Il terremoto di giovedì 22 settembre riporta l’attenzione sulla sicurezza delle scuole tra polemiche e autentiche “follie”. E il Comitato Scuole Sicure torna a far sentire la sua voce ricordando quanto accaduto in questi 6 anni e tutte le occasioni perse dal Comune di Ascoli
In quel meraviglioso posto che è diventato il capoluogo piceno, dove sembra non esserci più limite all’immaginazione e al paradosso, capita che subito dopo la forte scossa di terremoto della mattina di giovedì 22 settembre da una parte tantissimi genitori preoccupati chiamino e scrivano in privato agli esponenti di quello che fu il Comitato Scuole Sicure di Ascoli per chiedere come comporsi o quali indicazioni dare ai propri figli, mentre dall’altra sui social c’è chi incredibilmente accusa il Comitato stesso che avrebbe dovuto fare chissà cosa per spingere il sindaco e l’amministrazione comunale a fare fatti concreti e non semplicemente vuoti proclami e chiacchiere.
Già, ad “Ugualos” capita anche questo, che la responsabilità dell’attuale situazione e del fatto che i nostri figli frequentino scuole che non sono per nulla sicure non vengano addebitate al sindaco che aveva promesso che avrebbe subito trovato sedi temporanee (e dopo 3 anni non ne è stata trovata neppure una) o, anche, che aveva assicurato che in 3 anni avrebbe buttato giù e ricostruito le scuole in condizioni peggiori (nessuna scuola è stata ancora buttata giù e, tanto meno, ricostruita) e sistemato le altre. La colpa è del Comitato Scuole Sicure che non ha spinto il sindaco a farlo (chissà, forse doveva farlo con le “cattive”) e che, anzi, aveva chissà quali altre mire. Siamo alla follia, verrebbe da dire che meritiamo l’estinzione… Verrebbe voglia di chiudere “baracca e burrattini” e salutare tutti. Invece gli esponenti di quel Comitato, con una pazienza e una tranquillità invidiabile, nonostante tutto continuano a spendersi per la comunità e a ricordare e ricostruire quello che accaduto in questi 6 anni, quello che si doveva fare e non è stato fatto (da parte dell’amministrazione comunale, a scanso di equivoci.
“Storia tristissima e inevitabile” è il titolo di un lungo post pubblicato nelle ore scorso sulla pagina facebook del Comitato (da tempo inattiva) e nel quale si ricostruisce con straordinaria lucidità e in maniera inequivocabile quanto accaduto in questi anni. “Nel 2016 – scrive il Comitato – dopo le scosse che funestarono le nostre zone, scoprimmo che la situazione delle nostre scuole era insicura e chiedemmo: strutture provvisorie sicure, per permettere un regolare svolgimento delle attività didattiche. Se il Comune di Ascoli ne avesse fatto richiesta le strutture sarebbero arrivate e sarebbero ancora in uso. Nel frattempo abbiamo smascherato inganni e bugie e capito che nessuna scuola era sicura. Abbiamo studiato, ricercato e ci siamo confrontati con i maggiori esperti in materia. Abbiamo chiesto SCUOLE NUOVE e realmente sicure.
I soldi erano già stanziati dalla Regione Marche e si dovevano solo richiedere presentando i progetti relativi. Tanti Comuni l’hanno fatto. Il nostro no. Abbiamo individuato soluzioni di alta tecnologia e realizzabili in tempi rapidi. Si è scelto di non confrontarsi con noi e di presentare un project financing che era sbagliato già nei presupposti progettuali, quindi chiaramente destinato al fallimento. Lo abbiamo evidenziato, ma non siamo stati ascoltati. Abbiamo proposto soluzioni di realizzazione immediata per cercare di minimizzare i rischi nelle attuali scuole, in caso di terremoto. Mentre si impegnavano fondi pubblici per ristudiare da capo soluzioni di arredi sicuri già esistenti. In attesa di nuove scuole o scuole adeguate le soluzioni proposte sono in grado di salvare vite umane (dimostrazioni scientifiche alla mano).
Abbiamo organizzato uno specifico convegno, con i maggiori esperti. Boicottati ed offesi in tutti i modi. Oggi avremmo potuto avere, in ordine di importanza, scuole nuove e sicure; in attesa di scuole nuove e sicure: strutture temporanee in cui svolgere le attività didattiche in sicurezza e senza interruzioni. In alternativa, avendo perso le occasioni sopracitate avremmo potuto avere: scuole dotate di sensori di allarme e banchi antisismici, in grado di dare un’allerta preventivo e univoco sull’arrivo delle scosse e/o sui cedimenti strutturali e dei rifugi in grado di conservare le vite umane in caso di crolli e in attesa dei soccorsi. Ma qualcuno ha pensato di dire che volevamo vendere banchi”.
Non servirebbe neppure sottolinearlo in un posto “normale”, ma se in altri comuni dopo il terremoto del 2016 si è intervenuti nelle scuole (e in diversi casi nell’attesa della conclusione degli interventi sono stati messe a disposizione le strutture temporanee), mentre ad Ascoli si è ancora in alto mare, la responsabilità è unicamente delle amministrazioni comunali che si sono succedute in questi anni, non certo del Comitato Scuole Sicure che andrebbe solo ringraziato per l’impegno profuso e per aver comunque portato al centro dell’attenzione un gravissimo problema che il Comune ha cercato in tutti i modi di tenere nascosto.
Basterebbe ricordare che, dopo la terribile sequenza sismica del 2016, l’allora sindaco Castelli ha sempre sostenuto che le scuole cittadine di fatto non avevano avuto problemi, che avevano brillantemente superato il test del terremoto, anche se in realtà due edifici sono stati chiusi perché inagibili, mentre alla fine si sono contati danni nelle scuole cittadine per oltre un milione di euro. Lo stesso Castelli, dopo aver più volte sostenuto l’inutilità delle indispensabili verifiche di vulnerabilità sismica, ha avuto la brillante idea di ricorrere ad un improbabile project financing, che sin dalla sua presentazione era chiarissimo che fosse impraticabile, facendo così perdere al capoluogo piceno 2 anni, anche perché il suo successore ha impiegato un ulteriore anno per comprendere quello che in realtà era chiarissimo sin dall’inizio, cioè che quel project non era in alcun modo possibile.
Ed a proposito dell’attuale sindaco Fioravanti giova ricordare che nel suo programma elettorale aveva promesso di “mettere subito al sicuro i bambini e la loro crescita sicura attraverso sedi pubbliche temporanee e protette”, per poi promettere nel suo programma di mandato che “in 3 anni l’obiettivo sarà quello di buttare giù tutte le scuole che sono danneggiate e ristrutturare quelle con danni lievi”. Purtroppo sappiamo bene che non è andata così, che nell’una nell’altra promessa è stata minimamente mantenuta.
“La sveglia c’è stata, ora vi potete assopire di nuovo e dimenticare ancora. Inutile chiamarmi per chiedere cosa dovete fare, la risposta è e sarà sempre la stessa: pensarci, combattere e pretendere in tempo di pace” scrive sui social uno dei componenti del Comitato Scuole Sicure. Impossibile non condividere, anche se in realtà andava fatto già 6 anni fa…