Cantiere “mascherato” e festival delle ordinanze, l’intervento di riqualificazione di via Trieste nel caos
Il sindaco annuncia con la solita enfasi l’avvio della riqualificazione a metà giugno ma il cantiere aperto in via Trieste riguarda ancora la “sostituzione di condotte idriche e relative allacci”. E per regolare la circolazione ben 6 ordinanze differenti in 16 giorni
Nella confusione più totale che circonda l’atteso intervento di riqualificazione di via Trieste almeno due certezze ci sono. La prima è che la sfida lanciata con la solita enfasi dall’amministrazione comunale e dal sindaco Fioravanti nel 2019 risulta clamorosamente persa. “Partita la sfida per riqualificare via Trieste. Serviranno 2 anni” titolava a tutta pagina nell’estate 2019 uno dei quotidiani locali specializzati nel fare da cassa di risonanza ai proclami del primo cittadino. Fioravanti era stato eletto sindaco da un paio di mesi e, nel racconto fiabesco di quel quotidiano, insieme all’assessore ai lavori pubblici Cardinelli si era messo a lavoro su via Trieste “a testa bassa”, stabilendo un crono programma che prevedeva il taglio del nastro per fine 2021 (al massimo i primi mesi del 2022, non oltre).
I fatti, purtroppo, dimostrano non solo che la sfida è persa ma anche di tanto, ad essere ottimisti di almeno 2 anni. La seconda è che, per quanto riguarda la circolazione nella zona di via Trieste, paradossalmente non c’è certezza, cambia in continuazione, anche a distanza di 24 ore. Da quando è stata annunciata l’apertura del cantiere (che come vedremo poi in realtà non riguarda l’intervento di riqualificazione) nella parte finale, tra via Trieste e piazza Santa Maria Intervineas, in 15 giorni la circolazione è cambiata ben 6 volte con altrettante ordinanze del Comune, le ultime due addirittura a distanza di 24 ore (data di affissione all’albo pretorio) l’una dall’altra, il 27 e il 28 giugno.
A dimostrazione ulteriore del fatto che “programmazione” è un termine sconosciuto per l’amministrazione comunale che pure, causa i soliti incomprensibili ritardi, ha avuto 2 anni di tempo per studiare e pensare soluzioni adeguate. Invece il solito indecente teatrino, con il Comune frettolosamente costretto a cambiare, dopo le vibranti proteste dei residenti e dei cittadini, ed assolutamente incapace di trovare una soluzione accettabile, tanto da dover di volta in volta rimodulare l’intervento. Come detto 6 ordinanze in 15 giorni e la concreta possibilità che non finisca qui. Ma, più in generale, la confusione più assoluta riguarda tutto l’intervento, con sindaco e amministrazione comunale che non fanno altro che alimentare il caos senza spiegare chiaramente ciò che sta accadendo e come proseguirà poi l’iter dell’intervento.
Un caos che in realtà si trascina ormai da 2 anni da quando, era l’estate 2020, il sindaco Fioravanti con la solita stucchevole enfasi annunciava sui social: “partono ufficialmente i lavori di riqualificazione di viale Trieste”. In realtà dagli atti ufficiali del Comune emergeva come nei giorni successivi sarebbero partiti solamente i saggi archeologici preventivi da parte delle Ciip e non certo i lavori di riqualificazione (anche perché all’epoca neppure esisteva il progetto per i lavori stessi). E’ a dir poco sconcertante come, due estati dopo, in una sorta di imbarazzante deja vu, si ripete lo stesso identico scenario, con sindaco e amministrazione che ancora una volta annunciano l’avvio della vera riqualificazione mentre, come vedremo più avanti, il cantiere aperto nei giorni scorsi a via Trieste riguarda ancora una volta i lavori di “sostituzione di condotte idriche e di relativi allacci” ad opera della Ciip, come conferma inequivocabilmente il cartello esposto nel cantiere stesso.
Tornando all’annuncio del primo cittadino dell’estate 2020, è importante sottolineare come l’intervento di riqualificazione di via Trieste fosse anche stato inserito dall’amministrazione comunale nel Piano Performance 2020, nell’elenco degli obiettivi da realizzare nel corso dell’anno. Con tanto di tempistica di realizzazione (decisiva poi per determinare, a fine anno, se l’obiettivo è stato centrato o meno) che prevedeva entro la fine del 2020 la predisposizione del progetto definitivo e la trasmissione dello stesso alla Soprintendenza, per poi arrivare entro il 2021 all’aggiudicazione e all’avvio dei lavori, da concludersi entro la fine del 2022. Nella successiva Relazione Performance, approvata nel giugno 2021, l’obiettivo riguardante via Trieste veniva dichiarato “realizzato”, quindi secondo l’amministrazione comunale tutto procedeva secondo il cronoprogramma indicato.
La conferma arrivava alcuni mesi dopo, nel novembre 2021, quando, sfidando ogni senso del ridicolo, l’amministrazione comunale approvava, con delibera n. 368 del 25/11/2021, il Piano Performance 2021. In altre parole solo a fine 2021, cioè quando era già sufficientemente chiaro cosa era stato realizzato, sindaco e assessori stabilivano gli obiettivi che avrebbero dovuto realizzare… entro la fine dell’anno! Al di là dell’evidente e sconcertante “pagliacciata”, ciò che conta in questo contesto che, per quanto riguarda la riqualificazione di via Trieste, veniva confermata la tempistica indicata l’anno precedente. Quindi approvazione del progetto esecutivo, aggiudicazione e inizio lavori entro il 2021 e fine dei lavori entro il 2022.
Proprio in questi giorni (secondo le norme in vigore entro il 30 giugno…) l’amministrazione comunale dovrebbe approvare la Relazione Performance nella quale verranno indicati gli obiettivi realizzati e quelli non raggiunti. I fatti non lasciano dubbi in proposito, per quanto riguarda la riqualificazione di via Trieste l’obiettivo è stato evidentemente e clamorosamente fallito. Ma, visti i precedenti, non ci stupiremmo se, con qualche fantasioso artificio, sindaco e assessori lo dichiarassero ugualmente realizzato.
Quello che è accaduto realmente emerge con chiarezza dalla determina n. 2014 del 27 giugno scorso, con la quale è stato affidato l’incarico di coordinatore della sicurezza, mentre la situazione attuale, al di là dei soliti inattendibili proclami del sindaco, è ben delineata dal cantiere stesso di via Trieste. La determina 2014, in particolare, ripercorre tutto l’iter ed evidenzia come il progetto definitivo dell’intervento di riqualificazione di via Trieste è stato approvato il 17 maggio 2021 con delibera di giunta n. 136, mentre quello esecutivo il 18 novembre 2021 con delibera di giunta comunale n. 357. Il 2 febbraio 2022, con determina n. 314, è stato approvato l’avviso pubblico di manifestazione di interesse per l’individuazione di operatori economici da invitare alla procedura negoziata per l’affidamento dei lavori, dopo pochi giorni, però, annullato (quando già erano arrivate 280 manifestazioni di interesse) perché, incredibilmente, solo dopo aver pubblicato l’avviso l’amministrazione comunale si è resa conto che nella via c’erano (da mesi…) diversi cantieri che avrebbero potuto creare problemi.
A fine marzo, con determina n. 871, si è dato avvio alla nuova procedura per l’affidamento dei lavori che si è conclusa il 24 maggio 2022 quando, con determina n. 1640, si è preso atto dell’aggiudicazione dell’intervento di riqualificazione all’impresa Gentile Srls di Isernia, per un importo complessivo di poco meno di 2 milioni di euro (1.828.860,65 euro per la precisazione). Nei giorni successivi è subito partito sui quotidiani locali il tam tam per annunciare finalmente l’avvio dei lavori di riqualificazione a partire da giugno, alimentato e rilanciato dal sindaco stesso che, nella serata al Chiosco di San Francesco per fare il bilancio dei suoi primi tre anni, ha annunciato la chiusura di parte di via Trieste da metà giugno per l’inizio dell’atteso dell’intervento.
Peccato, però, che in realtà il cantiere alla fine della via, all’angolo con la chiesa di Santa Maria Intervineas, e il conseguente festival di ordinanze per cambiare la circolazione (6 in 15 giorni) non riguardano affatto i lavori di riqualificazione ma ancora l’intervento per i sottoservizi ad opera della Ciip. Il cartello affisso nel cantiere stesso non lascia dubbi. E’ scritto chiaramente che si tratta di lavori per la “sostituzione di condotte idriche e di relativi allacci” e, se non bastasse, l’importo dei lavori (poco meno di 500 mila euro) e l’impresa esecutrice (Celani Pietro srl) confermano che non si tratta dell’atteso intervento di riqualificazione. Da segnalare tra l’altro che lo stesso cartello indica come il contratto per l’esecuzione di quei lavori sia stato stipulato addirittura a novembre 2020. Ancora più significativo il fatto che, nell’indicazione del termine dei lavori, a penna è stata cambiata la scadenza, inizialmente fissata per fine 2021 ed ora slittata al 31/12/2022.
C’è almeno da sperare che questa nuova data venga rispettata, anche se qualche dubbio resta, non fosse altro per il fatto che nei due giorni in cui sono state scattate le foto (28 e 29 giugno) non c’era nessuno al lavoro nel cantiere. Al di là di questo aspetto, sicuramente non secondario, resta la confusione e l’interrogativo, assolutamente decisivo e fondamentale, su quando in concreto partiranno i lavori di riqualificazione. Che, è bene ricordarlo, da contratto dovrebbero durare un anno. La logica fa pensare che fino a che non termineranno i lavori della Ciip non partiranno certo quelli di riqualificazione.
Questo significa che, ad essere immotivatamente ottimisti, se ne parla nei primi mesi del 2023. Con conseguente fine nei primi mesi dell’anno successivo, guarda il caso a ridosso delle elezioni amministrative. Certo che poi vantarsi e sfruttare un intervento realizzato con un ritardo di 3 anni sarebbe davvero a dir poco paradossale. Ma non ci stupirebbe affatto…