, un “Godot” che nella sua versione definitiva (conclusione della seconda parte dei lavori) sarebbe dovuto arrivare il 1 aprile scorso. E se è vero che già la prima parte dei lavori era stata portata a termine con quasi due mesi di ritardo rispetto al termine inizialmente previsto (4 ottobre), è davvero surreale che ora come allora viene data la stessa identica motivazione.
“Nel corso dei lavori si sono riscontrate delle criticità legate alla presenza di sottoservizi, posizionati a quote più superficiali rispetto alla quota di imposta dei manufatti da realizzare, oltre alla diversa quota dei timpani del ponte, che essendo più bassi hanno necessitato di interventi di sopraelevazione” si legge nella determina n. 1299 del settembre 2016 con la quale si chiede (e si ottiene) una proroga di 45 giorni.”Nel corso dei lavori, durante le operazioni di scavo, si sono manifestate diverse situazioni relative alla presenza di infrastrutture in particolare alcuni sottoservizi posti a quota e in posizioni difformi rispetto a quanto riportato dai relativi enti in sede di conferenza dei servizi” si legge nel documento istruttorio allegato alla delibera 44 del marzo scorso (ma pubblicata sono alcuni giorni fa sull’albo pretorio on line) con la quale si rinvia “sine die” il termine definitivo dell’intervento.
Ma Godot possono sicuramente essere definite anche le ormai famosissime verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole che il Comune doveva fare negli anni passati , che già nel 2011 (in Consiglio Comunale) aveva promesso di fare l’anno successivo e che ora ha nuovamente promesso di fare entro il 2018. A dir la verità su una scuola (o meglio su una parte di essa) le verifiche di vulnerabilità sismica sono state effettuate nel 2014. Come abbiamo visto, però, i risultati sono stati a dir poco allarmanti e anche in questo caso è iniziata la lunga (si spera non inutile) attesa di Godot. Che in questa circostanza è il comunicato stampa dell’amministrazione comunale che avrebbe dovuto rispondere e chiarire i tanti dubbi sollevati dall’articolo “Relazione shock sulla vulnerabilità sismica della scuola media Luciani”.
Restando in tema sisma, Godot è anche la famosa assicurazione sul terremoto (che in realtà poi si è scoperto essere una banalissima “All risks”) che, secondo quanto affermato dal sindaco, avrebbe consentito di ottenere in tempi rapidissimi risarcimenti milionari per i danni provocati dalle scosse. Sono passati più di 8 mesi e, naturalmente, di quell’assicurazione non si hanno più notizie. Sempre per quanto riguarda il terremoto, per tantissimi ascolani Godot sono i sopralluoghi per verificare l’agibilità degli immobili che, chissà perché, solo ad Ascoli procedono così a rilento.
E in un certo senso Godot può anche essere il teatro Filarmonici che, dopo decenni di attesa, per la seconda volta nel giro di qualche anno è stato riaperto in occasione di un particolare evento (qualche anno fa per la manifestazione “L’Altra Italia”, le settimane scorse in occasione delle giornate del Fai), per poi tornare in letargo. Come anticipato, però, tra le varie vicende cittadine degli ultimi tempi è quella relativa alla piscina che sembra davvero scritta dal grande autore irlandese, con il sindaco Castelli e l’assessore Brugni che in questi lunghi mesi, tra proclami, comunicati stampa, post sui social sembrano davvero impersonare Didi e Gogo e i loro discorsi surreali.
In attesa di Godot (la riapertura della piscina) abbiamo ascoltato di tutto dai due amministratori., ogni genere di giustificazione, di insensata esaltazione di interventi che dovrebbero essere la norma. Si sono appellati alle novità previste del codice degli appalti per motivare parte del ritardo di tutta la procedura. Peccato, però, che il nuovo codice degli appalti sia stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 19 aprile 2016, cioè ben due mesi prima della pubblicazione del bando di gara per la struttura (24 giugno).
Naturalmente non poteva mancare la giustificazione del terremoto, paradossale sotto ogni punto di vista. Perché se a settembre (cioè dopo la prima scossa forte del 24 agosto) l’amministrazione comunale con un comunicato stampa aveva annunciato la fine dei lavori entro novembre (poi si scoprirà che in realtà all’epoca non erano neppure iniziati…), la scossa del 30 ottobre avrebbe potuto far slittare eventualmente di qualche giorno, al massimo di un mese, la riapertura dell’impianto e non certo di almeno 6 mesi.
Tra le varie “favolette” ascoltate in questi mesi, la palma della più sconfortante la merita sicuramente quella raccontata da Gogo-Brugni. Che il 17 marzo scorso ha avuto il coraggio di pontificare la realizzazione di un ascensore (che collegherà la reception agli spogliatoi) che consentirà di superare le barriere architettoniche (“In piscina non esistono barriere architettoniche. Esempio di civiltà”), così come previsto dalla legge 104 del 1992, cioè “solamente” con 25 anni fa. A differenza dell’opera di Beckett, in questa surreale vicenda non c’è alcun ragazzo che annuncia l’arrivo di Godot (la riapertura della piscina) ma sono gli stessi protagonisti a farlo, attraverso comunicati stampa o dichiarazioni ai giornali o anche con video e post su facebook.
Come detto il primo annuncio è di settembre (“i lavori si concluderanno a novembre”). A novembre, poi, ecco che il sindaco ci annuncia che per Godot bisogna avere ancora qualche settimana di pazienza, per poi assicurare il suo arrivo per il nuovo anno. A gennaio, però, nuovo appuntamento, questa volta si passa direttamente a marzo, anche se, in questo caso il primo cittadino è un po’ più cauto e lascia qualche margine di dubbio (“entro il mese di marzo i lavori dovrebbero terminare”). Il condizionale non lascia presagire nulla di buono. E infatti passa marzo, inizia aprile ma Godot non arriva.
Però, attraverso alcuni quotidiani locali, Didi-Castelli e Gogo-Brugni ci fanno sapere che stavolta ci siamo, l’attesa è finita, la piscina è pronta e verrà inaugurata “dopo Pasqua”. E stavolta non ci sono dubbi, siamo certi che la promessa verrà mantenuta. Certo, è vero che sono già passati quasi 20 giorni dalla santa Pasqua (domenica 16 aprile). Però anche se i lavori venissero completati e la piscina venisse inaugurata a settembre, ottobre, novembre o anche dicembre 2017 tecnicamente sarebbe comunque “dopo Pasqua” (da gennaio 2018 in poi per qualche pignolo potrebbe diventare “prima di Pasqua”).
Ovviamente, ironia a parte, la speranza è che i cittadini ascolani non debbano continuare ad aspettare a lungo Godot, che l’impianto possa riaprire prima di poter “festeggiare” un anno di chiusura. Al di là di tutto, al di là dell’ironia e del parallelo con l’opera di Beckett, i problemi di questa amministrazione comunale ( e di questo sindaco in particolare) sono ben noti. La solita innata incapacità di programmare seriamente e (soprattutto per quanto riguarda il primo cittadino) un’endemica riluttanza a raccontare ai cittadini come stanno realmente le cose, quali problemi possono sorgere in determinati interventi, quali cause possono provocare ritardi e slittamenti. Il fatto è che nel mondo virtuale e basato sullo sfrenato ottimismo alla Tonino Guerra in cui da qualche tempo vive il sindaco Castelli non esistono problemi, procede sempre tutto per il meglio.
Così, se il presidente dell’Ascoli Picchio Bellini, dopo la partita persa ai playoff di Lega Pro nel 2015, chiede che si faccia presto la nuova tribuna est, il sindaco non riesce a spiegare al patron bianconero (e ai tifosi) che servono i tempi tecnici per progettare, per ottenere il mutuo, per demolire la vecchia tribuna e poi ricostruire quella nuova. Preferisce un rassicurante e irrealistico “la tribuna sarà pronta nel giro di tre mesi, per l’inizio del prossimo campionato”. Che poi diventerà novembre, poi ancora gennaio 2016, giugno, settembre 2016, inizio del nuovo, fino a slittare ora all’inizio del prossimo campionato (forse…).
E se gli ascolani sono giustamente preoccupati perché non possono usufruire della piscina comunale, invece di spiegare bene che tipo di intervento si dovrà realizzare e in che tempi verrà completato, si preferisce ripetere il solito ritornello rassicurante, spingendosi addirittura ad annunciare la prossima fine di lavori che, in realtà, neppure sono iniziati. E poi di nuovo rinvii, annunci, proclami, nell’attesa di un Godot che, siamo abbastanza certi, a differenza di quanto accade nel capolavoro di Beckett, prima o poi nel capoluogo piceno arriverà…