Er­ro­ri e in­ge­nui­tà con­dan­na­no l’A­sco­li


Con­tro la ca­po­li­sta Par­ma i bian­co­ne­ri per un’o­ra di­spu­ta­no una buo­na pro­va ma re­ga­la­no tre gol con una se­rie in­cre­di­bi­le di er­ro­ri di­fen­si­vi ed in­ge­nui­tà. Si sal­va solo Qua­ran­ta nel pac­chet­to ar­re­tra­to bian­co­ne­ro, so­li­ti pro­ble­mi a cen­tro­cam­po

Non si può spe­ra­re di por­ta­re a casa un ri­sul­ta­to po­si­ti­vo se, di fron­te ad una squa­dra già for­tis­si­ma, si com­met­to­no er­ro­ri in se­rie. E’ que­sta la sin­te­si del­la par­ti­ta Asco­li – Par­ma, con la vit­to­ria del­la ca­po­li­sta che ha mes­so fine alla stri­scia po­si­ti­va di 5 par­ti­te dei bian­co­ne­ri. Che han­no ina­nel­la­to una se­rie di er­ro­ri (anzi, sa­reb­be me­glio de­fi­nir­li or­ro­ri) im­pres­sio­nan­te che han­no spia­na­to la stra­da alla for­ma­zio­ne di Pec­chia. Per­de­re con­tro la squa­dra più for­te del cam­pio­na­to, che da cen­tro­cam­po in su ha una rosa qua­li­ta­ti­va­men­te im­pres­sio­nan­te, ci può sta­re. Re­sta, però, il ram­ma­ri­co per come è ma­tu­ra­ta la scon­fit­ta, per aver per­mes­so al Par­ma di por­ta­re a casa i tre pun­ti pra­ti­ca­men­te sen­za al­cu­no sfor­zo, con i du­ca­li che si sono li­mi­ta­ti a sfrut­ta­re in ma­nie­ra ci­ni­ca i gen­ti­li omag­gi del­l’A­sco­li.

Per cer­ti ver­si è sem­bra­to di ri­ve­de­re la par­ti­ta di Lec­co, solo con i bian­co­ne­ri nel ruo­lo che la set­ti­ma­na pri­ma ave­va re­ci­ta­to la squa­dra lom­bar­da e il Par­ma nei pan­ni ve­sti­ti dal­l’A­sco­li la set­ti­ma­na pri­ma. Un pec­ca­to per­ché com­ples­si­va­men­te, or­ro­ri a par­te, la for­ma­zio­ne di Via­li ha for­ni­to una pre­sta­zio­ne più che suf­fi­cien­te, no­no­stan­te i so­li­ti pro­ble­mi a cen­tro­cam­po. Que­sta vol­ta l’al­le­na­to­re bian­co­ne­ro ave­va ini­zial­men­te schie­ra­to Di Tac­chio, Gna­ho­rè e Ca­li­ga­ra, con Fal­ze­ra­no in po­si­zio­ne più avan­za­ta, qua­si af­fian­ca­to a Pe­dro Men­des. Ed in­di­scu­ti­bil­men­te il mi­glio­re del pac­chet­to di cen­tro­cam­po è ri­sul­ta­to Ca­li­ga­ra, ol­tre al bel gol mes­so a se­gno mol­to ef­fi­ca­ce con i suoi lun­ghi lan­ci a sal­ta­re il cen­tro­cam­po av­ver­sa­rio per ser­vi­re di­ret­ta­men­te gli avan­ti.

Pec­ca­to che la sua ot­ti­ma pre­sta­zio­ne sia sta­ta mac­chia­ta dal­la cla­mo­ro­sa in­ge­nui­tà (fal­lo inu­ti­le al li­mi­te del­l’a­rea su Este­vez) che ha pro­vo­ca­to la pu­ni­zio­ne, tra­sfor­ma­ta poi nel 3-1 da Ber­na­bè. Un po’ sot­to tono ri­spet­to al so­li­to, in­ve­ce, Di Tac­chio che for­se ha pa­ga­to an­che una po­si­zio­ne un po’ più de­cen­tra­ta ri­spet­to alle pre­ce­den­ti par­ti­te, men­tre Gna­ho­rè ha con­fer­ma­to di es­se­re an­co­ra lon­ta­no da una con­di­zio­ne fi­si­ca e un ren­di­men­to po­si­ti­vo. Quan­to a Fal­ze­ra­no come sem­pre ha fat­to il suo, ha svol­to di­li­gen­te­men­te il pro­prio com­pi­to e ha pro­va­to a sup­por­ta­re l’at­tac­co bian­co­ne­ro ma, so­prat­tut­to ad ini­zio se­con­do tem­po quan­do si è spes­so tro­va­to solo sul­la fa­scia si­ni­stra, ha pa­le­sa­to tut­ti i suoi li­mi­ti tec­ni­ci, sen­za mai es­se­re pre­ci­so nel­la ri­fi­ni­tu­ra di azio­ni che po­te­va­no di­ven­ta­re mol­to in­te­res­san­ti.

Al di là di tut­to, però, a con­di­zio­na­re il ri­sul­ta­to fi­na­le del­la par­ti­ta sono sta­ti i so­li­ti er­ro­ri di­fen­si­vi che con­ti­nua­no a ca­rat­te­riz­za­re gran par­te del­le pre­sta­zio­ni dei bian­co­ne­ri. C’e­ra­no sta­ti an­che a Lec­co, con gli at­tac­can­ti lom­bar­di che, però, ave­va­no “gra­zia­to” più vol­te l’A­sco­li. Si sono ri­pe­tu­ti sa­ba­to scor­so e la qua­li­tà dei gio­ca­to­ri du­ca­li non ha la­scia­to scam­po alla for­ma­zio­ne di Via­li. Det­to del­l’in­ge­nui­tà di Ca­li­ga­ra che ha por­ta­to al de­fi­ni­ti­vo 3-1, il pri­mo gol è nato da un cla­mo­ro­so er­ro­re in ap­pog­gio di Bel­lu­sci, per giun­ta men­tre la squa­dra sta­va ri­sa­len­do, che ha spia­na­to la stra­da a Man. Che, poi, ha sfrut­ta­to alla per­fe­zio­ne l’im­ba­raz­zan­te “dor­mi­ta” di Fa­la­sco che si è la­scia­to sor­pren­de­re alle spal­le dal­l’at­tac­can­te par­men­se su un lan­cio da 30 me­tri.

Non ha com­mes­so er­ro­ri che han­no poi pro­vo­ca­to con­se­guen­ze ma è sta­to spes­so in im­ba­raz­zo, in­ve­ce, Ad­ja­pong che, come già a Lec­co, ha con­fer­ma­to di non aver an­co­ra re­cu­pe­ra­to la for­ma mi­glio­re (ed è ine­vi­ta­bi­le chie­der­si per­ché Via­li non gli ab­bia pre­fe­ri­to dal­l’i­ni­zio Bayeye). Alla fine il mi­glio­re del­la re­tro­guar­dia bian­co­ne­ra è ri­sul­ta­to Qua­ran­ta che non ha com­mes­so er­ro­ri e sba­va­tu­re im­por­tan­ti. Ha in­ve­ce, com­ple­ta­to l’o­pe­ra Vi­via­no che si è fat­to espel­le­re poco dopo aver su­bi­to il 3-1, di fat­to chiu­den­do de­fi­ni­ti­va­men­te una par­ti­ta che era già com­pro­mes­sa. Si può di­scu­te­re e cri­ti­ca­re l’ar­bi­tro Fab­bri per la ge­stio­ne a dir poco sbi­lan­cia­ta dei car­tel­li­ni e, nel caso, per il fat­to che l’a­zio­ne che ha poi por­ta­to al­l’e­spul­sio­ne del por­tie­re era vi­zia­ta da un ini­zia­le fal­lo su Gna­ho­rè.

Ma nul­la può giu­sti­fi­ca­re l’i­nac­cet­ta­bi­le com­por­ta­men­to di Vi­via­no che, per al­tro, non si è fer­ma­to nep­pu­re dopo che l’ar­bi­tro gli ave­va mo­stra­to il gial­lo. Una “fol­lia” che ha pro­ba­bil­men­te spaz­za­to via le ul­ti­me spe­ran­ze del­l’A­sco­li di ten­ta­re la cla­mo­ro­sa ri­mon­ta e che co­strin­ge­rà Via­li a Bari a lan­cia­re per la pri­ma vol­ta da ti­to­la­re Ba­ro­si. Da par­te sua l’al­le­na­to­re bian­co­ne­ro non ha pie­na­men­te con­vin­to nel­la ge­stio­ne dei cam­bi ma ave­va tro­va­to la stra­te­gia giu­sta per met­te­re in dif­fi­col­tà il Par­ma, con quei lan­ci a sal­ta­re il cen­tro­cam­po per met­te­re in moto gli at­tac­can­ti bian­co­ne­ri con­tro la non ir­re­pren­si­bi­le di­fe­sa du­ca­le, si­cu­ra­men­te il re­par­to più de­bo­le del­la ca­po­li­sta.

Al­me­no nel pri­mo tem­po, con la for­ma­zio­ne di Pec­chia che, no­no­stan­te il gol ini­zia­le, era mol­to sbi­lan­cia­ta in avan­ti e la­scia­va ampi spa­zi ai bian­co­ne­ri nel­la pro­pria metà cam­po. E pro­prio un ra­pi­do ri­bal­ta­men­to di fron­te ha per­mes­so al­l’A­sco­li di tro­va­re il qua­si im­me­dia­to pa­reg­gio, gra­zie al gran la­vo­ro fat­to in area per te­ne­re viva l’a­zio­ne da Ne­sto­ro­ski pri­ma e da Pe­dro Men­des poi, con la per­fet­ta con­clu­sio­ne dal li­mi­te di Ca­li­ga­ra che non ha la­scia­to scam­po a Chi­chi­zo­la. Il quar­to d’o­ra suc­ces­si­vo è sta­to il mi­glior mo­men­to del­l’A­sco­li, con il Par­ma scos­so e in dif­fi­col­tà e i bian­co­ne­ri che han­no crea­to non po­chi pro­ble­mi alla re­tro­guar­dia du­ca­le. Ne­sto­ro­ski ha avu­to una buo­na op­por­tu­ni­tà da cen­tro area, su spiz­za­ta di te­sta di Pe­dro Men­des, ma ha con­clu­so de­bo­le e cen­tra­le, men­tre poco dopo è sta­to bra­vo il nu­me­ro uno du­ca­le a met­te­re in an­go­lo un gran si­ni­stro di Ca­li­ga­ra, bra­vo a sfrut­ta­re un er­ro­re in di­sim­pe­gno di Ber­na­bè.

Con il pas­sa­re dei mi­nu­ti il Par­ma ha pian pia­no ri­gua­da­gna­to cam­po e ri­pre­so in mano la par­ti­ta. Poi, poco dopo la mez­zo­ra, an­co­ra Man ha ri­por­ta­to avan­ti la ca­po­li­sta, sfrut­tan­do la “dor­mi­ta” di Fa­la­sco. Que­sta vol­ta, però, l’A­sco­li non ha rea­gi­to e gli ospi­ti fino al ter­mi­ne del pri­mo tem­po han­no po­tu­to con­trol­la­re sen­za pro­ble­mi la gara. L’av­vio di ri­pre­sa ha, in­ve­ce, vi­sto i bian­co­ne­ri che han­no pro­va­to ad ag­gre­di­re il Par­ma che ha mol­to sof­fer­to la po­si­zio­ne avan­za­ta sul­la si­ni­stra di Fa­la­sco e la bra­vu­ra di Fal­ze­ra­no di in­se­rir­si, sem­pre da quel­la par­te, alle spal­le del­l’e­ster­no dei du­ca­li. Pec­ca­to che l’ex Pe­ru­gia in tut­te le si­tua­zio­ni in cui ha avu­to tem­po e spa­zio per po­ter cros­sa­re non sia riu­sci­to ad es­se­re mai pre­ci­so e pe­ri­co­lo­so. Iro­nia del­la sor­te l’u­ni­co vero pe­ri­co­lo per la por­ta dei gial­lo­blu è ar­ri­va­to dal­l’al­tra fa­scia, con un tiro cross di Ad­ja­pong che ha co­stret­to Chi­chi­zo­la alla de­via­zio­ne in an­go­lo.

Poi, la pri­ma vol­ta che il Par­ma si è af­fac­cia­to nel­la metà cam­po bian­co­ne­ra nel­la ri­pre­sa, l’in­ge­nui­tà di Ca­li­ga­ra, con la pu­ni­zio­ne ma­gi­stral­men­te tra­sfor­ma­ta nel 3-1 da Ber­na­bè. I bian­co­ne­ri han­no pro­va­to co­mun­que a cre­der­ci, an­che gra­zie al­l’in­gres­so di un vi­va­cis­si­mo Ro­dri­guez ma l’e­spul­sio­ne di Vi­via­no, dopo un mi­ra­co­lo­so sal­va­tag­gio di Bel­lu­sci su un con­tro­pie­de nato da un evi­den­te fal­lo su Gna­ho­rè, di fat­to ha chiu­so la par­ti­ta. I bian­co­ne­ri con or­go­glio han­no pro­va­to a cre­der­ci, con­ti­nuan­do a spin­ge­re ma sen­za mai crea­re pe­ri­co­li, con il Par­ma che in con­tro­pie­de ha avu­to un paio di op­por­tu­ni­tà per se­gna­re il 4-1. L’e­pi­so­dio del ri­go­re fi­na­le, con­ces­so da Fab­bri ma poi can­cel­la­to dal Var, ha chiu­so una par­ti­ta che la­scia un po’ di ama­ro in boc­ca ma an­che la con­sa­pe­vo­lez­za che la for­ma­zio­ne di Via­li è viva e in gra­do di po­ter lot­ta­re con­tro qual­sia­si av­ver­sa­ria.

A pat­to, però, di eli­mi­na­re o quan­to meno ri­dur­re gli er­ro­ri in fase di­fen­si­va, cer­can­do al tem­po stes­so di com­pen­sa­re gli evi­den­ti li­mi­ti del cen­tro­cam­po.