Al­tro che “cam­bio di pas­so”, la ri­co­stru­zio­ne post ter­re­mo­to pro­ce­de al ral­len­ta­to­re


Sod­di­sfat­to il com­mis­sa­rio Gui­do Ca­stel­li, alla pre­sen­ta­zio­ne del “ Rap­por­to sul­la ri­co­stru­zio­ne e ri­pa­ra­zio­ne”. Che, però, evi­den­zia come dopo 8 anni sono sta­ti ese­gui­ti poco più di un ter­zo de­gli in­ter­ven­ti di ri­co­stru­zio­ne pri­va­ta ed ap­pe­na il 12% di quel­la pub­bli­ca

Non ha dub­bi il com­mis­sa­rio straor­di­na­rio si­sma, Gui­do Ca­stel­li, nel­l’a­na­liz­za­re il “Rap­por­to sul­la ri­co­stru­zio­ne e ri­pa­ra­zio­ne” pre­sen­ta­to la set­ti­ma­na scor­sa a Pa­laz­zo Chi­gi con i dati fino a mag­gio 2024: tut­to o qua­si pro­ce­de “a gon­fie vele”, il tan­to an­nun­cia­to “cam­bio di pas­so” c’è sta­to e si pro­ce­de a rit­mo so­ste­nu­to. “Sono 20 mila i can­tie­ri au­to­riz­zati – af­fer­ma – di cui ol­tre 11 mila com­ple­ta­ti. E’ sta­to av­via­to il pro­ces­so di ri­co­stru­zio­ne per il 95% del­le ope­re pub­bli­che men­tre, nei pri­mi 5 mesi di que­st’an­no, la ri­co­stru­zio­ne pri­va­ta fa se­gna­re un +16,64% di ri­sor­se ero­ga­te sul 2023 e +41,71% sul 2022. Que­sti sono i dati del cam­bio di pas­so che ab­bia­mo im­pres­so e che pro­se­gue, a un rit­mo so­ste­nu­to, men­tre è in cor­so an­che l’at­ti­vi­tà di ri­lan­cio eco­no­mi­ca e so­cia­le gra­zie a Nex­tAp­pe­ni­no”.

I nu­me­ri non men­to­no – ag­giun­ge poi sui so­cial il com­mis­sa­rio dopo il ser­vi­zio nei tg di “Te­le­Me­lo­ni” (la Rai) – ri­co­stru­zio­ne e ri­pa­ra­zio­ne so­cioe­co­no­mi­ca fan­no se­gna­re il cam­bio di pas­so del cen­tro Ita­lia stret­to tra cri­si de­mo­gra­fi­ca e cli­ma­ti­ca. An­che il Tg1 Rai par­la del no­stro im­pe­gno e dei no­stri ri­sul­ta­ti nel ri­pri­sti­na­re le aree del­l’Ap­pen­ni­no cen­tra­le, col­pi­te dal si­sma del 2016-2017”. Ma è pro­prio così? Non pro­pria­men­te, anzi, se non ci si fer­ma su­per­fi­cial­men­te ai nu­me­ri scio­ri­na­ti, in ma­nie­ra a dir poco pro­pa­gan­di­sti­ca, dal com­mis­sa­rio straor­di­na­rio ma si ana­liz­za­no at­ten­ta­men­te le 134 pa­gi­ne del Rap­por­to, il qua­dro che emer­ge è com­ple­ta­men­te dif­fe­ren­te e de­ci­sa­men­te mol­to meno edi­fi­can­te. Evi­den­te­men­te, da ex stu­den­te del Li­ceo Clas­si­co, Ca­stel­li co­no­sce bene la let­te­ra­tu­ra ita­lia­na e per l’oc­ca­sio­ne sem­bra ispi­rar­si nel suo rac­con­to sul­l’an­da­men­to del­la ri­co­stru­zio­ne al ca­po­la­vo­ro pi­ran­del­lia­no “Così è (se vi pare)”.

Per­ché mai come in que­sto caso il sun­to che il com­mis­sa­rio fa del Rap­por­to è ispi­ra­to al più pro­fon­do con­cet­to di “re­la­ti­vi­smo co­no­sci­ti­vo”, che per­mea il dram­ma tea­tra­le di Pi­ran­del­lo, se­con­do cui “la co­no­scen­za del­la real­tà è re­la­ti­va”. Per­ché di cer­to i dati ci­ta­ti da Ca­stel­li sono in­di­scu­ti­bil­men­te rea­li ma non ne­ces­sa­ria­men­te, anzi, sono si­no­ni­mo di un an­da­men­to po­si­ti­vo, anzi. In­fat­ti come ve­dre­mo an­che quel­lo che sem­bra il dato più ecla­tan­te e in as­so­lu­to più po­si­ti­vo, il 95% del­le ope­re pub­bli­che, in real­tà non è af­fat­to così. Pri­ma di scen­de­re nel det­ta­glio ed ana­liz­za­re se­ria­men­te i dati con­te­nu­ti in quel Rap­por­to è fon­da­men­ta­le fare una pre­mes­sa di as­so­lu­ta im­por­tan­za. Esat­ta­men­te tra un mese, il 24 ago­sto 2024, ri­cor­re­rà l’ot­ta­vo an­ni­ver­sa­rio del ter­re­mo­to e del­la se­quen­za si­smi­ca che ha scon­vol­to il cen­tro Ita­lia.

Bi­so­gna sem­pre te­ner­lo bene a men­te quan­do si par­la di an­da­men­to del­la ri­co­stru­zio­ne per­ché, do­vreb­be es­se­re per­si­no ba­na­le sot­to­li­near­lo, cer­ti nu­me­ri, cer­ti dati han­no un va­lo­re e un si­gni­fi­ca­to com­ple­ta­men­te dif­fe­ren­te se rea­liz­za­ti dopo qual­che anno o se in­ve­ce dopo ben 8 anni. Par­tia­mo dal dato re­la­ti­vo ai nu­clei fa­mi­lia­ri che non sono an­co­ra rien­tra­ti a casa e che ri­ce­vo­no una qual­che for­ma di so­ste­gno dal­lo Sta­to. Al 5 lu­glio 2024 sono 11.182 (ol­tre 25 mila per­so­ne), di cui 7.943 per­ce­pi­sco­no il Cas (con­tri­bu­to au­to­no­mo si­ste­ma­zio­ne), 2.789 vi­vo­no nel­le Sae (le ca­set­te) e 441 sono i nu­clei che usu­frui­sco­no di al­tri con­tri­bu­ti. Ma se è vero che ri­spet­to al­l’an­no pre­ce­den­te (2023) ci sono 1.137 nu­clei fa­mi­lia­ri in meno che han­no che han­no an­co­ra bi­so­gno il so­ste­gno del­lo Sta­to, è al­tret­tan­to in­ne­ga­bi­le che dopo 8 anni il nu­me­ro di as­si­sti­ti è an­co­ra de­ci­sa­men­te trop­po ele­va­to e, so­prat­tut­to, che ne­gli ul­ti­mi 12 mesi è di­mi­nui­to in ma­nie­ra trop­po esi­gua (ap­pe­na il 9% in meno).

Da se­gna­la­re come il 62% dei nu­clei fa­mi­lia­ri an­co­ra bi­so­gno­si di so­ste­gno (6.937) sono nel­le Mar­che, la re­gio­ne che in­sie­me al La­zio ne­gli ul­ti­mi due anni ha mag­gior­men­te se­gna­to il pas­so, con una di­mi­nu­zio­ne di nu­clei fa­mi­lia­ri bi­so­gno­si di as­si­sten­za in­fe­rio­re al 20% ri­spet­to al 23% del­l’A­bruz­zo e al 31% del­l’Um­bria. Pas­san­do alla ri­co­stru­zio­ne pri­va­ta il dato più ecla­tan­te e si­gni­fi­ca­ti­vo con­te­nu­to nel rap­por­to è quel­lo che evi­den­zia come dopo 8 anni i la­vo­ri (per dan­ni gra­vi o dan­ni lie­vi) giun­ti alla con­clu­sio­ne, quin­di già ef­fet­tua­ti, sono poco più di un ter­zo (11.155 su 31.177, pari al 35%), men­tre re­sta an­co­ra su­pe­rio­re il nu­me­ro di pra­ti­che an­co­ra non ve­ri­fi­ca­te e ap­pro­va­te (11.278 pari al 36,1%). Ne con­se­gue che am­mon­ta­no a 19.899 le ri­chie­ste ap­pro­va­te, qua­si tut­te (19.848) con i can­tie­ri già av­via­ti o i la­vo­ri con­clu­si.

Per quan­to con­cer­ne le Mar­che com­ples­si­va­men­te sono sta­te pre­sen­ta­te 17.615 ri­chie­ste di con­tri­bu­to per la ri­co­stru­zio­ne da sog­get­ti pri­va­ti, con 11.991 (67%) ap­pro­va­te e 6.661 (37%) in­ter­ven­ti con­clu­si. Peg­gio­re, sem­pre per quan­to ri­guar­da la ri­co­stru­zio­ne pri­va­ta, la si­tua­zio­ne dal pun­to di vi­sta eco­no­mi­co, con meno di un ter­zo de­gli im­por­ti com­ples­si­va­men­te ri­chie­sti per gli in­ter­ven­ti di ri­co­stru­zio­ne con­cre­ta­men­te ero­ga­ti ed ad­di­rit­tu­ra il 38% an­co­ra da ap­pro­va­re. In­fat­ti l’im­por­to com­ples­si­va­men­te chie­sto per gli in­ter­ven­ti di ri­co­stru­zio­ne pri­va­ta am­mon­ta a 13,7 mi­liar­di ma fino ad ora sono sta­ti ap­pro­va­ti in­ter­ven­ti per 8,5 mi­liar­di e con­cre­ta­men­te ero­ga­ti solo 4,4 mi­liar­di di euro (32%).

In li­nea con i dati ge­ne­ra­li an­che le Mar­che, con un im­por­to com­ples­si­va­men­te ri­chie­sto di poco in­fe­rio­re ai 10 mi­liar­di di euro (9,6), poco più di 6 mi­liar­di di euro au­to­riz­za­ti e 3,1 mi­liar­di di euro con­cre­ta­men­te ero­ga­ti. E a pro­po­si­to di ri­sor­se con­cre­ta­men­te ero­ga­te, il ci­ta­to (da Ca­stel­li) +16,64% ri­spet­to al 2023 è un dato to­tal­men­te fuor­vian­te per­ché in real­tà nei pri­mi 5 mesi del 2024 (il rap­por­to pren­de in con­si­de­ra­zio­ne i dati fino al 31 mag­gio 2024) si as­si­ste ad un di­scre­to ral­len­ta­men­to nel­l’e­ro­ga­zio­ne dei fon­di, vi­sto che nel 2023 com­ples­si­va­men­te sono sta­ti ero­ga­ti poco meno di 1,4 mi­liar­di di euro men­tre nei pri­mi 5 mesi di que­sto anno sia­mo poco so­pra il mez­zo mi­liar­do di euro.

Pas­san­do, in­ve­ce, alla ri­co­stru­zio­ne pub­bli­ca, ana­liz­zan­do se­ria­men­te i dati con­te­nu­ti nel Rap­por­to ap­pa­re sin trop­po chia­ro che l’ot­ti­mi­smo di stam­po me­ra­men­te pro­pa­gan­di­sti­co del com­mis­sa­rio straor­di­na­rio Ca­stel­li non è per nul­la mo­ti­va­to, anzi, è al­tret­tan­to evi­den­te come la ri­co­stru­zio­ne pub­bli­ca stia se­gnan­do il pas­so (al­tro che “cam­bio di pas­so”). Per­ché il 95% di ope­re av­via­te (sul­le 3.509 pro­gram­ma­te) ci­ta­to da Ca­stel­li è mol­to ge­ne­ri­co e per più del­la metà di que­gli in­ter­ven­ti in real­tà sia­mo alla fase pre­li­mi­na­re, del­l’av­vio del­la pro­get­ta­zio­ne o ad­di­rit­tu­ra an­che più in­die­tro. E c’è una dif­fe­ren­za abis­sa­le (e il com­mis­sa­rio straor­di­na­rio non può non sa­per­lo), so­prat­tut­to in anni di at­te­sa, tra l’a­ver no­mi­na­to il Re­spon­sa­bi­le uni­co del pro­ce­di­men­to (Rup), l’a­ver av­via­to le pro­ce­du­re di af­fi­da­men­to dei ser­vi­zi di pro­get­ta­zio­ne o l’a­ver av­via­to la gara di ap­pal­to: tut­ti e tre rien­tra­no in quel 95% ma, evi­den­te­men­te, nei pri­mi due casi do­vran­no pas­sa­re di­ver­si anni pri­ma di ve­de­re av­via­ti con­cre­ta­men­te i la­vo­ri.

I dati real­men­te si­gni­fi­ca­ti­vi che fo­to­gra­fa­no fe­del­men­te la si­tua­zio­ne sono re­la­ti­vi agli in­ter­ven­ti già con­clu­si e a quel­li con la­vo­ri in cor­so, ri­spet­ti­va­men­te ap­pe­na il 12% (431 in­ter­ven­ti) e il 16% (578 in­ter­ven­ti, an­che se, a vo­ler es­se­re pi­gno­li, i la­vo­ri con­cre­ta­men­te av­via­ti sono 403, gli al­tri 175 sono an­co­ra in at­te­sa che si con­clu­da la pro­ce­du­ra di ag­giu­di­ca­zio­ne dei la­vo­ri). Ne con­se­gue che, dopo ben 8 anni, an­co­ra per il 72% (esat­ta­men­te 2.500) dei 3.509 in­ter­ven­ti di ri­co­stru­zio­ne pub­bli­ca non è sta­ta an­co­ra in­det­ta la gara per l’ag­giu­di­ca­zio­ne dei la­vo­ri. E, peg­gio an­co­ra, per poco meno del­la metà di que­gli in­ter­ven­ti (esat­ta­men­te il 46%, 1621 in­ter­ven­ti) sia­mo an­co­ra “in alto mare”, alla fase pre­li­mi­na­re o peg­gio an­co­ra, con in ben 192 casi che non è sta­ta nep­pu­re no­mi­na­to il Rup (che san­ci­sce l’av­vio del­la lun­ghis­si­ma pro­ce­du­ra), in al­tri 164 in­ve­ce è sta­to solo no­mi­na­to il Rup, in 401 casi sono sta­te av­via­te le pro­ce­du­re per l’af­fi­da­men­to dei ser­vi­zi di pro­get­ta­zio­ne, men­tre in 864 casi c’è al­me­no sta­ta l’as­se­gna­zio­ne stes­sa.

Se pren­dia­mo ad esem­pio quel­lo che sta ac­ca­den­do ad Asco­li con gli in­ter­ven­ti sul­le scuo­le, in al­cu­ni casi sono tra­scor­si pra­ti­ca­men­te 4 anni dal­l’av­vio del pro­ce­di­men­to e an­co­ra non è sta­ta in­det­ta la gara per l’af­fi­da­men­to dei la­vo­ri (e non è nep­pu­re vi­ci­na ad es­se­re in­det­ta). E se è vero che il ca­po­luo­go pi­ce­no è un mon­do a par­te, dove si pro­ce­de sem­pre con una len­tez­za che de­fi­ni­re esa­spe­ran­te è un eu­fe­mi­smo, in ogni caso, an­che a vo­ler es­ser ot­ti­mi­sti, per cir­ca la metà del­le ope­re in pro­gram­ma bi­so­gne­rà at­ten­de­re al­me­no al­tri 2-3 anni pri­ma di ve­de­re i can­tie­ri.

Quin­di, rias­su­men­do, dopo 8 anni la si­tua­zio­ne è la se­guen­te: ci sono an­co­ra ol­tre 11 mila nu­clei fa­mi­lia­ri fuo­ri casa che ri­ce­vo­no il con­tri­bu­to dal­lo Sta­to, sono sta­ti rea­liz­za­ti so­la­men­te poco più di un ter­zo (il 35%) de­gli ol­tre 31 mila in­ter­ven­ti di ri­co­stru­zio­ne pri­va­ta, men­tre ad­di­rit­tu­ra il 36,1% di ri­chie­ste sono an­co­ra an­co­ra da esa­mi­na­re, sono sta­ti por­ta­ti a ter­mi­ne ap­pe­na il 12% de­gli in­ter­ven­ti di ri­co­stru­zio­ne pub­bli­ca e so­la­men­te il 16% sono con la­vo­ri in cor­so o con ap­pal­to as­se­gna­to, men­tre il 72% è in fase di pro­get­ta­zio­ne, con ben il 46% an­co­ra in fase pre­li­mi­na­re (o ad­di­rit­tu­ra an­co­ra fer­mo al palo) che, nel­la mi­glio­re del­le ipo­te­si, non ve­drà l’av­vio dei la­vo­ri pri­ma di al­me­no 3 anni. Par­la­re di “cam­bio di pas­so” con si­mi­li dati è quan­to meno az­zar­da­to…