La “cura” Di Carlo non sortisce ancora effetti, notte fonda per l’Ascoli


Come contro il Pescara, anche al Liberati si intravedono timidi segnali di crescita nel primo tempo, poi il crollo nella ripresa e la terza sconfitta consecutiva. Disarmante la fragilità difensiva dei bianconeri (5 gol in 2 partite), alle prese anche con il mistero Tremolada

E’ notta fonda per l’Ascoli. Un punto nelle ultime 5 partite, terza sconfitta consecutiva dopo l’esonero di Carrera, seconda con Di Carlo in panchina, 5 gol subiti nelle ultime due gare, squadra che si scioglie alla prima difficoltà, clima sempre più sfiduciato e rabbioso intorno ai bianconeri. Sembra davvero non avere fine la crisi in cui è sprofondata l’Ascoli, aggravata dal fatto che si fatica a vedere o anche solo ad immaginare come sia possibile uscirne. Nel post partita a Terni Di Carlo ha fatto un’affermazione ovvia, serve un risultato positivo per far ripartire questa squadra, il problema è che bisogna in qualche modo conquistarlo. Per riuscire ad ottenerlo o quanto meno per provare ad ottenerlo a nostro avviso servono scelte drastiche e anche dolorose da parte dell’allenatore bianconero e una tregua da parte dei tifosi, di chi ha davvero a cuore le sorti dell’Ascoli.

Per evitare equivoci, nel disastroso momento dei bianconeri il clima che si respira intorno alla squadra, la perenne contestazione dei tifosi (e l’assenza dallo stadio di una parte di loro) incide in maniera minima, le responsabilità sono tutte della squadra stessa, di chi l’ha costruita, della società. Ma di certo in un momento come questo, dove c’è la necessità di appigliarsi a tutto per cercare di uscire fuori dal tunnel, uno stadio che spinge i bianconeri per 90 minuti indiscutibilmente aiuterebbe. E, come è sin troppo ovvio, aiutare la squadra non significherebbe certo smettere di contestare Pulcinelli e la sua gestione sempre più fallimentare (dal punto di vista sportivo) della società. Il problema è semplicemente capire se l’amore per i colori bianconeri sia più forte del pur comprensibile risentimento nei confronti del patron bianconero (e per la noi la risposta sarebbe ovvia e scontata…).

Naturalmente lo scatto fondamentale e principale deve arrivare dal campo e crediamo che dopo due partite mister Di Carlo avrà le idee chiare su come e dove deve intervenire (che non significa, però, che la cosa sia così semplice). Detto che il nuovo allenatore nelle due partite sulla panchina dell’Ascoli si è trovato ad affrontare le prime delle due classe, con la Ternana che ha dimostrato di poter davvero ambire alla vittoria del campionato, in queste due sfide in realtà qualcosa di diverso si è quanto meno intravisto. A Terni, ad esempio, nei primi 45 minuti i bianconeri hanno tenuto bene il campo, il primo tempo è stato sicuramente equilibrato con l’Ascoli che ha messo in mostra anche buone trame, mancando però completamente negli ultimi 20 metri, ma allo stesso tempo concedendo poco al miglior attacco del girone, solamente due occasioni, una nata da una doppia “topica” di arbitro e assistente di linea (la palla era uscita e c’era un evidente fallo su Quaranta), la seconda su calcio d’angolo, con Livieri pronto ad alzare sopra la traversa il colpo di testa di Capuano.

Il problema, però, è che poi nel secondo tempo è scesa in campo un’altra squadra, passiva, timorosa, distratta che di fatto si è consegnata alla Ternana. Che, senza dover far nulla di particolare, in un quarto d’ora ha trovato i due gol di fatto hanno chiuso la partita. Certo il primo gol probabilmente è viziato da fuorigioco (Cianci sembra leggermente avanti sul tiro di Curcio), ma al di là del possibile errore arbitrale (per altro sarebbe servito il Var, non era facile vedere dal campo il fuorigioco) ancora una volta sono gravi le responsabilità della retroguardia bianconera che prima ha lasciato tirare Curcio, poi non è stata pronta e reattiva sulla respinta di Livieri.

Il portiere bianconero, poi, ci ha messo del suo nel raddoppio, con un’uscita sconsiderata e una respinta sbagliata che hanno permesso a Curcio di realizzare il 2-0. Il resto del secondo tempo è poi scivolato via con l’Ascoli che provava a spingere, senza mai creare reali pericoli, e la Ternana che si limitava a controllare. I due gol nel finale, su calcio d’angolo per i padroni di casa, su rigore per l’Ascoli, sono serviti solo a fissare il risultato finale. Non bisogna certo essere dei grandi intenditori per capire che il primo e più importante nodo da risolvere per Di Carlo è la fragilità (per usare un eufemismo…) difensiva.

Pur considerando il valore delle avversarie, subire 5 gol in 2 partite (e potevano anche essere di più se il Pescara non si fosse divorato almeno 2-3 gol fatti) è evidentemente troppo. Per altro, pur con tutti i limiti noti sin dall’inizio della stagione, non è, o quanto meno in queste 2 partite non è stato, un problema di scarsa copertura da parte del centrocampo perché tutti e 5 i gol subiti sono arrivati con la difesa schierata e in superiorità numerica. Un mix di movimenti sbagliati, disattenzione e errori da principianti alla base del disastro.

Non sarà facile per Di Carlo trovare una soluzione, anche perché con Curado out almeno per un mese ancora non ci sono tante alternative, l’unica potrebbe essere Tavcar che, però, è bene ricordare che non gioca da molto tempo. Stupiscono, piuttosto, le prestazioni di Gagliolo che ricordavamo ben altro giocatore, in questo momento, in una sconfortante graduatoria al ribasso, addirittura meno affidabile di Quaranta. L’altro problema reso ancor più evidente dalla partita del Liberati è che nessuna squadra, tanto meno l’Ascoli attuale, può permettersi il lusso di giocare di fatto in 10. E, spiace dirlo ma purtroppo è sin troppo chiaro, al momento i bianconeri con Tremolada in campo giocano con uno in meno. Sulla carta doveva essere l’uomo in più, le sue qualità non sono certo in discussione, è un giocatore in grado di fare la differenza anche in serie B, figuriamoci in Lega Pro.

Ma quello visto in campo in queste partite è la brutta copia, il fantasma di Tremolada, non è un problema di giocar bene o male, è come se non ci fosse. Anche a Terni ha toccato al massimo 2-3 palloni, si nasconde, non si prende mai una responsabilità, addirittura nel primo tempo non ha calciato una punizione, invitante per il suo sinistro, da 25 metri. Dopo quasi 2 mesi è chiaro che non ci si può giustificare dietro una condizione fisica approssimativa, c’è qualcosa che non va che non riusciamo a capire. Quel che è certo, però, è che così è inutile, anzi dannoso per l’Ascoli. Discorso per certi versi analogo per quanto riguarda D’Uffizi che, a differenza di Tremolada, qualche pallone in più l’ha giocato ma senza mai incidere. Anche quando avrebbe potuto o, quanto meno, avrebbe dovuto provare a farlo.

Un’azione a metà primo tempo è l’emblema della sua preoccupante involuzione. Dopo che Bertini aveva rubato palla sulla nostra tre quarti, Marsura con uno dei suoi affondi aveva trovato scoperta la difesa umbra, servendo D’Uffizi quasi al limite dell’area, liberato in “uno contro uno” con un difensore rossoverde. Ma, invece di provare l’affondo, l’attaccante bianconero si è fermato e ha rigiocato palla indietro, a centrocampo, facendo sfumare la potenziale opportunità. Certo che sarebbe importante e aiuterebbe ad alzare la qualità della squadra riuscire a ritrovare entrambi, però in questo momento serve che vada in campo gente altamente motivata e presente. Come sono sembrati, ad esempio, Tirelli e Silipo, anche se resta sempre il mistero di Achik, in Lega Pro con l’Audace Cerignola protagonista di una grandissima stagione, conteso da più squadre nel mercato ma finito inspiegabilmente nel dimenticatoio. Naturalmente serve anche un po’ di “sana” cattiveria agonistica in più, la Ternana, tra le squadre incontrate fino ad ora indiscutibilmente la meglio attrezzata, ha indiscusse qualità da centrocampo in avanti ma, quando serve, non si tira certo indietro ed è capace anche di giocare duro (Maestrelli l’ha fatto capire subito a Corazza). Più in generale serve uno “scatto”, che arrivi dalla squadra, dall’allenatore, dai tifosi, per uscire dal tunnel e provare a cambiare le sorti di questo inizio di campionato. Nonostante tutto siamo convinti che, pur con alcuni limiti, la rosa dell’Ascoli possa fare molto più di quello visto fino ad ora. Anche se, di questo passo, non resterà che ammettere il contrario…

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