La capitale dei pasticci e delle farse


Non rispettata la scadenza del 24 febbraio, per la fine dei lavori sul ponte di San Filippo bisogna attendere il prossimo 30 marzo, secondo l’indicazione all’ingresso del cantiere. Intanto va in scena l’ennesima puntata della telenovela sulle strutture scolastiche temporanee

Vatti a fidare degli atti ufficiali del Comune di Ascoli! Venerdì 24 febbraio, nel primissimo pomeriggio, ci siamo diretti verso la zona di San Filippo per poter finalmente immortalare il ponte nel suo splendore, al termine dei lavori che l’hanno tenuto chiuso dall’estate scorsa. Non speravamo certo che fosse già transitabile dalle auto, ma non avevamo dubbi che i lavori fossero terminati. La determina n. 434 del 12 febbraio scorso non lasciava dubbi in proposito, visto che stabiliva “di prorogare l’ultimazione dei lavori fissando il nuovo termine nel giorno 24/02/2023”. Certo, sappiamo che le scadenze per il Comune di Ascoli contano poco più di zero (o forse anche meno), però visto il brevissimo intervallo che intercorreva tra la determina e la nuova scadenza dei lavori fissata dalla determina stessa (12 giorni), era logico pensare che non ci sarebbe stato un ulteriore slittamento. “Perché in caso contrario – avevamo scritto solo qualche giorno fa nell’articolo “Attesa terminata, tutto pronto per la riapertura del ponte di San Filippo (forse)” –  non ci sarebbero più parole per definire l’incapacità amministrativa di questa amministrazione comunale”.

Ebbene il “caso contrario” puntualmente si è verificato, i lavori al ponte di San Filippo sono ben lungi dall’essere terminati. In realtà già il giorno precedente la scadenza del 24 febbraio un nostro affezionato lettore ci aveva inviato alcune foto scattate il giorno stesso che non lasciavano dubbi e mostravano come i lavori fossero lontani dal terminare. Però, visto che le sorprese in queste circostanze non finiscono mai, basta recarsi all’imbocco del cantiere per scoprire che la nuova scadenza fissata per la fine dei lavori è il 30 marzo 2023, quasi 40 giorni dopo. Per altro non si può fare a meno di sottolineare la paradossale assurdità del cartellone posizionato all’inizio del cantiere dove, appunto, è riportata la nuova data di fine lavori (30 marzo).

Perché in quel cartellone c’è anche scritto che i lavori sono iniziati il 22 agosto 2022 e che la loro durata complessiva è fissata in 161 giorni. E, almeno per la matematica, al 30 marzo saranno passati ben 221 giorni. Al di là di questo particolare non certo irrilevante, siamo di fronte ad una situazione a dir poco surreale. Evitando, per decenza, di ricordare i paradossali proclami e annunci ripetuti per mesi dall’amministrazione comunale e dai suoi fedeli cantori (l’informazione locale), che continuavano a parlare di “lavori che accelerano”, rileggendo la determina del 12 febbraio la vicenda assume i contorni di un’autentica farsa.

Perché in quella determina viene riportato che l’impresa che sta effettuando i lavori l’’8 febbraio aveva chiesto una proroga rispetto alla scadenza fissata per il termine dei lavori (già slittata dal 30 gennaio al 14 febbraio) di 20 giorni, quindi il 6 marzo. “Il sottoscritto direttore dei lavori – si legge ancora nella determina n. 434 – ritiene che le motivazioni che causano ritardi dei lavori siano in parte imputabili all’impresa. Nello specifico, si denotano rallentamenti dovuti alle operazioni di controllo e riparazione dei sottoservizi ed alle cattive condizioni metereologiche come da verbale del coordinatore della sicurezza datato 14/12/2023. Pertanto, si ritiene di rilasciare ulteriori 10 (dieci) giorni di proroga all’Appaltatore”.

Quindi per l’amministrazione comunale, che pure ritiene che il ritardo è in parte responsabilità dell’impresa stessa, una proroga di 10 giorni era considerata ampiamente sufficiente. Come è possibile, allora, che, arrivati alla nuova scadenza, addirittura ora si stabilisce un ulteriore slittamento di 36 giorni, per altro in assenza in qualche atto ufficiale del Comune che ne spieghi le ragioni?  Per altro ad oggi (lunedì 27 febbraio) non risulta alcun atto ufficiale del Comune, una delibera o una determina, che certifichi l’ulteriore slittamento della conclusione dell’intervento, spiegandone le ragioni.

Nei giorni in cui il sindaco Fioravanti, con un surreale video pubblicato sui social, millantava accelerazioni nella realizzazione dei lavori e i suoi fedeli cantori si lanciavano in previsioni ultra ottimistiche, prefigurando addirittura una conclusione anticipata rispetto alla scadenza fissata inizialmente (30 gennaio 2023), eravamo gli unici a sostenere che, nella migliore delle ipotesi, il nuovo ponte avrebbe visto la luce (la riapertura) per fine marzo. E non perché abbiamo doti da veggenti, semplicemente perché la realtà dei fatti era già allora sin troppo chiara.

In attesa di verificare se almeno questa ulteriore nuova scadenza verrà rispettata (quale giustificazione migliore del maltempo di questi giorni, che dovrebbe proseguire ancora per un po’, per allungare ulteriormente i tempi…), resta lo sconcerto per l’ennesima imbarazzante telenovela del Comune di Ascoli. Che diventa profondo sconforto di fronte a quella che è addirittura riduttivo definire una vergognosa farsa, la ricerca delle sedi temporanee scolastiche dove dirottare gli studenti quando inizieranno i lavori nelle scuole. Un teatrino indecoroso che si trascina dall’insediamento del sindaco che, a fine 2019, rispondendo ad un’interrogazione sul tema in Consiglio comunale, aveva assicurato che il problema sarebbe stato risolto per l’inizio dell’anno scolastico 2020-2021.

Sorvolando per decenza sull’infinita serie di annunci, avvisi, bandi, tutti miseramente falliti, nel novembre scorso, dopo che pochi giorni prima in Consiglio comunale il sindaco aveva spiegato che probabilmente si sarebbero trovate soluzioni interne e, quindi, non ci sarebbe stata più alcuna necessità di fare nuovi avvisi, a sorpresa veniva indetta una procedura di dialogo competitivo (con determina n. 3881 del 23 novembre) per la ricerca delle sedi temporanee per le scuole Malaspina, Don Bosco, San Filippo e D’Azeglio, con scadenza 13 dicembre 2022. Naturalmente anche quella data è trascorsa senza che si sapesse nulla, poi nei giorni successivi è emerso che era intervenuta l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) per chiedere chiarimenti sulla procedura.

Nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine, però, Fioravanti aveva assicurato che tutto si era risolto e che ad inizio anno la procedura si sarebbe sbloccata. Ovviamente, tanto per cambiare, non se ne è saputo più nulla fino al 22 febbraio scorso quando, con determina n. 544, è stata indetta una nuova procedura di dialogo competitivo. Ma perché mai c’è bisogno di indire una nuova procedura? Il mistero viene svelato dalla stessa determina n.544 che svela che in realtà la precedente procedura (quella indetta il 23 novembre scorso) era stata annullata il successivo 5 dicembre, dopo la richiesta di chiarimenti dell’Anac, con determina n. 4066. Ma, allora, come faceva il sindaco Fioravanti a fine anno ad assicurare che ad inizio 2023 si sarebbe sbloccata una procedura che in realtà non esisteva? Chissà, magari il primo cittadino non è poi così aggiornato su quanto avviene in Comune…

L’apice del paradosso, però, si raggiunge quando nella determina viene sottolineato che “il programma di recupero degli edifici scolastici comunali danneggiati dagli eventi sismici è ancora in fase di completamento”. E, di grazia, quando mai sarebbe iniziato, visto che ancora siamo in attesa dell’approvazione del progetto esecutivo dei primi interventi (che doveva arrivare a dicembre 2022…). Ma se quella sulle scuole è ancora destinata a tenerci compagnia a lungo, una nuova stucchevole farsa è probabile che ci terrà compagnia per diversi anni ancora, quella relativa alla ricostruzione della curva sud.

In questo caso a rendersi oltre modo ridicoli più che l’amministrazione comunale sono i fedeli cantori delle gesta del sindaco (i quotidiani locali), che nei giorni scorsi hanno tutti titolato trionfanti (qualcuno se ne è passato decisamente con l’entusiasmo) sull’aggiudicazione del progetto per la curva sud che, da contratto (come se contasse qualcosa…), dovrebbe essere pronto addirittura ad inizio aprile.

Peccato, però, che sarebbe stato sufficiente leggere la determina in questione, la n. 563 del 23 febbraio, per scoprire che in realtà si tratta solamente del progetto di fattibilità tecnica ed economica (PFTE). Ed è importante ricordare a chi lo sapesse (magari anche alcuni di quegli organi di informazione…) che l’iter per la realizzazione delle opere pubbliche prevede diversi livelli di progettazione, il primo dei quali è proprio il PFTE. Quindi siamo ancora al primo atto di una lunghissima strada che dovrà poi portare al progetto definitivo e all’ultimo livello, quello del progetto esecutivo, che poi sarà alla base della gara per l’affidamento dei lavori. In altre parole sarebbe già un miracolo se il progetto per la nuova curva fosse pronto per aprile… 2024!

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