Partita “a scoppio ritardato” e solo dopo l’intervento della portavoce russa Maria Zakharova, la campagna contro Mattarella ha avuto il suo culmine con la consegna, nelle mani della stessa Zakharova, di una petizione con firme, però, di dubbia provenienza…
Ci sono anche Ciolanka Sbilenka, Galina Kocilova, Vagina Seminova, tra quanti hanno firmato la petizione contro Mattarella lanciata dopo le polemiche “a scoppio ritardato” per le parole pronunciate dal presidente della Repubblica a Marsiglia. Sembra una barzelletta di 40-50 anni fa, invece è la triste e sconfortante fotografia di una parte del paese che non perde occasione per sprofondare nel ridicolo. Soprattutto è la degna conclusione di un insulso teatrino, messo su con clamoroso e sospetto ritardo, dalla nutrita e variegata pattuglia di quelli che “non siamo amici di Putin ma…” capitanata dai vari Marco Travaglio, Alessandro Di Battista e C. che hanno la presunzione e la “spocchia” di possedere il verbo, di considerarsi gli unici a conoscere e raccontare la vera storia dell’Ucraina, rivista e corretta a proprio piacimento e lontanissima dalla realtà storica, sempre pronti a sbeffeggiare la cosiddetta informazione “mainstream” che racconterebbe solo quello che fa piacere ai “potenti”.
Non come loro che, invece, non hanno paura di dare anche le notizie scomode. Peccato che, però, a volte si tratta di clamorose e imbarazzanti “cantonate”, come appunto le polemiche e le critiche nei confronti di un discorso di Mattarella che evidentemente non hanno letto o ascoltato, culminate poi con l’esaltazione della consegna delle firme della petizione da parte del giornalista Vincenzo Lorusso alla portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova, con i due che poi, per rendere più solenne il momento, hanno anche intonato “Bella ciao”.
“Il popolo italiano non si riconosce nelle dichiarazioni del presidente della Repubblica Mattarella e desidera scusarsi con la Federazione Russa e con tutto il popolo russo” si legge nella petizione. In realtà chi dovrebbe scusarsi è chi ha alimentato questa vergognosa “campagna di fango” nei confronti di Mattarella, basata sul nulla e culminata con questa “pagliacciata” della petizione, che sarebbe stata tale anche senza Ciolanka Sbilenka e C. Siamo partiti dalla fine, o almeno da quella che, dopo la “figuraccia”, si spera sia la fine, di una vicenda che conferma come Mattarella sia un gigante tra i nani e i saltimbanco, nella migliore delle ipotesi ignoranti e prevenuti (nella peggiore obbedienti e ammaestrati). Riavvolgendo il nastro, tutto il modo in cui si è sviluppata questa vicenda è imbarazzante e sconfortante ed inevitabilmente fa sorgere degli enormi interrogativi.
E’ il 5 febbraio quando Mattarella, nel corso della cerimonia di consegna della laurea honoris causa presso l’Università di Marsiglia, pronuncia un lunghissimo e articolato discorso sull’ordine mondiale nato dopo la seconda guerra mondiale (“non sempre all’altezza”) che ora rischia di essere stravolto, tracciando poi un parallelismo tra la crisi economica degli anni ’20 e ’30 con le conseguenze che ne sono derivate e la situazione attuale, con allora come adesso, ovviamente con caratteristiche differenti, lo svilupparsi di “fenomeni di carattere autoritario nella convinzione che fossero più efficaci nel tutelare gli interessi nazionali”, con il prevalere di un criterio di dominazione anziché della cooperazione. E nell’ambito di questo parallelismo, Mattarella parla dell’aggressione russa all’Ucraina (perché nonostante le farneticazioni di Trump, è la Russia che ha aggredito l’Ucraina, non il contrario) che ha la stessa natura di quella del Terzo Reich che ha poi portato alla seconda guerra mondiale.
Il presidente delle Repubblica parla poi di come allora la strategia dell’appeasement non funzionò, di come nella conferenza di Monaco del 1938 furono abbandonati i principi di giustizia e legittimità pur di evitare il conflitto mondiale, poi si sofferma su quelli che sono e che dovrebbero essere alcuni principi dell’Europa, ricordando quale è stato e quale dovrebbe essere il ruolo dell’Europa. La sera stessa del 5 febbraio tutte le agenzie di stampa riportano i passaggi chiave di quel discorso, ne parlano tv e giornali, qualcuno addirittura pubblica il testo integrale dell’intervento di Mattarella, senza che nessuno trovi nulla da obiettare, da criticare. Nessuna reazione, nessuna polemica, nessuna minima critica, tutti (almeno tra giornalisti e commentatori politici) sono a conoscenza di quanto dichiarato dal presidente della Repubblica ma nessuno obietta nulla.
Almeno fino al giorno di San Valentino quando, all’improvviso, arriva la veemente reazione della Russia, per bocca appunto della Zakharova. “E’ strano e folle sentire invenzioni così blasfeme dal presidente dell’Italia, un paese che conosce bene in prima persona cosa sia veramente il fascismo. Il nostro paese è stato sottoposto ad un attacco mostruoso da parte della Germania di Hitler e il nostro paese non solo è stato in grado di espellere il nemico dal suo territorio, ma ha anche liberato l’Europa dal nazismo e dal fascismo” tuona la portavoce russa.
Il cui intervento, per magia, risveglia dal letargo e stimola il senso critico di quella variegata pattuglia di cui sopra che evidentemente 10 giorni prima non aveva ben compreso il significato delle parole di Mattarella. Così, in un crescendo rossiniano, i vari Canfora, Ovadia, Travaglio Di Battista, in perfetta sintonia con Capezzone, Porro e persino il generale Vannacci, partono “a scoppio ritardato” lancia in resta contro il presidente della Repubblica (subito seguiti sui social da i “destri” che adorano Putin e i “sinistri” che hanno ancora nostalgia dell’Unione Sovietica comunista), ovviamente del tutto casualmente riproponendo fedelmente le accuse lanciate dalla Zakharova: è inaudito che il presidente della Repubblica paragoni la Russia di Putin alla Germania nazista di Hitler, è ancora più grave che a farlo sia il presidente di una nazione che all’epoca stava dalla parte sbagliata e ora neppure lo ricorda, mentre la Russia ha difeso i valori della libertà pagando a caro prezzo con la vita di milioni di russi.
Di fronte ad un simile scenario, prima ancora dell’arrivo di Ciolanka Sbilenca, parafrasando Lubrano, “le domande sorgono spontanea”: come mai ci sono voluti 10 giorni per rendersi conto dell’ipotetica gravità delle parole di Mattarella (e guarda il caso solo dopo l’intervento della Zhakarova)? Ma qualcuno di quelli che hanno “sparato a zero” hanno almeno avuto la decenza di leggersi o di ascoltare il discorso integrale di Mattarella? A rispondere a questa seconda domanda ci ha pensato quel “genio” di Di Battista che, senza neppure rendersi conto di come si è coperto di ridicolo, ammette candidamente di basare le sue critiche su quanto riportato dall’Ansa. D’altra parte, però, è apparso da subito sin troppo evidente che nessuno di quelli citati ha letto o ascoltato il discorso integrale perché chiunque l’avesse fatto, se dotato anche di una ridottissima capacità di comprensione del testo, non avrebbe mai avanzato quelle critiche.
Innanzitutto perché, come sottolinea alla perfezione Fabio Salamida, “che Mattarella abbia detto che la Russia di Putin è come il Terzo Reich di Hitler è una fake news totale”, il presidente della Repubblica parla di stessa logica e di stesso “criterio di dominazione”, per altro al termine di un ragionamento storico ricco e complesso. Soprattutto, però, perché nel suo discorso Mattarella parla espressamente di come l’Italia allora avesse fatto le scelte sbagliate e fosse alle prese con il fascismo, così come ha ricordato il sacrificio di milioni di russi nel corso della seconda guerra. E a tal proposito, ribadendo profondo rispetto e immensa gratitudine per chiunque ha dato la vita per la libertà nella seconda guerra mondiale, bisognerebbe comunque ricordare che, se è innegabile che l’Italia all’epoca era dalla parte sbagliata, in realtà anche l’Unione Sovietica inizialmente lo era, visto che non solo nel settembre 1939 aveva firmato un accordo con la Germania nazista, favorendo l’invasione della Polonia ma a sua volta aveva approfittato della situazione per invadere e prendersi la Polonia orientale, per poi accordarsi nuovamente con Hitler per spartirsi la Polonia stessa.
Poi, quando lo stesso Hitler ha disatteso l’accordo invadendo la Russia, sicuramente e indiscutibilmente la stoica resistenza russa, costata milioni di vittime, è stata determinante ai fini dell’esito finale della guerra. Al di là di queste considerazioni, è a dir poco sconfortante che proprio coloro che da anni si arrogano il diritto “divino” di dare lezioni di giornalismo, sia incappati in un simile autogol, commentando e criticando, sempre “a scoppio ritardato”, un discorso che non hanno ascoltato o letto. Sul perché lo abbiano fatto solo dopo 10 giorni e solo dopo l’intervento della Zhakarova è difficile da spiegare. Certo che mai come in questo caso è appropriato ricordare la famosa affermazione tanto cara ad Andreotti, “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”.
Poi, però, di fronte a Ciolanka Sbilenca, Galina Kocilova e Vagina Seminova ogni discorso serio non ha più alcun senso…