Anche se nelle Marche diminuiscono sia infortuni che morti sul lavoro, i dati dei primi 8 mesi del 2023 restano comunque impressionanti, con quasi 50 infortuni e 2 morti al giorno. In crescita le malattie professionali, dati simili anche nella provincia di Ascoli
Poco meno di 50 infortuni e 2 morti al giorno. E’ questo il quadro desolante della nostra regione che emerge dai dati ufficiali sugli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail nei primi 8 mesi del 2023. L’aspetto positivo è che rispetto allo stesso periodo della scorsa stagione si registra una sensibile diminuzione degli infortuni (-14,8%) e anche dei morti che scendono dai 20 del 2022 ai 17 dei primi 8 mesi dell’anno in corso. Complessivamente sono stati 11.094 gli infortuni sul lavoro denunciati nelle Marche, di cui 1.779 sono quelli in itinere in aumento rispetto ai 1.660 dello stesso periodo del 2022 (+7,2%).
Il settore che fa registrare la diminuzione consistente è quello “Sanità e assistenza sociale”, il più colpito nel periodo della pandemia, con 368 infortuni rispetto ai 1.291 del 2022. In diminuzione anche quelli che riguardano il settore “Agricoltura” che passano da 645 a 613 (-5%), così come anche il settore “Manufatturiero” fa registrare una diminuzione dell’1,8%. Sono invece in aumento gli infortuni del settore “Per conto dello Stato” che passano da 1.558 a 1.648 (+ 5%), così come le denunce degli infortuni nell’industria alimentare che passano da 122 a 147 (+20.5%), quelli dell’abbigliamento e prodotti in pelle dopo la stasi produttiva dello scorso anno (da 24 a 31 ovvero +29.2%), fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (da 19 a 34 casi +78.9%), Fornitura di acqua – reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento (da 157 a 178 casi +13.4%).
Complessivamente il 79% degli infortuni sul lavoro si sono verificati nel settore “Gestione industria e servizi”. La maggior parte degli infortuni riguarda lavoratori italiani (8.792), mentre il 34,3% sono donne. Per quanto riguarda le classi di età tutte fanno registrare una diminuzione ad eccezione di quella 15-19 anni nella quale si verifica un aumento delle denunce del 10,1% (da 507 a 558). Come anticipato diminuiscono anche gli infortuni mortali, da 20 a 17, con 16 che si sono verificati nel settore industria ed 1 in quello agricoltura. Le vittime degli infortuni mortali sono tutti lavoratori italiani e uomini, i settori in cui si riscontra un aumento sono “Manifatturiero” e “Industria e Trasporti”, in entrambi i casi con 3 incidenti mortali rispetto ai 2 dell’anno passato.
Sono invece in consistente aumento le denunce di malattie professionali nelle Marche, ben 4.600 nei primi 8 mesi dell’anno rispetto alle 4.088 del 2022 (+11,1%). Per altro la nostra regione si conferma al secondo posto in questa triste graduatoria, dietro solamente alla Toscana. Il 71% delle denunce di malattie professionali arrivano da lavoratori uomini, il 90% italiani, mentre il settore maggiormente colpito (90%) è “Gestione Industria e Servizi”. Per quanto riguarda le patologie denunciate il maggior numero riguardano quelle del sistema osteo muscolare e tessuto connettivo con ben 3.214 casi, con un aumento del 13,1% rispetto allo scorso anno (2.841 casi). In preoccupante crescita le denunce per tumori che passato da 30 a 39, con un aumento del 30%.
Per quanto riguarda la provincia di Ascoli l’andamento ricalca quello del resto della regione, con una diminuzione del 7,5% delle denunce per infortuni sul lavoro (da 1.635 a 1.512), il dimezzamento degli infortuni mortali (da 4 a 2), mentre anche nel nostro territorio sono in aumento le denunce di malattie professionali che passano da 480 a 538, con una crescita del 12,1%. “I dati confermano la riduzione registrata nei mesi scorsi del 2023 dopo l’impennata del 2022 – commenta il presidente del Comitato Inail di Ascoli Piceno Guido Bianchini – vale la pena ricordare che si tratta di dati provvisori e soggetti a modifiche perché non consolidati, trattandosi di denunce. Inoltre, essendo denunce presentate all’Inail, non contemplano gli infortuni di lavoratori che non sono soggetti all’assicurazione obbligatoria”.
E’ quindi presumibile che i numeri reali siano purtroppo maggiori ma anche così, pur con la diminuzione che si è registrata (a parte per le malattie professionali), restano impressionanti. “I dati presentati per la loro drammaticità sono inaccettabili occorre che tutti gli attori, pubblici e privati, abbiano un approccio diverso e maggiormente collaborativo. Solo con un utilizzo specifico e qualitativo d’In-Formazione si possono battere le tragedie sul lavoro. E’ necessario incrementare le azioni di vigilanza, sia essa degli SPSAL, sia dell’Ispettorato, ci sono le norme ma non gli uomini e mezzi di qualità per combattere queste sciagure. Ma è altresì importante fornire un adeguato sostegno alle imprese, l’Inail sui Bandi Isi, che finanziano gli investimenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro delle aziende, dopo i 333 milioni di euro stanziato per il corrente anno destinerà per l’anno 2024 mezzo miliardo di euro.
La prevenzione in materia di sicurezza sul lavoro è un investimento e non un costo” afferma Bianchini che, in conclusione, ricorda come “la cultura della sicurezza sul lavoro, la prevenzione, debba partire dalle scuole educando i ragazzi al rispetto delle norme, alla visione dei pericoli, all’attenzione”.