Il bluff del governo sulle liste di attesa e l’autogol di Fratelli d’Italia


Era stato presentato con i soliti toni trionfalistici ma dopo oltre 6 mesi il decreto liste di attesa di fatto non può essere applicato perché, come denuncia la Fondazione Gimbe, solo 1 dei 6 decreti attuativi è stato approvato. E il presidente della Commissione Senato perde la testa…

Sono davvero senza vergogna. Ormai Giorgia Meloni e gli esponenti del suo governo sono così certi della totale sottomissione (volontaria) della maggior parte dell’informazione italiana, sempre “prona” al potente di turno e pronta a rilanciare senza mai verificare qualsiasi annuncio e proclama, e della completa “dabbenaggine” di una gran fetta dei proprio più fedeli sostenitori, a cui poter raccontare anche le più evidenti e clamorose “panzane” che vengono accettate e considerate reali anche contro ogni evidenza, che non si preoccupano più di andare oltre ogni limite della decenza, “sparano” a ruota libera su tutto.

La vicenda Almasri è lì a dimostrarlo ma, nelle stesse ore, ancora più emblematico è quanto sta accadendo intorno alle liste di attesa e al famoso provvedimento annunciato con i soli toni trionfalistici dalla presidente del Consiglio, guarda il caso (pura coincidenza, sappiamo tutti che in Italia “ad orologeria” c’è solo la giustizia…) in prossimità delle elezioni europee. Sorvolando sul fatto che quel provvedimento in realtà era chiaro sin da allora, almeno per chi ancora ha un briciolo di raziocinio, che fosse solo uno spot propagandistico, da allora è finito nel dimenticatoio. Ed ora che a riportarlo al centro dell’attenzione è stata la Fondazione Gimbe, ecco andare in scena l’ennesimo vergognoso teatrino di avanspettacolo, con il surreale paradosso della reazione verbalmente violenta e stizzita da parte degli esponenti della maggioranza di governo che hanno accusato il presidente Gimbe Cartebellotta di fare disinformazione con un comunicato nel quale, però, di fatto è stato perfettamente confermato quanto dalla Gimbe stessa denunciato.

Il tutto, come sempre, nel silenzio dell’informazione e nel totale asservimento catatonico degli ultras di questo governo che neppure di fronte a simili inequivocabili si pongono il minimo dubbio e, anzi, ancor più si lasciano prendere felicemente per i fondelli… In breve, il decreto legge sulle liste di attesa 73/2024, convertito dalla legge 107/2024 pubblicata il 1 agosto 2024 sulla Gazzetta Ufficiale prevede 6 decreti attuativi, gli atti necessari a rendere concreto e ad applicare quanto prescritto da una legge precedentemente approvata. In altre parole, senza i decreti attuativi la legge in questione resta una mera dichiarazione di intenti senza concreta applicazione, in pratica un semplice annuncio propagandistico. Quanto il problema dei tempi e delle liste di attesa sia importante e sentito nel nostro paese è dimostrato dal fatto che addirittura è stato menzionato anche dal presidente della Repubblica Mattarella nel suo consueto messaggio di fine anno.

Vi sono lunghe liste d’attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita. Numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari” aveva denunciato Mattarella. Quel decreto era stato presentato come un’improbabile panacea ad un problema che ha bisogno di risposte immediate ma al tempo stesso complesse, soprattutto ha bisogno di reali e concreti investimenti (non a parole, come fa da 2 anni a questa parte la presidente del Consiglio…). Le perplessità sulla sua reale utilità e sulla possibilità di incidere anche solo minimamente erano e sono enormi, però non c’è al momento neppure la possibilità di valutarne concretamente gli effetti perché, proprio a causa della mancata approvazione dei decreti attuativi, al momento quel decreto è come se non esistesse. Già mesi fa, in occasione dell’audizione alla Commissione Affari sociali in Senato, il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta aveva sottolineato come un numero così elevato di decreto attuativi era in contrasto con il carattere di urgenza del decreto legge.

La storia parlamentare insegna che dei decreti attuativi spesso si perdono le tracce nei passaggi tra valutazioni tecniche, attriti politici e iter burocratici tra Camere e Ministeri, rendendo di fatto impossibile applicare le misure previste” sosteneva allora Cartabellotta. “Per questo motivo – aggiungeva – abbiamo condotto un’analisi indipendente sullo stato di avanzamento della legge, con l’obiettivo di identificarne le criticità di attuazione e informare in maniera costruttiva il dibattito pubblico e politico. Questo per evitare aspettative irrealistiche e tracciare un confine netto tra realtà e propaganda”. E al termine di questa analisi, in un comunicato stampa, la Fondazione Gimbe ha espresso “enorme preoccupazione per i significativi ritardi nell’adozione dei decreti attuativi” previsti per il decreto liste di attesa, denunciando come al momento solo uno dei 6 decreti attuativi è stato concretamente approvato.

Immediata, però, è arrivata la replica stizzita e durissima del presidente della Commissione Sanità e Lavoro del Senato, il senatore di Fratelli d’Italia Franco Zaffini, che senza mezzi termini ha accusato Cartabellotta e la Fondazione Gimbe di diffondere fake news, con i soliti beceri toni da “guerra santa”. “La salute è un bene assoluto e il primo dei diritti inalienabili, basta con le fake news e le strumentalizzazioni dei comunisti e dei loro cavalier serventi” accusa in un comunicato Zaffini. Ora davvero tutto si può dire nei confronti di Cartebellotta meno che sia comunista o, peggio ancora, che sia un “cavalier servente” della sinistra. Forse Zaffini negli anni passati era impegnato a fare altro e non ricorda quanto la Fondazione Gimbe sia sempre stata molto critica sulla gestione della sanità negli anni in cui “i comunisti” (ma esistono ancora in Italia?) erano al governo.

Ormai mentire sul nostro sistema sanitario nazionale è quasi diventato uno sport amatoriale. Ieri anche il presidente Gimbe, Nino Cartanellotta, subito seguito con il copia/incolla dai comunisti di Avs, ha denunciato che, sulle liste di attesa, secondo lui dei 6 decreti attuativi, che determinano il funzionamento del decreto, ne sarebbe stato promulgato soltanto uno. Voglio ricordare e sottolineare che le liste di attesa sono tra le principali priorità di questo governo che le ha ricevuto in dote dai suoi precedenti, tanto che anche il secondo provvedimento, presso la mia commissione, sarà varato entro febbraio” aggiunge Zaffini che poi spiega nel dettaglio lo stato attuale dei 6 decreti attuativi, sottolineando come sia stato approvato solo uno dei due che riguardava l’art. 1.

In altre parole l’esponente di FdI conferma esattamente quanto riportato nel comunicato della Fondazione Gimbe (un solo decreto attuativo su sei approvato), quindi delle due l’una, o Cartebellotta ha riportato esclusivamente i fatti o se quelle del presidente della Fondazione Gimbe sono “fake news” anche le affermazioni di Zaffini lo sono, visto che in concreto sono la stessa cosa. D’altra parte quale fosse la situazione, cioè esattamente quella denunciata dalla Fondazione Gimbe, era stato anticipato dal Dipartimento per il Programma di Governo che aveva evidenziato come al 29 gennaio risultava approvato un solo decreto attuativo, mentre tre erano già scaduti (da 4 o da 5 mesi) e per gli altri due non approvati non era stata definita alcuna scadenza. Nel dettaglio questa è la situazione:

decreto attuativo art. 1 comma 3 (Adozione dei criteri di realizzazione, di funzionamento e di interoperabilità tra la Piattaforma nazionale e le piattaforme regionali delle liste di attesa) scadenza 30 settembre 2024: non approvato

decreto attuativo art. 1 comma 4 (Modalità con cui la Piattaforma nazionale delle liste di attesa opera in coerenza con il “Modello Nazionale di Classificazione e Stratificazione della popolazione) scadenza 31 agosto 2024: pubblicato

decreto attuativo art. 2 comma 6 (Modalità e procedure per l’esercizio dei poteri sostitutivi da parte dell’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria) scadenza 31 agosto 2024: non approvato

decreto attuativo art. 3 comma 5 (Linee di indirizzo, a livello, nazionale, contenenti le indicazioni tecniche per gestire, da parte del CUP, un nuovo sistema di disdetta delle prenotazioni e ottimizzazione delle agende di prenotazioni) senza scadenza: non approvato

decreto attuativo art. 5 comma 2 (Adozione di una metodologia per la definizione del fabbisogno di personale degli enti del SSN) senza scadenza: non approvato

decreto attuativo art. 6 comma 1 (Adozione di un piano d’azione finalizzato al rafforzamento della capacità di erogazione dei servizi sanitari e all’incremento dell’utilizzo dei servizi sanitari e sociosanitari sul territorio per le Regioni destinatarie del Programma nazionale equità nella salute 2021-2027) scadenza 30 settembre 2024: non approvato

In un paese serio, con un briciolo di senso delle istituzioni, il governo avrebbe già chiesto scusa alla Fondazione Gimbe e al suo presidente, mentre il senatore Zaffini non sarebbe restato un minuto in più alla presidenza della Commissione Sanità…

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