Ultime ore di un Carnevale che verrà ricordato a lungo non solo per la straordinaria partecipazione di concorrenti e pubblico. E, in attesa degli ultimi “fuochi di artificio”, assegniamo gli Oscar e i Razzie (gli Oscar al contrario) ai protagonisti in positivo e negativo di questi giorni
Carnevale e oscar. Capita assai di rado che i due eventi finiscano per combaciare. E’ successo quest’anno, nelle ore in cui si spegnevano gli echi della giornata di domenica del Carnevale, ad Hollywood andava in scena la cerimonia per l’assegnazione delle ambite statuette. Preceduta, solo qualche giorno prima, dagli oscar al contrario, i “Razzie Awards” che con ironia (e più di un pizzico di cattiveria) vengono assegnati a quelli che sono considerati i peggiori film, i peggior attori, ecc. E, allora, quale migliore occasione per celebrare in maniera adeguata, nel pieno rispetto dello spirito carnevalesco, i due eventi (Carnevale da una parte e Oscar-Razzie dall’altra), assegnando ironicamente i titoli di “migliori” e “peggiori” di quello che probabilmente sarà un Carnevale che verrà ricordato a lungo, non solo per la straordinaria partecipazione di concorrenti e di pubblico, ma anche per la particolare valenza che la manifestazione ha assunto quest’anno per un territorio che sta vivendo uno dei momenti peggiori della sua storia, alle prese da agosto da un’interminabile situazione di emergenza. E proprio per strappare un ulteriore sorriso e per contribuire a rendere più allegre le ultime ore di questo Carnevale, ecco i nostri “Oscar” e i nostri “Razzie”.
GLI OSCAR
MIGLIOR FILM: Il Carnevale di Ascoli. Non ci sono dubbi, quella di quest’anno è sicuramente una delle edizioni più brillanti e scoppiettanti del Carnevale nel capoluogo piceno. Lo si percepiva già dalle settimane scorse quanto forte fosse la voglia di mettere alle spalle, quanto meno per qualche giorno, il difficile periodo che stiamo vivendo. I numeri, da soli, potrebbero già rendere l’idea, con ben 137 gruppi iscritti al concorso per un totale di 759 persone partecipanti, a cui vanno comunque aggiunti quanti, singolarmente, a coppie o in piccoli gruppi, hanno voluto partecipare, pur senza iscriversi al concorso stesso. Ma i dati, pur se estremamente significativi, non rendono l’idea di quell’autentica esplosione di scenette, gags, e sketch trascinanti che da domenica mattina ha trasformato tutto il centro cittadino in unico grandissimo palcoscenico dove tanti improvvisati “attori”, con la loro travolgente vivacità e goliardia, hanno saputo coinvolgere e trascinare anche chi era lì semplicemente come spettatore.
L’inventiva, l’arguzia, l’ironia scanzonata tipicamente ascolana hanno partorito gruppi e sketch straordinariamente suggestivi. Certo chi cerca nel Carnevale, nelle maschere, la ricercatezza e l’eleganza dei costumi ha sbagliato città. Ma la capacità di trasformare in gustosissime maschere e gruppi mascherati fatti e argomenti della cronaca locale (e, a volte, anche nazionale), ma anche dei semplici detti popolari, il tutto rigorosamente in dialetto ascolano, rende l’atmosfera che si respira assolutamente unica. Così come unico e inimitabile è il nostro straordinario Carnevale.
MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA: ex equo Vincenzo Mari -Giovanni Massi (Maometto) e Mauro Gionni (divieto di accattonaggio). Non è stato davvero facile scegliere e forse si fa torto a qualcuno. Di maschere singole o a coppia straordinariamente riuscite ce ne sono state numerose. Come quella di Marco Regnicoli nei panni di un abbonato della tribuna coperta che, dopo la demolizione della copertura, si ritrova ad essere seduto in poltroncina sotto la pioggia. O come Umberto Parissi, in accappatoio nell’originale “Io sto a Cannes” , e Mimmo Brunozzi nei panni di un Sant’Emidio arrabbiatissimo con il vescovo per la chiusura di Sant’Emidio. Su tutti, però i due citati, il primo perché davvero originale la scenetta di un Maometto in versione balneare che non ne vuole sapere di ascoltare il richiamo della montagna. Il secondo (foto 1 a sinistra) perché con la parodia della vicenda del cartello sul divieto di accattonaggio nei pressi del Passetto Squintani ha davvero divertito e coinvolto tutti i passanti.
MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA: ex equo Luigia Rossi Spadea (cartelli affittasi) e Maria Antonietta Gagliardi (“Na lengua che tagghia e coce”). Fuori concorso, per ovvie ragioni, Flavia Cenciarini, come al solito scatenata nei panni della consigliera comunale – fotografa Sega Pieretti, davvero esilarante Luigia Rossi Brunori con la sua particolare versione della crisi del centro, ormai colorato solo dai cartelli “affittasi” e “vendesi” sulle vetrine dei negozi chiusi. E che dire di Maria Antonietta Gagliardi, già semplicemente i fotomontaggi delle dame della Quintana sarebbero sufficienti per rendere la sua maschera assolutamente straordinaria.
MIGLIORE REGIA: Pure li varche… non ci resta che piangere. Sarà stata anche la posizione particolare in fondo a piazza, ma davvero l’ironica rappresentazione dei nuovi varchi è da applausi, sotto ogni punto di vista. Già la ricostruzione davvero ben riuscita del punto della dogana del famoso film di Troisi e Benigni, con l’indimenticabile scena del passaggio dei due e del doganiere che ripete come un automa “un fiorino”. Ma poi la ricostruzione perfetta del varco, per non parlare dell’esilarante cartello di “divieto di transito” (foto 2 a destra) per “carri carrozze non autorizzate”, i relativi orari di ingresso (“tra il primo e lo secondo canto de lo gallo; tra lusche e brusche e la scita de’ li moccule”) e le eccezioni per “parenti de lo Magnifico Messere; amici de lo Magnifico Messere; cavalle de lo Magnifico Messere; Messere Pierino de lo Marino; Messere Giggino del sol levante; Iene e limane varie”. Che dire, da applausi
MIGLIOR SCENAGGIATURA: Dopo lu nevò e li scussette… ce mancava sule li cavallette!! Quante volte, nelle settimane scorse, abbiamo ripetuto questa frase, sconsolati per tutte le “disgrazie” che stavano colpendo il nostro territorio. Il Carnevale di Ascoli è anche e soprattutto questo, la fantasia, l’ironia scanzonata degli ascolani è capace di trasformare quella sorta di imprecazione in uno straordinario gruppo mascherato, per giunta con costumi davvero niente male e con la capacità di coinvolgere e “dar fastidio” a tutti gli spettatori. Tanto di cappello
MIGLIOR FILM DI ANIMAZIONE: le vignette di “Auà”. A proposito dello spirito carnevalesco e dell’ironia canzonatoria tipicamente ascolana, non c’è nessuno che riesce ad esprimerle ed interpretarle meglio degli autori delle vignette di Auà. Che, grazie alla vicenda dello striscione esposto da alcuni tifosi in curva sud contro Nadia Toffa (che con l’ironia e lo spirito carnevalesco c’entrano poco o nulla, non sappiamo se si possa davvero definirlo “sessista” ma sicuramente inopportuno, di pessimo gusto e anche un po’ “volgarotto” lo è) , si sono letteralmente scatenati con una serie straordinaria di vignette assolutamente pertinenti e assolutamente taglienti. Straordinaria quella riferita al post di Brugni repentinamente tolto dal proprio profilo facebook (foto 3 a sinistra). Più incisiva di mille parole quella sulle curve e i cervelli
I RAZZIE
PEGGIOR ATTOR PROTAGONISTA: sindaco di Offida Valerio Lucciarini. Screzi, alterchi e qualche rissa sono la prassi alla festa del Bove Finto. Meno normale è, però, il fatto che ad essere coinvolto in una di queste sia addirittura il primo cittadino di Offida. Che, già in grave difetto per questo, ha poi recitato in maniera pessima la parte del “sindaco pentito” dichiarando “Il Bove Finto è un momento di sano divertimento e non bisogna lasciare spazio a baruffe. Posso aver sbagliato, ma non è giustificabile”. Appunto, non è assolutamente giustificabile. Se, poi dovessero risultare vere le voci che parlano di un pugno sferrato ad una ragazza, non basterebbe certo il “razzie” per il peggior attore protagonista per chiudere la vicenda.
PEGGIORE REGIA: sindaco di Ascoli Guido Castelli. La sua idea era sicuramente ottima e nel pieno spirito del Carnevale ascolano. “Lu sinneche e l’Asculà. Chi la vò cotta e chi la vò cruda” era perfettamente attinente e poteva essere sviluppata in tantissimi modi, con quella vena di ironia canzonatoria che poteva rendere la mascherata non solo riuscitissima, ma anche molto gradevole. Invece il primo cittadino ascolano ha voluto sfruttare anche questa occasione per lanciarsi in uno dei suoi ormai tradizionali comizi privi di interlocutori, uno dei suoi sempre più imbarazzanti soliloqui su alcuni degli argomenti in cui è maggior difficoltà, a partire dai parcheggi fino ad arrivare alle scuole (evidentemente ancora non si è ripreso a pieno dalla figuraccia con le Iene).
Il problema è che nel farlo ha dimostrato anche di essere un pessimo attore, visto che il suo tono astioso e per nulla spensierato e canzonatorio non rendeva chiaro se stesse recitando una parte o se stava facendo quello che praticamente fa tutti i giorni. Avrebbe meritato il razzie anche come peggior attore ma la performance del suo collega di Offida lo ha costretto ad accontentarsi solo di quello per la regia. A lui, come ha ben sottolineato un utente di facebook, giova ricordare che a Carnevale è il popolo che deride il potere, non il contrario.
PEGGIORE ATTORE NON PROTAGONISTA: assessore Massimiliano Brugni. Era dai tempi di “Mai dire gol”, quando Francesco Paolantoni interpretava i panni dell’improbabile attore di teatro Ruggero De Lollis che non assistevamo ad un interpretazione così pessima. Davvero mal riuscita la sua recita negli improbabili panni della vittima, in tutta la vicenda legata allo striscione esposto in curva contro Nadia Toffa, con quel suo riferimento ad un “attacco studiato e programmato” che, se interpretato alla lettera, farebbe pensare che gli ultras che hanno esposto lo striscione fossero d’accordo con quanti poi hanno duramente (e giustamente) condannato e criticato la pessima reazione dell’assessore. Ha impiegato 48 ore per intervenire sulla vicenda, peccato perché ha perso una grande occasione per uscire almeno decentemente da questa situazione.
E pensare che, il fatto che avesse subito tolto il suo post con la foto dello striscione e la riproposizione dell’infelice slogan coniato dagli ultras, faceva quasi sperare che avesse capito l’assoluta inopportunità del suo intervento. Avrebbe potuto scusarsi e la vicenda sarebbe finita lì, sarebbe stato un semplice errore dettato dalla palese difficoltà in cui si trova l’assessore sul tema della sicurezza delle scuole. Invece ha preferito far uscire fuori il Ruggero De Lollis che è in lui, con quella pessima interpretazione della vittima. Che, ovviamente, non può che valergli il razzie come attore non protagonista, visto che in una giunta guidata dal sindaco Castelli tutti gli altri sono inevitabilmente destinati al ruolo di comprimari.
PEGGIOR REMAKE: Movimento 5 Stelle Ascoli. Lo spirito di Carnevale ha finito per contagiare anche gli esponenti (almeno coloro che hanno firmato quell’allucinante comunicato) locali del Movimento 5 Stelle. Che, predendo sempre spunto dalla vicenda dello striscione esposto in curva e delle conseguenti polemiche, in un lunghissimo comunicato stampa hanno ben pensato di reinterpretare la famosa “supercazzola” che era solito ripetere il conte Mascetti (Ugo Tognazzi) nella saga “Amici miei”. Peccato, però, che una così brillante idea sia stata poi rovinata da un’interpretazione assolutamente non all’altezza del conte Mascetti e la “supercazzola” a 5 Stelle sia diventata un pessimo “minestrone” tra clamorose ed evidenti inesattezze, improbabili tentativi di auto incensamento, improponibili “filippiche” da campagna elettorale che poco o nulla c’entravano con l’argomento in questione.
PEGGIORI EFFETTI SPECIALI: difesa dell’Ascoli Picchio. Di fronte ad una squadra che aveva il record negativo di gol fatti, che solo in una partita su 26 era riuscita a segnare due gol (non a caso nella partita di andata con l’Ascoli) non è facile riuscire a subire addirittura 4 reti. Un’impresa al contrario resa ancora più clamorosa dal fatto che 3 delle 4 reti subiti sono arrivate da calcio piazzato. Nessun dubbio, quindi, che il razzie per i peggiori effetti speciali spetti alla difesa bianconera per quello che è riuscita fare sabato scorso al Del Duca
Per concludere la nostra rassegna, non possiamo fare a meno di fare due citazioni speciali. La prima va indiscutibilmente a quella che un nostro amico su facebook ha definito la migliore maschera di carnevale, “Lu svelde”, interpretata da colui che ha parcheggiato la propria macchina di fronte alla pasticceria Angelo, prima dell’ingresso in piazza del Popolo, praticamente per tutta la giornata di domenica. Era lì quando siamo passati la mattina alle 11:30 e alle 13, era ancora lì la sera alle 18 e almeno fino alle 20. Ma i vigili urbani in questa città esistono ancora?
L’altra citazione la merita il custode del vescovado che, domenica pomeriggio, evidentemente infastidito dalla rappresentazione mascherata di Mauro Gionni (quella del cartello anti accattonaggio) ha pensato bene di chiamare la Digos. Che, però, almeno ha avuto il buon senso, una volta giunta sul posto, di scusarsi per il suo intervento.