Nel “Controllo Strategico 2022”, allegato alla delibera 432 del 22 dicembre, il riconoscimento di “Capitale Italiana della Cultura 2024”, l’avvio dei lavori alla Malaspina e il termine, da luglio, di quelli nella scuola di Poggio di Bretta sono tra gli obiettivi raggiunti dal Comune
A pochi giorni dalla fine di un 2022 difficile e con risultati largamente negativi in ogni settore, il Comune di Ascoli tira fuori il “botto” di fine anno. A differenza di quello che tutti abbiamo creduto dal marzo scorso in poi, Ascoli ha ottenuto l’ambito riconoscimento di Capitale Italiana della Cultura 2024. Altro che Pesaro, la Commissione ha scelto il capoluogo piceno.
A svelare quella che, a tutti gli effetti, è la più clamorosa e sorprendente novità di questo fine 2022 è un atto ufficiale del Comune di Ascoli, quindi teoricamente una fonte assolutamente attendibile, il “Referto del Controllo Strategico – 1 Semestre 2022”, approvato dall’amministrazione comunale ai sensi dell’art. 147 ter d.legs n. 267/2000, allegato alla delibera di giunta comunale n. 432 del 22 dicembre scorso. Che altro non è che la verifica della situazione relativamente agli obiettivi fissati dal Comune stesso ad inizio anno. E tra quelli relativi all’indirizzo strategico “Ascoli città della cultura” c’era anche quello del riconoscimento di Ascoli come Capitale Italiana della Cultura 2024. Che il Referto del Controllo Strategico archivia come “obiettivo realizzato”, quindi secondo il sindaco e la giunta comunale il capoluogo piceno avrebbe ottenuto l’ambito riconoscimento (perché, è del tutto ovvio, in caso contrario non potrebbe certo considerare raggiunto l’obiettivo).
Siamo davvero “alla frutta”, è difficile persino commentare una vicenda che rasenta la “follia” ma che, purtroppo, è solo la punta dell’iceberg e la conferma che ormai il sindaco e l’amministrazione comunale vivono nel loro mondo virtuale nel quale si realizza tutto quello che, purtroppo, non riescono minimamente a concretizzare nel mondo reale in cui vivono tutti gli ascolani. Solo che siamo ad un ulteriore salto in avanti perché fino ad ora l’irreale mondo virtuale del primo cittadino e della sua sgangherata amministrazione emergeva in annunci e proclami. In questo caso, però, addirittura avviene in un atto pubblico, in un documento fondamentale per ogni amministrazione comunale (la verifica dello stato di attuazione dei programmi e del raggiungimento o meno degli obiettivi fissati ad inizio anno) dove non si può bleffare.
E’ il segno evidente e inequivocabile della disperazione di un’amministrazione comunale che nel corso dell’anno che sta terminando ha inanellato una serie di debacle impressionanti e che prova per l’ennesima volta a costruire (anzi, sarebbe meglio dire inventare) inesistenti successi. Ci si attendeva che lo avrebbe fatto con i soliti proclami, magari nel corso della conferenza stampa di fine anno nel quale è sin troppo facile immaginare che verrà presentato un bilancio del 2022 entusiasmante. Molto meno prevedibile che sindaco e assessori arrivassero al punto di farlo anche in un documento ufficiale che, per senso di responsabilità e rispetto delle istituzioni, richiederebbe il massimo rigore. Invece quel “Referto del Controllo Strategico” allegato alla delibera n. 432 è probabilmente il punto più basso mai toccato dall’amministrazione comunale negli ultimi anni.
A partire dal fatto che la verifica teoricamente doveva riguardare il primo semestre del 2022, quindi andava fatta nel luglio scorso, mentre poi nel valutare il risultato di quanto fatto nei primi 6 mesi si considerano anche interventi realizzati nei giorni scorsi, che di conseguenza non dovrebbero essere considerati nel consuntivo dei primi 6 mesi. E se già questa anomalia rende poco credibile il consuntivo, andando nel dettaglio il quadro che emerge è sconfortante.
“Nel primo semestre del 2022 – si legge nel documento ufficiale – dei totali 68 obiettivi strategici ne sono stati realizzati 30, 25 sono in linea con il cronoprogramma, 5 presentano delle criticità e 8 sono da avviare e raggiungere nei prossimi anni. La percentuale media degli obiettivi raggiunti (sommando quelli realizzati a quelli in linea con il cronoprogramma) è pari all’80,88%”.
Peccato, però, che nel Piano dettagliato degli obiettivi, inserito all’interno del Peg, approvato ad inizio 2022 erano complessivamente 95 gli obiettivi fissati e da perseguire nel corso dell’anno. Questo significa che nel “Referto del Controllo Strategico” sono scomparsi misteriosamente ben 27 obiettivi, con l’inevitabile sospetto che la scomparsa non sia casuale ma voluto per aumentare la percentuale degli obiettivi raggiunti che, in caso contrario, sarebbe inferiore al 60% (e quindi, sulla base dei parametri che vengono utilizzati in questo genere di verifiche, assolutamente insufficiente).
Tra gli obiettivi dell’indirizzo strategico “Ascoli città della ricostruzione”, ad esempio, è scomparso quello relativo all’ex Distretto militare che prevedeva, entro la fine del 2022, l’approvazione del progetto definitivo ed esecutivo, l’avvio delle procedure di gara e l’aggiudicazione dei lavori, mentre siamo ancora fermi all’approvazione del Protocollo d’intesa tra Comune e Demanio e, quindi, siamo in alto mare. Ma anche valutando gli obiettivi che vengono archiviati come “realizzati” o “in linea con il cronoprogramma” emerge con assoluta chiarezza che considerarli tali è molto più che una forzatura. Abbiamo già evidenziato quello più clamoroso, il riconoscimento dei Capitale Italiana della Cultura 2024 che, ironia a parte, è andato a Pesaro e non certo al capoluogo piceno.
Discorso simile per quanto riguarda tutto il capitolo delle scuole che, come l’ex Distretto militare, rientra nell’indirizzo strategico “Ascoli città della ricostruzione”. Nel “Referto del Controllo Strategico” approvato il 23 dicembre scorso l’obiettivo generico “Scuole sicure” viene classificato come “in linea con il cronoprogramma”. In realtà, però, prendendo a riferimento cosa era previsto nel Piano degli obiettivi stilato ad inizio anno emerge con chiarezza che il cronoprogramma non è stato in alcun modo rispettato. Perché per quanto concerne le scuole erano stati fissati e definiti tre differenti obiettivi, uno per la scuola Malaspina, un secondo per le scuole Cagnucci e Tofare e un terzo per la scuola di Poggio di Bretta.
Per quanto concerne la scuola Malaspina l’obiettivo era quello di approvare il progetto definitivo, poi quello esecutivo con la contestuale indizione della gara, con la conseguente aggiudicazione dei lavori. In altre parole per considerare realizzato l’obiettivo o anche “in linea con il cronoprogramma” dovremmo essere nella fase di aggiudicazione dei lavori. Invece, come ben sappiamo, siamo fermi all’approvazione del progetto definitivo, non è stato neppure approvato quello esecutivo. Stesso discorso per le scuole Cagnucci e Tofare, siamo lontanissimi dall’aggiudicazione dei lavori (anche in questo caso non siamo neppure al progetto esecutivo), quindi l’obiettivo non è stato realizzato e neppure avvicinato.
Discorso a parte merita la scuola di Poggio di Bretta intorno alla quale sono state raccontate (dal sindaco e dall’amministrazione comunale) una serie impressionante di “bufale”. “L’obiettivo è di ripristinare la funzionalità dell’edificio scolastico” si legge nella descrizione dell’obiettivo fatta nel Piano degli obiettivi approvato ad inizio 2022, con tanto di tempistica di realizzazione: “la conclusione dei lavori è prevista entro il 31/7/2022 e successivamente si provvederà allo spostamento dalla sede provvisoria per l’inizio del nuovo anno scolastico a settembre 2022”. Detto che è del tutto evidente che l’obiettivo non è stato assolutamente centrato, ad ottobre in Consiglio Comunale Fioravanti, annunciando la fine dell’intervento di miglioramento sismico e l’inaugurazione della scuola in programma per domenica 30 ottobre aveva rivendicato orgogliosamente il fatto che i lavori erano stati completati con largo anticipo rispetto alla scadenza fissata che, secondo il primo cittadino, corrispondeva alla fine del 2022.
Nei giorni scorsi abbiamo visto come, in realtà, non solo i lavori non erano terminati a quella data ma, addirittura, che servono ancora altri 2 mesi per completarli, con contestuale aumento del costo complessivo dell’intervento. Ora, però, abbiamo addirittura scoperto che in realtà la data fissata per la conclusione dei lavori era il 31 luglio scorso. Davvero senza vergogna…