Il sindaco Fioravanti ha ribadito che “la sicurezza di studenti, docenti e personale scolastico è al primo posto”. Peccato, però, che tutte le promesse fatte in campagna elettorali non siano state rispettate e gli obiettivi fissati ad inizio mandato siano miseramente falliti
Anche se nessuno se ne è accorto, la sicurezza delle scuole è una delle priorità dell’amministrazione comunale. Lo ha certificato il sindaco Fioravanti nei giorni scorsi con uno dei soliti post pubblicati sui social. “La sicurezza di studenti, docenti, personale scolastico e tutte le famiglie è al primo posto della nostra amministrazione” ha scritto il primo cittadino.
Quando si dice che l’apparenza inganna, visto quello che l’amministrazione comunale ha fatto (anzi, sarebbe più corretto dire non ha fatto…) in questi 3 anni sembrava davvero che la sicurezza delle scuole fosse l’ultimo dei pensieri del primo cittadino e della sua giunta. E, invece, se il sindaco dice che è al primo posto per la sua amministrazione bisogna credergli su fiducia, anche se tutto lascia pensare esattamente il contrario.
D’altra parte l’aveva indicata come priorità anche nel suo programma elettorale, addirittura fissando delle scadenze ben precise: subito le strutture scolastiche provvisorie, poi in 3 anni completati tutti gli interventi sugli edifici scolastici a rischio. “Il tema della sicurezza delle scuole cittadine rappresenta una priorità assoluta: mi impegno ad utilizzare gli oltre 30 milioni per l’edilizia scolastica post sisma per mettere subito al sicuro, con il coinvolgimento di professionisti ed imprese, i bambini e la loro crescita sicura attraverso sedi pubbliche temporanee e protette” si legge nel programma elettorale del candidato sindaco Fioravanti.
Quasi superfluo sottolineare che di quelle “sedi pubbliche temporanee e protette” non se ne è saputo più nulla, così come del coinvolgimento di imprese e professionisti del territorio. “In 3 anni l’obiettivo sarà quello di buttare giù tutte le scuole che sono danneggiate e ristrutturare quelle con danni lievi” scriveva, poi, il sindaco nel suo programma di mandato. I fatti dicono che quell’obiettivo è stato miseramente e inequivocabilmente fallito, ancora non è stata buttata giù neppure una delle scuole danneggiate (né tanto meno sono state ristrutturate quelle con danni lievi) che, incredibilmente, continueranno ad ospitare anche in questo nuovo anno scolastico studenti, docenti e personale scolastico come se nulla fosse.
D’altra parte, però, al di là dei proclami a cui ormai danno credito solo pochi fedelissimi “boccaloni”, quelli del “credere, obbedire, combattere” che tanto piacciono al dirigente scolastico regionale Filisetti, lo stesso primo cittadino di fatto è stato costretto ad ammettere il totale fallimento della sua amministrazione comunale in tema di sicurezza delle scuole. Altro che 3 anni, Fioravanti in Consiglio comunale ha ammesso che neppure entro la fine del suo primo mandato riuscirà a centrare quell’obiettivo.
Perché, sulla base del cronoprogramma enunciato dal sindaco, a parte l’intervento di miglioramento sismico della scuola primaria di Poggio di Bretta (che dovrebbe terminare entro fine 2022), tutti gli altri lavori non partiranno prima del 2023. Anzi, per l’esattezza entro l’estate 2023, quando saranno trascorsi 4 anni dalla sua elezione, dovrebbero partire i lavori alla Malaspina (sperando che nel frattempo qualcuno avvisi quei quotidiani che avevano annunciato l’apertura del cantiere per l’estate 2020…) e alla scuola primaria Cagnucci, mentre qualche mese più tardi (entro fine 2023) dovrebbe essere la volta del cantiere per la scuola primaria Tofare.
L’estate successiva (2024), in concomitanza con le nuove elezioni comunali, partiranno i lavori alla scuola Cantalamessa, mentre il nuovo sindaco (magari lo stesso Fioravanti rieletto…) assisterà alla demolizione e ricostruzione delle scuole D’Azeglio e Don Bosco con poco più di 2 anni di ritardo rispetto a quanto promesso da Fioravanti stesso. Solo nel 2025, infine, è prevista l’apertura del cantiere alla scuola Ceci.
Praticamente, se tutto andrà a bene e non ci saranno ulteriori ritardi (che, quando c’è di mezzo il Comune di Ascoli, sono sempre terribilmente probabili), a 9 anni dal terremoto che ha messo a nudo la disastrosa situazione degli edifici scolastici e ad 8 dallo stanziamento dei fondi per le scuole stesse (ordinanza 33 del commissario straordinario del luglio 2017) prenderanno il via tutti gli interventi. Invece di continuare a prendere in giro i cittadini ascolani con annunci mistificatori, parafrasando una famosa battuta del film “Braveheart” (Mel Gibson), il sindaco Fioravanti e il suo degno predecessore Castelli (quello del “le scuole cittadine hanno brillantemente superato il test del sisma”…) dovrebbero ritirarsi a vita privata, fermandosi prima casa per casa per chiedere scusa di questa immane vergogna, indegna per un paese civile.
Quello che, però, è ancora più indegno e inaccettabile è che anche in questo nuovo anno scolastico (e in molti casi succederà la stessa cosa anche il prossimo…), migliaia di ragazzi ascolani, ma anche decine di docenti e tutto il personale scolastico, continueranno ad andare in edifici scolastici che sono fortemente a rischio. Basterebbe pensare al fatto che, ad esempio, due scuole come la D’Azeglio e la Don Bosco sono in condizioni tali che non è sufficiente un intervento di miglioramento o adeguamento sismico ma è addirittura necessaria la demolizione e la ricostruzione. Che, però, prenderà il via solo nell’estate 2024, quindi per altri due anni quelle due scuole continueranno ad essere utilizzare fingendo che siano sicure.
Come da 6 anni a questa parte, quindi, ancora una volta la sicurezza di studenti e personale scolastico nel capoluogo piceno è affidata a… Sant’Emidio. E per fortuna che per il sindaco la sicurezza delle scuole è al primo posto…