L’intervento sulla scuola Don Bosco trasformato in un imbarazzante “gioco dell’oca”
Dopo l’effettuazione di indagini geognostiche, geotecniche e geofisiche e la conseguenza relazione geologica, ad ottobre 2023 è stato affidato l’incarico per la verifica di vulnerabilità sismica. Dopo un anno, però, la ditta incaricata ha chiesto altre indagini prima di effettuarla…
E’ davvero difficile continuare a raccontare quanto sta avvenendo ad Ascoli intorno agli interventi di messa in sicurezza delle scuole, di fronte a certe situazioni che definire surreali è decisamente riduttivo non ci sono parole adeguate da utilizzare, viene voglia di alzare le mani e di arrendersi perché siamo ampiamente oltre ogni limite del ridicolo. Qualche giorno fa abbiamo raccontato l’incredibile vicenda della scuola Malaspina, dove l’iter è partito più di 4 anni fa (luglio 2020), l’intervento doveva concludersi (quindi la nuova scuola doveva essere pronta) ad inizio 2022, a settembre 2024 non solo i lavori non sono ancora iniziati, ma non è stata ancora indetta neppure la gara per l’affidamento dei lavori stessi, ma nonostante tutto il commissario straordinario sisma Castelli, in un surreale comunicato stampa, la menziona come “esempio positivo del metodo di lavoro portato avanti da Acquaroli e Fioravanti”.
Ora, dopo la pubblicazione sull’albo pretorio on line della determina n. 3259 del 29 agosto scorso, non possiamo fare a meno di tornare ad occuparci della scuola Don Bosco che, di verifica in verifica, tra indagini di ogni genere, di cui improvvisamente si scopre la necessità ad intervalli quasi regolari di tempo, come sconcertante e imbarazzante rischia di contendere il primato alla scuola Malaspina. A differenza di quest’ultima, su cui da quasi 2 anni è sceso il più incomprensibile silenzio e sulla quale inevitabilmente aleggia l’alone del mistero, per quanto concerne la scuola Don Bosco quanto meno gli atti ufficiali raccontano le ragioni per cui si è praticamente fermi nell’iter progettuale ormai da 2 anni.
Limitandoci, come fanno i bravi giornalisti, alla “fredda cronaca”, l’iter progettuale è fermo da 2 anni in attesa delle verifiche sismiche sulla struttura. E già il fatto che da così tanto tempo si è fermi per verifiche che, per quanto accurate possano essere, si possono comunque effettuare in qualche mese è incredibilmente paradossale. Ma a rendere il quadro ancora più surreale, ben oltre i limiti dell’immaginabile, è il fatto che in realtà la verifica di vulnerabilità sismica sulla scuola Don Bosco è stata effettuata, come nella maggior parte delle altre scuole cittadine, ad inizio 2021. E, per altro, l’esito di quella verifica era stato sin troppo chiaro perché, in un quadro generale piuttosto preoccupante, aveva sancito che la Don Bosco era tra le 5 scuole cittadine con la situazione peggiore, nella fascia più critica di massimo rischio (classe G).
Proprio per questo si era deciso per la demolizione e ricostruzione, la soluzione migliore (praticamente l’unica possibile) per garantire al meglio la futura sicurezza della scuola. Così, subito dopo l’esito di quelle verifiche sismiche, partiva l’iter procedurale per l’intervento di demolizione e ricostruzione della Don Bosco (con un finanziamento di 4,1 milioni di euro), con il 2 febbraio l’approvazione del documento preliminare alla progettazione (delibera di giunta n. 25) e la successiva indizione della procedura telematica per l’affidamento della progettazione definitiva con determina n. 612 del 5 marzo. Come ormai sappiamo bene, per chissà quale misteriosi motivi nel Comune di Ascoli, almeno per quanto riguarda le scuole, la procedura telematica per l’affidamento della progettazione si protrae sempre per tantissimo tempo e, nel caso della Don Bosco, solo un anno dopo con determina n. 957 del 1 aprile 2022 si arriva finalmente all’assegnazione dell’incarico di progettazione all’Exup srl.
Finalmente si parte con la progettazione, almeno così sembra. Invece, all’improvviso, 5 mesi dopo (quando in qualsiasi posto normale sarebbe già pronto il progetto…) con nota inviata il 16 settembre 2022 al Comune l’assegnataria dell’incarico richiede “un’approfondita campagna di indagini geologiche allo scopo di effettuare una progettazione più circostanziata che permetta la minimizzazione di eventuali varianti future, state la natura dell’intervento di demolizione e ricostruzione”. Al di là del fatto che se ne sono accorti “a scoppio ritardato” (5 mesi dopo), verrebbe da chiedersi come sono state effettuate le verifiche di vulnerabilità sismica ad inizio 2021, visto che c’è la necessità di ulteriori indagini geologiche. In ogni caso il 1 ottobre 2022, con determina n. 3214 viene affidato alla dott.ssa geol. Valeria Mari l’incarico per la redazione della relazione geologica, per la quale però sono prima necessarie indagini geognostiche, geotecniche e geofisiche, affidate il successivo 6 ottobre (determina n. 3278) alla ditta Opere Speciali srl.
Il 25 novembre la dott.ssa Mari segnala al Comune la regolare esecuzione di quelle indagini ma solo 6 mesi dopo, esattamente il 23 maggio 2023, è pronta la relazione geologica (il cui contenuto resta però top secret). Ci si illude che a quel punto si può finalmente ripartire con la progettazione, visto che nella determina 3278, con sprezzo del ridicolo, quelle indagini venivano definite “propedeutiche alla progettazione” (che però era iniziata 6 mesi prima…). Invece, a sorpresa, 4 mesi dopo con determina n. 3063 del 9 settembre 2023 si stabilisce di effettuare una nuova verifica sismica spinta “al fine di procedere ad un’eventuale rettifica della tipologia di intervento post sisma”. In altre parole viene finalmente spiegata la vera motivazione di questa sconcertante “manfrina”, si vuole cambiare il tipo di intervento, niente più demolizione e ricostruzione ma adeguamento o miglioramento sismico.
E la stessa determina 3063 svela anche come le ragioni per cui si vuole cambiare il tipo di intervento sono esclusivamente economiche. Si sottolineano, infatti, le interlocuzioni con la struttura commissariale sisma “al fine di valutare la convenienza economica di procedere con demolizione e ricostruzione”, anche perché negli ultimi 2 anni “si è verificato un consistente aumento del costo dei materiali”. In altre parole i ritardi accumulati dal Comune hanno fatto lievitare i costi e, per le “sacre” ragioni economiche, si sacrificano quelle della sicurezza degli studenti. E chi se ne frega se la verifica di vulnerabilità sismica del 2021 aveva sentenziato che la Don Bosco è ad altissimo rischio (classe G). Se ne fa un’altra che magari magicamente darà un esito meno preoccupante…
In ogni caso il successivo 21 ottobre, con determina n. 3777, viene affidato sempre all’Exup srl l’incarico per la verifica sismica della scuola Don Bosco, per la “modica” cifra di più di 45 mila euro, “finalizzata ad un’eventuale rettifica della tipologia di intervento che potrebbe consistere nell’adeguamento sismico dell’edificio”. Tutto terribilmente e tristemente chiaro, non resta che attendere l’esito della verifica sismica che, a quel punto, nessun boolmakers quoterebbe. Però, come purtroppo è consuetudine quando si tratta di scuole nel Comune di Ascoli, passano i mesi e di quella verifica non si ha più alcuna notizia. Fino a fine agosto quando, a dir poco a sorpresa, arriva la determina n. 3259 del 29 agosto con la quale (non è uno scherzo…) vengono affidate alla Labortec Ingest srl “le indagini strutturali propedeutiche alla verifica di vulnerabilità sismica”. Siamo al “gioco dell’oca”, si ritorna sempre al via e alla fine non si capisce più nulla.
Come è riportato nella determina, “la società Exup srl ha prodotto la documentazione relativa alla campagna di indagini necessaria all’espletamento del servizio di verifica di vulnerabilità”. E’ passato quasi un anno dall’affidamento dell’incarico e solo ora ci si è resi conto che servono delle indagini (non meglio specificate, almeno nella determina) per effettuare la verifica di vulnerabilità sismica. Due anni fa, nel settembre 2022 la stessa società aveva chiesto indagini geologiche “per effettuare una progettazione più circostanziata”. A seguito di quelle indagini geologiche (geognostiche, geotecniche e geofisiche) si stabilì che era necessario effettuare una verifica di vulnerabilità sismica, per il cui espletamento, però, vengono ora richieste nuove indagini. Che, chissà, magari stabiliranno che serve una verifica di vulnerabilità sismica per il cui espletamento, però, un anno dopo si scoprirà che servono nuove indagini. E poi di nuovo, altro giro, altra corsa. Sembra uno scherzo, purtroppo è la sconfortante realtà. Di fronte alla quale davvero non ci sono più parole…