Il circolo Legambiente approva la “retromarcia” del sindaco sull’ex Carbon (“recepita la proposta che facemmo nel 2008”) ma critica la proposta di nuove edificazioni nelle frazioni: “si è già sbagliato una volta, non è il caso di mantenere la stessa volumetria da un’altra parte”
“Finalmente l’amministrazione comunale comincia a capire che l’unica soluzione possibile per la zona della ex Sgl Carbon è il concorso di idee e un grande parco urbano”. Commenta così il circolo Legambiente di Ascoli la “retromarcia” del sindaco Fioravanti che nei giorni scorsi ha annunciato un progetto per l’ex Sgl Carbon che, di fatto, in parte va nella direzione da sempre proposta dall’associazione ambientalista (e anche dai partiti di opposizione).
Peccato, però, che se da un lato finalmente si inizia a ragionare in termini diversi, dall’altro il primo cittadino e l’amministrazione comunale continuano a manifestare un’irresistibile passione per il cemento, visto che la proposta è di spostare la “cementificazione selvaggia” dall’area dell’ex Carbon alle frazioni. “La mia idea– – ha spiegato Fioravanti – è un grande parco verde, rinunciare alle abitazioni previste in quel sito e spalmare l’edificabilità in tutte le frazioni di Ascoli. Abbiamo fatto un avviso pubblico di retrocessione di quelle aree edificabili e avanzamento delle aree agricole che possono diventare edificabili. La nostra volontà è potenziare e ripopolare le nostre frazioni”.
Peccato, però, che il primo cittadino continui a vivere nella sua realtà virtuale, completamente differente dal mondo reale, senza rendersi conto che continuare a parlare di nuove cementificazioni in una città che continua a perdere residenti e che è a rischio desertificazioni è semplicemente ridicolo. Così come è puerile pensare che si possa in qualche modo fermare l’esodo dal capoluogo piceno costruendo nuove abitazioni, in centro, nei quartieri o nelle frazioni.
“L’urbanistica non si basa sul diritto consuetudinario, no a nuove cementificazioni nelle frazioni, stop al consumo di suolo. Ascoli Piceno non ha bisogno di nuove colate di cemento nelle frazioni, ma di un grande progetto turistico e culturale per il rilancio della città e del suo territorio” afferma Legambiente. Che, tornando all’area ex Carbon, sottolinea gli errori commessi dalle amministrazioni del passato e rilancia l’idea di un concorso di idee.
“Finalmente, dopo aver inseguito per decenni il mito dell’espansione edilizia illimitata, l’amministrazione comunale forse comincia a capire che la cementificazione dell’area Carbon non è la soluzione per un territorio che continua a perdere abitanti come quello di Ascoli Piceno – si legge nel comunicato di Legambiente – almeno fino al 2017, con l’approvazione del Piano Regolatore Generale Cervellati-Lattanzi, i nostri amministratori hanno sostenuto la necessità di realizzare in quella zona un nuovo quartiere della città, per un totale di 350.000 metri cubi, pari a circa 1200 appartamenti.
Una follia. Eppure i vari sindaci, Celani, Castelli, etc. non ci hanno mai voluto ascoltare e hanno continuato a perseguire pervicacemente questa strada. Il circolo Legambiente Ascoli Piceno ha sempre affermato invece che per riqualificare l’area ex SGL Carbon, occorreva realizzare un grande parco pubblico e bandire un grande concorso di idee di Architettura di livello nazionale e internazionale, magari finanziato dalla Fondazione Carisap (che in quegli anni purtroppo si era imbarcata nel megaprogetto Anima a Grottammare, poi naufragato), un Concorso di idee che potesse individuare le soluzione più adatta per rilanciare l’area Carbon e l’intero territorio Piceno. Purtroppo, a causa dell’incapacità e della mancanza di idee dei nostri amministratori, abbiamo perso tanto tempo prezioso.
Ora di fronte a queste ipotesi, non resta che ribadire quanto affermato da Legambiente AP in varie occasioni, cioè la necessità di un concorso di idee di architettura di livello nazionale e internazionale, al fine di sviluppare la soluzione urbanistica e architettonica che consenta una vera riqualificazione della zona e la trasformi in un vero e proprio motore del nuovo sviluppo della città di Ascoli, uno sviluppo finalmente basato sui saperi, la ricerca e la conoscenza, sul turismo e sui beni culturali e ambientali, e non su impianti di industria chimica pesante o sulla cementificazione selvaggia come è stato purtroppo fino ad oggi. L’idea migliore, che risulterà vincitrice del Concorso di idee, dovrà disegnare il futuro della città per i prossimi decenni.
Dopo tanti anni di inquinamento, la città di Ascoli Piceno merita una qualche forma di risarcimento, e questo appare a molti il modo migliore per trasformare un grande problema in una grande opportunità urbanistica, sociale, architettonica, economica, ambientale e culturale”. In conclusione Legambiente torna sul problema della cementificazione e non risparmia neppure i dirigenti della Restart.
“Vorremmo fare infine un’ultima considerazione – conclude il comunicato – il fatto che già si sia sbagliato una volta, consentendo delle volumetrie abnormi nella zona della SGL Carbon, non autorizza a mantenere questa stessa volumetria e a spostarla da un’altra parte, con una specie di gioco di prestigio. Per molti anni, da un punto di vista urbanistico l’area SGL Carbon – per chi non lo sapesse – è sempre stata considerata “area verde” (verde pubblico attrezzato), e veniva utilizzata per garantire una certa quantità di verde in città e per far “quadrare i conti” quando si andavano a calcolare gli standard urbanistici. Volerla trasformare in un’area edificabile è stata un’operazione veramente indegna, l’ennesimo schiaffo alla nostra città.
Inoltre, facciamo presente che l’urbanistica non si basa sul diritto consuetudinario, per cui una volta che si sia deciso – sbagliando – di cementificare una zona della città, questa stessa cementificazione la si può spostare da un’altra parte come se niente fosse. A questo punto gli ex amministratori della città e i dirigenti della Restart dovrebbero pronunciare una sola frase: abbiamo puntato tutto sull’edilizia e abbiamo sbagliato. Scusateci”.