Come ha sottolineato l’associazione culturale Demos Marche la riapertura dopo un anno è “un atto dovuto”. Restano da affrontare problemi irrisolti messi in luce dal “Forum cittadino sui servizi di biblioteca”. Come la possibile esternalizzazione e il decentramento
Sabato scorso (9 aprile) dopo oltre un anno dalla sua chiusura è stata finalmente riaperta la Biblioteca comunale “Gabrielli”. Come ha giustamente sottolineato il locale circolo di “Demos Marche” (associazione culturale per la cittadinanza attiva, la partecipazione popolare, lo sviluppo sostenibile) “un atto dovuto” che però il sindaco Fioravanti e l’amministrazione comunale hanno celebrato con la solita stucchevole enfasi, con tanto di taglio del nastro e un apprezzatissimo ricco programma culturale per la giornata.
Molto più opportuno sarebbe stato chiedere scusa alla città per averla lasciata completamente priva di servizi bibliotecari (per altro nel momento stesso in cui si voleva proporre Ascoli come “Capitale della Cultura 2024”…) per un così lungo periodo, oltretutto per interventi che, con un minimo di programmazione e organizzazione, si sarebbero potuti completare in un lasso di tempo decisamente minore. D’altra parte, però, bisogna comprenderlo il primo cittadino, al di là di quelli virtuali (che in realtà abbondano), in concreto non ha praticamente mai avuto occasioni per autocelebrarsi e, quindi, ha la necessità di sfruttare ogni minima occasione, anche la meno opportuna, per farlo.
Polemiche a parte, ovviamente non può che fare piacere il fatto che la Biblioteca comunale sia tornata fruibile. Restano, però, tanti problemi irrisolti che l’amministrazione comunale, passati gli inopportuni festeggiamenti, dovrebbe avere la premura di affrontare immediatamente. In particolare pende ancora la possibilità di esternalizzazione dei servizi di biblioteca, annunciata un anno e mezzo fa di cui poi (fortunatamente aggiungiamo) non se ne è saputo più nulla, mentre resta irrisolto il nodo del decentramento dei servizi. A fare il punto della situazione ci ha pensato proprio l’associazione Demos Marche in una nota nella quale ovviamente applaude alla riapertura della biblioteca “Gabrielli” evidenziando, però, proprio i nodi irrisolti.
“Ad un anno dalla sua chiusura – si legge nella nota – la biblioteca comunale “Gabrielli” è tornata ad essere fruibile dal pubblico: taglio di nastro, cerimoniale per le grandi occasioni e un ricco programma culturale per la giornata. Tutto questo per un atto dovuto, dopo che la città è rimasta, per questo tempo, completamente priva di servizi bibliotecari. Apprezzabile la ripartenza con un’alta frequentazione di giovani studiosi, sia nelle sale studio rinnovate e attrezzate che nel chiostro che funge anche da luogo di socializzazione e di incontro giovanile, a dimostrazione della fame di Polo Culturale che ha dovuto patire la cittadinanza. Ora che è passato il momento della “festa”, però, bisogna tenere presenti alcune cose: problemi irrisolti messi in luce dal “Forum cittadino sui servizi di biblioteca” promosso dall’associazione culturale Demos in collaborazione con il Collettivo Caciara che si è tenuto a novembre scorso e ha dato vita ad un Osservatorio sulle politiche culturali della città, come momento partecipativo e di impulso”.
Il primo e più importante punto è ovviamente la possibile esternalizzazione del servizio. “La delibera del Consiglio comunale n. 67 del 29/12/2020 – prosegue la nota – come è noto prevedeva la esternalizzazione/privatizzazione dei servizi di biblioteca ma sembra che al momento sia stata archiviata poiché più nessuno ne parla, ma non si dà seguito, tuttavia, alle indicazioni del Forum sullo stato di conservazione e inventariazione del patrimonio storico bibliografico, sul risanamento dei locali di deposito, né al turn over del personale che va in pensione e non viene sostituito da personale qualificato”.
L’altra questione che viene evidenziata è quella relativa al decentramento, con promesse che attendono da anni di diventare fatti concreti. “Altro nodo irrisolto – scrive Demos – è il decentramento dei servizi che avrebbe evitato, ad esempio, il disagio della chiusura per i lavori. Siamo in attesa, infatti, della promessa riapertura delle biblioteche di zona. Ricordiamo a proposito la biblioteca di Campo Parignano che è stata chiusa nel 2016 in vista di una “pronta” riallocazione che ancora non si vede. La infelice biblioteca di Monticelli che va ripensata in altra destinazione idonea e rigenerata. La biblioteca di porta Solestà che è scomparsa nel nulla”.
“Per questo – conclude la nota – l’Osservatorio sulle politiche culturali della città invita la cittadinanza, le forze politiche, culturali e sociali a mantenere alta l’attenzione sul tema, a visitare e frequentare la biblioteca Gabrielli. Tanto maggiore sarà la frequentazione, tanto maggiore dovrà essere la risposta qualitativa in termini di tutela dei beni culturali e dei servizi al pubblico, tanto minore sarà il rischio dell’abbandono e della deriva”. Sperando che l’amministrazione comunale per una volta sia in grado di andare oltre “sfilate” celebrative e propaganda…