Scuole sicure: il Comune accelera ma progettazione e lavori slittano


Nel surreale Consiglio comunale sulle scuole, al di là della solita stucchevole propaganda e degli annunci, il sindaco Fioravanti parla di accelerazione da parte del Comune. Ma dal suo cronoprogramma emerge con chiarezza che si accumulano nuovi ritardi…

Dopo aver assistito all’ennesimo teatrino messo in scena dal sindaco e dall’amministrazione comunale, viene da chiedersi per quale motivo i gruppi consiliare dell’opposizione continuino a chiedere ogni 4-5 mesi (e guarda il caso ad ottenere) la convocazione di un Consiglio comunale aperto sulle scuole. L’intento è sicuramente nobile e teoricamente anche condivisibile, tenere accesa l’attenzione sulla vergognosa telenovela sulla messa in sicurezza delle scuole cittadine che si trascina da oltre 5 anni.

Però poi in realtà è così clamorosamente evidente che non servono a nulla, che non contribuiscono certo a fare chiarezza, anche perché da un Consiglio all’altro il sindaco dice tutto e il contrario di tutto con un’imbarazzante tranquillità (tanto figuriamoci se l’informazione locale ha mai il coraggio di evidenziare le clamorose contraddizioni dell’amministrazione comunale…), e che vengono utilizzati dal primo cittadino per fare quello che gli riesce meglio, fare propaganda, disegnando una situazione che non corrisponde neppure lontanamente alla realtà.

E’ stato così anche giovedì scorso (3 novembre), in un Consiglio comunale nel quale Fioravanti ha nuovamente parlato di accelerazione, anche se poi di fatto parlando del cronoprogramma ha evidenziato (senza che nessuno se ne rendesse conto a pieno) l’ennesimo rallentamento, ha riproposto la solita stucchevole giustificazione della burocrazia che rallenterebbe l’iter (ma che per uno strano e misterioso caso è tale solo per il capoluogo piceno, visto che tutti gli altri comuni del cratere che si trovano nella stessa situazione procedono molto più speditamente, addirittura in diversi casi hanno già terminato gli interventi sulle scuole), promuovendo a pieni voti la sua amministrazione, sostenendo che non ha commesso errori (clamorosamente smentito, però, dal surreale intervento del consigliere comunale Lattanzi che in realtà avrebbe voluto essere di supporto al sindaco stesso…).

Prima di entrare un po’ più nel dettaglio su quanto (molto poco) di concreto è emerso, non si può fare a meno di sottolineare come questa volta nel Consiglio comunale di giovedì scorso si sia superato ogni limite del paradosso, con alcuni consiglieri comunali della maggioranza che hanno avuto la faccia tosta di accusare l’opposizione di fare solo propaganda, nel più classico caso del “bue che disse cornuto all’asino”. Si potrebbe parlare a lungo di come questa delicata vicenda delle scuole sia stata utilizzata da Castelli prima e Fioravanti poi per la più becera e bieca propaganda. Senza dilungarci troppo è sufficiente ricordare come proprio la sicurezza delle scuole sia stata fortemente utilizzata dall’attuale sindaco nel corso della campagna elettorale per le elezioni comunali del 2019.

Infatti nel suo programma elettorale Fioravanti aveva promesso di “mettere subito al sicuro i bambini e la loro crescita sicura attraverso sedi pubbliche temporanee e protette”, mentre nel programma di mandato assicurava che “in 3 anni l’obiettivo sarà quello di buttare giù tutte le scuole che sono danneggiate e ristrutturare quelle con danni lievi”. La realtà evidenzia che dopo 3 anni e mezzo sindaco e giunta sono ancora alla ricerca delle sedi temporanee, mentre gli interventi per buttare giù e ristrutturare le scuole (che nel mondo virtuale del primo cittadino dovevano terminare in 3 anni) devono ancora iniziare.

Allora per dare un briciolo di serietà e credibilità a questi Consigli comunali aperti, il sindaco dovrebbe innanzitutto ammettere il fallimento di entrambi gli obiettivi, spiegando per quale ragione non è riuscito a mantenere nessuna delle due promesse, senza ripetere la stucchevole tiritera della burocrazia (che vale solo per Ascoli). E dovrebbe smetterla di continuare a magnificare l’importanza della famosa Ordinanza Ascoli, attribuendogli i meriti di una presunta accelerazione che esiste solo nella sua fervida immaginazione. Piuttosto dovrebbe spiegare per quale dannata ragione solo Ascoli, tra tutti i Comuni del cratere, per qualche misterioso motivo non ha tratto gli enormi benefici scaturiti dall’Accordo quadro promosso dal commissario straordinario Legnini.

Che nel rapporto proprio inerente la ricostruzione delle scuole pubblicato il giugno scorso (“Ricostruzione e adeguamento sismico di tutte le scuole danneggiate dal sisma 2016”) ha sottolineato come grazie proprio a quell’Accordo quadro, negli interventi per la messa in sicurezza delle scuole c’è stata una sensibile accelerazione nella fase di progettazione degli interventi stessi che, in media è passata dai 10 ai 4 mesi. Ad Ascoli, invece, quando va bene ci vogliono almeno un paio di anni. L’esempio più eclatante in proposito è quello che riguarda la scuola Malaspina, con la fase di progettazione partita nel luglio 2020 e che ad oggi non è ancora terminata. Chissà, magari quell’Accordo quadro nel capoluogo piceno non è mai arrivato…

Tralasciando i fiumi di inutile propaganda e concentrandoci sul poco di concreto che è emerso dal Consiglio comunale, il sindaco ha nuovamente fatto il punto della situazione, parlando poi di un presunto cronoprogramma che, però, di fatto non si può definire tale perché non vengono fornite date certe (e forse è meglio così…). Secondo quanto affermato dal sindaco la Primaria di Poggio di Bretta i lavori, iniziati nel dicembre 2021, sono terminati in anticipo rispetto alla scadenza (dicembre 2022), con l’inaugurazione già avvenuta a fine ottobre. Va però sottolineato come, secondo la tanta decantata Ordinanza Ascoli, tutto il ciclo dell’intervento, progettazione compresa, doveva concludersi in 9 mesi, mentre solo per l’effettuazione dei lavori con questo presunto anticipo siamo ad 11 mesi. Se poi consideriamo anche tutta la fase di progettazione, allora siamo ampiamente oltre il doppio del tempo previsto nell’Ordinanza. Per altro è significativo che il sindaco ha comunque affermato che gli alunni torneranno in quella scuola “terminata” non prima di anno nuovo, come a dire che l’intervento è concluso, con tanto di inaugurazione, ma non troppo…

Passando alle altre scuole, sono partiti i lavori alla Sant’Agostino, con termine fissato il prossimo agosto, mentre per la media Don Giussani la speranza del sindaco è di finire la prima parte dei lavori entro l’estate e completare tutto l’intervento entro settembre 2023, per l’elementare Don Giussani si sta lavorando alla progettazione definitiva (affidata), poi si passerà al progetto esecutivo per la gara di appalto (senza indicazione di tempi). Per quanto concerne la Malaspina è stato approvato (finalmente…) il progetto definitivo ed ora bisogna fare quello esecutivo e poi la gara, con il cantiere che dovrebbe partire tra giugno e luglio 2023. Per la scuola Massimo D’Azeglio è stata affidata la progettazione e l’avvio dei lavori è previsto per gennaio 2025 (non c’è fretta), mentre non ci sono scadenze previste per la Don Bosco per la quale è stata avviata la progettazione. Progettazione affidata e cantiere previsto per gennaio 2024 per la Cantalamessa, mentre per la scuola Ceci è stata affidata la progettazione definitiva ma non vengono indicate date per l’avvio dei lavori. Per quanto riguarda le scuole Cagnucci e la Tofare (infanzia) è stato approvato il progetto definitivo ed ora bisogna completare il progetto esecutivo, con i cantieri previsti per la prossima estate 2023.

E proprio queste ultime due scuole, insieme alla Malaspina e alla Massimo D’Azeglio, sono la più clamorosa dimostrazione di come l’accelerazione più volte vantata dal sindaco nel corso del suo intervento esiste solo nella sua fantasia, mentre ancora una volta in concreto si registrano nuovi ritardi. Perché nel precedente Consiglio comunale sulle scuole di inizio estate e sul giornalino comunale dello stesso periodo per quanto riguarda Cagnucci e Tofare si sosteneva che la progettazione (compreso il progetto esecutivo) si sarebbe conclusa entro agosto, mentre per la Malaspina addirittura entro luglio. Siamo arrivati a novembre e ancora siamo in alto mare in tutti e tre i casi. Quanto alla Massimo D’Azeglio, prima dell’estate la partenza dei lavori era prevista per il 2024, ora siamo già passati al 2025.

Se questi sono gli effetti, forse sarebbe il caso di smetterla di accelerare…

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