Flop promozione turistica: un milione di euro per confermarsi “fanalino di coda” delle Marche
Grazie al “Programma Iti From Past to smart” il Comune di Ascoli ha ricevuto più di un milione di euro per “promuovere sotto il profilo turistico e culturale il patrimonio e l’attrattività”. Senza, però, ottenere risultati concreti in termini di arrivi e presenze turistiche…
C’è una certa similitudine tra quanto sta accadendo all’Ascoli calcio in questa difficile stagione e quello che succede al Comune di Ascoli in tema di turismo. Infatti da una parte i bianconeri si ritrovano al penultimo posto in classifica dopo aver acquistato 15 nuovi giocatori, dall’altra il Comune continua ad essere il fanalino di coda delle Marche per quanto riguarda il turismo nonostante negli ultimi tempi abbia speso quasi un milione di euro per la promozione del capoluogo piceno. Logica vuole, in entrambi i casi, che evidentemente qualcosa non è andato come doveva, che quei soldi sono stati spesi in maniera non adeguata e non consona all’obiettivo che ci si prefiggeva di raggiungere (un campionato tranquillo per l’Ascoli, un forte incremento di turisti per la città).
Per quanto riguarda l’amministrazione comunale, però, c’è l’aggravante che questa era davvero un’occasione unica, probabilmente irripetibile, perché neppure un euro di tutti quei soldi spesi in maniera così poco utile alla causa arrivava dalle proprie casse ma da finanziamenti regionali e statali. In altre parole l’amministrazione comunale ha gettato al vento e mal utilizzato, almeno sulla base dei numeri e dei dati ufficiali, un consistente “regalo” che difficilmente potrà riottenere a breve. Nello specifico i fondi erano quelli elargiti nell’ambito del “Programma Iti From Past to smart”, finanziato con le risorse del Por Fesr Marche 2014/2020, asse 8 azione 30.1 “intervento di promozione integrata del patrimonio e dell’attrattività territoriale”.
Intervento e conseguente progetto di promozione che ora si sono chiusi, con la determina n. 4234 del 23 novembre scorso, pubblicata nei giorni scorsi sull’albo pretorio on line, che ha tracciato un bilancio conclusivo, fornendo l’elenco dettagliato su come sono stati utilizzati quei fondi e ripercorrendo tutto l’iter dell’intervento. Dal quale emerge innanzitutto che l’amministrazione comunale ha ottenuto quei fondi ottenendo il secondo posto nel bando regionale di fine 2015 con la “Strategia urbana sostenibile” denominata “From Past to smart” articolata in 7 azioni. Lo schema di convenzione tra Comune e Regione (rispettivamente con alla guida il sindaco Castelli e il governatore Ceriscioli) è stato approvato a fine 2017, poi, in considerazione delle conseguenze provocate nel territorio e nel capoluogo piceno prima dalla crisi sismica, poi dalla pandemia da coronavirus, si è provveduto a ridefinire il programma, con ulteriori risorse che sono confluite in quel fondo.
Così alla fine il Comune di Ascoli ha avuto a disposizione risorse per oltre un milione di euro (per l’esattezza 1.026.500 euro) per “promuovere sotto il profilo turistico e culturale il patrimonio e l’attrattività” del capoluogo piceno. Prima di analizzare nel dettaglio come sono stati utilizzati quei fondi, un paio di doverose puntualizzazioni. La prima, per certi versi la più sconcertante ma, allo stesso tempo, molto significativa, è che l’amministrazione comunale per la promozione della città non ha neppure speso tutti i fondi che aveva ricevuto, visto che alla fine risultano impegnati 838.276,53 euro, quasi 200 mila euro di quelli previsti. Detto che neppure le città che sono ai vertici e che hanno la fortuna di avere centinaia di migliaia di turisti ogni anno sarebbero così miopi e stolte da rinunciare ad una simile somma per la promozione, è davvero incredibile che l’amministrazione comunale, con il capoluogo piceno desolatamente ultimo e con un numero sempre così risibile di turisti, non abbia trovato il modo per investire in promozione tutta la somma che aveva a disposizione.
La seconda è che ovviamente non è sufficiente investire tanti soldi in promozione per ottenere risultati concreti, bisogna saper programmare, conoscere alla perfezione il mercato o i mercati a cui ci si intende rivolgere, le azioni che si ritiene che possano portare concreti frutti, avere la capacità di monitorare costantemente il programma e il progetto che si stanno portando avanti per valutare in concreto se è in grado di fornire i risultati sperati e, in caso negativo, saper correggere rapidamente la rotta. Infine, cosa banale ma quanto mai indiscutibile, i concreti effetti della promozione si verificano attraverso i numeri e i dati ufficiali, non certo con proclami e annunci basati sul nulla. E, purtroppo, nel caso in questione i risultati, sotto forma di numeri del turismo, sono semplicemente sconfortanti.
Andando ad analizzare nel dettaglio quanto accaduto, sulla base di quanto stabilito nelle delibere di giunta comunale n. 110 del 23 giugno 2020 e n. 41 del 10 febbraio 2022, i fondi a disposizione sono stati ripartiti in otto azioni: A) servizio di supporto per profilatura impronta emozionale contesto urbano (46.985,25 euro); B) servizi di supporto alla strutturazione di un sistema di monitoraggio integrato delle diverse iniziative di promozione e sensibilizzazione intraprese per verificarne l’efficacia e le eventuali azioni correttive, funzionali a raggiungere i risultati programmati (46.840,68 euro); C) assistenza al RUP (30.500 euro); D) celebrity marketing (85.400 euro); E) video per promozione integrata patrimonio urbano (121.390 euro); F) pianificazione media (337.881,17 euro); G) revisione del portale Visitascoli.it ( 89.981,10 euro); H) partecipazioni a eventi, fiere, convegni (79.300 euro).
La spesa più consistente (40% di quanto complessivamente investito) ha riguardato la pianificazione media, un calderone all’interno del quale si possono trovare un numero consistente di inserzioni promozionali su giornali e riviste ma anche la realizzazione di spot promozionali per tv locali e nazionali, oltre al “famoso” contratto di ambassador per la figlia del presidente dell’Ente Quintana (vedi articolo “Promozione turistica, incarichi creativi in Comune”) e il servizio di storytelling della città (in fondo all’articolo l’elenco completo di tutte le iniziative). Spesa consistente anche per la realizzazione di video (alcuni inseriti all’interno dell’azione “pianificazione media”), mentre sarebbe interessante sapere in concreto come sono stati effettuati il monitoraggio integrato e l’assistenza al Responsabile del procedimento (Rup), visto che complessivamente per queste due azioni sono stati spesi oltre 75 mila euro.
Stendendo un velo pietoso sugli 89 mila euro per la revisione di Visitascoli (basterebbe pensare che ancora oggi, a ridosso di Natale, tra gli eventi in primo piano sul portale ci sono la Quintana e la festa di Sant’Emidio), è davvero sconcertante scoprire che i 79 mila euro per la partecipazione ad eventi e fieri sono stati interamente impiegati per partecipare all’edizione 2022 del Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione che, evidentemente, con la promozione del territorio c’entra poco o nulla. Per quanto riguarda il “celebrity marketing” si fa riferimento al testimonial scelto dal Comune, Massimiliano Ossini. Sarebbe, però, interessante che l’amministrazione comunale spiegasse in che modo Ossini svolge il proprio ruolo di testimonial, al di là dei manifesti della Quintana, e soprattutto che tipo di riscontri ci sono, quanto un simile testimonial incida concretamente sulla crescita del turismo.
Discorso che naturalmente andrebbe allargato anche alle altre iniziative promozionali, alla promozione su giornali e riviste che, invece, sembra essere fatta “un tanto al chilo” senza alcuna strategia concreta, senza obiettivi reali e perseguibili. D’altra parte i numeri ufficiali del turismo nel capoluogo piceno sono impietosi e certificano in maniera inequivocabile e indiscutibile come questa campagna promozionale non abbia sortito gli effetti sperati. Perché Ascoli resta fanalino di coda delle Marche, al 19° posto nella classifica regionale degli arrivi e al 24° posto in quella delle presenze. Nell’anno in cui è stato indetto il bando che ha portato ad un simile finanziamento (2015), il capoluogo piceno aveva fatto registrare 42.647 arrivi e 174.833 presenze.
Poi, naturalmente, c’è stato il terremoto, la pandemia da covid ma nel 2022 praticamente tutti i principali comuni delle Marche sono tornati ai livelli pre terremoto (e pre pandemia). Tutti tranne Ascoli che nel 2022 si è fermata a 36.803 arrivi e 74.251 presenze. A dimostrazione che investire nella promozione è importante ma non è sufficiente e, anzi, se non c’è una seria e concreta programmazione alla fine si rischia solamente di sprecare soldi pubblici…