Non solo vittimismo e paranoia dietro la “supercazzola” del complotto giudiziario contro le sorelle Meloni


Neppure i più convinti complottisti o terrapiattisti sarebbero stati in grado di spingersi a tanto. “Vogliono indagare Arianna Meloni” annuncia Sallusti su “Il Giornale”. Una “bufala” senza fondamento ma la destra si scatena gridando allo scandalo e al complotto giudiziario

Il colpo di scena potrebbe essere dietro l’angolo e il colpevole del complotto contro il governo questa volta non sarà il maggiordomo, come nei romanzi gialli di fine ‘800, ma nientepopòdimenoche Paola Egonu. Non stiamo delirando (almeno noi…), semplicemente, ironizzando e spingendo all’estremo le farneticazioni che stiamo ascoltando e leggendo in questi giorni, abbiamo disegnato quella che sarebbe la degna conclusione del surreale e paradossale giallo di questa fine estate, tirato fuori dal direttore de “Il Giornale” Alessandro Sallusti e che ha come protagonista immaginaria la sorella della presidente del Consiglio.

Pensavamo che si fosse superato ogni limite del ridicolo dopo aver letto lo sconcertante titolo a tutta pagina con cui Mario Sechi, ex portavoce di Giorgia Meloni, aveva aperto l’edizione cartacea del quotidiano “Libero” di sabato 17 agosto: “Giù le mani da Cipollino”. Quanto meno, però, quel titolo che per certi versi ricordava quelli della rivista satirica “Il Male” così in voga nella fine degli anni ’70 (con la non trascurabile differenza, però, che “Libero” non è in alcun modo una rivista satirica…), almeno aveva origine da qualcosa di esistente, di concretamente accaduto, oltre ad essere per certi versi una sorta di manifesto della doppia morale che da sempre è una delle principali caratteristiche di questa destra, sempre pronta a guardare la pagliuzza che c’è negli occhi degli altri, fingendo di ignorare la trave presente nei loro occhi.

Infatti nel caso in questione ci può stare che la Meloni intervenga per condannare gli insulti ricevuti sui social da “Cipollino” (Massimo Boldi), “colpevole” di aver elogiato la presidente del Consiglio e il governo (non ci sono dubbi, è inaccettabile, a prescindere dal fatto che ovviamente non siamo d’accordo con gli elogi al governo, è fuori discussione che ognuno deve essere libero di esprimere la propria opinione senza per questo essere poi insultato). Per coerenza, però, avrebbe dovuto difendere anche Elodie e stigmatizzare gli insulti che ha ricevuto per aver criticato, sul tema dei diritti, il suo governo, a maggior ragione per il fatto che, a differenza della vicenda Boldi, a scatenare gli “haters” nei confronti della bella cantante italiana in questo caso hanno fattivamente contribuito gli esponenti e i giornalisti della sua parte politica.

In realtà c’è poco di cui stupirsi, abbiamo ampiamente imparato a conoscere e a fare i conti con la tradizionale doppia morale della destra al governo, certificata inequivocabilmente in questo caso dalla stessa presidente del Consiglio per la quale evidentemente “Cipollino” può e deve liberamente esprimere la propria opinione (perché favorevole al suo governo), mentre Elodie non deve assolutamente permettersi di esprimere la sua, visto che invece è contraria a questo governo. Poche ore dopo, però, la surreale “supercazzola” di Sallusti ha fatto sembrare quello di Sechi uno squarcio di altissimo giornalismo, quasi da premio Pulitzer.

Vogliono indagare Arianna Meloni” ha titolato il diretto de “Il Giornale” e vista la deriva che ne è seguita davvero non ci stupiremmo se alla fine qualcuno arrivasse ad ipotizzare che dietro ci sia la regia della sempre molto discussa (dalla destra più incline al razzismo e all’intolleranza) fuoriclasse della pallavolo italiana e mondiale. D’altra parte basta leggere lo sconcertante editoriale a firma di Antonio Rapisarda sul giornale di Fratelli d’Italia, “Il Secolo d’Italia”, per comprendere come non si possa escludere neppure la più folle delle ipotesi. “L’illuminazione dalle parti del Nazareno – si legge nell’editoriale di Rapisarda – è arrivata allora all’ultimo scampolo di Olimpiadi. Quando, dopo aver snobbato gli italiani in gara per tutta la manifestazione, ai dem è venuto in mente di sfruttare vergognosamente la vittoria delle nostre splendide pallavoliste alle Olimpiadi. Per fare cosa? Per riproporre l’ennesimo tema mai affrontato nei 10 anni di governo: lo ius soli”.

Se non avete ben compreso non preoccupatevi, siete in buona compagnia. Anzi, parafrasando una famosa battuta del film “Come un gatto in tangenziale”, si può affermare senza tema di smentita che “s’è capito solo lui (Rapisarda)”. Perché è impossibile per qualsiasi mente e cervello normale anche solo fantasticare su un possibile nesso tra la vittoria alle Olimpiadi della pallavolo femminile, lo ius soli e l’ipotetica e inesistente inchiesta giudiziaria sulla sorella della presidente del Consiglio. E ancora più difficile sarebbe capire quale sarebbe la presunta illuminazione e cosa c’entri mai il Nazareno (il Pd) con questa storia immaginaria. Siamo ampiamente oltre l’inimmaginabile, al punto da provocare l’invidia dei più scatenati complottisti e dei più fanatici “terrapiattisti”, neppure loro capaci di spingersi a tanto.

D’altra parte, però, come mai si può spiegare con un briciolo di criterio e credibilità qualcosa che non esiste, che è totalmente frutto di un’invenzione strumentale di uno dei fedeli servitori della destra e dell’attuale governo, con l’inevitabile sospetto (ricordando sempre che, come sosteneva Andreotti, “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”) che siamo di fronte ad una delirante farneticazione “su dettatura”, per spostare l’attenzione su altro, come avviene spesso in questo paese (e non è certo una novità introdotta da questa governo…). In qualsiasi paese “normale” non si sarebbe perso neppure un minuto di tempo dietro ad un simile “delirio” privo del minimo appiglio concreto e probabilmente al suo ideatore sarebbe stato vivamente consigliato di consultare un professionista ma di quelli molti bravi. In quel surreale posto che è diventato l’Italia con la destra al governo, la caricatura di un paese in confronto alla quale “la terra dei cachi” cantata anni fa da “Elio e le storie tese” impallidirebbe, il nulla, qualcosa che non esiste è diventato il principale argomento di discussione.

Sforzandoci e fingendo di credere che si possa essere qualcosa a cui concretamente appigliarsi, nel suo farneticante editoriale Sallusti sviluppa questo tipo di ragionamento: qualche quotidiano ha riportato la notizia secondo cui Arianna Meloni sarebbe impegnata nelle trattative per le nomine Rai e per il cambio al vertice di Ferrovie dello Stato, a cui sarebbe destinata una sua amica (Sabrina De Filippis), alcuni esponenti dell’opposizione, in particolare di Italia Viva, hanno criticato quella che definiscono la “parentocrazia”, quindi ci sarebbe “in corso una manovra occulta, campo in cui Renzi da sempre eccelle, per portare la magistratura ad indagare Arianna Meloni”. Le uniche reazioni possibili di fronte a questo delirio sarebbero un sorriso rassicurante e una forte preoccupazione per l’autore dell’articolo. Che, oltretutto, stravolge quello che da sempre, a qualsiasi latitudine, è il principale e fondamentale assioma del giornalismo, cioè basarsi e partire dai fatti, totalmente inesistenti in questo caso.

Per altro, a prescindere da tutto il resto (che non è poco…), già solo l’idea che Renzi, che a sua volta ha avuto non pochi problemi con la magistratura (indagati o processati padre, madre, sorella, cognato e colleghi di partito) possa organizzare un complotto giudiziario contro Arianna Meloni insieme a presunte toghe amiche è molto più che demenziale. Ancora di più, però, lo è il fatto che da 48 ore a questa parte si susseguono surreali interventi da parte di tutti i principali esponenti di Fratelli d’Italia, durissimi nel commentare e lanciare accuse su qualcosa che non esiste… Naturalmente si è fatta sentire anche Giorgia Meloni che ha parlato di “schema visto e rivisto contro Silvio Berlusconi”. E’ un peccato che non ci sia alcuna possibile elezione abbastanza vicina (le regionali in Liguria, Umbria ed Emilia Romagna sono previste in autunno ma ancora non c’è la data) perché ci mancava la classica accusa di “giustizia ad orologeria” così avremmo avuto il campionario completo. Vale la pena sempre di ricordare che stiamo parlando e si sta discutendo di qualcosa che non esiste affatto.

C’è chi parla della solita propensione al vittimismo, chi invece sostiene che questa destra sia affetta da una grave e patologica forma di paranoia. Ma se è indiscutibile che vittimismo e paranoia siano ormai da anni degli autentici pilastri della destra italiana, siamo convinti che in questo caso c’è dell’altro, la volontà e il tentativo (evidentemente andati a buon fine) di sviare l’attenzione dalla sempre più incontenibile voracità della destra al governo, intenta ad occupare tutte le poltrone possibili e anche quelle apparentemente impossibili (come il Coni), con l’aggiunta dell’evidente anomalia che a condurre o comunque a partecipare alle trattative e alle scelte sia chi, come la sorella della Meloni, non è stata neppure eletta dai cittadini. Tanto un buon numero di “boccaloni” che abboccano si trovano sempre in questo paese…

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