Batosta Zes per il Piceno, il colpevole e imbarazzato silenzio di Acquaroli e Fioravanti
L’esclusione dalla Zes è una pesantissima mazzata soprattutto per il Piceno, con le aziende che dal 2024 inevitabilmente sceglieranno il vicino Abruzzo in grado di garantire sgravi fiscali e facilitare nuovi investimenti. Il segretario dem Ameli invoca una “battaglia collettiva”
Mentre, come da tradizione quando sono in evidente difficoltà, il governatore Acquaroli e il sindaco Fioravanti continuano a trincerarsi dietro un imbarazzato silenzio, si continua a discutere nel capoluogo piceno dell’ennesimo durissimo colpo inferto al nostro territorio dal governo Meloni, con l’esclusione del Piceno e delle Marche dalla Zona economica speciale (Zes) istituita nei giorni scorsi.
Come sottolinea il segretario provinciale del Pd, Francesco Ameli, “è una vera e propria mazzata per l’economia della provincia di Ascoli Piceno visto che a partire dal 1 gennaio 2024, le aziende sceglieranno ovviamente il vicino Abruzzo in quanto, appartenendo alla Zes, sarà capace di garantire importanti sgravi fiscali e di facilitare investimenti per nuove attività produttive. Si assisterà pertanto ad un vero e proprio esodo di investimenti aziendali e di nuove imprese emergenti marchigiane che sceglieranno di fare impresa a poche decine di metri di distanza dalla vallata del Tronto”.
“Non è giustificabile – prosegue Ameli – che il governo preveda sostegni economici solo ed esclusivamente per le regioni del Sud Italia ignorando completamente chi, negli ultimi anni, ha dovuto subire prima una crisi economica senza precedenti (il Piceno non a caso è stata dichiarata area di crisi), poi una catastrofe naturale come il terremoto ed infine l’emergenza covid a cui, a breve distanza, si sarebbero aggiunti irreparabili dissesti idrogeologici che hanno interessato tutto il territorio regionale. Una decisione di questo tipo è un vero e proprio schiaffo alla nostra terra da parte di Fratelli d’Italia e Lega, non può davvero essere ne tollerata ne giustificata dal momento che è sempre la coalizione di centro-destra a gestire il Governo nazionale, la Regione ed il capoluogo di provincia. Imprese, artigiani e commercianti del piceno non possono essere considerati cittadini e professionisti di serie B. Assistiamo ad un paradosso: anziché favorire la ripartenza della regione, Lega e Fratelli d’Italia calano inesorabilmente la scure dell’esclusione dalla Zona Economica Speciale su aziende e imprese. Se il testo governativo non subirà modifiche, centinaia di imprese potrebbero trasferirsi nella provincia di Teramo e compromettere irrimediabilmente sia il nostro tessuto industriale-produttivo, che il nostro patrimonio demografico”.
Per evitare che ciò accada serve una battaglia collettiva, l’on. Curti e la consigliera regionale Casini stanno già predisponendo gli atti necessari per chiedere al governo la modifica ma è necessario che tutto il territorio, dai parlamentari ai rappresentanti della Regione, dai sindaci ai presidenti delle associazioni di categoria, facciano sentire la voce del territorio marchigiano. Ed in tal senso Ameli lancia un messaggio anche al sindaco di Ascoli
“A Fioravanti – afferma il segretario dem – chiedo di applicarsi e mettere la faccia affinché possa mantenere gli impegni presi con la mozione votata anche dal Partito Democratico nel consiglio comunale del 20 luglio scorso. In tale circostanza tutta l’assise dava mandato al sindaco Fioravanti di coinvolgere i parlamentari marchigiani – in particolare quelli provenienti dalle zone del Piceno – ed il presidente della giunta regionale delle Marche al fine di condividere la possibilità di proporre l’area di crisi complessa del Piceno, con al centro il Comune di Ascoli Piceno, come possibile nuova ZES. Ciò al fine di sostenere il rilancio dell’economia del territorio, tutelare i livelli occupazionali, contrastare così la crescente disoccupazione e predisponendo le migliori condizioni per lo sviluppo delle attuali imprese e la nascita di nuove. Un impegno che ora sa di beffa da parte del primo cittadino”.
Al di là dell’evidente beffa, quel Consiglio comunale è particolarmente significativo perché sotto diversi punti di vista fornisce un quadro sin troppo esauriente della situazione e in parte fornisce anche delle risposte sul perché il Piceno continua ad essere “bistrattato” a qualsiasi livello, dalla Regione al governo. La mozione sulla Zes nel Piceno l’aveva presentata e l’ha illustrata il consigliere comunale della Lega Alessio Rosa che ha ricordato come dal 2022 le Marche siano “regione in transizione” e, quindi, in base a quanto disposto dal decreto legge 91/2017 con la possibilità di formulare la proposta di Zes. E, dopo aver ricordato tutti i vantaggi che deriverebbero per la nostra zona dalla Zes (in termini di occupazione, infrastrutture, ricchezza), con una semplice e scontata domanda retorica ha fotografato in maniera sin troppo chiara la situazione: “un imprenditore se deve aprire ad Ascoli o ad Ancarano, secondo voi dove apre?”.
Risposta scontata, così come sin troppo evidente come l’esclusione delle Marche dalla Zes rappresenti un grave danno soprattutto, se non quasi esclusivamente, per il nostro territorio. Come diceva sempre Andreotti “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca” e in questo caso è inevitabile pensare male, se fosse stata la “sua” Macerata o la zona nord delle Marche a subire le peggiori conseguenze dall’esclusione dalla Zes probabilmente il governatore Acquaroli si sarebbe immediatamente mobilitato. Ma per il Piceno non serve, lo stesso presidente della Regione e la sua giunta non perdono mai l’occasione per penalizzarlo (basterebbe pensare a cosa accade con la sanità), perché mai ora si dovrebbero affannare per evitare l’ennesima “batosta” per una provincia ormai a pezzi…
D’altra parte lo stesso territorio ascolano, i suoi amministratori ormai accettano qualsiasi penalizzazione senza mai alzare la testa, senza mai neppure provare a protestare, ancor più ora che quelle penalizzazioni arrivano, sia dalla regione che dal governo, dallo stesso partito del sindaco Fioravanti (Fratellli d’Italia), con il primo cittadino che ha più volte dimostrato che per lui gli interessi della sua parte politica vengono prima di ogni altra cosa, anche e soprattutto delle necessità dei suoi concittadini. Per altro proprio la discussione su quella mozione nel corso del Consiglio comunale del 20 luglio scorso ha confermato anche come ormai l’amministrazione comunale viva completamente immersa nel suo mondo virtuale, fatto di vuote chiacchiere, di annunci e proclami roboanti ma del tutto farlocchi e illusori, avendo completamente perso ogni contatto con la realtà.
Così il primo cittadino, intervenendo in merito alla mozione sulla Zes, dopo aver assicurato che “a livello relazionale ci sto lavorando”, ha proposto e fatto inserire come emendamento alla mozione stessa la costituzione di una commissione permanente (Consulta) che dovrebbe riunirsi una volta al mese per seguire la vicenda. A dimostrazione di come il sindaco abbia perso ogni contatto con la realtà, mentre il governo si apprestava a decidere in merito alla Zes il Comune di Ascoli e i suoi più autorevoli rappresentanti invece di far sentire la propria voce, invece di incalzare la presidente del Consiglio Meloni decidono di istituire una commissione con tempi lunghissimi prima di poter produrre (ammesso che mai lo faccia) qualcosa di importante. E mentre l’amministrazione comunale ancora non ha neppure costituito quella commissione, il governo ha già approvato il decreto legge ed impartito l’ennesima batosta al nostro territorio.
A questo punto, ammesso che venga mai costituita, siamo curiosi di scoprire di cosa si occuperà quella commissione…