Nel 2022 nelle Marche sono aumentati del 12% i morti sul lavoro e del 15% gli infortuni sul lavoro, mentre dopo gli anni del covid si registra una leggera diminuzione delle malattie professionali. Nella provincia di Ascoli 7 morti e 2.379 infortuni sul lavoro
Tre morti al mese, più di 51 infortuni al giorno. Anche il 2022 è stato un anno drammatico nelle Marche per morti ed infortuni sul lavoro, entrambi in preoccupante crescita rispetto all’anno precedente. Ma tra tutti i dati ufficiali resi noto dall’Inail, quello che più fa riflettere è la stragrande maggioranza degli incidenti mortali che si sono verificati nella nostra regione riguardano lavoratori stranieri (72%), con solamente il 28% degli infortuni mortali che hanno interessati lavoratori italiani. Complessivamente nelle Marche si sono registrati ben 36 infortuni mortali, 4 in più rispetto all’anno precedente (+12%), quasi tutti (ben 33) nel settore industriale e dei servizi.
La fascia di età più colpita è quella tra i 40 e i 64 anni (21 decessi), mentre come anticipato la maggior parte degli infortuni mortali sul lavoro riguarda gli stranieri, con solamente il 28% di lavoratori italiani. Complessivamente sono state poco meno di 19 mila (18.776 per l’esattezza), invece, gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail, con un aumento del 15% rispetto allo scorso anno. L’incremento maggiore di denunce si registra nella gestione industria e servizi (+2.738 denunce), in agricoltura (+63 denunce) e per conto dello stato (+669).
Le attività economiche che registrano la maggiore crescita sono il manifatturiero che passa da 2.381 a 2.677, con l’industria alimentare (da 169 a 194 denunce), gli articoli di pelle (da 104 a 115), le materie plastiche (da 188 a 244), i metalli (da 536 a6 04), le costruzioni (da 1.083 a 1.334), i servizi alloggi e ristorazione che registrano un aumento più che doppio (da 711 a1.664) e sanità e assistenza (da 952 a 1.616). La fascia d’età dove si registra il maggior numero di infortuni si registra nella fascia di età compresa tra 45 e 69 anni (7.157 infortuni), il 39% delle denunce complessive riguardano le donne. Dopo gli anni del covid ovviamente nel 2022 si registra una diminuzione delle malattie professionali che scendono sotto quota 6 mila (5.911), rispetto alle 6.069 del 2021.
Andamento praticamente simile per quanto riguarda la provincia di Ascoli dove si sono registrati 7 infortuni mortali sul lavoro (esattamente come nel 2021), mentre sono in crescita del 12% gli infortuni (che passano da 2.071 a 2.379) e si registra una leggera flessione delle malattie professionali (da 701 a 675)
“Manca una cultura della sicurezza per ridurre queste tragedie – spiega Bianchini – è vitale promuovere la prevenzione ma anche rispettare gli obblighi previsti dalle norme. Le attività economiche si trovano difronte a grandi cambiamenti organizzativi e di il mercato del lavoro. È pertanto necessario più attenzione, sensibilità, cooperazione tra tutti gli attori interessati alla sicurezza dul lavoro; è opportuno fare massa critica con azioni mirate in materia di informazione, formazione e addestramento dei lavoratori. L’Inail da tempo sta facendo la sua parte attraverso i Bandi ISI per ammodernare il nostro apparato produttivo. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato alla fine di novembre investimenti pari a 14 milioni di euro per la formazione. Forti investimenti sono in essere per progetti di nuove tecnologie al fine di ridurre il rischio sul lavoro e per ampliare la copertura delle prestazioni dell‘Istituto ai soggetti ad oggi esclusi (studenti, forze armate, di polizia)”.
Ovviamente ogni iniziativa, ogni intervento che va nella direzione di provare a garantire una maggiore sicurezza è da accogliere favorevolmente. Ma è altrettanto evidente che ci vuole ben altro per invertire una tendenza inaccettabile, questa vera e propria “strage infinita” che viene vissuta ormai con una sorta di rassegnazione, come se fosse normale ed inevitabile morire di lavoro.