Scelte azzeccate, grande personalità e Gondo: le ricette vincenti dell’Ascoli di Bucchi
I bianconeri passano a Palermo, nonostante due svarioni difensivi, grazie alla tripletta del nuovo attaccante ma anche per merito di Bucchi che ha preparato alla perfezione la partita. Senza dimenticare uno straordinario Buchel e la personalità messa in mostra nel finale di gara
Un paio di giorni dopo l’approdo in bianconero di Pedro Mendes, Cedric Gondo ha voluto far vedere a tutti che l’Ascoli il suo bomber ce l’ha già. La sua tripletta al Palermo ha regalato alla formazione di Bucchi una preziosissima vittoria in trasferta che lancia i bianconeri in classifica e fa ben sperare per il proseguo del campionato. Ovviamente è ancora prestissimo ed è fondamentale rimanere con i piedi per terra, anche perché ancora il mercato è in corso e si attendono altri movimenti in entrata e in uscita. Di certo, però, aver conquistato 7 punti nelle prime 3 partite è molto positivo, rende oltre modo positivo l’inizio di questo campionato. Oltretutto, al netto della sagra degli errori difensivi, quella del Barbera è stata indiscutibilmente la prestazione migliore delle 3 gare fin qui disputate.
Partendo dal fatto che va dato atto a mister Bucchi di aver preparato al meglio la gara, chiudendo tutti gli spazi, soprattutto in zona centrale, alle veloci verticalizzazioni dei rosanero che tanto avevano messo in difficoltà il Bari. Il Palermo ha, quindi, cercato di aggirare la difesa bianconera sulle fasce ed in effetti nel primo tempo Donati e, soprattutto, Falasco qualche difficoltà l’hanno avuta. Nella ripresa, però, l’Ascoli ha chiuso bene anche sugli esterni e non ha concesso quasi nulla.
L’altro aspetto da sottolineare, oltre modo positivo, è che nonostante i 3 gol realizzati c’è ancora molto da lavorare e migliorare in fase offensiva e di costruzione del gioco. In particolare con esterni Bidaoui e Lungoyi che possono e devono incidere di più (anche se va detto che al Barbera si sono molto sacrificati in fase di copertura), mentre il centrocampo deve imparare a verticalizzare con più frequenza. E a proposito del centrocampo una doverosa citazione merita Buchel, autore di una prestazione che definire maiuscola è addirittura riduttivo. Bravissimo davanti alla difesa a spezzare ogni azione avversaria e, al tempo stesso, a far ripartire quella bianconera, il rinvio svirgolato all’86° e finito in calcio d’angolo è stato il primo pallone (ma anche l’ultimo) non giocato alla perfezione della sua partita.
Bene anche Caligara, al di là della verticalizzazione per il gioiello di Gondo per il 2-1, meno brillante Collocolo. Tra le note meno positive della serata ovviamente i due gol subiti che portano a 4 il totale dei gol al passivo nelle prime 3 giornate. Troppi per una squadra che vuole puntare in alto, ancor più per una difesa che sulla carta è tra le più affidabili della categoria. Per altro i 2 gol subiti sono arrivati nel complesso di una prestazione positiva del reparto arretrato, con Leali che, rispetto alle prime due partite, non ha dovuto compiere gli straordinari o interventi particolarmente difficili. Questa volta, però, i 2 gol sono arrivati su due gravi distrazioni in occasione di altrettanti calci d’angolo, nel primo caso per un errore di Falasco, nel secondo per una distrazione di reparto.
Nell’altalena di gol e strafalcioni difensivi che è stata la partita per 70 minuti, paradossalmente la parte di gara più significativa per l’Ascoli è stata l’ultima, i 20 minuti finali. Quando, dopo aver ripetutamente fallito il 4-1 che avrebbe chiuso definitivamente il discorso (con i padroni di casa palesemente “in bambola” dopo il gol del 3-1), il gol regalato a Segre avrebbe potuto trasformare il finale di gara in un incubo. Invece in quei 20 minuti di gara è venuta fuori tutta la personalità della squadra che praticamente non ha concesso nulla (solo una punizione dai 30 metri di Stulac, respinta da Leali) e che ha saputo gestire al meglio il possesso palla, non consentendo agli avversari di prendere ritmo, e sfiorando ancora il quarto gol. Nell’andamento complessivo della partita è stato fondamentale chiudere in vantaggio un primo tempo sostanzialmente equilibrato. Nel quale, dopo il palo di Botteghin (da calcio d’angolo) nei primi minuti, il Palermo per un po’ ha spinto, dando l’impressione di poter prendere in mano la gara, pur senza creare particolari pericoli (solo una serie di calci d’angolo).
Poi è arrivato il primo clamoroso errore di Nedelcearu (con la complicità di Pigliacelli), con Gondo pronto ad approfittarne per il più facile dei gol per il vantaggio bianconero. Durato, però, meno di 10 minuti, con il pareggio di Brunori sfuggito alla marcatura di un distratto (nell’occasione) Falasco. Dopo l’1-1 il Palermo ha provato ad insistere ma l’Ascoli è stato bravo a riconquistare campo e a spegnere gli ardori dei padroni di casa. Quando sembrava che le 2 squadre dovessero andare a riposo sul pareggio è invece arrivato il secondo gol di Gondo bravo, sulla verticalizzazione di Caligara, a sfruttare l’errore di posizionamento della difesa rosanero (in particolare di Crivello) e superare Pigliacelli con un delizioso e millimetrico pallonetto.
In avvio di ripresa la formazione di Corini ha provato a spingere ma alla prima verticalizzazione ancora Gondo ha sfruttato la colossale ingenuità della difesa rosanero, siglando con un perfetto diagonale il 3-1. Che ha mandato in tilt i padroni di casa che hanno continuato a concedere ampi spazi all’Ascoli che ha avuto più volte l’opportunità del 4-1. Poi, dopo l’ingresso in campo tra i padroni di casa degli ultimi arrivati dal mercato (Di Mariano, Stulac, Segre), inaspettato è arrivato il 3-2, con la seconda grave distrazione difensiva su calcio d’angolo.
A quel punto ci si aspettava un finale di gara in trincea, per respingere gli assalti dei padroni di casa, invece i bianconeri hanno avuto la capacità di congelare la partita e non concedere praticamente più nulla al Palermo, sfiorando ancora il quarto gol (realizzato da Dionisi ma poi annullato per un fuorigioco che fa discutere ma in linea con le nuove interpretazioni).
Una vittoria preziosissima che, al di là degli aspetti tecnici, convince per la personalità e la convinzione mostrata dalla squadra. Che, prima della prossima sfida al Del Duca contro il Cittadella, aspetta la chiusura (giovedì 1 settembre) e gli ultimi colpi del mercato estivo, in entrata e in uscita. Partendo dalla telenovela Saric che sembra arrivata a conclusione, con il centrocampista bosniaco che sembra destinato proprio al Palermo. Al suo posto dovrebbe arrivare Gnahoré, mentre è atteso in bianconero anche il terzino destro Adjapong. In partenza anche Iliev e De Paoli in un reparto offensivo che, dopo l’arrivo di Pedro Mendes, è particolarmente affollato. Con Bucchi che avrà ora a disposizione 4 esterni (Bidaoui, Lungoyi, Ciciretti e Falzerano) più Palazzolo e ben tre attaccanti centrali (Gondo, Dionisi e Pedro Mendes).
E proprio la presenza di tre attaccanti centrali, in una squadra che gioca a tre in attacco con 2 esterni, inevitabilmente alimenta le voci sulla possibile partenza di Dionisi, relegato in panchina dall’esplosione di Gondo e con qualche problema per il rinnovo del contratto. Un’eventualità assolutamente da evitare perché siamo certi che, al di là del valore degli altri due attaccanti centrali, un giocatore come Dionisi sarà molto utile per la formazione bianconera…