Ascoli in caduta libera, serve una sterzata comune per non precipitare
I numeri, impietosi, dimostrano che dopo l’esonero di Carrera, invocato a gran voce da tutti, la situazione è sensibilmente peggiorata, con 0 punti conquistati in 4 partite, appena 2 gol fatti e 7 subiti. Domenica a Pineto bianconeri attesi da una sconfortante sfida salvezza
Ci sono alcuni sconfortanti paradossi che fotografano meglio di tante parole la terrificante (sportivamente parlando) situazione in cui è sprofondato l’Ascoli. Si potrebbe, ad esempio, parlare del giocatore acquistato a fine mercato per essere la cosiddetta “ciliegina sulla torta”, Tremolada, e che invece fino ad ora è un’autentica “palla al piede” della squadra. Oppure del fatto che, per la prima volta nella sua gloriosa storia calcistica, l’Ascoli di fatto per ora non ha mai giocato realmente in casa, visto che il Del Duca, tra le assenze per protesta di una parte della tifoseria e il clima di contestazione e sfiducia che si respira, per certi versi si è rivelato più ostile degli altri stadi in cui i bianconeri sono andati a giocare (e non è un caso che l’Ascoli fino ad ora ha conquistato 5 punti in trasferta e appena 3 in casa).
Ma il paradosso che, a nostro avviso, meglio di qualsiasi altro rappresenta lo stato confusionale di cui è prigioniero tutto l’ambiente che ruota intorno alla formazione bianconera, e che indiscutibilmente contribuisce a peggiorare una situazione difficile frutto dei soliti errori di programmazione della società, è quello che ruota intorno alla figura dell’allenatore. Al di là delle chiacchiere e delle opinioni, sicuramente legittime, ci sono poi i fatti e i numeri che sono indiscutibili e che forse in qualche modo vanno tenuti in considerazione. Ed i fatti dicono che, da quando è stato mandato via l’allenatore che tutti auspicavano che fosse esonerato, i bianconeri non hanno conquistato più neppure un punto.
Nelle 4 partite del post Carrera, 1 con Ledesma e 3 con Di Carlo in panchina, l’Ascoli ha collezionato altrettante sconfitte (3 al Del Duca e una a Terni), mostrando un’imbarazzante quanto evidente involuzione rispetto già a prestazione certamente non brillanti. I numeri parlano chiaro e dicono che Carrera in 6 partite ha conquistato 8 punti, lasciando la squadra ai margini della zona playoff, chi è arrivato dopo di lui non ha conquistato un punto in 4 partite, con i bianconeri sprofondati in piena zona playout. Nelle 6 partite con l’ex giocatore di Juventus e Atalanta in panchina la squadra ha realizzato 9 gol, subendone 8, nelle 4 con Ledesma e Di Carlo ne ha segnati solamente 2 subendone 7. Ma non sono solamente i numeri a dimostrare che, di fatto, dopo il cambio dell’allenatore la squadra è sensibilmente peggiorata nella fase offensiva, senza migliorare affatto, anzi, in quella difensiva.
Se torniamo con la memoria all’ultima partita della gestione Carrera (2-2 in rimonta a Carpi) tornano in mente sicuramente i 2 gol subiti e il festival degli orrori difensivi, ma anche i 2 gol realizzati e le numerose occasioni create (secondo i tabellini dei quotidiani di allora almeno 5 occasioni nitide oltre i 2 gol). Quello che emergeva con chiarezza era il volto di una squadra inguardabile nella fase difensiva e molto pericolosa in quella offensiva. Nella partita di sabato contro il Perugia (quindi contro un avversario non certo irresistibile) l’Ascoli di Di Carlo in fase difensiva non ha certo fatto meglio o ha mostrato qualche progresso.
Il gol subito è semplicemente imbarazzante, la difesa bianconera era così messa male che neppure nelle partite scapoli contro ammogliati si vedono simili orrori. E se il passivo subito non è stato maggiore, lo si deve solo agli errori di mira degli umbri, con la difesa ascolana che ha commesso almeno altri 3-4 inguardabili strafalcioni. Il problema è che nel frattempo la situazione è decisamente peggiorata a livello offensivo, a Terni l’unico tiro in porta era arrivato su rigore (per altro nato da una clamorosa ingenuità della difesa rossoverde, non certo in un’azione pericolosa, a partita ampiamente decisa). Con il Perugia praticamente si è vista un’unica azione degna di tal nome ed un’unica grande occasione, quella capitata sui piedi di Adjapong, per altro quando si era ancora sullo 0-0 (e non c’è certo bisogno di sottolineare quanto sarebbe stato importante, per una squadra in difficoltà come l’Ascoli, passare in vantaggio).
Al di là di pareri e opinioni, tutti sempre legittimi, il campo fino ad ora ha dimostrato che senza Carrera la situazione è peggiorata e di molto, con la difesa che resta inguardabile e l’attacco che invece si è inceppato. Per altro, per dovere di cronaca, non si può fare a meno di sottolineare una profonda ambiguità che accompagna e rende anche più sconcertante questo paradosso. Fino a che Carrera era in panchina, per evidenziare la sua inadeguatezza e la necessità di mandarlo via il prima possibile, la quasi totalità dei tifosi, così come della stampa locale, ripeteva che la rosa bianconera aveva sicuramente limiti e carenze ma di certo non era così “scarsa” come invece appariva sotto la guida di quell’allenatore.
Ora che Carrera non c’è più e che è arrivato quello che unanimemente è riconosciuto come un vero allenatore, come Di Carlo, improvvisamente quella rosa è diventata talmente scarsa che neppure se arrivasse uno dei più acclamati allenatori al mondo potrebbe fare molto meglio. Non bisogna essere dei geni per comprendere l’ambiguità e la contraddizione e per rendersi conto di come la confusione regni sovrana ovunque nell’ambiente Ascoli, non solo all’interno della società. Non ci spinge certo, nell’evidenziare certi aspetti, una qualche nostalgia nei confronti di Carrera (senza ipocrisie, anche noi dopo la sconfitta casalinga con la Lucchese ne abbiamo chiesto l’allontanamento) quanto piuttosto la volontà e la necessità di provare a far riflettere sul fatto che il clima di scontro perenne che si è creato (per carità, in larghissima parte responsabilità di Pulcinelli) sta finendo per provocare solo confusione e la più totale mancanza di lucidità che inevitabilmente non possono che peggiorare una situazione già piuttosto complicata.
Lo abbiamo già più volte sottolineato e lo ribadiamo con forza, non ci sono dubbi che se siamo a questo punto, se la squadra è precipitata addirittura ad un passo dall’ultimo posto (a soli 2 punti di distanza…) le responsabilità sono quasi totalmente della società, di chi ha costruito questa rosa incompleta e con dei limiti, ma anche dei giocatori stessi, per alcuni dei quali parlare di rendimento al di sotto delle aspettative e delle possibilità è un eufemismo. Ma è innegabile e non si può far finta di non capire che il clima di scontro perenne, le contestazioni continue (pur se ampiamente giustificate) e una certa isteria di fondo non aiutano affatto, anzi, contribuiscono indiscutibilmente a spingere ancora più a fondo l’Ascoli. In altre parole, siamo convinti che in questo momento, per evitare il tracollo, serve che chi h a davvero a cuore le sorti dell’Ascoli metta da parte la propria guerra personale contro Pulcinelli (sacrosanta) per aiutare e sostenere una squadra e un gruppo in grandissima difficoltà.
E’ sconfortante anche solo sottolinearlo, ma i numeri dicono inequivocabilmente che quella di domenica a Pineto è una sfida salvezza delicatissima, che l’Ascoli deve cercare a tutti i costi di vincere. In passato, in momenti come questi, tutto l’ambiente metteva momentaneamente da parte scontri e polemiche e si stringeva intorno alla squadra, con i tifosi che già nel corso della settimana manifestavano il proprio incondizionato sostegno e il proprio calore per spingerla verso il risultato. Mai come in questo momento servirebbe qualcosa di simile che, ovviamente, non significherebbe certo una qualche forma di indulgenza verso la società e verso il proprietario bianconero. Naturalmente poi qualcosa in più deve necessariamente mettercela anche mister Di Carlo, che alla sua quarta partita in panchina (a Pineto) non può certo mostrare ancora una squadra come quella vista con il Perugia, e ovviamente anche i giocatori stessi, soprattutto i più esperti e quelli che fino ad ora hanno completamente deluso le aspettative.
Perché a prescindere da tutto, dalla più che legittima avversione nei confronti di Pulcinelli, ritrovarsi con l’Ascoli addirittura all’ultimo posto in classifica in Lega Pro, cosa che potrebbe anche accadere in caso di risultato negativo a Pineto, sarebbe comunque un durissimo colpo al cuore per chi, nonostante tutto, è profondamente legato ai colori bianconeri.