Nelle Marche una legge regionale sull’endometriosi


Le volontarie dell’Ape sono state coinvolte in audizione sanità per l’istituzione della normativa che tutela le donne contro una malattia che colpisce il 10% della popolazione femminile. Proposta la formazione specialistica per il personale sanitario e gli psicologi

La Marche si mobilitano contro l’endometriosi, con il coinvolgimento della Associazione Progetto Endometriosi (Ape), un’associazione nata nel 2005 su iniziativa di un gruppo di donne con esperienza di endometriosi vissuta sulla propria pelle hanno valutato che l’impegno sociale e la malattia che le vedeva “protagoniste” dovevano sfociare in un qualcosa che rappresentasse loro e le milioni di donne nella stessa condizione. L’endometriosi è una malattia infiammatoria cronica che colpisce in Italia circa il 10% della popolazione femminile in età fertile, anche se i dati sono estremamente parziali e probabilmente sottostimati. I sintomi più diffusi sono: forti dolori mestruali ed in concomitanza dell’ovulazione, cistiti ricorrenti, irregolarità intestinale, pesantezza al basso ventre, dolori ai rapporti sessuali, infertilità nel 35% dei casi.

Per una malattia di cui non si conoscono ancora le cause, per la quale non esistono cure definitive né percorsi medici di prevenzione, per limitare i danni che l’endometriosi provoca, è fondamentale fare informazione per creare consapevolezza. L’A.P.E. è una realtà nazionale che da 18 anni informa sull’endometriosi, nella consapevolezza che l’informazione sia l’unica prevenzione ad oggi possibile.

Nei giorni scorsi le volontarie dell’Ape sono state ricevute in audizione sanità nella sede del consiglio regionale delle Marche il 29 marzo 2023 per dare il proprio contributo sulla definizione della legge per la tutela delle donne affette da endometriosi, a cui l’ente sta lavorando. Accompagnate da Alice Pettinari, referente del gruppo delle Marche dell’A.P.E., che unisce pazienti di tutta Italia, le volontarie hanno incontrato i consiglieri regionali Anna Casini e Giorgio Cancellieri, promotori dell’iniziativa. L’obiettivo della proposta di legge è quello di promuovere la prevenzione e la diagnosi precoce della patologia, che colpisce circa 3 milioni di donne in Italia, ma anche migliorare le cure e la ricerca, istituendo un registro per la raccolta e analisi di dati clinici e sociali sulla malattia, e la Rete dei PDTA – Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali, che possano strutturare centri sanitari in tutta la regione, orientando le donne, le quali spesso sono costrette a rivolgersi a specialisti e ospedali fuori dal territorio marchigiano con costi aggiuntivi per loro e per il sistema sanitario, verso i migliori percorsi di cura. Spiega Alice Pettinari:

Abbiamo proposto di arricchire la legge con la formazione specialistica al personale sanitario, come medici, ginecologi, radiologi, ma anche gli psicologi, essendo una malattia che necessita di grande supporto psicologico durante il percorso terapeutico, che comporta un cambiamento di vita radicale. È fondamentale investire non solo sui macchinari per la diagnosi, ma anche mettere in campo strumenti per mantenere la situazione clinica stabile ed evitare la chirurgia, dunque: farmaci, alimentazione, corretto stile di vita, supporto psicologico”. “Il 28 marzo è stata la giornata dell’endometriosi e oggi abbiamo fatto un altro passo importante verso l’approvazione della legge regionale incontrando in commissione sanità le rappresentanti dell’Ape. e il dott. Pelagalli e ascoltando i loro suggerimenti”, ha sottolineato la consigliera regionale Anna Casini.

Discuteremo per apportare le modifiche al testo di legge come suggerito dalle volontarie dell’A.P.E. e siamo d’accordo rispetto a quello che è stato proposto. Le prossime settimane riusciremo ad ultimare questa legge per poi portarla in consiglio regionale per il voto definitivo” ha evidenziato il consigliere regionale Giorgio Cancellieri. Sul sito dell’Ape – www.apendometriosi.it – ci sono tutte le informazioni utili e i progetti per aiutare concretamente le donne affette da endometriosi e per entrare a far parte della rete nazionale.

 

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