La ridicola “guerra” alla Germania per mascherare l’incapacità e il fallimento del governo sui migranti


L’Agenzia tedesca per la cooperazione da sempre finanzia le Ong che ritiene meritevoli ma la Meloni finge di accorgersene solo ora e, per giustificare la sua improbabile indignazione, ricorre alle solite “bufale” sul pull factor smentite da analisi, dati e dai fatti dell’ultimo anno

L’imbarazzante lettera inviata dalla presidente del Consiglio al cancelliere tedesco Scholz e la surreale “guerra” scatenata contro la Germania è l’ultima “pagliacciata” ma anche il punto più basso fino ad ora toccato da un governo che vede precipitare il proprio gradimento e che, inesorabilmente bocciato dai propri elettori per quanto concerne la politica sull’immigrazione (il 75% degli elettori di centrodestra giudica negativamente l’operato del governo in questo campo), gioca ancora una volta la disperata carta della propaganda. Che poi è l’unica cosa che sono in grado di fare e che fanno ormai da anni. Solo che, una volta arrivati al governo, in teoria dovrebbe fare in modo che le promesse, i proclami e gli annunci almeno in buona parte diventino realtà.

Invece sul tema migranti l’unica realtà concreta, inequivocabile e indiscutibile (come abbiamo visto anche per i loro stessi elettori) è il clamoroso fallimento del governo Meloni che, una dopo l’altra, ha visto crollare e svanire le promesse e gli annunci fatti in questi mesi. A partire da quella fatta prima delle elezioni quando avevano promesso che se fossero andati al governo avrebbero fermato l’immigrazione con il “blocco navale”, sostenendo contro ogni evidenza che fosse possibile attuarlo. Chi vive nella realtà e non nel mondo virtuale raccontato da Meloni e C. sapeva perfettamente che non era in alcun modo possibile, ora se ne sono resi conto anche gli ingenui “boccaloni” che avevano creduto a quella promessa che, come è del tutto evidente, mirava esclusivamente a conquistare i voti dei più “allocchi creduloni”.

Dopo la tragedia di Cutro, poi, Giorgia Meloni in conferenza stampa aveva annunciato che avrebbe inseguito gli scafisti “per tutto il globo terracqueo”. Anche in quel caso chi vive nella realtà sapeva perfettamente di essere di fronte alla solita “sparata” propagandistica con zero possibilità di essere concretamente mantenuta. Ora che sono trascorsi 7 mesi e che neppure per sbaglio sono riusciti a prendere anche un solo scafista, segno evidente o che sono totalmente incapaci o, più probabilmente, che la “sparano” senza alcun criterio, è evidente a tutti che ancora una volta si trattava esclusivamente di propaganda. Sempre dopo la tragedia di Cutro la presidente del Consiglio ha approvato un demenziale decreto il cui punto principale era il divieto alle Ong, “colpevoli” di andare in mare a salvare i migranti, di effettuare salvataggi plurimi.

Poi, però, ad inizio estate, in evidente difficoltà, governo e autorità italiane hanno chiesto aiuto proprio alle Ong, implorandole di non rispettare quella ridicola norma. In quegli stessi giorni Giorgia Meloni annunciava il presunto storico accordo con la Tunisia che, insieme ai suoi fedeli scudieri (come dimenticare, ad esempio, le dichiarazioni trionfali del solito Donizelli?), presentava come l’improbabile panacea liberatoria. Peccato che dal momento dell’accordo in poi gli sbarchi si sono moltiplicati, tanto che a luglio e ad agosto si è registrato un vero e proprio record di sbarchi, con settembre che continua a non essere da meno. Così ora, di fronte a numeri impietosi che inchiodano inequivocabilmente la Meloni e la sua sgangherata compagine (quasi 160 mila sbarchi da quando c’è la destra al governo, un vero e proprio record), dopo aver annunciato altri deliranti e improbabili interventi (detenzione prolungata, 5 mila euro per entrare in Italia, “stretta” e controlli sui minori) la Meloni gioca ancora una volta la disperata carta della propaganda, riesumando un vecchio “cavallo di battaglia”, la congiura contro l’Italia, della peggiore destra.

E poco conta che così facendo fa sprofondare nel ridicolo il nostro paese e rischia di peggiorare ulteriormente i rapporti internazionali con una nazione come la Germania che, invece, l’Italia ha estremo bisogno di avere al suo fianco. Per altro è davvero ridicolo che la Meloni continui a puntare il mirino sui paesi che potrebbero davvero dare una mano all’Italia fingendo di ignorare che i principali ostacoli e i veti che mettono in difficoltà il nostro paese arrivano in realtà proprio dai principali alleati della Meloni stessa, Orban (Ungheria) e Morawiecki (Polonia). L’aspetto più ridicolo di questa vicenda, della lettera inviata dalla presidente del Consiglio al cancelliere Scholz, è che la Meloni lancia accuse contro la Germania prendendo a pretesto un fatto che in realtà può essere una novità, una sorpresa per qualche sprovveduto ignorante.

Perché la Germania, più precisamente l’Agenzia tedesca per la cooperazione allo sviluppo (Giz) da decenni finanzia le Ong, comprese quelle italiane, che ritiene che operino con professionalità in modo coerente con la linea della sua politica estera di cooperazione. Per altro si tratta di dati, quelli relativi al finanziamento della Giz nei confronti di alcuni Ong, che, da sempre, sono documentati nelle relazioni annualmente in possesso del Parlamento. Quindi o la Meloni, i deputati del suo e degli altri partiti di governo (Lega e Forza Italia) non leggono e non ascoltano in Parlamento le relazioni sul tema oppure stanno strumentalizzando un non novità per sviare l’attenzione dal loro fallimento.

E’ facile immaginare cosa avranno pensato il cancelliere Scholz, il governo e l’opinione pubblica tedesca nel leggere che Giorgia Meloni si è detta “stupita che la Germania in modo non coordinato con il governo italiano avrebbe deciso di sostenere con fondi rilevanti le Ong impegnate nell’accoglienza di irregolari sul territorio italiano e in salvataggi nel Mediterraneo”. A rendere più imbarazzante la situazione è che per motivare l’incomprensibile indignazione del governo la Meloni fa ricorso ad una serie inaccettabile di bugie. “E’ ampiamente noto – scrive – che la presenza in mare delle imbarcazioni delle Ong ha un effetto diretto di moltiplicazione delle partenze di imbarcazioni precarie che risulta non solo un ulteriore aggravio per l’Italia ma, allo stesso tempo, incrementa il rischio di nuove tragedie in mare”.

In realtà è ampiamente noto il contrario, la “bufala” delle Ong come pull factor (fattore di attrazione) che Giorgia Meloni e gli esponenti del suo governo continuano ciclicamente a ripetere è stata ampiamente disintegrata da studi, analisi e, soprattutto, dai fatti concreti. Per quanto riguarda i primi c’è solo l’imbarazzo della scelta, ricercatori dell’Università di Leiden (Olanda), dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), della Guardia costiera, dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, della rivista scientifica Scientific Reports dimostrano inequivocabilmente che le Ong non rappresentano in alcun modo un fattore.

E la conferma inequivocabile viene dalla realtà, dai dati di questo anno che dimostrano che, grazie anche alle ridicole norme del nostro governo, la presenza delle Ong in mare si è notevolmente ridotta, più che dimezzata, ma gli sbarchi e i viaggi dei migranti si sono invece moltiplicati. E se fino a qualche tempo fa, quando ripetevano questa “bufala”, Meloni e C. potevano in qualche modo essere giustificati, ora non più, mentono sapendo di mentire. Sorvolando per decenza sulle demenziali dichiarazioni in proposito del vice segretario della Lega Andrea Crippa, a chiudere il cerchio ci ha pensato ancora la Meloni che chiude quella surreale lettera chiedendo un maggiore impegno nell’assistenza e nell’accoglienza alla Germania (“per quanto riguarda l’importante e oneroso capitolo dell’assistenza a terra è lecito domandarsi se essa non meriti di essere facilitata in particolare sul territorio tedesco che in Italia”).

Cioè alla nazione che in Europa da sempre accoglie il maggior numero di migranti. Come diceva Checco Zalone nel film “Quo Vado?”, “ma siamo sicure che questa è del mestiere?

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