Dopo l’inchiesta di Fanpage su “Gioventù Nazionale”, andata in onda a “Piazzapulita”, ci si attendevano immediati interventi nei confronti dei protagonisti di quella vergogna. Invece solo silenzio e nessun provvedimento dalle sorelle Meloni e dai vertici del partito…
“Che cosa aspetta Meloni a cacciare i fascisti?”. E’ impossibile non sottoscrivere e condividere il provocatorio appello lanciato dalla segretaria del Pd Elly Schlei dal palco di piazza Santi Apostoli nel corso della manifestazione unitaria indetta dalle opposizioni unite (Italia Viva e Azione non possono essere considerate tali…) per protestare contro le riforme “spacca paese” e “spacca democrazia” che sta portando avanti il governo Meloni ma anche contro la violenza squadrista di cui è stato vittima il deputato del M5S Donno in Parlamento. Perché non bisogna essere dei fini analisti politici o dei grandi esperti di politica per capire che in realtà l’inchiesta realizzata da Fanpage, mandata in onda nel corso di “Piazzapulita”, sulla deriva fascistoide (e nazistoide) di una parte di “Gioventù Nazionale” (l’ala giovanile del partito della presidente del Consiglio) poteva rappresentare un assist, un’occasione irripetibile per la stessa Meloni e per il suo partito.
Sarebbe stato sufficiente l’intervento immediato delle sorelle Meloni, Giorgia presidente del Consiglio e Arianna responsabile della segreteria politica di FdI, e l’altrettanto immediata espulsione irrimediabile dei protagonisti di quella vergogna per mettere forse definitivamente a tacere i continui riferimenti e insinuazioni di una parte dell’informazione e delle forze politiche dell’opposizione sulla persistente attrazione tra la presidente del Consiglio e il suo partito con un certo passato. Già, sarebbe stato sufficiente ed era un’occasione unica, ma dopo una settimana non solo nessuno di quei “fascitelli” ha subito alcun tipo di provvedimento dai vertici del partito, ma né le sorelle Meloni né alcun esponente di punta di Fratelli d’Italia si sono degnati di spendere anche una sola parola su quella vergogna. E’ davvero un paese strano, paradossale e profondamente ipocrita l’Italia governata dalla destra, un mondo al contrario nel quale si continua a discutere per giorni di vicende marginali ma si ignorano fatti di estrema gravità.
Molti anni fa Travaglio definiva “armi di distrazione di massa” il modus operandi di una buona parte dell’informazione italiana che dava ampio risalto a notizie e vicende marginali e di pochissima importanza per nascondere e non affrontare seriamente quelli che erano i veri problemi del paese provocati dall’incapacità della politica. In questo caso una della principali “armi di distrazione di massa” è, non solo per gli esponenti della maggioranza di governo e per i “giornalacci” di destra, Ilaria Salis. E’ semplicemente sconcertante il contrasto che c’è tra l’autentica ossessione per la vicenda della neo eletta nel Parlamento europeo e l’imbarazzato e surreale silenzio che è calato sullo scandalo che ha colpito “Gioventù Nazionale”.
In qualche caso siamo davvero ai limiti dello stalking. Sul quotidiano on line “Libero”, ad esempio, domenica 16 giugno in prima pagina si trovavano ben 6 articoli dedicati alla Salis, mentre il giornale “La Verità” praticamente dal giorno successivo alle elezioni europee dedica l’articolo di copertina, in prima pagina, proprio alla parlamentare europea di Avs, spesso con un ardito e “farneticante” parallelo con la vicenda che ha colpito il presidente della Regione Liguria Toti, per altro non rendendosi conto (o più probabilmente fregandosene) dell’evidente contraddizione e dell’ennesima dimostrazione della “doppia morale” della destra italiana (secondo cui è giusto, anzi, sacrosanto che un governatore arrestato e incriminato per reati gravissimi contro la pubblica amministrazione debba continuare a guidare la Regione come se nulla fosse, mentre una semplice cittadina su cui gravano accuse generiche e senza alcuna prova, per 18 mesi tenuta in condizioni indecenti di prigionia in uno stato della Ue, non dovrebbe avere il diritto di essere eletta nel Parlamento europeo…).
Peccato che, poi, su quei giornali non si trovi neppure un accenno, una parola, un semplice richiamo alla scottante inchiesta di Fanpage che ha mostrato immagini inequivocabili che non lasciano spazio a dubbi sulla pericolosa deriva di una parte di Gioventù nazionale. Con “Il Secolo d’Italia” (il giornale del partito della Meloni) che addirittura ha dato ampio spazio allo scontro tra il suo direttore Italo Bocchino e la professoressa Di Cesare nel corso di “Piazzapulita”, quasi omettendo il particolare non propriamente irrilevante che a provocarlo è stato proprio la scottante inchiesta di Fanpage su “Gioventù Nazionale”. Ma l’emblema della più profonda ipocrisia e della doppia morale dell’universo della destra che governa il paese è indiscutibilmente Francesco Giubilei. Il presidente di “Nazione Futura” era ospite quando a “Piazzapulita” è stata mandata in onda per la prima volta l’inchiesta di “Fanpage” e, visibilmente in imbarazzo, non ha espresso mezza parola di biasimo, aggrappandosi a patetiche e ridicole contestazioni sul modo con il quale è stata realizzata l’inchiesta stessa.
Poi, però, due giorni dopo, nel corso di “Stasera Italia” (il talk show di Retequattro) ha lanciato un durissimo attacco contro Ilaria Salis, raccontando (ovviamente a suo modo) la biografia della neo parlamentare europea e mostrando un interesse quasi morboso nei suoi confronti, in nome di un irrinunciabile principio manicheo secondo cui chi riveste o aspira ad incarichi pubblici e istituzionali debba essere “immacolato” ed irreprensibile. Che naturalmente, però, non vale certo per i giovani fascistelli di “Gioventù Nazionale”. Si finge di dimenticare che la stessa Giorgia Meloni ha più volte pubblicamente parlato dell’ala giovanile del suo partito, portato come esempio virtuoso da seguire.
Le immagini e le affermazioni ascoltate in quell’inchiesta gettano invece pesanti ombre, almeno su una parte importante di “Gioventù Nazionale” che, non solo continua ad avere come punto di riferimento principale il fascismo e il nazismo, ma maschera strategicamente in pubblico il proprio vero volto, con precise e dettagliate indicazioni su come comportarsi e cosa tenere rigorosamente nascosto (anche libri nella propria sede storica di Colle Appio) in occasioni pubbliche e di fronte ai giornalisti. Senza contare che alcune dichiarazione di qualche esponente di punta del gruppo solleva forti dubbi anche sull’utilizzo, non propriamente lecito, di finanziamenti pubblici.
Per altro l’inchiesta di Fanpage mostra anche come alcuni esponenti di un certo rilievo di Fratelli d’Italia non solo fossero pienamente a conoscenza ma addirittura incentivassero certe pericolose farneticazioni. Di fronte alle quali i vertici del partito, in primis quell’Arianna Meloni spesso in visita nella sede di Colle Appio, avrebbero dovuto prendere immediatamente le distanze, mettendo senza esitazioni alla porta i protagonisti di quei deliri. Era un’occasione, l’ennesima, per la presidente del Consiglio, sua sorella e il suo partito per allontanare definitivamente certi fantasmi. Ancora una volta sprecata, però, con i dubbi che inevitabilmente non solo permangono ma si accentuano e ripropongono la solita domanda: ma per quale motivo Giorgia Meloni e il suo partito hanno così difficoltà a prendere le distanze da certi nostalgici deliri?
“Questa sede è l’esempio di quello che noi siamo” dichiarava Arianna Meloni in una delle sue visite alla sede di Colle Appio. Il più classico dei laspus freudiani, alla luce di quanto emerso dall’inchiesta di Fanpage e, soprattutto, dell’imbarazzato silenzio dei vertici di FdI…