“Atto non voluto”, il sindaco di Offida si assolve
Dopo la notizia della denuncia nei suoi confronti presentata dall’avvocato della presunta vittima, Lucciarini rompe il silenzio e fornisce la sua versione dei fatti, sostenendo che “non esistono ragioni che giustificano alcuna strumentalizzazione politica”
Ha atteso 11 giorni il sindaco di Offida Valerio Lucciarini prima di rompere il silenzio e fornire la sua versione della brutta vicenda che l’ha coinvolto in occasione del Bove Finto (venerdì 24 febbraio). Probabilmente non sarà un caso che il suo intervento è arrivato nella tarda serata di martedì 7 marzo, dopo che praticamente tutti i quotidiani locali avevano riportato la notizia della denuncia, nei suoi confronti, presentata dall’avvocato sambenedettese della ragazza che sarebbe stata colpita dal Lucciarini. Per la verità il primo cittadino aveva fatto sentire la sua voce il giorno successivo al Bove Finto ma per commentare il fatto che era rimasto coinvolto in uno screzio nel corso della sentitissima manifestazione offidana.
“Il Bove Finto è un momento di sano divertimento e non bisogna lasciare spazio a baruffe – aveva dichiarato Lucciarini – posso aver sbagliato ma non è giustificabile”. Un’ammissione di colpa che, comunque, già aveva sollevato non poche perplessità , non fosse altro per il fatto che un rappresentante delle istituzioni, la massima carica cittadina come tale ha delle responsabilità maggiori ed ha l’obbligo di avere comportamenti alla carica che riveste (e che nessuno gli ha imposto di rivestire). All’epoca di quelle prime dichiarazioni, però, non era ancora venuta fuori la storia del presunto gesto di violenza del sindaco nei confronti di una ragazza.
Che, stando alle voci raccolte già nelle ore successive, aveva dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Ascoli. Pian piano la voce ha preso sempre più consistenza, trasformandosi in breve da un’ipotesi in una certezza quasi indiscutibile. Alimentata e, secondo l’interpretazione di molti suffragata, anche dall’imbarazzante silenzio del diretto interessato. Gli ultimi giorni di Carnevale, ma anche le giornate successive, quanto accaduto ad Offida inevitabilmente è diventato l’argomento di maggiore discussione dei social. Ce ne siamo occupati anche noi, mercoledì 1 marzo nell’articolo “Bulli e pupe”.
Nel quale, a proposito di questa vicenda, scrivevamo: “Lucciarini a nostro avviso non ha alternative: o chiarisce con fermezza che da parte sua non c’è stato alcun gesto di violenza nei confronti di una ragazza, oppure non può fare altro che chiedere scusa e rassegnare immediatamente le dimissioni. (…) Noi non eravamo presenti e non abbiamo elementi per poter confermare o smentire questa ricostruzione. Per questo chiediamo al sindaco stesso di fare definitivamente chiarezza.
Ci dica Lucciarini se tutto ciò corrisponde o meno a realtà. Se non corrisponde allora che prosegua nel suo percorso da amministratore, cercando però di trarre qualche insegnamento dal brutto scivolone che, comunque, sicuramente c’è stato. Se, invece, quello che gli viene imputato è realmente accaduto, allora abbia il buon senso di rassegnare le dimissioni, immediatamente e senza ulteriori indugi. Chi si macchia di un gesto del genere non può in alcun modo pensare di continuare a rivestire un ruolo istituzionale così importante”.
Un intervento che si è fatto attendere e non poco e che, come detto, è arrivato proprio alla vigilia della festa della donna e solo dopo la pubblicazione della notizia della denuncia nei suoi confronti. Per altro corredata, in alcuni quotidiani, dalle dichiarazioni della presunta vittima (la ragazza che sarebbe stata colpita dal sindaco). “Ho atteso fino ad ora a presentare la denuncia – avrebbe dichiarato la ragazza – per essere più lucida e consapevole nel prendere una decisione così importante per la mia vita. Lucciarini ha scritto un messaggio di scuse ad una persona a me molto cara ma non si è mai rivolto personalmente a me”.
Come detto in serata è poi finalmente arrivato l’intervento di Valerio Lucciarini che si è affidato ad uno stringato comunicato stampa per fornire la sua versione dei fatti. “In merito alla vicenda che mi vede coinvolto – si legge nel comunicato – intendo affermare che si è trattato di un atto non voluto nel parapiglia del Bove Finto con centinaia di persone che si rincorrono e si scontrano in un contesto che è noto agli offidani e a tutti quelli che conoscono la manifestazione. Non avrei mai volutamente colpito nessuno tantomeno una donna da cui sono legato da antica amicizia. Non ci sarebbe stato, evidentemente, alcun motivo. Nelle sedi giudiziarie tutto questo risulterà certamente evidente quindi non esistono ragioni che giustificano alcuna strumentalizzazione politica, come è stato fatto”.
In altre parole il sindaco sostiene di non aver commesso alcuna gesto volontario di violenza nei confronti della ragazza, affermando che il colpo sarebbe stato assolutamente fortuito e “non voluto“, frutto della concitazione tipica del “parapiglia” che si crea in occasione del Bove Finto. Che dire? Ribadiamo che noi non abbiamo elementi per poter giudicare se la versione fornita dal sindaco corrisponde a verità o se si tratta solo di un disperato tentativo di giustificare ciò che altrimenti sarebbe ingiustificabile.
E’ altrettanto chiaro, però, che se le cose sono realmente andate così la carte in tavola cambierebbero , almeno per quanto riguarda l’aspetto più grave della vicenda (il gesto di violenza nei confronti la ragazza che, in quel caso, sarebbe solo il frutto di un episodio fortuito), anche se resterebbero le pesanti responsabilità del primo cittadino. Che, ben conoscendo quanto accade durante il Bove Finto, avrebbe dovuto fare di tutto per mantenere ben altro contegno, per non trovarsi in mezzo alla mischia come un qualsiasi offidano o visitatore e, ancora più, per non farsi coinvolgere in alcun alterco.
Non può certo essere sufficiente sostenere che, come tutti gli offidani, Lucciarini sentiva in maniera particolare quell’appuntamento e che, come tutti i suoi concittadini, voleva assolutamente partecipare. Come già sottolineato, un sindaco ha delle maggiori responsabilità, ha degli obblighi ben precisi, ha dei doveri ai quali non può sfuggire, anche se questo significa a volte dover fare delle dolorose rinunce. Certo se le indagini e il procedimento giudiziario dovesse confermare la versione del primo cittadino, di certo la sua posizione (non solo e non tanto dal punto di vista giudiziario) si alleggerirebbe e non di poco.
Ma i dubbi e le perplessità sulla sua permanenza alla guida della città resterebbero comunque. Perché da un primo cittadino, da un rappresentante delle istituzioni è lecito ed è doveroso pretendere ben altro tipo di comportamento. E non può esserci evento, che sia il Bove Finto o qualsiasi altra festa carnevalesca, che possa giustificare in qualche modo una simile perdita di controllo che, come ha ammesso lo stesso Lucciarini, comunque siano andate le cose in effetti c’è stata. Non ce l’abbiamo certo in particolare con il primo cittadino offidano, ma siamo davvero stufi di amministratori, di rappresentanti delle istituzioni, di parlamentari che con assoluta superficialità dimenticano gli obblighi e i doveri che simili ruoli richiedono.
Anche perché nessuno è obbligato a fare il sindaco, l’assessore, il presidente di Provincia o di Regione, il parlamentare. Ed a chi sceglie coscientemente di farlo, con i conseguenti oneri ma anche con non pochi onori (e anche benefici e privilegi), è giusto chiedere un comportamento rigoroso e irreprensibile. Cosa che non ha certo avuto il primo cittadino offidano, a prescindere da quello che poi è effettivamente accaduto con quella ragazza.
Per questo restiamo convinti che le dimissioni sarebbero comunque il modo migliore per Lucciarini per uscire da questa brutta vicenda. Sarebbe davvero un bel gesto ed un’apprezzabile presa di coscienza delle responsabilità e degli obblighi che comportano un simile ruolo istituzionale. Già, sarebbe bello…