Dalla Liberazione all’Ucraina, il direttore scolastico regionale raddoppia la vergogna
Come già lo scorso anno, il direttore regionale Filisetti nella lettera agli studenti per il 25 aprile ripropone il vergognoso copione revisionista, umiliando la Resistenza e la nostra Costituzione. E sull’Ucraina sposa le farneticazioni propagandistiche della Russia…
Il 25 aprile nelle Marche lascia una doppia inqualificabile eredità: la replica, dopo quello dello scorso anno, del delirante messaggio rivolto agli studenti dal direttore scolastico regionale e il fatto che Marco Ugo Filisetti sia ancora tranquillamente al suo posto. Una vera e propria vergogna che, però, non sorprende affatto. Perché non bisogna mai dimenticare che il governatore marchigiano Acquaroli era tra coloro che hanno partecipato, sia pure “inconsapevolmente”, alla famosa cena nostalgica di Acquasanta, mentre sull’assessore regionale all’istruzione è meglio stendere un velo pietoso. E’ sufficiente ricordare che si tratta della leghista ascolana Giorgia Latini per rendere inutile e superfluo ogni ulteriore commento.
Per altro alcuni mesi fa un lungo articolo pubblicato dal quotidiano inglese “The Guardian” parlava proprio delle Marche (e anche del capoluogo piceno) come una sorta di laboratorio della nuova destra italiana che non ha affatto tagliato i ponti con il fascismo (vedi articolo “Fascisti su Marche: Ascoli e la Regione laboratorio della nuova destra”), facendo anche riferimento alla sconcertante lettera di Filisetti in occasione della ricorrenza della Liberazione dello scorso anno. Naturalmente il fatto che non sorprende che il direttore scolastico regionale non sia stato cacciato con disonore nonostante l’indecoroso e inaccettabile bis di quest’anno non attenua certo l’indignazione. Anche perché, come vedremo, al di là del deprecabile e patetico tentativo di revisionismo, Filisetti mostra (anzi, conferma) un’imbarazzante ignoranza (nel senso di mancanza di conoscenza) della nostra storia, una lacuna inaccettabile per chi è stato messo (in maniera a dir poco avventata) a dirigere l’ufficio scolastico regionale.
Per altro rispetto allo scorso anno l’impresentabile Filisetti non si è solo fermato all’indecente lettera inviata agli studenti marchigiani ma, replicando alle inevitabili accuse che ha subito, ha esteso le sue “farneticazioni” alla guerra in corso in Ucraina, dimostrando ulteriormente che la storia, passata e recente, non è certo il suo forte. Tornando alla lettera per la Liberazione, il direttore marchigiano ha sostanzialmente riproposto il vergognoso copione dello scorso anno secondo cui nella seconda guerra mondiale nel nostro Paese si sono fronteggiati due schieramenti per le rispettive ragioni e che al termine di quel confronto, “magicamente”, sarebbe nata la nostra Costituzione.
“Con il 25 aprile terminava così in Italia la seconda guerra mondiale che causò tra gli Italiani oltre 300 mila caduti militari e 150 mila civili – scrive Filisetti nella lettera agli studenti marchigiani – un immane conflitto che ha visto gli Italiani fronteggiarsi per le rispettive ragioni, giuste o sbagliate, per i rispettivi sogni, condivisibili o meno, ma di cui tutti si sentivano carichi, dando luogo ad uno scontro marcato dal ferro e dal sangue che ha diviso, frantumato il popolo. Ma dopo la “catastrofe”, il 25 aprile darà vita alla nuova Costituzione con progetti ideali lucidi, ispirati ad un alto senso di giustizia, con il superamento delle antitesi disperate”. Questi i passaggi più importanti e più sconcertanti della delirante lettera del direttore generale dell’Ufficio scolastico marchigiano.
Al di là del patetico e stucchevole tentativo di revisionismo, è opportuno innanzitutto sottolineare che il minimo sindacale che si deve pretendere da un direttore generale di un Ufficio scolastico regionale è la conoscenza della storia italiana, che invece Filisetti dimostra di ignorare. Se simili “corbellerie” le dicesse uno studente il suo destino sarebbe segnato, sarebbe bocciato senza esitazioni. Perché innanzitutto la seconda guerra mondiale non ha in alcun modo visto “gli italiani fronteggiarsi per le rispettive ragioni”.
Se avesse avuto la decenza di sfogliare qualche libro di storia Filisetti saprebbe che nella seconda guerra mondiale dal 10 giugno 1940 (annuncio di Mussolini dell’entrata in guerra dell’Italia) all’8 settembre 1943 l’Italia ha combattuto a fianco della Germania nazista e del Giappone contro le forze degli Alleati (Regno Unito, Stati Uniti, Unione Sovietica e Francia). In quella data, con la destituzione di Mussolini, il generale Badoglio firmò l’armistizio e la cessazione di ogni atto di ostilità delle forze italiane nei confronti degli Alleati. Le conseguenze furono l’invasione dell’Italia da parte dell’esercito nazista e la conseguente Resistenza nella guerra di liberazione italiana contro il nazifascismo, con il decisivo e fondamentale supporto delle forze alleate.
Quindi non gli italiani che si fronteggiavano, ma da una parte un’Italia che lottava per liberare il paese dall’occupazione nazista e dall’altra i fascisti che supportavano e sostenevano l’occupazione ma anche gli efferati crimini e le stragi contro i civili indifesi e inermi commesse dai nazisti. Prima di scrivere simili corbellerie Filisetti dovrebbe avere l’umiltà di conoscere e studiare la storia, perché la conoscenza della storia stessa è fondamentale per capire il vero significato della festa del 25 aprile. Che è esattamente opposto a quel farneticante concetto che ha espresso il dirigente scolastico regionale che, sfidando ogni senso della vergogna, vuole far passare il messaggio che si possano mettere sullo stesso piano le ragioni di chi lottava per la liberazione del paese e per la libertà e di chi invece lottava per aiutare un regime criminale e disumano come quello nazista a soggiogare gli italiani, a privarli di ogni libertà.
Altra cosa ovviamente è l’umana pietà per tutti i caduti, ma provare a mettere tutti sullo stesso piano, senza distinzioni, è inaccettabile. Di questo passo magari il prossimo anno il 21 marzo (giorno dedicato al ricordo delle vittime delle mafie), seguendo la distorta logica di Filisetti, si potrebbero ricordare e mettere sullo stesso piano i servitori dello Stato e i mafiosi morti in tutti questi anni… Come se non bastasse l’ineffabile diretto scolastico regionale ha completamente stravolto anche i principi della nostra Costituzione che non si fonda affatto “sul superamento delle antitesi disperate” ma esattamente sui valori dell’antifascismo, umiliati da chi ancora ha l’indecenza di mettere sullo stesso piano chi voleva liberare il Paese e chi era complice dell’orrore nazista.
Che a farlo sia qualche “nostalgico sfigato” (come quei “poveracci” che il 24 aprile sono andati a rendere onore alla tomba di Mussolini a Predappio), che si vergogna (a ragione) delle proprie idee e si nasconde dietro questa folle retorica della pari dignità, è una cosa. Che a farlo sia invece un direttore scolastico regionale, che per giunta lo prenda come principio ispiratore della sua lettera agli studenti, è a dir poco inaccettabile. E chi lo ha fatto non può e non dovrebbe restare un minuto in più alla guida dell’Ufficio scolastico regionale.
Considerando che Acquaroli e la Latini non avranno mai il coraggio di prendere alcun provvedimento, bene ha fatto la parlamentare marchigiana Alessia Morani a chiedere l’immediato intervento del ministro dell’istruzione Bianchi affinché “adotti le adeguate misure nei confronti del direttore Filisetti”. Che, come detto, ha raddoppiato la “figuraccia” esprimendosi anche sulla guerra in Ucraina e sul parallelismo tra la resistenza italiana e quella del popolo ucraino.
“In realtà la resistenza la stanno compiendo prima di tutto i partigiani russi del Donbass aggrediti otto anni fa dall’Ucraina” ha affermato, riproponendo uno dei “cavalli di battaglia” della propaganda russa, inequivocabilmente smentito dai fatti, dall’Onu e anche da associazioni come Amnesty International (senza dimenticare che le complesse e drammatiche vicende nel Donbass non partono certo dal 2014, come vogliono far credere i russi, ma da diversi anni prima).
Ironia della sorte le deliranti tesi di Filisetti sull’Ucraina sono condivise da una parte di quella pseudo sinistra che invece si è scagliata contro il direttore scolastico regionale per il contenuto di quella lettera. E anche questo in qualche modo dovrebbe indurre a riflettere…