Piccoli passi avanti e soliti errori, l’Ascoli resta nel tunnel


Il rigore al 92° evita la sconfitta ma il quarto pareggio consecutivo è un “brodino” che serve a poco. Ottimo inizio poi i soliti “orrori” difensivi e qualche cambio discutibile di Di Carlo. E nel post partita solito copione, tra tifosi sul piede di guerra e l’incommentabile Pulcinelli

Non è arrivata neppure a Pesaro la tanto sospirata vittoria che servirebbe come il pane all’Ascoli per rilanciarsi e cercare di allontanarsi dalle zone calde della classifica. Anzi, senza il rigore al 92° conquistato da Tirelli e realizzato dal solito Corazza, sarebbe arrivata una cocente e pesante sconfitta. Siamo al quarto pareggio consecutivo con in ogni occasione la squadra che manifesta qualche segnale incoraggiante ma continua a ricadere nei soliti errori. Siamo al quarto pareggio consecutivo, che non aiuta molto a migliorare la classifica e a far risalire i bianconeri, né tanto meno a rendere meno in subbuglio l’ambiente bianconero che sta seriamente rischiando il corto circuito.

Basterebbe pensare che nel post partita di Pesaro c’è chi, innervosito dall’ennesima mancata vittoria, ha avuto il coraggio di sostenere che i bianconeri sarebbero stati aiutati, per il rigore nel recupero (ingenuo ma indiscutibile), da un arbitro in realtà censurabile per l’incredibile tolleranza che ha avuto nei confronti del gioco duro dei vissini, con in particolare un vergognoso Tonucci che ha picchiato e provocato dal primo all’ultimo minuto Corazza, commettendo una serie di falli (almeno 5-6) ai limiti del codice penale, senza neppure essere ammonito (il giallo è arrivato solo nel finale, su un intervento da rosso senza discussioni).

Nel complesso è giusto comunque sottolineare che rispetto alla prestazione con il Pontedera, quando i bianconeri avrebbero indiscutibilmente meritato la vittoria, si è assistito ad un passo indietro, con l’aggravante delle troppe disattenzioni difensive ma anche della serie imbarazzante di palle perse in uscita (su una di queste è arrivato il gol del vantaggio della Vis Pesaro). Eppure l’Ascoli era partito molto bene e nei primi 25 minuti sembrava potesse essere padrone della partita. Con il pressing dei bianconeri portato molto alto, Adjapong a destra, coperto dietro da Menna, e Marsura a sinistra a spingere, Silipo che partendo da destra svariava su tutto il fronte offensivo e Varone e Bertini che sembravano in giornata, l’Ascoli ha messo alle corde la Vis Pesaro in evidente difficoltà. In quei primi ottimi 25 minuti ai bianconeri è mancato solo il gol, anche se non sono mancate le occasioni.

Un paio di conclusioni insidiose di Silipo che hanno trovato pronto Vukovic, un paio di ottime azioni sciupate per l’ultimo passaggio sbagliato, un clamoroso ed evidente fallo da rigore del solito Tonucci su Corazza (un placcaggio che sarebbe stato irregolare anche nel rugby o nel football americano). Soprattutto la grande opportunità capitata a Varone che, tutto solo in area, di testa ha colpito la traversa a portiere battuto. Magari se fosse arrivato il vantaggio, pur con gran parte della gara ancora da giocare, sicuramente la partita avrebbe preso un’altra direzione. Invece così pian piano i padroni di casa sono cresciuti, l’Ascoli ha rallentato e si è tirata indietro, non ha più pressato come prima gli avversari e la partita è cambiata.

Soprattutto i bianconeri hanno iniziato a collezionare una serie imbarazzante di errori e palle perse in uscita, trasformate dai padroni di casa in altrettante occasioni. Prima Varone, con la conclusione di Paganini che ha sfiorato il palo, poi Menna, con il tiro di Cannavò di pochissimo fuori, infine Tavcar con il clamoroso palo di Cannavò e il successivo salvataggio di Cozzoli. Nella ripresa l’Ascoli ha provato a ripartire forte ma senza riuscire a creare particolari pericoli. Poi l’ingresso di Tremolada per Menna, con il ritorno alla difesa a quattro e lo spostamento di Adjapong dietro, ha sortito un effetto deleterio perché l’Ascoli è andato in difficoltà e lo stesso Adjapong, che fino a quel momento in spinta non aveva demeritato, è diventato uno degli anelli deboli dello schieramento difensivo bianconero (l’altro, purtroppo, è risultato il tanto acclamato Tavcar, autore di una prestazione a dir poco disastrosa).

Dopo aver sfiorato il vantaggio con Paganini di testa, la Vis ha trovato l’1-0 sull’ennesima palla persa, con Cannavò che ha sfruttato al meglio la mancata chiusura proprio della coppia Adjapong- Tavcar. La reazione nervosa dei bianconeri non ha prodotto grandi risultati, anche se Tavcar, dopo un calcio di punizione dalla tre quarti, ha avuto sulla testa il pallone del pareggio, mettendo però fuori di poco. Lo stesso centrale bianconero ha completato una prestazione da dimenticare facendosi espellere (doppio giallo) per un fallo al limite dell’area, con Livieri che sulla susseguente punizione ha miracolosamente deviato sul palo, tenendo in vita le speranze dell’Ascoli.

Che nel recupero ha trovato il rigore, ingenuo ma indiscutibile, che ha consentito a Corazza di pareggiare. Inutile negare che non è il risultato che si sperava ma è altrettanto chiaro che, per come si era messa la partita (sotto di un gol e in inferiorità numerica), è comunque un pareggio prezioso. La situazione resta complicata e preoccupante, anche perché, al di là del fatto che da troppo tempo manca la vittoria (che non è certo un particolare irrilevante), si continua a fare un passo avanti e poi uno indietro.

Nelle precedenti 2 partite, ad esempio, la fase difensiva era sembrata in progresso, i due gol subiti (ad Arezzo e con il Pontedera) erano comunque frutto di un’ingenuità di un singolo giocatore (Adjapong) unita ad una decisione arbitrale più che dubbia e di un errore individuale (la mancata uscita di Livieri). A Pesaro, invece, è tornata la retroguardia ballerina che concede troppe opportunità agli avversari tra palle perse, mancate chiusure ed errori di reparto. Per quanto riguarda il gioco offensivo, invece, nelle ultime due partite i bianconeri sono tornati a costruire gioco e occasioni, mancando però in fase di finalizzazione. Contro il Pontedera, soprattutto nella ripresa, l’Ascoli aveva costruito almeno 5 nitide palle gol, oltre la rete di Corazza, che potevano e dovevano essere sfruttate meglio.

A Pesaro, invece, la formazione di Di Carlo non ha concretizzato nella fase di gara quando era padrona della partita e ha anche costruito le premesse per trovare il gol del vantaggio che, sicuramente, avrebbe indirizzato in maniera differente la partita. La cosa che appare più evidente è che questa squadra, che sicuramente ha delle pecche strutturali ma, altrettanto sicuramente, ha un organico da metà classifica in su, non ha la tranquillità per giocare senza troppa frenesia e affanni le partite. D’altra parte i risultati e la classifica non trasmettono certo tranquillità e tanto meno l’ambiente intorno, sempre più frenetico e impazzito. Della società e di patron Pulcinelli ormai non vale neppure la pena di parlare, probabilmente visto le spaccature che si sono create non ci sarebbe comunque i presupposti per provare a trovare una sorta di tregua per unirsi tutti insieme intorno alla squadra e provare a spingerla a tirarsi fuori da questa complicata situazione.

Di certo, però, il numero uno bianconero sembra farlo apposta a rendere più elettrico il clima, con i suoi post provocatori francamente puerili e molto più che inopportuni. “I conti li faremo alla fine. E che non pretendano di metterci paura. Noi non abbiamo paura di nessuno” ha scritto dopo la partita di Pesaro, scomodando Julio Velasco. Per carità, chi ha a cuore i colori bianconeri non può che augurarsi che alla fine abbia ragione Pulcinelli, che i conti tornino in maniera positiva. Ma queste continue provocazioni e queste posture da gradasso non servono affatto e non aiutano certo in questo momento. Ancor più in un ambiente che già di suo è più che impazzito e diviso e che nella frenesia e nel continuo livore ha perso ogni briciolo di lucidità. Per settimane, ad esempio, tutti hanno invocato l’immediato esonero di Carrera ritenuto non in grado di gestire una rosa comunque migliore della posizione in classifica dei bianconeri.

I fatti dimostrano, invece, che l’ex Juve stava probabilmente tirando fuori il massimo da quella rosa che, guarda il caso, ora tutti considerano inadeguata. Per non parlare, poi, della stupida guerra nei confronti dei giocatori che facevano parte della rosa che lo scorso anno è retrocessa. L’esempio più emblematico è Danilo Quaranta, sicuramente non un fuoriclasse ma neppure così inadeguato, almeno in Lega Pro. Da quando è stato schierato è stato preso di mira, gli sono state attribuite responsabilità ad ogni gol subito, anche quando era palese che non c’entrasse nulla. A gran voce è stato invocato il suo accantonamento per far posto a Tavcar, cosa che è accaduto a Pesaro coni risultati purtroppo disastrosi che si sono visti. E non osiamo neppure immaginare come avrebbe reagito i tifosi se la prestazione disastrosa di Pesaro l’avesse fatta Quaranta e non Tavcar.

Naturalmente, è sempre bene ribadirlo per chi finge di non capire, se l’Ascoli si trova in questa situazione le responsabilità non sono certo di questi atteggiamenti dei tifosi, sono tutte da ricercare altrove. Ma è altrettanto certo che questo clima sempre più folle non aiuta una squadra che, siamo convinti, ha solo bisogno di ritrovare il successo per poter portarsi in una posizione di classifica più adeguata alle sue potenzialità.

bookmark icon