Mini naja da 40 giorni, l’ultima “follia” del presidente del Senato


La Russa annuncia un disegno di legge sulla mini naja volontaria che, però, farà presentare da altri senatori perché il presidente del Senato non può farlo. Una tentativo di riportare indietro di decenni il paese, con addirittura surreali e inopportuni incentivi

Qualcuno l’ha stroncata riesumando ironicamente il vecchio slogan “libro e moschetto, fascista perfetto”. Proseguendo sulla strada dell’ironia e prendendo a prestito una delle più famose battute della saga di Fantozzi, non c’è dubbio che la proposta sulla mini naja volontaria, annunciata dal presidente del Senato Ignazio La Russa alla giornata conclusiva delle celebrazioni degli Alpini, “è una cagata pazzesca”. E, soprattutto, rappresenta in maniera sin troppo evidente la profonda ipocrisia che caratterizza una certa destra tipicamente italiana. Che a parole e negli slogan da campagna elettorale si propone come paladina di un certo tipo di valori (la famiglia, la disciplina, il rigido e intransigente rispetto delle regole) ma che in realtà in concreto non solo si comporta esattamente all’opposto, ma spesso con i suoi provvedimenti addirittura incentiva a fregarsene e ad aggirare le regole stesse. In tal senso le parole pronunciate dalla seconda carica dello Stato sono di una sconfortante emblematicità.

Come presidente del Senato non posso presentare una proposta di legge” afferma La Russa parlando dell’idea della mini naja di 40 giorni, dimostrando quindi di conoscere perfettamente le norme che regolano la sua carica istituzionale. E, allora, come da tradizione tipicamente italica “fatta la legge, trovato l’inganno”. Per altro senza neppure il pudore di provare quanto meno a mascherarlo un po’- “Ho predisposto il disegno di legge per portare a 40 giorni quella che è conosciuta come mini naja volontaria, poi al posto mio lo presenterà un gruppo di senatori” spiega ancora La Russa. Che ancora deve dimostrarsi adeguato al ruolo che è stato chiamato a rivestire ma che di certo si è confermato degno di rappresentare al meglio l’esercito di “furbetti” che imperversano nel nostro paese.

Al di là del metodo, che ovviamente è tutt’altro che secondario, è soprattutto nel merito che la proposta del presidente del Senato è sconcertante. Vediamo innanzitutto di cosa si tratta attraverso le parole dello stesso La Russa.  “Il disegno di legge parte da una legge che è ancora in vigore anche se non viene più finanziata da molto tempo ed è quello della cosiddetta mini naja – spiega – il concetto è quello ma è ampliato, quando c’era il servizio militare il periodo di addestramento durava 40 giorni, allora noi crediamo che per venire incontro alle richieste arrivate dalle forze armate e soprattutto dagli alpini, sia giusto fare una legge che consenta, volontariamente a chi quindi lo desidera, di passare non tre settimane ma 40 giorni, nelle forze armate.

Pensiamo che questa sia una cosa utile e la proposta di legge dice questo. Chiunque vuole può, limitatamente ai numeri che verranno fissati ma che noi pensiamo molto ampi, partecipate alla vita militare, nel corpo degli alpini o negli altri corpi per 40 giorni per avere un addestramento e per chi deciderà di sfruttare questa possibilità ci saranno degli incentivi. A fronte di questa partecipazione noi prevediamo una serie di incentivi che possono essere punti per la maturità per tutti i tipi di scuola, una serie di incentivi per la laurea, come un esame in più o un vantaggio a livello di formazione e un punteggio aggiuntivo per tutti i concorsi pubblici. Ma naturalmente il vero incentivo resta la volontà di aiutare la propria patria anche con un breve periodo“.

Prima di entrare nel merito di una proposta completamente avulsa dalla realtà, sconclusionata e con alcuni tratti inaccettabili, è bene tornare dal punto da cui siamo partiti, l’enorme ipocrisia che permea questa demagogica iniziativa. Rappresentata dal fatto che il senso civico, il rispetto e l’amore per la propria nazione si possano in qualche modo trasmettere attraverso la naja. Probabilmente chi lo sostiene, così come chi teorizza che in tal modo si apprenda il valore e l’importanza della disciplina, non ha la più pallida idea di cosa fosse diventata negli anni ’80 e ’90  la leva militare obbligatoria, prima della sua sacrosanta abolizione (2005). Un anno perso, a parte qualche rara eccezione, trascorso nella migliore delle ipotesi a non fare nulla, in qualche caso anche con conseguenze particolarmente negative.

Soprattutto, però, è demenziale pensare davvero che le regole, la disciplina, l’amore e il rispetto della propria nazione si possano apprendere marciando senza alcuna ragione e logica per ore in un piazzale, imparando a smontare e rimontare un fucile, facendo per ore la guardia in un posto sperduto e abbandonato o, peggio ancora, fingendo di andare a letto rigorosamente alle 23 ma in realtà restando svegli a fare “bisboccia” fino a tardi. Si potrebbe proseguire a lungo ad evidenziare la profonda ipocrisia del falso mito del valore educativo della naja ma significherebbe solo riportare il nostro paese indietro di decenni. Come vorrebbe fare il presidente del Senato con la sua surreale proposta che, per altro, viene dal partito che sta provando a togliere il bonus cultura per i 18enni, magari dirottando quei fondi sulla mini naja.

Ancora più paradossale, però, sarebbe se un governo che non ha investito un euro per cultura, scuola e università gettasse al vento milioni di euro per le anacronistiche nostalgie di un suo pur autorevole (in quanto presidente del Senato) esponente. Nello specifico, poi, come sottolinea giustamente il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli “l’idea di La Russa di un servizio militare di 40 giorni da incentivare con risorse pubbliche è ridicola perché nessun addestramento militare inizia e finisce con in un così arco ristretto di tempo”.

Semplicemente vergognosa è, invece, l’idea dell’incentivo sotto forma di punti in più per la maturità, di esami abbonati o vantaggi a livello di formazione all’università e addirittura punteggio in più per i concorsi pubblici per chi accede alla mini naja di 40 giorni. Che così, lo capisce anche un bambino, diventerebbe molto meno volontaria. Senza contare quanto sia privo di senso “regalare” un simile vantaggio a scuola, università e in concorsi dove l’eventuale preparazione e le attitudini militari c’entrano come i cavoli a merenda.

Prima la proposta di un contributo economico alle coppie che decidono di contrarre regolare matrimonio, ora gli incentivi per la mini naja. A quanto le tasse sul celibato?” commenta la deputata Daniela Ruffino. Ironicamente, ma non troppo…

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