Dalla Quintana alla fiera di Natale, dai mercati ai lavori in alcune zone del centro, in ogni occasione del genere il Comune deve pagare una sorta di tassa alla società che gestisce la sosta per il temporaneo mancato utilizzo di alcuni stalli blu. E anche per mettere in campo provvedimenti per aiutare le attività commerciali del centro è necessario rivolgersi alla Saba…
“Comanda la Saba”. Probabilmente non sarà stato così perentorio, ma in sostanza questo è quello che il sindaco Castelli ha detto ai rappresentanti della nuova associazione di commercianti del centro (Wap) con i quali si è incontrato nei giorni scorsi per cercare di trovare soluzioni alle gravi difficoltà che stanno vivendo le attività commerciali del centro cittadino. Difficoltà che già c’erano prima del terremoto ma che il sisma e il lungo periodo di emergenza che si trascina da agosto hanno inevitabilmente acuito.
Non servirebbero neppure, ma i dati in proposito sono sin troppo eloquenti. Secondo lo studio effettuato dall’Ufficio Studi Confcommercio ad Ascoli si è passati dai 555 negozi del 2008 ai 514 di fine 2016, con la diminuzione più consistente che si è avuta al centro, dove le attività commerciali sono passate da 172 a 149. E se il passato recente è preoccupante, il futuro prossimo è ancora più allarmante. Dopo il 24 agosto il centro si è ulteriormente svuotato e le attività commerciali della zona ne hanno risentito pesantemente. . Secondo le schede compilate da 80 attività (quindi poco più che la metà), il crollo degli incassi nel trimestre successivo al terremoto di agosto è superiore al milione di euro. Per questo la neonata associazione da tempo cercava un confronto con l’amministrazione comunale, per discutere della situazione e provare a programmare una serie di interventi per cercare di invertire la rotta.
Nel corso dell’incontro si è parlato di orari di apertura, è stata manifestata la disponibilità da parte degli operatori ad aprire in alcune circostanze anche nei festivi, il sindaco e gli assessori presenti (Fortuna e Filiaggi) hanno parlato del programma di eventi che nelle loro intenzioni dovrebbe contribuire a ravvivare il centro. Ma quando si è trattato di affrontare l’argomento che più di ogni altro probabilmente stava a cuore ai commercianti, la gestione della viabilità e della sosta, con possibili iniziative anche per rivedere le tariffe stesse della sosta (per incentivare l’accesso in centro), il sindaco non ha potuto fare e dire nulla, se non impegnarsi a convocare un incontro con la Saba (la società privata che gestisce la sosta ad Ascoli), l’unica che può assumere decisioni di questo tipo.
Certo, molto meglio tacere che fare come il presidente del Consiglio comunale Marco Fioravanti che, intervenendo nel corso della puntata di Polis (Vera Tv) dedicata proprio al problema del commercio (ad Ascoli come a Teramo), ha addirittura avuto il coraggio di sostenere che “tutti i commercianti ci chiedevano di mettere i parcheggi gratuiti la domenica e noi l’abbiamo fatto proprio per incentivare il commercio”.
Tesi assolutamente credibile, soprattutto alla luce del fatto che, a parte qualche bar e ristorante, la stragrande maggioranza delle attività commerciali del centro la domenica e nei festivi è chiusa (non a caso nel corso di quella riunione con il sindaco è stata manifestata la disponibilità a verificare alcune aperture nei giorni festivi). Quindi o i commercianti del centro sono completamente fuori di testa (chiedono parcheggi gratuiti per i giorni in cui sono chiusi…) o il presidente del Consiglio ha le idee un po’ confuse.
Più decoroso il silenzio del sindaco, anche se quanto accaduto nel corso di quella riunione dovrebbe quanto meno far riflettere. Certo non è sicuramente una novità che la gestione della sosta ad Ascoli è completamente in mano di un privato (lo è dal 2002, dalla “scellerata” convenzione firmata dal sindaco Celani e inopportunamente approvata dal Consiglio comunale di allora). Però è in queste circostanze che ci si rende conto dell’impatto che questo determina sulla città. Con le attività commerciali sull’orlo del collasso dopo il 24 agosto, bisogna sperare nella “magnanimità” e nella “comprensione” di un privato per vedere adottate importanti misure che potrebbero incidere sul futuro non solo loro ma di tutta la città.
Siamo di fronte ad un’amministrazione comunale a “sovranità limitata” e così sarà sempre fino a che la gestione della sosta resterà completamente in mano ad un privato. Che, ovviamente e giustamente, ha come primo interesse il proprio tornaconto e solo successivamente, sempre che non contrasti con il primo, quello della comunità. In un contesto come quello attuale, in una situazione mutata come è quella degli ultimi anni del centro cittadino, l’amministrazione comunale se fosse stata padrona del sistema della sosta e della viabilità avrebbe potuto pensare e studiare una diversa mobilità nel centro, avrebbe potuto studiare e programmare nuove isole pedonali, avrebbe potuto pensare ad iniziative particolari per la sosta, compresa ovviamente una totale rivisitazione delle tariffe, in modo da incentivare e favorire un maggiore accesso dei cittadini al centro.
Invece così tutto è in mano alla Saba che può decidere come vuole, in base alle proprie esigenze e al proprio interesse e che, poi, comunque avrà operato non dovrà nei prossimi anni sottoporsi al giudizio dei cittadini (come invece capiterà a sindaco e assessori). Tutto ciò dovrebbe indurre a profonde riflessioni, dovrebbe indignarci, invece sembra che ormai l’opinione pubblica locale consideri questa situazione davvero surreale come normale, come qualcosa di ineluttabile. Ed in un certo senso sembra effettivamente esserlo, visto che, dopo i proclami degli anni passati (soprattutto in tempo di campagna elettorale), il primo cittadino negli ultimi mesi per ben due volte ha chiuso la porta ad ogni possibilità anche solo di pensare di ricomprare i parcheggi, di riprendere la gestione della sosta in mano.
Comanda la Saba e, viste le intenzioni del sindaco e dell’amministrazione comunale, comanderà ancora a lungo. E le conseguenze continueranno a farsi sentire non solo nella gestione della sosta e della viabilità. A tal proposito molto significativa è una determina pubblicata nei giorni scorsi sull’albo pretorio on line del Comune. Si tratta della determina n. 1891 del 27 dicembre 2016, quindi di oltre 2 mesi fa, ma pubblicata solo nei giorni scorsi (al Comune di Ascoli funziona così, alcuni atti vengono pubblicati, quando va bene, con mesi di ritardo…).
Quell’atto ci dice che la Saba ha presentato il conto al Comune (di circa 31 mila euro) per chiedere e ottenere il rimborso dei mancati incassi in occasione di iniziative o di lavori svolti dal Comune stesso che hanno determinato l’inutilizzazione temporanea di alcune zone blu. In tal senso la convenzione – suicida (per il Comune) del 2002 non lascia margini di manovra all’amministrazione comunale che, quindi, non ha alcuna alternativa e dovrà liquidare alla Saba il conto di quelle fatture.
Al di là della cifra e del fatto in se, quello che colpisce è il profondo significato che scaturisce da quella determina. Che ci dice in maniera inequivocabile come il Comune per qualsiasi iniziativa, per qualsiasi intervento che svolge sul proprio territorio comunale, per qualsiasi iniziativa o manifestazione che va anche solo marginalmente a toccare alcune zone blu deve pagare una sorta di indennizzo al privato. Una situazione a dir poco surreale, una sorta di tassa che l’amministrazione pubblica deve pagare ad un privato per l’utilizzo di aree che in teoria dovrebbero essere di sua proprietà.
Un incredibile paradosso la cui entità si comprende meglio spulciando tra gli atti comunali dell’ultimo decennio. Dai quali emerge come l’amministrazione comunale abbia dovuto pagare questa sorta di tassa alla Saba per ogni cosa: per lo svolgimento delle domeniche ecologiche, addirittura per le edizioni della giostra della Quintana, per lo svolgimento dei mercati cittadini, per le varie notti bianche, per la disputa della gara ciclistica Granfondo dei colli ascolani, per la Fiera di Natale, per il restauro del teatro Filarmonici, per i lavori di riqualificazione di piazza Ventidio Basso, per i lavori in viale De Gasperi, per quelli in viale Indipendenza.
Il Comune non può programmare alcun evento, non può pensare di effettuare alcun intervento nel centro cittadino o, comunque, nelle aree dove sono le zone blu senza dover pagare la” tassa Saba”. Emblematica a tal proposito la vicenda dell’intervento per la risistemazione della zona dell’ex Carisap, a corso Mazzini. Dalla determina 1810 del dicembre 2015 si scopre che tutto l’intervento ha un costo di poco superiore al milione di euro. Ebbene circa il 15% di quella spesa (per l’esattezza 152.687,96 euro) è determinata dalla liquidazione alla Saba dei mancati incassi (in quell’area c’erano numerosi parcheggi a pagamento).
Ma come si può accettare tranquillamente questo incredibile paradosso? E, da quella sciagurata convenzione del 2002, il Comune ha un’idea di quanto ha speso per questa sorta di tassa da pagare alla Saba per ogni evento, per ogni manifestazione, per ogni lavoro effettuato che in qualche modo ha coinvolto le zone blu? Abbiamo provato a ricostruirlo, quanto meno per avere un’idea sia pure assolutamente parziale. Non è facile perchè manca tutta la documentazione inerente i primi anni e, poi, successivamente ci sono grossi buchi, anche di qualche anno.
Nel complesso possiamo dire che siamo riusciti a recuperare e verificare un numero cospicuo di determine (ce ne sono davvero moltissime) ma che coprono a mala pena la metà di questi 14 anni (dal 2002 al 2016). Ebbene questo dato assolutamente parziale e largamente incompleto parla di oltre 800 mila euro pagati dal Comune alla Saba come rimborsi per l’occupazione di stalli blu in occasione di eventi e lavori. E’ quindi lecito pensare che, all’incirca, dal 2002 ad oggi siamo oltre il milione e mezzo di euro di spesa. L’aspetto economico di tutta la vicenda non è certamente secondario perché proprio l’elevato costo dell’operazione ha portato il sindaco Castelli a chiudere la porta ad ogni ipotesi di riacquisto dei parcheggi.
Eppure nel novembre 2011 lo stesso cittadino aveva solennemente annunciato “Basta Saba, entro il prossimo luglio i parcheggi saranno nostri!”. E, durante la campagna elettorale prima delle elezioni amministrative del 2014, aveva ribadito che una delle priorità del successivo mandato era proprio quella del riacquisto dei parcheggi. Poi, però, nel novembre scorso in Consiglio comunale, rispondendo ad un’interrogazione presentata dal Movimento 5 Stelle, la “doccia fredda”. “Allo stato attuale non ci sono le condizioni per riacquistare i parcheggi dalla Saba, serve un investimento di 8 milioni di euro” ha dichiarato il sindaco, omettendo ovviamente di evidenziare che se fosse davvero intervenuto nel 2011, come aveva promesso, l’investimento sarebbe stato sensibilmente minore.
Ma la sensazione è che quello dell’ingente investimento sia solo un paravento dietro al quale si nascondono il sindaco e l’amministrazione comunale. E a rafforzare questa tesi ci sono degli elementi sin troppo evidenti. Un paio di mesi dopo quella dichiarazione, è stato il gruppo consiliare del Pd in Consiglio comunale a proporre una soluzione per il riacquisto dei parcheggi, chiedendo al primo cittadino di utilizzare a tal scopo parte dei proventi ottenuti dalla vendita al privato (guarda il caso…) della Piceno Gas (oltre che per effettuare le famose verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole).
Parliamo complessivamente di quasi 13 milioni di euro, dunque una somma più che sufficiente per coprire l’investimento richiesto e, di conseguenza, una proposta che il primo cittadino avrebbe dovuto immediatamente sottoscrivere. Invece è stata respinta in maniera incomprensibile, a meno che non si voglia credere alle voci sempre più insistenti che sostengono che quei quasi 13 milioni di euro servono per tappare le enormi falle del bilancio comunale (ma in quel caso il primo cittadino dovrebbe spiegarci come è stato possibile creare un simile disastro economico…). Stupisce, tra l’altro, che quando si parla dell’investimento a carico del Comune per ricomprare i parcheggi non si consideri per nulla che poi, comunque, ci sarebbero anche degli introiti annuali e verrebbero eliminate tutta una serie di spese.
A partire da quella di cui abbiamo parlato prima ma anche dalla quota che il Comune stesso versa alla Saba per le multe incassate in seguito alle infrazioni riscontrate dagli ausiliari del traffico (10 euro più iva per ogni multa da agosto 2005, prima 8 euro più iva). Anche in questo caso, pur nella frammentarietà degli atti comunali, siamo riusciti a scoprire, attraverso la visione delle determine comunali, che solo per questo il Comune in questi anni ha versato alla Saba circa 600 mila euro. Già solo per queste due voci di uscite (rimborsi per l’inutilizzazione di alcuni stalli blu e versamento di quota parte delle multe) il Comune risparmierebbe almeno 2-2,5 milioni di euro.
Ci sarebbero, poi, gli incassi che la gestione diretta dei parcheggi produrrebbero. Sappiamo, ad esempio, che il Comune di San Benedetto per i posti blu nella zona del lungomare per i 3 mesi estivi incassa ogni anno 500-600 mila euro. L’amministrazione comunale in questi anni ha mai quantificato a quanto potrebbero ammontare? Sa, in media, quanto incassa annualmente la Saba dalla gestione della sosta?
Mistero, quello che invece possiamo sapere (con una certa approssimazione) è l’ipotetico valore annuale che Comune e Saba attribuiscono alla sosta, almeno a quella in superficie. Infatti, spulciando tra le varie delibere, abbiano scoperto che per il mancato utilizzo di 6 stalli blu (per i lavori al teatro Filarmonici) per 8 mesi il Comune ha rimborsato la Saba per 20 mila euro. Quindi il valore annuale (per quanto riguarda gli incassi) di 6 stalli blu per Comune e Saba è di 30 mila euro. Questo significa che solo i 1850 parcheggi di superficie gestiti dalla Saba (951 fino al giugno 2011, fino alla delibera n. 117 con la quale il Comune ha messo a disposizione della società che gestisce la sosta altri 899 posti blu) hanno un valore annuale (sempre inteso come possibili incassi) di circa 9,5 milioni di euro.
A cui, ovviamente, bisognerebbe aggiungere gli introiti per i vari permessi annuali e, soprattutto, del parcheggio di Porta Torricella. Parliamo, quindi, di un valore complessivo potenziale di ben oltre i 10 milioni di euro all’anno. E’ quindi chiaro che, pur con tutti i distinguo e le considerazioni che si possono fare al proposito, quell’investimento così oneroso di cui parla il sindaco potrebbe essere compensato in un tempo relativamente breve dal Comune, tra gli incassi annuali dei parcheggi e l’eliminazione di quei costi legati ai rimborsi pagati attualmente alla Saba.
Soprattutto, però, riprendendo in mano la gestione dei parcheggi finalmente l’amministrazione comunale sarebbe nelle condizioni di programmare e predisporre un serio e concreto progetto di rilancio e rivitalizzazione del centro cittadino. E non dovrebbe più appellarsi alla magnanimità del privato per venire incontro alle sacrosante esigenze delle attività commerciali della zona né, tanto meno, dovrebbe pagare al privato stesso quell’odiosissima tassa che ora invece deve versare per ogni intervento, per ogni iniziativa, per ogni manifestazione organizzata che anche sfiori le zone blu.
In altre parole tornerebbe ad essere un’amministrazione comunale a sovranità piena e non “limitata” come, invece, è attualmente…