Nel Consiglio comunale del 4 novembre scorso, rispondendo ad un’interrogazione, il sindaco Fioravanti aveva affermato che era stata inviata a “Sport e Salute” una proposta di riqualificazione. Ora, però, si scopre che quella proposta non esiste…
Le principali peculiarità dell’incantato regno di Ugualos sono il fatto che può accadere e si può realizzare tutto ciò che in qualsiasi altra parte al mondo sarebbe folle e assurdo anche solo immaginare, ma anche il fatto che, per qualche straordinaria magia, il tempo sembra non trascorrere mai e diventa addirittura difficile distinguere ciò che accade oggi rispetto a quanto accadeva anni fa. Nei giorni scorsi abbiamo visto, ad esempio, come negli interventi per la messa in sicurezza delle scuole tutto sia fermo ad un paio di anni fa, la situazione è pressoché identica a fine 2022, come se questi 24 mesi non fossero neppure trascorsi.
Stessa cosa accade per la cittadella dello sport che può essere davvero presa come esempio dell’essenza fondamentale del regno di Ugualos. Perché in quella specifica zona del capoluogo, dove si trovano alcuni impianti sportivi, non solo il tempo si è fermato ma davvero si sta realizzando qualcosa che in nessun altro posto al mondo sarebbe anche solo inimmaginabile, come la “follia” della realizzazione di un nuovo impianto sportivo (il palavolley) senza spogliatoi. Ora, però, sempre intorno alla vicenda della cittadella dello sport si è registrato un ulteriore inimmaginabile salto in avanti, con il sovrano del regno di Ugualos che nel luogo istituzionalmente più importante, il Consiglio comunale, ha rivendicato qualcosa che non esiste, una presunta e improbabile presentazione di un progetto con richiesta di finanziamento in realtà inesistenti.
Anche in questo caso in qualsiasi altra parte al mondo “normale” una simile vicenda avrebbe inevitabilmente scatenato un putiferio. Nel regno di Ugualos, invece, tutto fila via come se nulla fosse accaduto, non ci si stupisce e non ci si indigna più di nulla, non ha destato scalpore neppure la surreale cerimonia di inaugurazione di un cantiere e dei lavori che non solo non esistevano ma, addirittura, non erano neppure ancora stati assegnati (la demolizione della curva sud), figuriamoci se ci si può scandalizzare di fronte ad un semplice annuncio, pur se in un luogo istituzionalmente così importante, di qualcosa che non esiste. I “sudditi” dell’incantato regno di Ugualos ormai da anni sembrano essere caduti in un perenne stato di letargo ed il loro “sovrano”, il sindaco Fioravanti, dall’alto del suo 74% deve essersi convinto di poter dire e fare tutto ciò che vuole.
Abbandonando l’ironia, quanto sta accadendo intorno alla cittadella dello sport è la migliore dimostrazione di come il tanto decantato (dall’amministrazione comunale) titolo di città europea dello sport (per ottenere il quale, non bisogna mai dimenticarlo, è comunque necessario pagare) in realtà in concreto non abbia alcun significato e, soprattutto, non porta alcun reale beneficio alla città e alla situazione dell’impiantistica sportiva. Anche in questo caso nulla di nuovo, lo avevamo già sperimentato esattamente 10 anni fa quando il capoluogo piceno ottenne quel titolo (2014). Solo che questa volta l’anno da città europea dello sport si apre nel modo peggiore possibile, con una situazione se possibile ancora meno edificante rispetto ad allora e con tante, troppe incertezze proprio su quello che invece doveva essere il fiore all’occhiello, per quanto riguarda lo sport, della città.
Nel Consiglio comunale del 4 novembre scorso, rispondendo ad un’interrogazione presentata dai consiglieri dell’opposizione sulla situazione di alcuni impianti (l’atteso palavolley, la pista di atletica), il sindaco Fioravanti a proposito della cittadella dello sport aveva affermato: “nell’ambito dei rapporti di collaborazione con Sport e Salute, l’assessore Stallone ha inviato una proposta di riqualificazione ora oggetto di verifica per individuare eventuali forme di finanziamento”. Era già imbarazzante così per un intervento che, come vedremo, da anni è annunciato come imminente e che invece, stando alle parole del sindaco, sarebbe ancora “in alto mare”. Purtroppo, però, la situazione è addirittura peggiore. Come aveva annunciato in Consiglio comunale dopo quell’affermazione del sindaco, il consigliere comunale Francesco Ameli ha immediatamente presentato una richiesta di accesso agli atti per conoscere più nei dettagli che tipo di progetto di riqualificazione era stato presentato dall’assessore Stallone a “Sport e Salute” (l’azienda statale del ministero dell’economia che si occupa dello sviluppo dello sport e, appunto, ha anche il compito di finanziare determinati interventi).
Nelle ore scorse è arrivata la risposta da parte del Comune che lascia a dir poco esterrefatti. “Preg.mo consigliere Ameli – si legge nella risposta – facendo seguito alla nota richiamata in oggetto nella quale si richiede la documentazione relativa alla proposta di riqualificazione della cittadella dello sport inviata dall’assessore Stallone a “Sport e Salute spa”, si comunica che non sono stati prodotti documenti amministrativi ostensibili ma sono state avviate relazioni politico/istituzionali tra l’assessore e i dirigenti della società pubblica volte a individuare le possibili forme di finanziamento. La richiesta pertanto non può essere evasa”. Per chi non l’avesse capito, in pratica il Comune ha ammesso che non esiste e non è stato presentato alcun progetto o alcuna proposta di riqualificazione, a differenza di quanto affermato dal primo cittadino in Consiglio comunale.
Non servirebbe neppure sottolineare quanto grave sia quello che è emerso per un duplice motivo. Innanzitutto perché non è accettabile che il sindaco abbia, volontariamente o inconsapevolmente, fatto una simile affermazione rivelatasi del tutto infondata, poi perché se ancora siamo alle semplici “relazioni politico/istituzionali” allora è addirittura fin troppo ottimistico sostenere che siamo ancora “in alto mare”… Impossibile, a tal proposito, non ricordare quanto dichiarato dallo stesso assessore Stallone, nel corso di una lunga intervista ad un quotidiano locale, nel luglio 2019, poche settimane dopo aver assunto la delega allo sport: “la cittadella dello sport è una delle più importanti priorità di questa amministrazione, mettiamo a posto il campo di atletica, la palazzina e tutto il resto”. Quasi 2 anni dopo, nel marzo 2021, in un duro comunicato stampa i consiglieri comunali del Pd chiedevano provocatoriamente al Comune “che fine ha fatto la cittadella dello sport?”.
Un anno dopo, il 9 aprile 2022, un quotidiano locale con un titolo in prima pagina annunciava con enfasi: “Finalmente anche la città di Ascoli avrà la sua cittadella dello sport”, con tanto di ringraziamenti “al capillare impegno dell’assessore allo sport Nico Stallone, al professor Armando De Vincentis e al tecnico Sandro Bernardi che hanno portato a compimento un progetto che era stato avviato tempo addietro”. Non è certo la prima, e purtroppo temiamo che non sarà l’ultima, clamorosa allucinazione dell’informazione locale. Il problema è che due anni dopo quell’allucinazione la situazione è addirittura incredibilmente peggiore, con la cittadella dello sport che al momento non ha neppure un futuro e con la situazione di alcuni impianti sportivi in quella zona a dir poco sconcertante.
Come quella del nuovo palavolley che doveva essere pronto ad agosto, poi ad ottobre, poi entro fine novembre, che invece ancora non è stato completato e che comunque, come nei migliori scherzi di Carnevale, non avrà gli spogliatoi. Senza dimenticare la surreale telenovela della pista di atletica, da tempo chiusa al pubblico perché oggetto di uno sconcertante intervento di riqualificazione, partito e poi bloccato per imbarazzanti problemi di ogni tipo. E mentre si susseguono gli annunci da parte di sindaco e assessore (nel Consiglio comunale del 4 novembre scorso il primo cittadino aveva dichiarato che “l’obiettivo è arrivare con la pista nuova entro la fine dell’anno”), nella pista tutto resta fermo e l’unica certezza è che il 2025, l’anno di Ascoli città europea dello sport, si aprirà con la pista stessa ancora “in alto mare” (e rigorosamente chiusa al pubblico).
Così come la cittadella dello sport e il palavolley senza spogliatoi. Che dire, è tutto pronto per celebrare degnamente il più inutile dei titoli…