Con un post sui social l’assessore regionale alla sanità Saltamartini annuncia l’inaugurazione, all’interno del Mazzoni, dell’ospedale di comunità che, però, secondo gli atti ufficiali dell’Ast è ancora in fase di progettazione e sorgerà nell’ex Luciani
Sarà anche perché è abituato con il suo segretario di partito che ha difficoltà anche con i tappi delle bottiglie di plastica, ma evidentemente l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini deve aver pensato che i cittadini ascolani devono essere degli autentici “boccaloni”. O, magari, che se in questi anni si sono bevuti senza batter ciglio alcune “bufale” imbarazzanti, come quello sullo stadio (e sulla curva sud in particolare) o, peggio ancora, sulle scuole cittadine, allora davvero gli si può raccontare e far credere qualsiasi assurdità, anche che si possa realizzare a tempo di record un ospedale dentro un altro ospedale.
I meno “boccaloni” tra i cittadini ascolani, nel leggere il post su facebook dell’assessore Saltamartini, con tanto di foto dall’alto dell’ospedale Mazzoni, avranno pensato ad un pesce di aprile in deciso ritardo oppure di essere su “Scherzi a parte”. “Domani 3 giugno 2024 inaugureremo il primo ospedale di comunità con i fondi Pnrr ad Ascoli Piceno, segnando un’inversione di tendenza sui servizi alla salute – si legge nel post di Saltamartini – Ciò consentirà di garantire assistenza sanitaria delle “cure intermedie” alle persone anche per i casi non acuti ma che cionondimeno non possono essere trattati a casa. Queste strutture avranno anche il compito di agevolare le dimissioni dagli ospedali per favorire maggiori interventi per acuti. L’ospedale di comunità di Ascoli è dotato di 16 posti letto, sarà garantita la presenza dei medici di famiglia e la gestione infermieristica con un organico di personale dedicato. Avrà a disposizione anche tutte le competenze e le professionalità del Mazzoni.
E’ uno dei primi ospedali di comunità in Italia sulla base del decreto ministeriale sull’assistenza territoriale. A questo intervento ne seguiranno molti altri in tutte le Marche. Dopo l’aumento del fondo sanitario nazionale di 3 miliardi del governo di centro destra con la Legge di bilancio 2024, è cambiata la strategia sul diritto alla salute. Nei precedenti 15 anni si è solo tagliato con la sinistra, salvo scaricare la responsabilità sui nostri governi. Adesso si puo’ giudicare dai fatti che la strada per i diritti è iniziata”. Al di là del fatto che i numeri ufficiali dicono esattamente il contrario, con il governo Meloni che ha tagliato le risorse per la sanità (che scendono dal 7 al 6,2 % del pil), in pratica secondo Saltamartini l’ospedale di comunità del capoluogo piceno, realizzato all’improvviso senza che neppure si fosse avuta notizia dell’avvio dei lavori, sarebbe stato realizzato dentro l’ospedale Mazzoni, in una sorta di surreale “genialata” di cui ci sarebbe ben poco di cui vantarsi.
Come sempre la realtà disegnata dagli atti ufficiali, gli unici che contano veramente e che sono lo specchio reale dell’operato delle amministrazioni pubbliche, è completamente differente e basta poco per rendersi conto che non c’è e non potrebbe mai esserci alcun ospedale di comunità dentro il Mazzoni. In particolare gli atti ufficiali dell’Ast 5, e in particolare una determina della direttrice generale Natalini, certificano innanzitutto che l’ospedale di comunità ad Ascoli dovrebbe sorgere all’ex Luciani, per una spesa di circa 2 milioni di euro. Pochi giorni prima dell’approvazione di quella determina ad inizio luglio 2023, era stato approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’ingegnere Silvia Piccini e la conseguente pubblicazione del bando di gara europea sulla Gazzetta Ufficiale.
Teoricamente fissato anche il cronoprogramma, 120 giorni dal momento dell’aggiudicazione della gara per l’approvazione del progetto esecutivo, 270 giorni per l’effettuazione dei lavori. Considerando anche i tempi necessariamente non brevissimi per effettuare la gara di appalto per l’assegnazione dei lavori, parliamo di almeno un anno e mezzo a partire da luglio 2023, quindi non prima del 2025. Per altro da quell’importante passaggio non si è saputo più nulla, non ci sono notizie né tanto meno atti ufficiali relativi all’eventuale approvazione del progetto esecutivo o alla predisposizione della gara di appalto per l’assegnazione dei lavori. Al di là di ogni altra considerazione, è del tutto evidente che non c’è e non può quindi essere inaugurato alcun ospedale di comunità ad Ascoli. E, come spiega con estrema chiarezza la consigliera regionale Anna Casini, quello che sarebbe stato inaugurato (il condizionale è d’obbligo visto le circostanze) è semplicemente un reparto post degenza.
“L’assessore Saltamartini dichiara con baldanza in un post che nell’ospedale Mazzoni verrà inaugurato uno dei primi ospedali di comunità finanziato con il Pnrr – afferma la Casini – già un ospedale che dovrebbe servire il territorio ubicato dentro un altro ospedale è poco credibile, ma verosimilmente l’assessore è stato male informato perché l’unico lavoro partito ad Ascoli è un reparto di degenza post acuzie realizzato nella “palazzina malattie infettive”. Qui saranno inviati i pazienti operati e non ci sarà nuovo personale assunto, ma dipendenti che verranno sottratti ai reparti già in sofferenza. Ricordo a Saltamartini che con determina della direttrice generale Natalini n. 788 del 27/09/2023 sono stati aggiudicati e affidati la progettazione definitiva ed esecutiva e la realizzazione dei lavori di realizzazione del nuovo ospedale di comunità all’ex sanatorio Luciani finanziati dal PNRR con 1.959.000 euro, lavori mai iniziati!!!!! Allora a cosa dobbiamo la gioia dell’assessore? A un’inaugurazione elettorale farlocca o la Regione ha nel frattempo deciso di non realizzare più l’ospedale di comunità al Luciani? Un reparto non può essere spacciato per un ospedale, la sanità è una cosa seria e ai cittadini deve essere detta la verità!”.
Dovrebbe essere detta la verità ma da anni vengono raccontate “favolette” per mascherare una realtà sconfortante per la sanità picena e per il sempre più derelitto ospedale cittadino. Certo è innegabile che, in questa interminabile e insopportabile campagna elettorale, simo stati costretti a vederne e sentirne di tutti i colori, ma di fronte alla surreale celebrazione di qualcosa che non c’è (e non ci sarà ancora per molto tempo), è chiaro che ormai si è toccato il fondo. Almeno si spera…