Bonifica e progetto di rilancio: dopo le giornate del Fai l’ex Carbon torna al centro dell’attenzione
Il segretario comunale del Pd Francesco Ameli non risparmia critiche all’amministrazione comunale e alla Regione, ricorda tutte le occasioni perdute e lancia un appello: “la Carbon deve entrare a far parte a pieno titolo del progetto strategico di rilancio per la città”
Grazie alle giornate del Fai la Carbon è tornata al centro dell’attenzione della città Una storia controversa, per sintetizzare si potrebbe dire di amore e odio, quella della fabbrica al centro del capoluogo, che per lungo tempo ha assicurato il lavoro a tantissimi ascolani ma che, al tempo stesso, ha provocato enormi problematiche ambientali e, soprattutto, di salute. Ora quell’area di 27 ettari rappresentano l’emblema dell’inefficienza e dell’immobilismo della politica cittadina, incapace di ottenere l’indispensabile bonifica e di presentare e portare avanti un progetto per il suo recupero. Purtroppo la storia di quell’area dalla chiusura della fabbrica ad oggi è perfettamente in linea con quello che è ormai diventato il filo conduttore, il “marchio di fabbrica” delle amministrazioni comunali che si sono succeduti in questi 15 anni, tanti annunci, proclami e promesse roboanti, tutti puntualmente e desolatamente smentiti dalla cruda realtà, ipotesi e progetti improponibili con l’inevitabile risultato che si collezionano figuracce e bocciature.
L’ultima in ordine di tempo poco meno di un anno fa, con il progetto per il cosiddetto housing sociale nell’area dell’ex Carbon escluso dai finanziamenti previsti dalla Regioni con la delibera n. 483 del 20 aprile, che stanziava 30 milioni di euro per la realizzazione di edilizia residenziale sociale nei territori danneggiati dal sisma del 24 agosto 2016, nonostante il sindaco avesse dato per certo il finanziamento stesso. Da allora è calato il silenzio sul futuro e sul recupero di quella zona. E dopo le due giornate del Fai, è il segretario comunale del Pd Francesco Ameli a riaprire il dibattito.
“Sin dagli anni della chiusura – afferma – abbiamo portato avanti la proposta di bonificare il sito e poi di farlo diventare un grande parco urbano, o comunque, in subordine, uno spazio a destinazione pubblica che sia a servizio del cittadino. Una soluzione concreta che ora sembra trovare sponda anche da chi ha finalmente smesso di seguire le sirene di progetti inattuabili e volti solo a generare volumetrie e cementificazione inutili in una città in cui il numero di abitanti continua a diminuire. Si è perso molto tempo prezioso e conseguentemente occasioni importanti seguendo le illusioni tirate fuori dal cilindro ad ogni scadenza elettorale da chi non ha mai cercato e trovato soluzioni davvero percorribili. Dopo quasi 15 anni, finalmente l’amministrazione guidata dal sindaco Fioravanti sembra aver cambiato idea rispetto ai suoi predecessori, accogliendo e condividendo di fatto la nostra proposta iniziale che mirava a ridurre il più possibile la parte edificabile dell’ex area industriale (oggi residenziale e commerciale) per creare un grande parco pubblico attrezzato.
Noi all’epoca lo chiamammo “Central Park” il sindaco Fioravanti ha parlato di Villa Borghese poco importa: nella sostanza registriamo una sostanziale volontà comune di procedere verso quella che davvero può essere una rivoluzione. Se l’amministrazione comunale si attiverà, percorrendo la via maestra senza indugi, troverà nel Partito Democratico un valido sostegno. Siamo anzi disposti a creare un luogo fisico di discussione sulle possibili soluzioni da trovare. A tal fine invitiamo la proprietà a coinvolgere le parti politiche e sociali al fine di creare un “tavolo” di dialogo così da poter dare al progetto, con le caratteristiche sopra illustrate, il massimo consenso e partecipazione dal basso. D’altronde è evidente come sia cambiato il contesto socio economico il sisma prima e i bonus edilizi, di certo non incentivano la realizzazione di ulteriori volumetrie in una città a costante calo demografico”.
Ameli non risparmia dure critiche all’amministrazione comunale, parlando di occasione persa con il progetto per la Capitale della Cultura, e alla Regione che, al di là dei proclami propagandistici, nei fatti ha dimenticato Ascoli e il Piceno. “Certo è che le ultime occasioni perse per la Carbon sono stati i siti orfani e fondi CIS dove la Regione Marche ha scelto di finanziare l’area con i fondi PNRR – prosegue Ameli – e quella di Capitale della Cultura. Riguardo i “siti orfani” infatti, la Regione Marche è stata l’unica regione a non individuare aree da bonificare e mettere in sicurezza e pertanto non ha avuto alcun contributo da parte del governo a valere sui fondi PNRR. Con il CIS la Regione Marche ha invece scelto di destinare interventi da 50 milioni di euro sugli impianti sciistici del maceratese, non mostrando minimamente interesse invece per la rigenerazione urbana della Carbon che invece poteva essere la vera innovazione per il territorio e poteva entrare quindi a pieno titolo nella progettualità presentata per la Capitale della Cultura.
Purtroppo, però, la dotazione di 160 milioni di euro è stata dilapidata politicamente da una giunta regionale che in maniera arbitraria ha fatto scelte volte solo a catturare consenso a buon mercato per qualche carriera politica personale dimenticando il Piceno. Le amministrazioni pubbliche però parlano con gli atti concreti e non solo con dichiarazioni di buona volontà, se da parte della giunta Acquaroli i fatti hanno dimostrato il suo disinteresse per la città di Ascoli Piceno, dal Comune ci aspettiamo un gesto concreto che dia il via ad una nuova stagione per la città”.
Il segretario comunale del Pd conclude lanciando un appello: “la Carbon deve entrare a far parte a pieno titolo del progetto strategico di rilancio per la città e per il territorio: se infatti si è scelto di rilanciare con i fondi PNRR il centro storico, penso che altrettanto debba essere fatto per l’area Carbon che già negli anni 70 era destinata a verde pubblico. Il treno sta passando ed il rischio è quello di perdere un’occasione storica. Le risorse messe a disposizione dai governi a guida PD non possono non essere colte e gestite in maniera non adeguata”.