Ignorati tutti gli appelli dei “terremotati”, il governo pronto a “silurare” Legnini


Tutte le associazioni e i comitati del cratere, anche i sindaci e persino la Corte dei Conti avevano chiesto al governo di confermare Legnini commissario straordinario per la ricostruzione. Invece la Meloni ha scelto diversamente ed è pronta a sostituirlo con Castelli

Non serviranno gli accorati appelli dei sindaci del “cratere”, così come inutile risulterà la richiesta inviata alla presidente del Consiglio da parte di tutti i comitati e le associazioni del territorio colpito dal sisma del 2016 (ben 40), allo stesso modo dell’hastag lanciato e sottoscritto da migliaia di cittadini #nontoglietecilegnini. Manca solo l’ufficializzazione, ma secondo i bene informati la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha già firmato il decreto per la nomina del nuovo commissario straordinario per la ricostruzione che, come ampiamente previsto, sarà il senatore Guido Castelli.

Per diventare ufficiale manca il visto della Corte dei Conti che, come sottolinea la pagina facebook “Arquata e le altre”, poco più di un mese fa “si era pronunciata sull’opportunità di riconfermare Legnini, sconsigliando interruzioni drastiche e in sostanza cambi di squadra nella gestione commissariale anche per motivi prettamente economici”.

E’ doveroso da parte nostra – si legge nell’appello sottoscritto dal Coordinamento Comitato Centro Italia Sisma 2016 (40 comitati) e inviato alla presidente del Consiglio – sottolineare che dal 2016 il frequente avvicendarsi dei precedenti commissari ha comportato un enorme rallentamento della ricostruzione pubblica e privata e che solo nel 2020 abbiamo iniziato a vederla concretamente. Stanchi e preoccupati al solo pensiero di dover iniziare nuovamente da capo, con un nuovo commissario, a qualsiasi schieramento politico esso appartenga, e sicuramente con l’ennesimo fermo/rallentamento dei lavori, auspichiamo che il nostro appello venga accolto, senza costringerci ad azioni di protesta come in passato”.

Auspicio che invece non è stato minimamente tenuto in considerazione. D’altra parte non stupisce più di tanto, è un tratto distintivo che caratterizza la politica italiana. Dei terremotati, delle loro esigenze, delle loro richieste ci si interessa solo in campagna elettorale, solo per lucrare qualche voto in più. O al massimo per utilizzarli strumentalmente e vigliaccamente nella crociata contro gli extracomunitari (il famoso “e allora i terremotati?”). Poi, una volta raggiunto lo scopo, chi se ne frega delle loro richieste, delle loro richieste.

Colpisce in questa decisione la totale indifferenza del Governo per le istanze dei terremotati e degli stessi sindaci del cratere – si legge ancora sulla pagina facebook “Arquata e le altre” – nessuno ascolto dei territori, nessuna mediazione sui tempi. Ignorata la richiesta di incontro chiarificatore con la premier Meloni avanzata dai sindaci del cratere. Purtroppo la logica dell’avvicendamento politico, che nel nostro Paese su tutto prevale, ha prevalso anche stavolta: ignorati tutti insieme appassionatamente coloro che chiedevano almeno un giusto tempo e una garanzia sulle modalità della transizione”.

D’altra parte, però, l’ascolto era utile (per i politici) in tempo di elezioni, così come la mediazione e la disponibilità. Ora che non serve mostrare attenzione perché non ci sono elezioni imminenti l’unica cosa che conta è l’occupazione delle poltrone, il poter mettere il cappello del proprio partito in un posto comunque importante e di responsabilità. E chi se ne frega se i diretti interessati (i terremotati) avrebbe sperato in ben altro, così come non è per nulla importante che a chi viene sostituito viene riconosciuto, anche dai suoi “carnefici”, di aver lavorato davvero molto bene.

E’ infatti giudizio unanime che Legnini sia stato un ottimo commissario, che con il suo arrivo si è avuta finalmente la svolta, che finalmente i terremotati hanno trovato quell’attenzione e quell’ascolto che chiedevano da sempre, dai giorni successivi al terremoto. Ha lavorato non bene, benissimo, lo hanno ribadito più volte gli stessi esponenti della destra, sia quelli di governo che della nostra regione. Ha lavorato così bene che, perciò, merita di essere sostituito… E’ il solito paradosso della politica italiana per la quale la competenza e il merito sono le ultime cose che contano. Per certi versi, però, si potrebbe dire che Legnini alla fine ha avuto quel che meritava, è stato “pugnalato” da chi lo aveva già sfruttato per prendersi gioco delle legittime aspettative dei cittadini.

Non si deve, infatti, dimenticare che il commissario straordinario ha prima firmato, poi non ha più proferito parola sulla famosa Ordinanza Ascoli, così fortemente voluta, e strumentalizzata dal sindaco Fioravanti e dall’allora assessore regionale Castelli, ma che in concreto i fatti hanno ampiamente dimostrato che non serve a nulla, anzi. Era chiaro sin dalla sua approvazione, lo avevamo ampiamente sottolineato, non possiamo credere che un commissario così competente ed esperto come Legnini non lo sapesse, non fosse consapevole che quell’Ordinanza era perfettamente inutile.

I fatti successivi lo hanno impietosamente confermato, non c’è stata alcuna tangibile e concreta accelerazione nella procedura di messa in sicurezza delle scuole di Ascoli, anzi, si è perso ulteriore tempo. E il cronoprogramma contenuto in quella Ordinanza, e inizialmente sbandierato con insopportabile enfasi dagli stessi Fioravanti e Castelli (ma in parte anche dallo stesso Legnini) è ben presto divenuto carta straccia, senza che lo stesso commissario avesse nulla da dire, da obiettare. Ora, in uno strano gioco del destino, uno degli esponenti politici che più si è giovato del silenzio complice di Legnini è pronto a prendere il suo posto. “Il senatore Castelli conserverà anche il suo incarico in Parlamento e il suo ruolo di capogruppo di Fratelli d’Italia? – si legge ancora nella pagina “Arquata e le altre” – La domanda sorge spontanea, non certo per farsi i fatti del senatore, quanto per capire se la ricostruzione avrà un commissario a tempo pieno o part time”.

In un Paese normale non ci sarebbe neppure bisogno di chiederselo, sarebbe scontato e automatico che, una volta nominato commissario straordinario per la ricostruzione, il senatore Castelli si dedicasse esclusivamente a questo importante ruolo, abbandonando il suo posto in Senato. Nell’Italia in cui contano solo le poltrone e l’esercizio del potere fine a se stesso e alla propria gloria, non certo per il bene dei cittadini, non ci stupiremmo di certo se l’ex sindaco di Ascoli restasse comunque al suo posto in Parlamento.

bookmark icon