L’imbarazzante show della Meloni tra autogol e fake news istituzionali


Nella sua rubrica social Giorgia Meloni attacca la Schlein sul lockdown per il covid dimenticando che lei per prima aveva invocato la chiusura e che nel nuovo piano pandemico approvato dal suo governo è previsto proprio il lockdown. Ancora più imbarazzante il teatrino sulla Rai

La caratteristica che più mi affascina del signor presidente Giorgia è la capacità di dire tutto e il contrario di tutto sfruttando l’ignoranza dei suoi elettori. Sa che dall’altra parte ci sono un sacco di minchioni e li tratta esattamente come li trattava Wanna Marchi”. Così il giornalista Fabio Salamida ha commentato l’ennesimo indecoroso e vergognoso show della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, a poche settimane dalle elezioni europee, ha riesumato la rubrica social “Gli appunti di Giorgia” per attaccare e sbeffeggiare l’opposizione e le associazioni di stampa in merito alle gravi ingerenze del governo sulla tv pubblica, dedicando poi un capitolo di quell’insulso teatrino anche a “La7”.

Uno spettacolo semplicemente imbarazzante, ancor più se messo in scena da chi riveste una così alta carica istituzionale, che ha avuto il culmine con l’attacco della Meloni ad Elly Schlein. “La segretaria del Pd ha detto di recente che in questo anno e mezzo starei cancellando la libertà delle persone, accusa singolare per chi ha votato i provvedimenti per chiudere la gente in casa nella pandemia sui quali noi eravamo contrari” ha dichiarato la presidente del Consiglio con chiaro riferimento al passato recente nel periodo della pandemia da covid, con il conseguente lockdown.

Al di là del fatto che in quel periodo la Schlein non solo non aveva alcun incarico o ruolo all’interno del governo, ma addirittura non era neppure in Parlamento, quindi non ha votato alcun provvedimento (a decretare il lockdown fu il secondo governo Conte, tanto che l’allora presidente del Consiglio ha subito risposto alla Meloni: “cosa c’entra la Schlein? Non ha avuto alcun ruolo, Giorgia confrontati con me”), è davvero sconcertante la capacità che la Meloni ha di stravolgere la realtà, di raccontare spudoratamente “balle”, confidando sulla scarsissima memoria degli italiani e sulla cieca fedeltà dei suoi seguaci più fedeli, pronti a bersi qualsiasi cosa, anche contro ogni evidenza, senza dimenticare l’indecente comportamento di gran parte dell’informazione.

Perché in un paese civile, a prescindere dall’appartenenza e dalla simpatia per questo o quello schieramento, un’informazione che svolge in maniera seria e adeguata il proprio compito avrebbe subito smascherato la palese bugia della presidente del Consiglio, ricordando come in realtà la Meloni, addirittura prima ancora che il governo decidesse di attuare il lockdown, chiedeva a gran voce la chiusura. “Numero di contagi e morti continua a salire. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza il 31 gennaio ma non sono seguite decisioni conseguenziali e il contagio si è diffuso. Il virus non va inseguito ma anticipato. Bisogna chiudere tutto salvo farmacie, alimentari e servizi essenziali” scriveva sui social a fine febbraio Giorgia Meloni.

Che, poi, pochi giorni dopo, ad inizio marzo, mentre il governo Conte era ancora titubante sul lockdown insisteva: “dopo che l’Oms ha definito l’emergenza coronavirus una pandemia credo che il governo dovrebbe fare un ulteriore approfondimento sulla nostra proposta di chiudere tutto”. Altro che contraria, quindi, l’attuale presidente del Consiglio invocava il lockdown quando ancora il governo era titubante e non aveva deciso di chiudere tutto ed è semplicemente vergognoso che ora tenti di ribaltare e raccontare un’altra realtà. Non solo, la Meloni era favorevole allora al lockdown, anzi lo invocava con insistenza, e nei fatti ha dimostrato di considerare tuttora la chiusura un provvedimento necessario in determinate situazioni. Infatti a gennaio 2024 è scaduto il precedente piano pandemico e il governo Meloni ha predisposto il nuovo piano che basa le azioni di contrasto di un’eventuale futura pandemia su due cardini fondamentali: vaccini e lockdown.

Si legge, infatti, nel nuovo piano che i vaccini sono “le misure preventive più efficaci, contraddistinte da un rapporto rischio beneficio significativamente favorevole”, mentre si prevede che in condizioni emergenziali possa essere “necessario imporre limitazioni alle libertà dei singoli individui al fine di tutelare la salute della collettività”. Sempre in quella rubrica, la presidente del Consiglio ha nuovamente respinto le accuse sull’occupazione della tv pubblica (TeleMeloni), sostenendo che le accuse sulla Rai “sono solo fake news di una sinistra che, essendo impegnata ad occupare la televisione, pensa che gli altri siano come lei. Ma poiché noi siamo molto, e orgogliosamente, diversi dalla sinistra, abbiamo già smontato questa bufala dati alla mano”. La Meloni fa riferimento ad un suo precedente intervento ad un evento organizzato da “La Verità” nel quale aveva affermato che secondo i dati dell’Osservatorio di Pavia il suo governo sarebbe quello che ha avuto meno spazio nel Tg1 rispetto ai precedenti governi Conte e Draghi.

Anche in questo caso, come certificato in maniera inequivocabile da “Pagella Politica”, a diffondere fake news è solamente la presidente del Consiglio che utilizza un dato, per altro parzialissimo, per costruire una realtà che non esiste, anzi, completamente opposta. Per intenderci, nel monitoraggio che da anni effettua l’Osservatorio di Pavia lo spazio dei tg nei confronti del presidente del Consiglio (e di ogni altro esponente politico) viene suddiviso in “tempo di presenza”, che indica il tempo in cui l’esponente politico parla direttamente, e in “tempo totale”, che indica l’attenzione complessiva che un tg dedica ad un singolo politico (sia che parli direttamente che altri parlino delle sue iniziative o affermazioni). Ed in effetti, limitatamente al “tempo di presenza” solamente del tg1, i precedenti presidenti del Consiglio, Draghi e Conte, hanno avuto uno spazio leggermente maggiore rispetto a quello riservato alla Meloni che, però, sempre nei tg1, sbaraglia nettamente i precedenti presidenti del Consiglio quanto a “tempo totale” (che poi, come è ovvio, è il dato realmente rilevante).

Soprattutto, però, se si estende il monitoraggio a tutti i telegiornali Rai (tg1, tg2, tg3) la differenza, a vantaggio dell’attuale presidente del Consiglio, è imbarazzante. Nei suoi primi 14 mesi di governo la Meloni ha una media mensile di 376,1 minuti di tempo totale sui tre tg Rai che non ha eguali neppure nel periodo del covid (in quei mesi Conte aveva una media mensile di 350 minuti) e clamorosamente superiore alla media dei governi Conte (286 minuti) e Draghi (264,1 minuti). Si potrebbe aggiungere che non bisogna essere dei grandi esperti di tv per comprendere che, quando si parla di forte ingerenza del governo sulla tv pubblica, ovviamente non si fa riferimento solo ai tg ma ad un contesto più ampio e sarebbe sufficiente ricordare la vicenda Scurati, ma anche l’esodo di massa più o meno volontario dalla Rai, per capire di cosa stiamo parlando.  

Ma sono ampiamente sufficienti e inequivocabili quei dati dell’Osservatorio di Pavia per certificare che effettivamente è quanto mai pertinente parlare, a proposito della Rai, di “TeleMeloni” e che la presidente del Consiglio continua in proposito a diffondere fake news. Come giustamente sostiene Salamida, evidentemente sicura di poter trattare i propri più fedeli sostenitori come poveri “allocchi”…

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