Assicurazione sul terremoto tra dubbi, misteri ed un clamoroso colpo di scena


Presentata dal sindaco come una “grande intuizione”, ma rivelatasi una normalissima All Risks, doveva ripagare in tempi brevissimi parte dei danni da terremoto. Ma dopo 7 mesi ancora non si è visto neppure un euro. Ed ora due determine comunali svelano che ci sono problemi e che, addirittura, da fine ottobre la società che gestisce la polizza ha comunicato “formale disdetta”

Proprio mentre stavamo iniziando a pensare di scrivere a Federica Sciarelli per chiederle se poteva dedicare una puntata del suo “Chi l’ha visto?” alla misteriosa scomparsa della (molto presunta) assicurazione sul terremoto del Comune di Ascoli, ecco all’improvviso spuntare nuove notizie sull’ormai celeberrima polizza. Che, però, non spazzano certo via le incertezze che di giorno in giorno sono lievitate in questa surreale vicenda e, anzi, contribuiscono ad alimentare i dubbi e i misteri. Tutto parte dall’avviso “per manifestazione interesse, da parte di operatori economici ad essere invitati alla procedura negoziata per l’affidamento dei servizi assicurativi polizza All Risks Property per l’importo di 200 mila euro, al lordo degli oneri fiscali” pubblicato nell’albo pretorio on line del Comune il 27 febbraio scorso.

scadenza assicurazioneUn atto di per se poco significativo, se non fosse per il fatto che era noto  a tutti che la famosa polizza, quella che il sindaco aveva tentato di spacciare come grande intuizione, come unico caso in Italia di polizza per il terremoto (ma che in realtà poi si è scoperto essere una banalissima All Risks come quelle che hanno praticamente tutti gli enti), sarebbe scaduta  il 31 dicembre 2017 (vedi foto). Per quale motivo, quindi, ad un anno alla scadenza il Comune ha necessità di attivare la procedura negoziata “per l’affidamento dei servizi assicurativi polizza All Risks Property”?

Partendo da questo interrogativo e da quell’avviso, abbiamo approfondito, scoprendo un paio di determine, di gennaio e febbraio, che gettano nuove ombre su questa storia e aprono prospettive inquietanti. In particolare riguardo al sempre più presunto risarcimento dei danni da parte dell’assicurazione che, come vedremo, dagli atti comunali sembra essere quanto meno in discussione. Prima di tutto, però, è opportuno ricordare brevemente tutta la vicenda legata all’assicurazione. Il 21 settembre scorso, a poco meno da un mese dal primo terribile terremoto e mentre ad Ascoli scoppiavano le prime polemiche per l’iniziale sottovalutazione (da parte dell’amministrazione comunale) delle conseguenze del sisma, il sindaco Castelli tirava fuori il cosiddetto “coniglio dal cilindro” con un articolo a sua firma pubblicato sull’Huffington Post.

Nel quale, in sostanza, sosteneva che Ascoli era praticamente l’unico Comune italiano ad avere una polizza di assicurazione specifica sul terremoto. Castelli raccontava nel dettaglio come aveva avuto questa “geniale” intuizione” appena insediato (nel 2009), dopo il terremoto a L’Aquila, come aveva pensato di “fare una gara pubblica per trovare una polizza che assicurasse tutti gli edifici comunali – municipio, scuole, le tre chiese di proprietà – contro eventuali danni da terremoto”.  Tra i tanti presunti  pregi di quella polizza, nel racconto “incantato” del primo cittadino, c’era anche quello dei tempi rapidi per l’eventuale risarcimento dei danni.

“Per fortuna – scriveva Castelli – i danni, non modesti, saranno ripagati. E non nei tempi lunghi promessi dalle procedure pubbliche” “Il caso della mia città è un esempio – concludeva il sindaco – credo riproducibile altrove, se è vero che 24 milioni vivono in città esposte al rischio terremoto”. Una bella e accattivante favoletta, non c’è che dire, raccontata benissimo da quel grande affabulatore che indiscutibilmente è il primo cittadino e che, per qualche giorno, ha procurato al sindaco stesso un po’ di gloria e di fama.

Almeno fino a quando non è emersa la cruda e molto meno affascinante realtà, svelata in maniera incontestabile dall’articolo “Assicurazione sul terremoto tra improbabili favole e cruda realtà”, che in realtà quella vantata da Castelli era una banalissima e normalissima polizza All Risks, perfettamente identica a quelle che la maggior parte degli enti pubblici posseggono. Quindi non c’era stata alcuna intuizione geniale né, tanto meno, una qualche gara pubblica per trovare un’apposita polizza per il terremoto. Tra l’altro quella polizza All Risks era stata stipulata dal Comune, con la Bta Insurance Company di Riga (Lettonia), non propriamente dopo il terremoto a L’Aquila (aprile 2009) ma oltre 5 anni dopo, il 31/12/2014 con validità triennale (al costo di 111.150 euro l’anno).

In poche parole un’indecorosa pantomima che, scoperta la cruda realtà, si è trasformata in un clamoroso autogol per il sindaco, finito inevitabilmente nel mirino delle critiche e bollato da alcuni esponenti dell’opposizione come “pinocchio” e “millantatore”. Polemiche, più che giustificate, a parte, la polizza All Risks comunque c’era e poteva in ogni caso essere attivata per ottenere un importante risarcimento per coprire parte dei danni subiti dalla città il 24 agosto prima e il 30 ottobre poi. Tanto che il 19 settembre la determina 1289 svelava che la compagnia di assicurazione aveva nominato un proprio perito per venire ad Ascoli ad effettuare una stima dei danni. Da parte sua il Comune, non avendo al suo interno “figure professionali idonee allo svolgimento delle prestazioni richieste”, aveva deciso di affidarsi all’Aon Hewitt Risk & Consultind Srl di Milano nella verifica dei danni insieme al perito dell’assicurazione.

Memori di quanto sostenuto dal sindaco a proposito dei tempi rapidi di erogazione del risarcimento, tutti si aspettavano una rapida risoluzione della pratica. Invece da allora sulla vicenda  è calato un incomprensibile silenzio, soprattutto da parte dell’amministrazione comunale e del sindaco in particolare, come se quella polizza non esistesse più. Non solo, nella delibera n. 220 del 15 novembre 2016 “Eventi sismici 2016 – Variazione al bilancio 2016-2018” con la quale il Comune ha stanziato i fondi (3 milioni di euro) per intervenire sui danni provocati dal sisma del 24 agosto, che in teoria dovevano essere coperti proprio dalla polizza assicurativa, non c’è alcuna traccia dell’assicurazione stessa.

Si fa, invece, riferimento ai decreti e alle delibere del Presidente del Consiglio dei Ministri, alle ordinanze del Capo del Dipartimento della protezione civile (che prevedono che i fondi anticipati dai Comuni verranno poi completamente rimborsati) ma della famosa polizza che avrebbe dovuto pagare i danni subiti dal capoluogo non c’è alcuna traccia. Inevitabile farsi assalire dai dubbi, tanto che il successivo 22 novembre, nell’articolo “C’era una volta l’assicurazione sul terremoto” chiedevamo al sindaco di fare chiarezza, di spiegare come stavano le cose.

E la risposta del primo cittadino è arrivata (con qualche giorno di ritardo) il successivo 6 dicembre 2016, nel corso di un’intervista con “Il Martino” di Martinsicuro. “La polizza è pienamente operativa – dichiarava allora Castelli – non ci sono problemici stiamo confrontando con l’assicurazione. Grazie a questi 5 milioni di euro faremo presto. Stiamo valutando ma l’idea è quella di utilizzare quei soldi per gli interventi al Palazzo comunale, alla Pinacoteca, alla torre civica”.  Ancora una volta dopo quella dichiarazione, che avrebbe dovuto in qualche modo rassicurare, sull’ipotetico rimborso dei danni da parte dell’assicurazione è calato di nuovo il silenzio. Che, ovviamente, ha rinfocolato dubbi e incertezze, non fosse altro per il fatto che ormai è evidente che non si può parlare più di tempi brevi, a quasi 7 mesi dal sisma.

Poi un paio di settimane fa sull’albo pretorio comunale on line è stata pubblicata (con il tradizionale ritardo…) la delibera n. 267 del 30 dicembre 2016 “Presa d’atto ed approvazione, ai sensi dell’articolo 163 del decreto legislativo 2016 n. 50 degli interventi di somma urgenza disposti in seguito alla crisi sismica del 26 e 30 ottobre” nella quale vengono elencati gli interventi di somma urgenza presso edifici e infrastrutture pubbliche realizzati in questi mesi dall’amministrazione comunale, per una spesa totale di poco meno di  1,5 milioni di euro.

Soldi anticipati dal Comune stesso che poi, come si legge nella delibera stessa, provvederà a inviare regolare rendicontazione al Dicomac del Dipartimento della Protezione civile per ottenere il rimborso del 100% della spesa sostenuta. E tra quegli interventi c’erano anche quelli relativi al Palazzo comunale, alla Pinacoteca e alla torre civica che, quindi, evidentemente non sono stati effettuati con l’ipotetico rimborso dell’assicurazione. Inevitabile, a questo punto, chiedersi cosa stia accadendo, se sono sorti problemi, se l’amministrazione comunale ha deciso di destinare ad altri interventi i soldi che dovrebbe ricevere dall’assicurazione.

Poi nei giorni scorsi ecco quell’avviso “per manifestazione d’interesse” ad alimentare il mistero, con tra l’altro il riferimento ad una determina, la n. 228 del 24 febbraio, che però non solo ancora non è stata pubblicata sull’albo pretorio on line ma, addirittura, non è proprio visibile nello stesso archivio delle determine comunali del 2017. Una determina fantasma, quindi, il cui contenuto resta top secret. Però continuando la nostra ricerca e spulciando tra i vari atti comunali ecco spuntare altre due determine che forniscono degli elementi molto utili per definire meglio la situazione

La prima è la n. 43 del 17/01/2017 (“Affidamento del servizio di consulenza e brokeraggio assicurativo del Comune di Ascoli”) con la quale viene affidato alla società Aon Spa Insurance & Reinsurce Brokers di Milano il servizio di brokeraggio assicurativo del Comune per un anno. All’interno dell’atto, però, si fa riferimento alla situazione relativa al rimborso assicurativo per il terremoto. “In occasione dei recenti eventi sismici verificatesi dall’agosto 2016 – si legge nella determina – il patrimonio comunale ha subito ingenti danni. Detti danni trovano idonea copertura assicurativa nell’ambito della polizza All Risks Property  sulla quale sono stati aperti i relativi sinistri. Detta tipologia di sinistri comporta problematiche tecnico assicurative di particolare complessità e che, per la migliore tutela dell’Ente, sono attualmente gestiti con l’assistenza del Broker attualmente incaricato”.

Affermazioni di notevole importanza, innanzitutto perché, anche se non serviva più (ormai l’hanno capito tutti), per la prima volta il Comune ammette ufficialmente che non esiste alcuna polizza per il terremoto ma una semplice e ordinaria All Risks. Soprattutto, però, perché, sempre per la prima volta, c’è l’ammissione che qualche problema esiste, anzi che la situazione è particolarmente complessa al punto che il Comune deve farsi assistere da un Broker. In quell’intervista del 6 dicembre il sindaco Castelli aveva assicurato che non c’era alcun problema, ora c’è un atto ufficiale che lo smentisce in maniera inequivocabile. Ma c’è di più.

revoca polizzaDalla determina n. 117 dell’8 febbraio 2017 (“Pagamento premio polizza assicurativa Rct/O annualità 2017, premio polizza All Risks periodo 31/12/2016 – 30/4/2017″) emerge un particolare a dir poco clamoroso: la società che ha in gestione la polizza All Risks  ha da tempo comunicato la formale disdetta! (vedi foto) “Il portafoglio assicurativo – si legge nella determina – consta anche della polizza Rct/o giunta a naturale scadenza lo scorso 31/12/2016 e della polizza All Risks per la quale la compagnia Bta Insurance ha comunicato formale disdetta con lettera raccomandata inviata tramite Pec in data 28 ottobre 2016”.

Da non crederci, quando il 6 dicembre sosteneva che non c’erano problemi, che si stava confrontando con l’assicurazione, il sindaco sapeva perfettamente che da oltre un mese la società che gestiva la polizza aveva comunicato “formale disdetta”.  Ora è giusto sottolineare che la disdetta  da parte della  Bta Insurance non necessariamente vuole significare che la società non pagherà alcun rimborso. Di certo, però, che Comune e assicurazione non siano in buoni rapporti è evidente e confermato dal Comune stesso, sia nella determina n. 43 del 17 gennaio scorso (nella quale si parla di “problematiche tecnico assicurative di particolare complessità”), sia nella stessa determina n. 117 nella quale viene sottolineato come il Comune , sulla base di quanto previsto dall’art. 20 delle condizioni di capitolato, ha “inteso avvalersi della proroga di 120 giorni”.

Naturalmente alla luce di tutto ciò si capisce perfettamente perché si sia scelta un’altra strada per finanziare quegli interventi che inizialmente, secondo quanto detto dal sindaco, dovevano essere coperti grazie al rimborso dell’assicurazione. Così come si capisce perché il primo cittadino e l’amministrazione comunale abbiano fatto scendere il più assoluto silenzio su una vicenda che rischia di trasformarsi in un’autentica farsa.

Anzi, forse sarebbe addirittura riduttivo definirla in quel modo se, dopo essere stata presentata come un improbabile (e inesistente) colpo di genio, alla fine quella normalissima polizza All Risks non dovesse portare neppure un euro di rimborso nelle casse comunali…

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