Pista di atletica e nuovo palavolley imbarazzano la città europea dello sport


Interrogazione dei gruppi consiliari dell’opposizione sulla situazione di quella che doveva diventare la cittadella dello sport, con un’attenzione particolare alla pista di atletica in condizioni vergognose e al nuovo palavolley che nasce già, in ritardo, con gravi carenze…

La prima cosa che viene in mente nel leggere l’interrogazione presentata da Ascolto & Partecipazione, Ascoli Bene Comune e Partito Democratico, sull’imbarazzante situazione della pista di atletica e della “cittadella dello sport”, è che i gruppi consiliari di opposizione mai come in questo caso avevano l’imbarazzo della scelta. Perché sulla situazione e sulle ataviche carenze degli impianti sportivi cittadini si potrebbe presentare quasi un’interrogazione al giorno.

Sorvolando, per decenza, sull’indecente condizione in cui questa amministrazione e quella che l’ha preceduta ha ridotto lo stadio Del Duca (trasformato in un’imbarazzante caricatura di uno stadio…), si potrebbero ad esempio citare il velodromo, quello che una volta era il pattinodromo, la struttura che doveva sorgere in area Zannoni e tanti altri. Certo, però, che la pista di atletica e l’ennesimo palavolley “abortito” sono vicende davvero sconcertanti, persino in un posto come il meraviglioso regno di Ugualos dove tutto ciò che fa il sovrano con la sua corte è quasi insindacabile.

Soprattutto la pista di atletica è un indecoroso tormentone che si trascina ormai da oltre 20 anni. Era il 1999 quando, fresco del successo elettorale, l’allora Ce­la­ni an­nun­cia­va non solo la ri­qua­li­fi­ca­zio­ne ma an­che la tra­sfor­ma­zio­ne del­la pi­sta di atle­ti­ca in una strut­tu­ra in gra­do di ospi­ta­re mee­ting na­zio­na­li e in­ter­na­zio­na­li (con tan­to di gra­do­ni per il pub­bli­co). Venti anni dopo, nel­le li­nee pro­gram­ma­ti­che di man­da­to 2019-2024, il sin­da­co Fio­ra­van­ti dava pra­ti­ca­men­te per cosa fat­ta il re­sty­ling del­l’im­pian­to, po­nen­do­si come obiet­ti­vo quel­lo di get­ta­re “le basi per ren­de­re la strut­tu­ra un vero e pro­prio Cen­tro fe­de­ra­le pa­ra­lim­pi­co, in modo da so­ste­ne­re e pro­muo­ve­re fat­ti­va­men­te l’at­ti­vi­tà spor­ti­va an­che per quel­le per­so­ne che vi­vo­no in con­di­zio­ni di di­sa­bi­li­tà”.

Poi nel­l’e­sta­te 2022 quel­la che sem­bra­va fi­nal­men­te la svol­ta, gra­zie al Pnrr (per la pre­ci­sio­ne la mis­sio­ne 5 “In­clu­sio­ne e coe­sio­ne – In­fra­strut­tu­re so­cia­li, fa­mi­glie, co­mu­ni­tà e ter­zo set­to­re”) il Co­mu­ne di Asco­li ot­te­ne­va un fi­nan­zia­men­to com­ples­si­vo di 1,5 mi­lio­ni di euro, 900 mila per un nuo­vo pa­laz­zet­to pres­so quel­la che vie­ne de­fi­ni­ta la cit­ta­del­la del­lo sport e 600 mila per ri­fa­re fi­nal­men­te la pi­sta di atle­ti­ca del cam­po scuo­la. Qua­si 2 anni dopo, però, sia­mo an­co­ra al palo, con la pi­sta di atle­ti­ca chiu­sa e in con­di­zio­ni im­ba­raz­zan­ti, così come tut­to la cit­ta­del­la del­lo sport.

Quanto alla seconda versione del Palavolley, bisognerebbe ricordare come la prima versione, una delle tante “pagliacciate” degli ultimi anni, è finita nel modo peggiore (ma inevitabile).  “La nuo­va strut­tu­ra rap­pre­sen­ta un vero e pro­prio gio­iel­li­no”. “Sono or­go­glio­so di aver crea­to in­sie­me al sin­da­co e al­l’am­mi­ni­stra­zio­ne co­mu­na­le un nuo­vo Pa­la­vol­ley di ul­ti­ma ge­ne­ra­zio­ne” dichiaravano il sindaco Fioranti e l’assessore Stallone a febbraio 2021, nel giorno dell’inaugurazione di quella che in realtà altro non era che un semplice pallone senza neppure lo spazio per gli spettatori, con il tappeto che da subito presentava qualche irregolarità, con un’illuminazione pessima, quasi tombale. In al­tre pa­ro­le, un in­sul­to al­l’in­tel­li­gen­za de­gli asco­la­ni che, sin dal­la di­spu­ta del­le pri­me par­ti­te ha su­sci­ta­to le pro­te­ste del­le squa­dre (e an­che de­gli ar­bi­tri) che sono sta­te co­stret­te a gio­ca­re quel­l’or­ri­bi­le strut­tu­ra. Una vergogna durata poco più di un anno, poi prima la Fipav regionale, poi quella provinciale non hanno omologato per le partite di campionato quell’indecente pallone, con la conseguente inevitabile ingloriosa fine di quella struttura “di ultima generazione”.

Con la storica palestra Squarcia chiusa dopo la sequenza sismica del 2016-2017 ed il progetto per il nuovo “Pala Squarcia”, presentato con la solita enfasi dall’allora assessore allo sport Brugni, miseramente bocciato e definitivamente abbandonato, era diventata sempre più forte la necessità di avere una struttura per la pallavolo. Poi la presunta svolta, anche in questo caso grazie al Pnrr, e il 21 giugno 2023 l’avvio dei lavori per la realizzazione del nuovo palavolley che da contratto, come ci ricorda ancora il cartellone presente nel cantiere, dovevano terminare entro il 12 agosto scorso. Tanto per cambiare l’estate è terminata senza che la nuova struttura fosse pronta, con l’assicurazione, però, da parte dell’assessore Stallone che lo sarebbe stata per ottobre. Dovrebbe (il condizionale è d’obbligo, vista la situazione…) essere questione di giorni ma già è emerso un nuovo sconcertante particolare, se e quando il nuovo palavolley sarà pronto non avrà ancora né le tribune né, incredibile solo a pensarci, spogliatoi, bagni e servizi. Un vero capolavoro al contrario.

Già prima della campagna elettorale segnalammo la necessità di intervenire immediatamente per risolvere le problematiche della pista di atletica leggera, abbandonata a sé stessa” affermano i consiglieri Francesco Ameli, Gregorio Cappelli, Andrea Dominici, Marta Luzi, Marcucci Manuela, Emidio Nardini, Angelo Procaccini che hanno sottoscritto l’interrogazione.

Una struttura che una volta era fiore all’occhiello dello sport ascolano – continuano – oggi vede invece lavori iniziati e mai completati con la conseguente impraticabilità della pista e degli allenamenti. Per questo chiediamo all’assessore Stallone, anziché di indispettirsi delle nostre sollecitazioni, di mettere in atto tutti gli atti amministrativi, evidentemente ancora non fatti, affinché possano riprendere i lavori così da non rischiare di perdere i finanziamenti Pmrr destinati all’opera, e far sì che gli atleti ascolani possano allenarsi in città piuttosto che altrove! Siamo ancora in attesa di conoscere qual è il vero piano di sviluppo della cittadella dello sport, a partire dalla ricostruzione e riqualificazione post sisma, che a distanza di 8 anni non vede neanche l’apposizione di una gru, così come siamo in attesa di conoscere come intendono rimediare all’altro pastrocchio creato nella cittadella dello sport. Il nuovo palazzetto dello sport sarà realizzato a metà, per questo forse è meglio chiamarlo “palestrina” manca ancora tutto il secondo lotto funzionale con la conseguente imbarazzante condizione di avere una struttura senza tribune, bagni e servizi. Quando verrà completato?”.

Mistero che, come tanti altri, è facile ipotizzare che è destinato a rimanere tale. Anche perché ora non c’è tempo per pensare a questi “particolari”, bisogna prepararsi per festeggiare adeguatamente il riconoscimento, per il 2025, di “città europea dello sport”. E pazienza se per ottenerlo si è dovuto pagare e se, come dimostrato già nell’esperienza passata, in concreto non porterà alcun vantaggio e nessun miglioramento allo sport cittadino… Di seguito l’interrogazione presentata dai consiglieri comunali dell’opposizione

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