C’è l’allenatore, manca la difesa: l’Ascoli non riparte


Terza sconfitta consecutiva al Del Duca per l’Ascoli che con Di Carlo in panchina mostra incoraggianti segnali di crescita ma cede di fronte alla capolista Pescara a causa dello sconcertante festival degli orrori della retroguardia, con Gagliolo e Menna semplicemente imbarazzanti

Cambiano gli allenatori ma il risultato al Del Duca è sempre lo stesso. Quella con il Pescara è infatti la terza sconfitta consecutiva che l’Ascoli subisce in quello che una volta era lo stadio “di casa” e che ora è un posto triste, desolato e impresentabile che, al di là della sua imbarazzante condizione, con un pizzico di ottimismo al massimo può essere considerato campo neutro, visto che dopo i 200 di Rimini, anche i meno di 500 tifosi del Pescara hanno spadroneggiato per 90 minuti. All’esordio sulla panchina bianconera Di Carlo non ha fatto meglio di chi l’ha preceduto, con Carrera che aveva perso contro la Lucchese, Ledesma contro il Rimini e ora il nuovo tecnico con il Pescara.

Come parzialissima consolazione si può comunque dire che comunque le differenze ci sono e sono notevoli, anche se poi in concreto (che poi è quello che più conta) il risultato è lo stesso. Innanzitutto perché la caratura dell’avversario era decisamente maggiore, con gli abruzzesi non a caso in testa alla classifica. Ma anche perché comunque per la prima volta si è visto qualcosa che assomiglia ad una squadra, con una sua logica, un suo modo di stare di campo, capace di costruire e rendersi pericolosa, ispirata da un superlativo Marsura. Un principio di squadra a cui, però, manca completamente una parte importante, la difesa. Anzi, per certi versi si potrebbe quasi dire che sarebbe stato meglio giocare davvero senza difensori, visto che quelli che sono scesi in campo di fatto sono stati i migliori alleati degli avversari. E anche solo per pensare di pareggiare una partita così difficile, praticamente senza avere una difesa è un’improbabile utopia.

In realtà la formazione di Baldini ha fatto di tutto per permettere all’Ascoli di realizzare quello che sarebbe stato un autentico miracolo, divorandosi una serie impressionanti di gol fatti. E se nel finale D’uffizi non avesse fatto lo stesso, gettando all’ortiche la più facile delle occasioni per il pareggio, tanto per cambiare costruita da Marsura, probabilmente il miracolo si sarebbe realizzato. Si è a lungo discusso in questa prima parte della stagione delle carenze e dei limiti del centrocampo bianconero, vero handicap per l’Ascoli. Nelle ultime partite c’erano state delle evidenti avvisaglie, ma la partita con il Pescara ha reso sin troppo palese che il vero e più importante di questa squadra al momento è la difesa inguardabile e impresentabile.

Perché per onestà bisogna riconoscere che complessivamente l’Ascoli con il Pescara ha disputato una buona partita, con alcuni aspetti da migliorare, ma con una apprezzabile intensità e una discreta capacità di costruire gioco e azioni. Infatti scorrendo il tabellino di una partita molto divertente e giocata a ritmo piuttosto elevato, si scopre che i bianconeri, oltre la rete, hanno creato 6 limpide occasioni gol, con Plizzari che ha comunque dovuto compiere almeno 3 interventi importanti. Ma a rovinare tutto e a rendere amaro l’esordio di Di Carlo ci ha pensato una difesa da festival degli orrori, nel complesso imbarazzante e con i due centrali, Gagliolo e Menna protagonisti di una prestazione che è difficile persino commentare.

Un vero e proprio campionario di orrori tra mancate coperture, interventi goffi e fuori tempo, incapacità di anticipare e contenere qualsiasi attaccante avversario, “pacchiani” errori di posizione e autentici assist agli avversari. Ne hanno “combinate” davvero di tutti i colori al punto che se dovessimo dare un voto ad entrambi faremmo fatica ad arrivare ad uno stringatissimo 3, con qualcosa in meno per Gagliolo, sconfortante protagonista negativo nei due gol del Pescara (il secondo con la collaborazione di Cozzoli). Un vero e proprio strazio che ha fatto passare quasi in secondo piano le prestazioni sicuramente non sufficienti dei due esterni difensivi, Cozzoli e Adjapong, e al cui confronto il ruvido Brosco, che un arbitro meno indecente di Ubaldi di Roma non avrebbe in alcun modo concluso la partita, è sembrato un centrale di livello internazionale.

Come sarebbe stata la giornata si è intuito dopo 3 minuti quando Menna, con la squadra in uscita, ha prima regalato palla sulla trequarti a Vergani, poi lo ha steso all’ingresso dell’area di rigore tirandolo per la maglietta. Già in diretta dal campo era sembrato chiaro che il fallo era stato commesso in area, le immagini televisive lo hanno confermato, quindi Ubaldi avrebbe dovuto assegnare il rigore, ammonendo Menna. Ma, in ogni caso, l’errore del fischietto romano è stato comunque gravissimo perché il regolamento in quel caso è chiaro, se è rigore è sufficiente l’ammonizione, se è punizione dal limite c’è l’espulsione. E se l’Ascoli in quell’occasione si è comunque salvato, c’è più di un sospetto che quel mastodontico errore iniziale abbia condizionato la direzione di gara di Ubaldi che da quel momento in poi ha fischiato a senso unico, con alcuni strafalcioni clamorosi. Scampato il pericolo sulla prima clamorosa “topica” di Menna, proprio mentre i bianconeri stavano prendendo in mano la partita e avevano a loro volta sfiorato in un paio di circostanze il gol (in particolare con Varone che, su assist neanche a dirlo di Marsura, si era visto negare il vantaggio dai riflessi di Plizzari), ci ha pensato Gagliolo a permettere a Vergani di siglare il vantaggio ospite, facendosi anticipare e poi saltare come un “pivellino”.

Nei minuti successivi la coppia di centrali bianconeri ha provato a fare il bis, regalando per due volte al centravanti abruzzese l’opportunità del 2-0, evitato prima da un miracolo di Livieri e poi da un errore a due passi dalla porta dello stesso Vergani. Che ad inizio ripresa ha avuto una terza opportunità di raddoppiare, su un contropiede lanciato da un passaggio sbagliato di Menna, con Livieri ancora una volta bravo a salvare. Poi, dopo il pareggio dell’Ascoli, ci ha pensato ancora una volta Gagliolo a dare una mano alla formazione di Baldini, lasciando passare uno di quei palloni che in area non si possono lasciar passare, con Cozzoli che a sua volta si è “addormentato”, consentendo a Bentivegna il tap in vincente.

Il festival degli errori e degli orrori difensivi è proseguita poi (e ci siamo limitati a citare solo i più clamorosi), con il Pescara che a sua volta ha continuato a fallire le opportunità per chiudere la gara. Per sgombrare il campo da ogni possibile dubbio, è giusto sottolineare che non si è certo trattato di un problema di schieramento o di squadra troppo sbilanciata, come dimostra il fatto che in entrambi i gol subiti la difesa bianconera era in netta superiorità numerica. Un vero e proprio disastro che inevitabilmente ha condizionato e indirizzato una partita che comunque ha visto una prestazione incoraggiante dei bianconeri che hanno mostrato ottime trame di gioco e buona intensità.

Anche il centrocampo sostanzialmente ha retto, con Bertini più vicino a Varone (non al meglio ma sempre prezioso) che ha mostrato segnali incoraggianti. Qualche segnale di crescita è arrivato anche da Tremolada che ha mostrato sprazzi della sua qualità ma deve ancora crescere dal punto di vista della condizione. Il vero trascinatore dei bianconeri, però, è stato indiscutibilmente Marsura, autore di una prestazione davvero maiuscola, che ha fatto letteralmente impazzire la difesa ospite, sfornando assist di qualità. Come quello trasformato in gol dal solito Corazza (bravissimo come sempre in area di rigore) dopo un’azione personale travolgente, ma anche come quelli forniti a fine primo tempo a Varone (che ha mandato fuori da posizione invidiabile) e soprattutto a D’Uffizi che ha gettato alle ortiche il possibile pareggio. Era un’opportunità per dare una sterzata ad un campionato che non sta andando come nelle previsioni per D’Uffizi, sicuramente più vivace e incisivo, quando è entrato in campo, di un Tirelli in calo (dopo un buon avvio di campionato) ma che non riesce mai ad incidere come ci si aspetterebbe.

Al di là di tutte le altre considerazioni e dei segnali incoraggianti che sono arrivati, resta il fatto che la terza sconfitta consecutiva al Del Duca complica la situazione dell’Ascoli, atteso per altro ad una trasferta difficilissima, sul campo della Ternana che sta volando. Ci si può aggrappare al fatto che finalmente c’è un allenatore che ha subito mostrato di avere le idee chiare. Per far fare il salto di qualità, però, Di Carlo dovrà al più presto risolvere il grave problema della difesa bianconera. Magari anche facendo scelte coraggiose…

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