Nel programma elettorale del 2019 il sindaco aveva promesso di ricostruire e ristrutturare tutte le scuole in 3 anni ma è probabile che ce ne vorranno 10. Ed il cronoprogramma dell’Ordinanza Ascoli, tanto enfatizzato da Castelli e Fioravanti, si è rivelato “carta straccia”…
Al di là della propaganda e del legittimo tifo di parte, anche i più convinti ultras del primo cittadino sono costretti ad ammettere il clamoroso ed incontestabile fallimento dell’amministrazione Fioravanti sulla sicurezza delle scuole cittadine. Anzi, in realtà il fallimento è doppio perché l’amministrazione comunale non solo non è riuscita a mantenere (e neppure avvicinare) le promesse fatte nel programma elettorale del 2019 ma non ha neppure rispettato il cronoprogramma dell’Ordinanza Ascoli, tanto enfatizzata da Fioravanti e da Castelli. Per cercare di analizzare seriamente e provare a comprendere le ragioni di un simile clamoroso doppio fallimento non si può non partire da quello che è il più grave e il principale errore commesso dagli ultimi due sindaci del capoluogo piceno, Castelli e Fioravanti: l’improbabile project financing, un boomerang che ha fatto solo perdere tantissimo tempo.
Dopo l’ordinanza del commissario straordinario sisma del luglio 2017, che individuava le scuole oggetto di finanziamento, mentre tutti gli altri Comuni del cratere avviarono subito l’iter per la progettazione dei vari interventi, quello di Ascoli ha perso tempo dietro un improbabile project financing proposto da un gruppo di costruttori locali, chiaramente non praticamente perché in contrasto con le norme vigenti. Nonostante tutto, però, l’allora sindaco Castelli il 27 dicembre 2018 ha deciso di approvarlo e portarlo avanti, dando il via ad un poco edificante teatrino, con continue richieste di pareri e di impossibili deroghe alle norme in vigore. Dalla presidenza del Consiglio al Mef, dall’Anci allo stesso commissario sisma le risposte sono sempre state le stesse, nessuna deroga e, quindi, project financing impraticabile. Eppure prima Castelli, poi il suo successore Fioravanti (eletto a maggio 2019) hanno testardamente e colpevolmente insistito, ignorando le norme e i tutti i pareri negativi.
Solo un anno dopo, il 14 maggio 2020, con delibera di giunta comunale n. 77 finalmente il project financing è stato definitivamente accantonato per la non fattibilità “ai sensi e per gli effetti dell’articolo 183 comma 15 del d.lvo 50/2016 ed articolo 2 dell’ordinanza del commissario straordinario 47/2018”. Cioè di due norme che erano già in vigore sia quando il progetto dei privati è stato approvato e fatto proprio dal sindaco Castelli, sia quando il subentrato primo cittadino Fioravanti ha comunque deciso di portarlo avanti. Un errore inaccettabile, reso ancora più grave dal fatto che, fino a che il project non è stato ritirato, il Comune non si è preoccupato neppure di effettuare le indispensabili verifiche di vulnerabilità sismica (in assenza delle quali è impossibile programmare qualsiasi tipo di intervento) che, per altro, secondo un decreto del primo governo Conte dovevano essere effettuate tassativamente entro il 31 agosto 2018. Accantonato il project financing, è trascorso un ulteriore anno (marzo 2021) prima di avere finalmente le tanto attese verifiche che, come prevedibile, hanno confermato lo stato tutt’altro che rassicurante delle scuole cittadine.
In un simile contesto, solo uno sprovveduto del tutto ignaro della situazione o chi si diverte a prendere in giro i cittadini ascolani (e francamente è difficile stabilire quale delle due è l’ipotesi peggiore) poteva fare una promessa come quella messa “nero su bianco” da Fioravanti nel programma elettorale presentato nel 2019: “in 3 anni l’obiettivo sarà quello di buttare giù tutte le scuole che sono danneggiate e ristrutturare quelle con danni lievi”. Obiettivo miseramente e irrimediabilmente fallito, visto che dopo 3 anni non solo non era stata ricostruita o ristrutturata alcuna delle scuole oggetto del finanziamento del primo decreto del commissario straordinario ma, addirittura, in nessuno di quegli stessi edifici erano neppure partiti i lavori.
E le cose non sono migliorate di molto 2 anni dopo perché, alla conclusione del primo mandato da sindaco di Fioravanti, siamo ancora in alto mare, con i lavori completati (in clamoroso ritardo e con non pochi problemi che sono emersi successivamente) solo per la scuola di Poggio di Bretta e avviati esclusivamente per la scuola Cagnucci (con conclusione prevista, da contratto, entro maggio 2025). Per quanto concerne le altre scuole, le prossime settimane dovrebbero partire i lavori all’Infanzia e Primaria Tofare, mentre devono ancora essere approvati i progetti esecutivi per la scuola media Massimo D’Azeglio, per la Primaria Don Giussani di Monticelli e per il Polo scolastico Cantalamessa. Addirittura più indietro, ancora alla fase iniziale della progettazione, il Polo scolastico Ceci, la scuola Don Bosco-San Filippo e la palestra della Materna San Filippo.
Discorso a parte va fatto per la scuola Malaspina il cui iter progettuale è stato il primo a partire quasi 4 anni fa (luglio 2020) ma di cui ora non si hanno più notizie, nonostante il sindaco Fioravanti, nel corso del Consiglio comunale del novembre 2022, aveva annunciato che la gara di appalto per l’affidamento dei lavori di adeguamento sismico di quella scuola sarebbe stata fatta a gennaio 2023, con i lavori stessi che sarebbero partiti entro l’estate successiva (stessa tempistica per le scuole Cagnucci e Tofare). A quelle va aggiunta la scuola media Don Giussani Monticelli, chiusa perché inagibile dopo il terremoto, oggetto di un finanziamento differente e inaugurata nel settembre scorso, con estremo e inspiegabile ritardo rispetto ai tempi previsti, e comunque con ancora diverse criticità irrisolte.
Considerato l’attuale stato delle scuole e considerando i tempi lunghissimi del Comune di Ascoli per ogni passaggio dell’iter di ogni intervento, quello che il sindaco Fioravanti aveva promesso di completare in 3 anni probabilmente non verrà terminato neppure in 10, cioè nel corso del suo probabilissimo secondo mandato. Non bisogna, poi, dimenticare che nel programma elettorale del 2019 l’attuale primo cittadino aveva anche promesso di “mettere subito al sicuro i bambini e la loro crescita attraverso sedi pubbliche temporanee e protette” che, però, dopo 5 anni non sono state ancora neppure individuate. E’, poi, importante ricordare l’indecente manfrina messa su dallo stesso Fioravanti e dal suo predecessore Castelli, all’epoca assessore regionale, intorno alla famosa Ordinanza Ascoli (n. 3 del 6 maggio 2021).
“L’Ordinanza ci permetterà di accelerare e semplificare gli interventi di adeguamento e ricostruzione degli edifici danneggiati dal sisma” annunciava allora il sindaco Fioravanti sottolineando come il cronoprogramma (“verrà preso da esempio e diventerà un riferimento anche per altri Comuni” prevedeva allora il primo cittadino) previsto per ogni intervento dall’Ordinanza stessa avrebbe permesso di guadagnare e ridurre notevolmente i tempi. Come avevamo previsto, quel cronoprogramma (e, di conseguenza, quell’Ordinanza) si è rivelato “carta straccia”, con i tempi fissati per ogni intervento del tutto irreali per il Comune di Ascoli.
Basterebbe pensare, ad esempio, che per la citata scuola Malaspina complessivamente (dall’avvio della progettazione al termine dei lavori) era previsto un anno e mezzo di tempo (19 mesi), mentre come abbiamo visto dopo 4 anni dall’avvio dell’iter non siamo ancora neppure arrivati alla gara di appalto. Per non parlare della scuola Massimo D’Azeglio per la quale il cronoprogramma dell’Ordinanza prevedeva un tempo complessivo di 2 anni (25 mesi), mentre in concreto dopo 2 anni e mezzo ancora non è stato neppure approvato il progetto esecutivo. E se qualcuno aveva ancora dubbi in proposito, a spazzarli via definitivamente ci ha pensato l’intervento da poco avviato alla Primaria Cagnucci di via Napoli. Per il cronoprogramma dell’Ordinanza complessivamente doveva durare 11 mesi, nella realtà dopo oltre 2 anni dall’avvio della progettazione si è arrivati all’avvio dei lavori che, da contratto di appalto, da soli dovrebbero durare 15 mesi (450 giorni).
Potremmo proseguire ancora a lungo, ricordando l’incredibile pioggia di proclami e i ripetuti cronoprogrammi annunciati dal sindaco e tutti puntualmente disattesi. O anche le tante situazioni paradossali che si sono succedute in questi anni, con indagini e verifiche “propedeutiche” alla progettazione fatte effettuare… anni dopo aver avviato la progettazione stessa. Ciò che è certo e indiscutibile è che, almeno in questo campo, il sindaco Fioravanti ha fallito clamorosamente. E che i nostri ragazzi continuano, e continueranno ancora a lungo, a frequentare istituti scolastici per nulla sicuri. Come al solito, non resta che affidarci a Sant’Emidio…