Facciamo festa


In 6 mesi sono state presentate in Parlamento ben 37 proposte di legge per istituire nuove feste e giornate nazionali, quasi tutte da parte dei partiti della maggioranza. Che erano quelli che, quando si discuteva di ius soli e decreto Zan sostenevano che il paese aveva altre priorità…

Sono altre le priorità del paese”. Quante volte, nel corso della passata legislatura, abbiamo sentito i parlamentari e i partiti della destra ripetere questo refrain quando in Parlamento erano in discussione provvedimenti di legge come lo ius soli, il decreto Zan e cose simili. Le elezioni politiche del settembre 2022, che hanno sancito la vittoria della destra e portato la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, hanno radicalmente cambiato il volto del Parlamento, con i partiti della destra che hanno conquistato una larga maggioranza sia alla Camera e al Senato, potendo così finalmente occuparsi delle vere priorità del paese. E sono bastate le prime settimane per scoprire quali fossero e per capire l’aria che tira.

Prima ancora che la nuova presidente del Consiglio si presentasse alle Camere per incassare la fiducia, i parlamentari della sua maggioranza avevano già presentato decine di proposte di legge a dir poco bizzarre (vedi articolo “Governo e Parlamento, se il buongiorno si vede dal mattino”). Dalla proposta per le esibizioni di motocross freestyle negli ospedali alla tutela degli insetti, dalla promozione del lievito a quella del pugnale dei sikh, il kirpan, fino all’istituzione del santuario dell’acqua. Sin da quelle prime settimane ma anche nei mesi successivi, la nuova maggioranza parlamentare ha, però, mostrato un’attrazione fatale per le feste.

Così nei primi 6 mesi della legislatura deputati e senatori, quasi sempre della maggioranza di destra, hanno presentato in Parlamento 37 proposte di legge per istituire nuove ricorrenze da celebrare. Che le feste e ricorrenze per lo Stato italiano siano da sempre una cosa seria è dimostrato dal fatto che esiste addirittura l’Ufficio del cerimoniale di Stato e per le onorificenze della presidenza del Consiglio che se ne occupa, che ha il compito di aggiornare il cerimoniale (l’insieme di norme e procedure che stabiliscono come devono essere celebrate) e che ha suddiviso le ricorrenze in tre categorie: giorni festivi, solennità civili e giornate celebrative e internazionali. Nella maggior parte dei casi si tratta di iniziative legislative che mirano ad istituire giornate nazionali (per capirci come la festa della donna o la festa del papà) che sono di più facile istituzione e quasi risultano poco o nulla onerose.

Più complesso e di ben altro impatto economico, invece, sono le giornate festive nelle quali è prevista la chiusura degli uffici pubblici, la diminuzione dei servizi, lo stop alle attività lavorative e maggiorazioni sulle retribuzioni economiche. Tra i partiti della maggioranza il più attivo nel promuovere nuove feste è indiscutibilmente Fratelli d’Italia. La deputata Beatriz Colombo, ad esempio, ha presentato una proposta di legge per l’istituzione della “giornata nazionale degli antichi mestieri”, mentre la sua collega di partito Monica Ciaburro chiede di istituire la “giornata nazionale della scrittura a mano”. Il senatore di FdI Gianni Rosa è, invece, il primo firmatario di una proposta di legge che mira ad istituire la “giornata nazionale della consapevolezza sulla morte perinatale”, mentre la sottosegretaria alla difesa Isabella Rauti chiede l’istituzione della “giornata della vita nascente” (e a lei si sono subito accodati altri parlamentari di Lega e Forza Italia che a loro volta hanno presentato proposte di legge simili).

Sempre al Senato il senatore Andrea De Priamo ha presentato una legge per istituire il 15 giugno la “giornata nazionale dei figli d’Italia” (che casualmente rievoca il famoso “i figli d’Italia si chiaman balilla”), con annesso “premio nazionale dei figli d’Italia”, una borsa di studio dedicata ai giovani che si sono distinti in non meglio specificate “azioni particolarmente meritorie” (con tanto di stanziamento annuo di 250 mila euro). Per altro Fratelli d’Italia deve tenerci davvero tanto all’istituzione di questa nuova festa, visto che, contemporaneamente alla proposta di legge in Senato, in numerosi comuni italiani il partito della presidente del Consiglio ha presentato mozioni ed ordini del giorno sul tema. Proprio pochi giorni fa anche il Consiglio comunale di Ascoli ha approvato un ordine del giorno, sottoscritto da tutti i partiti della maggioranza di destra.

Ancora, il 16 e il 17 marzo sempre Fratelli d’Italia ha presentato prima alla Camera, poi al Senato due proposte di legge per introdurre una nuova festa nazionale, quella della proclamazione dell’unità d’Italia (17 marzo 1861). Soprattutto, però, Fratelli d’Italia insieme agli altri partiti del centrodestra sta lavorando per ripristinare come festa nazionale il 4 novembre. Quel giorno è l’anniversario della fine della prima guerra mondiale, con l’entrata in vigore il 4 novembre 1918 dell’armistizio di Villa Giusti firmato il giorno precedente.

In realtà fino al 1976 il 4 novembre era considerato giorno festivo e si festeggiava l’unità nazionale e le forze armate. Dal 1977, però, la nuova legge sui giorni festivi ha stabilito che le celebrazioni della giornata dell’unità nazionale si tengano la prima domenica di novembre e che, quindi, il 4 novembre non fosse più un giorno festivo. Dalla sua istituzione, dopo le elezioni politiche di settembre 2022, la Commissione affari istituzionali del Senato ha dato la priorità al ripristino della festa e sta lavorando su diversi testi di legge. Addirittura nei giorni scorsi è stato istituito un comitato ristretto, un organismo interno alla commissione, per dare l’impulso al rush finale ma anche valutare i costi per il bilancio dello Stato. La storia recente racconta che il percorso per l’istituzione di nuove festività è sempre molto accidentato e non è affatto semplice che si arrivi alla conclusione.

Ma ora il Parlamento è cambiato e la destra che è maggioranza ha dimostrato di avere una sorta di predisposizione naturale alle feste. Anche perché, se anche solo una minima parte di tutte quelle proposte diventasse realtà, l’Italia diventerebbe il paese al mondo con il maggior numero di feste e giornate celebrative nazionali. Sono soddisfazioni…

bookmark icon