Come distruggere una nazionale vincente. Firmato Mazzanti (con la complicità della Federazione)
Ad inizio estate la nazionale femminile di pallavolo era al n. 2 del ranking mondiale, considerata la principale favorita alla VNL, agli Europei e alle qualificazioni olimpiche. Nessuno, però, aveva fatto i conti con le scelte “folli” di Mazzanti e l’autolesionismo della Federazione
E’ a suo modo un’impresa quella compiuta dal marchigiano Mazzanti, tecnico dell’Italia di pallavolo femminile. Perché non era affatto facile trasformare una delle nazionali più forti al mondo, n. 2 del ranking mondiale e con tante giocatrici di altissimo livello, in una squadretta di terza fascia, in grado di “toppare” tutti gli importanti appuntamenti dell’estate: Volleyball Nations League (eliminata ai quarti di finale), Europei (quarto posto) e Qualificazioni olimpiche (non centrata). Erano anni che la nazionale femminile non otteneva risultati così deludenti, un tonfo fragoroso arrivato dopo una stagione esaltante per la pallavolo femminile italiana, con una delle più belle finali scudetto degli ultimi anni (tra Conegliano e Milano), una formazione italiana (Conegliano) che ha trionfato nel Mondiale per club, una giocatrice italiana (Paola Egonu) straordinaria protagonista della vittoria della sua squadra (Vakifbank) nella Champions League, eletta per la terza volta mvp della finale e dell’intera competizione (alla quale hanno partecipato tutte le migliori giocatrici al mondo, dalla serba Boskovic alla turca Vargas, dalla brasiliana Gabi alla svedese Haak, senza dimenticare l’americana Thompson e l’altra turca Karakurt).
E poi i successi nelle altre coppe europee di Firenze e Chieri, la stessa Egonu avviata ad essere nominata ancora una volta giocatrice dell’anno (naturalmente prima dell’infausta estate azzurra), Mochi De Gennaro eletta per l’ennesima volta miglior libero al mondo. In un simile contesto non era certo azzardato pronosticare un “triplete”, neppure il più inguaribile dei pessimisti avrebbe potuto ipotizzare una simile debacle. Nessuno, però, aveva fatto i conti con la “follia” del tecnico azzurro Mazzanti, che ha pian piano demolito quella nazionale vincente, e con lo sconcertante autolesionismo della Federazione che ha assistito in silenzio a questo scempio, non intervenendo neppure per cercare almeno di salvare il salvabile (la qualificazione diretta alle Olimpiadi).. D’altra parte, però, l’autolesionismo della Federazione italiana non lo scopriamo di certo ora, solo dei “geni”, ad esempio, avrebbero potuto concepire la norma, naturalmente valida solo per l’Italia, che non consente agli allenatori di club di allenare la nazionale azzurra che, di fatto, ha regalato i migliori tecnici italiani alle nazionali rivali dell’Italia (Santarelli alla Turchia, Guidetti alla Serbia, Lavarini alla Polonia).
Eppure che qualcosa non andava nel gruppo azzurro, che tra l’allenatore e la maggior parte delle giocatrici non ci fosse un particolare feeling era noto già dalla scorsa estate. E non stiamo parlando di comportamenti non consoni da parte di qualche giocatrice (sono stati categoricamente esclusi dalla Federazione e da Mazzanti stesso), semplicemente di una mancanza di sintonia tra gran parte del gruppo e il tecnico. “Ai Mondiali non avevo il controllo del gruppo” ha ammesso lo stesso tecnico azzurro. Una Federazione seria e competente sarebbe intervenuta subito, mettendo in chiaro la situazione e impedendo all’allenatore di distruggere la nazionale, per giunta a meno di un anno dell’appuntamento più importante (le Olimpiadi di Parigi).
Invece la Federazione di fatto ha lasciato mano libera a Mazzanti che ne ha subito approfittato con una mega sconcertante epurazione che ha smembrato il gruppo, dal quale sono subito state escluse De Gennaro, Bosetti, Malinov, Chirichella, Folie, Gennari (più Fahr per motivi fisici). Per altro inizialmente l’allenatore azzurro ha mascherato le sue intenzioni perché, dopo le convocazioni per la VNL (con tanti volti nuovi e le sole Danesi e Sylla del gruppo storico), aveva affermato che, visti i tanti appuntamenti importanti dell’estate, aveva preferito concedere un po’ di riposo in più alle “veterane” per averle al meglio in seguito, negli appuntamenti più importanti dell’estate.
Poi, però, prima degli Europei il cambio di rotta, con l’esclusione di gran parte di quelle “veterane” che inizialmente dovevano essere preservate proprio per la manifestazione continentale e la manifestata nuova volontà di puntare sul gruppo della VNL (che pure non aveva certo ottenuto risultati brillanti). La ciliegina sulla torta finale è stata la vicenda Egonu-Antropova, con la seconda che nei piani iniziali doveva essere un’alternativa alla prima o, meglio ancora, doveva essere adattata come martello, come ha fatto la Turchia di Santarelli con Vargas e Karakurt. Invece alla fine quella che era destinata ad essere nominata la migliore giocatrice al mondo del 2023 si è ritrovata a fare la riserva, scalzata da una giovane sicuramente promettente ma al momento decisamente inferiore e comprensibilmente non pronta per gli appuntamenti che contano.
La differenza si è vista nella semifinale contro la Turchia quando l’Egonu, subentrata a metà primo set al posto dell’Antropova stessa in palese difficoltà, stava per compiere il miracolo (come ha detto Santarelli “stava per vincere da sola la partita”). Ad evitarlo ci ha pensato ancora una volta Mazzanti, che ha incredibilmente riproposto Antropova nel secondo set (per poi toglierla sul 3-10) e che nei momenti decisivi del secondo e del quarto parziale, invece di far dare palla all’Egonu, ha deciso di puntare sugli attacchi di Sylla, Petrini, perfino della subentrata De Gradi, con i risultati che purtroppo sappiamo. L’esclusione dell’Egonu dalle titolari nella successiva finale per il terzo posto (poi malamente persa per 3-0) ha fatto il resto.
La Federazione a quel punto doveva evitare che Mazzanti completasse l’opera alle qualificazioni olimpiche, invece è stata l’Egonu a non partire per la Polonia, con l’aggiunta finale della farsa relativa alla Orro. Rimasta a casa per le presunte conseguenze di un trauma cranico (con gli accertamenti che avevano escluso problemi di qualsiasi tipo) ma subito dopo in palestra per gli allenamenti e le amichevoli con la sua squadra di club (Milano). Ora che la “frittata” è fatta bisogna almeno evitare il completo e definitivo fallimento. Correttezza e buon senso vorrebbero che Mazzanti si faccia da parte spontaneamente, in caso contrario deve essere la Federazione a chiudere la sua avventura in nazionale, scegliendo subito un allenatore di livello (si parla di Velasco, ora a Busto Arsizio, con la deroga alla ridicola norma che impedisce il doppio incarico).
Le Olimpiadi di Parigi sono ancora lì, a portata di mano, anche se il cammino si è inevitabilmente complicato. Le ultime 5 partecipanti verranno scelte in base al ranking mondiale del prossimo giugno, dopo la VNL 2024, con comunque la regola che vuole che ai giochi partecipi almeno una squadra per ogni continente. Quindi 3 dei 5 posti sono già assegnati (Africa, Asia, Oceania) gli altri due verranno assegnati in base al ranking.
L’Italia al momento (e quindi anche a maggio all’inizio della VNL) è quinta con le quattro che la precedono già qualificate, così come quelle che la seguono più da vicino (Cina, come rappresentante dell’Asia, Polonia e Repubblica Dominicana). La prima non qualificata è il Giappone al nono posto, seguita da Olanda, Canada e Germania. Nei loro confronti l’Italia ha un ottimo vantaggio: 33 punti sul Giappone, 51 dall’Olanda, 73 dal Canada, oltre 100 dalla Germania. Con un allenatore differente da Mazzanti e con tutte le giocatrici migliori l’Italia non avrà problemi a qualificarsi e sarebbe comunque tra le squadre che possono ambire ad una medaglia (e anche al successo) a Parigi. In caso contrario saremmo di fronte a comportamenti quasi da Tso…