Di Carlo riparte bene, sconfitti l’Arezzo… e l’arbitro


Vittoria quanto mai importante, per tenere a distanza la zona playout, dei bianconeri. Dopo un brutto primo tempo l’Ascoli nella ripresa merita il successo, nonostante ancora una volta sia stato penalizzato da una direzione di gara semplicemente imbarazzante

L’incubo non è ancora finito ma il ritorno in panchina di Di Carlo ha quanto meno riportato un pizzico di serenità, naturalmente solo in chiave risultati e classifica, in casa bianconera. E, soprattutto, dopo 4 sconfitte consecutive è finalmente arrivata una vittoria, per altro doppiamente meritata. Innanzitutto perché, dopo quell’orribile primo tempo (che, però, l’Ascoli avrebbe potuto chiudere comunque in vantaggio se l’impresentabile Bozzetto avesse assegnato nel finale di tempo il sacrosanto rigore ai bianconeri), la formazione di Di Carlo è stata brava ad approcciare la ripresa con ben altro spirito e determinazione, disputando un’ottima prima parte di secondo tempo, nella quale oltre al gol vittoria di Varone avrebbero potuto chiudere la partita.

Soprattutto, però, il successo è ancor più meritato perché, oltre all’Arezzo, l’Ascoli ha dovuto lottare e sconfiggere anche l’arbitro Bozzetto. Con la vittoria comunque conquistata, se ne può parlare con maggiore tranquillità e, soprattutto, senza far diventare la direzione arbitrale un alibi per eventuali insuccessi. Però davvero sabato scorso al Del Duca abbiamo assistito ad un arbitraggio imbarazzante, sicuramente l’arbitro Bozzetto sarà semplicemente non all’altezza, anche se, sicuramente per pura casualità, ha sbagliato sempre e solo da una parte sola. E non si può fare a meno di ricordare che, in questa stagione maledetta, l’Ascoli fin qui è stato davvero molto sfortunato con gli arbitri.

Limitandoci solo agli ultimi episodi, l’assurda espulsione di Marsura a Rimini, i due rigori negati (di cui uno incredibile, con la parata del difensore abruzzese) e il gol in fuorigioco degli avversari a Pescara, il rigore se possibile ancora più netto non assegnato contro la Ternana per il calcione rifilato dentro l’area da Vallocchia ad Adjapong (con l’arbitro a non più di 2 metri), quello non dato a Campobasso (nel primo tempo, sullo 0-0) per l’evidente trattenuta su Corazza che stava per colpire di testa a porta spalancata (poi magari per il periodo che sta vivendo il bomber bianconero avrebbe messo fuori…). Questa volta oltre al clamoroso episodio di fine primo tempo (il fallo di mano di Renzi che con il braccio alto e un movimento innaturale ha tolto il pallone a D’Uffizi), c’è tutta la condotta di gara incomprensibilmente penalizzante nei confronti dell’Ascoli, con stesso tipo di interventi sanzionati in maniera differente da una parte e dall’altra e cartellini gialli assegnati ai giocatori bianconeri senza alcuna reale ragione che hanno finito per condizionare la partita dell’Ascoli.

Emblematico a tal proposito il giallo rifilato ad Odjer, fino a quel momento autore di un’ottima prestazione, per un normale contrasto di gioco a centrocampo (in un’azione che non era certo pericolosa) che già considerare falloso sembrava discutibile. Di contro in almeno tre circostanze ripartenze potenzialmente pericolose dei bianconeri, fermate con falli evidenti e plateali, non hanno portato al cartellino giallo per i giocatori dell’Arezzo. E poi l’incredibile giallo a Varone per un contrasto aereo, con lo stesso centrocampista bianconero vittima poco dopo di una violenta gomitata (assolutamente non volontaria) che non solo non è costata l’ammonizione ma, addirittura, neppure il fallo al giocatore toscano. Per non parlare dei ripetuti interventi fallosi di Chiosa su Corazza, spesso tollerati e che, non fosse altro per la ripetitività, avrebbe dovuto portare ad un’ammonizione.

Spesso la distribuzione dei cartellini gialli viene sottovalutata, invece può davvero condizionare la gara. L’Ascoli nel secondo tempo ha messo in difficoltà l’Arezzo perché ha aggredito con maggiore determinazione gli avversari a centrocampo, con Odjer asfissiante ma anche Carpani e Varone, cresciuto dopo un primo tempo balbettante. A metà ripresa, con tutti e tre i centrocampisti ammoniti, inevitabilmente i bianconeri hanno dovuto limitare la propria aggressività, con Di Carlo che ragionevolmente ha sostituito Odjer, per caratteristiche più impulsivo, che prima dell’ammonizione era un vero incubo per i centrocampisti toscani. E non è certo un particolare di poco conto che, a parte quello di Carpani, i gialli per gli altri due centrocampisti sono stati letteralmente inventati da Bozzetto.

Tornando agli aspetti tecnici della gara, il primo tempo aveva fatto temere il peggio. Squadra timorosa e contratta, incapace di costruire azioni e di rendersi pericolosa, con l’Arezzo che sembrava poter far male in qualsiasi occasione. Non è accaduto perché comunque la difesa, con il positivo ritorno di Menna, ha retto discretamente ma anche per la scarsa incisività dei toscani che in concreto nel primo tempo hanno costruito un’unica grande occasione, sciupata da Pattarello che ha messo fuori da ottima posizione dentro l’area, oltre ad un tiro dai 20 metri di Tavernelli su cui si è fatto trovare pronto Raffaelli.

Ben altra musica nella ripresa, con i bianconeri subito aggressivi e pericolosi, prima con un’incursione di D’Uffizi che, però, ha concluso a lato da buona posizione, poi con un gran tiro di Odjer deviato in angolo in tuffo da Trombini, prima di trovare il gol poi risultato decisivo con una veloce ripartenza e l’assist di D’Uffizi (positiva la sua prova) per Varone. Il merito dei bianconeri è stato quello di non accontentarsi, la formazione di Di Carlo ha continuato ad aggredire e a mettere in difficoltà l’Arezzo, creando in almeno un paio di circostanze i presupposti per potenziali pericoli, vanificati da errori nell’ultimo passaggio. Poi l’incredibile occasione per chiudere la gara fallita da Corazza che, tutto solo davanti al portiere, ha allargato troppo la conclusione, terminata di poco fuori.

Nella parte finale del secondo tempo, complice anche il discorso sui cartellini gialli, l’Ascoli ha diminuito l’aggressività e l’Arezzo ha provato a spingere, anche se in concreto i toscani hanno costruito un’unica opportunità per pareggiare, con il perfetto lancio di Guccione per Dezi e l’intervento decisivo di Raffaelli, bravo a spostare il pallone e a non consentire al centrocampista granata di concludere a rete. Con qualche brivido nelle mischie finali sui cross dalla tre quarti. Alla fine la vittoria, quanto mai necessaria, è arrivata. Grazie ai tre punti la classifica è un po’ migliore, anche se la Spal deve recuperare una gara e in caso di vittoria dei ferraresi la zona playout resterebbe a 5 punti, esattamente come la zona playout.

Inutile, però, fare troppi calcoli, anche perché troppe volte nel corso di questa stagione dopo qualche vittoria ci si è illusi di aver finalmente intrapreso la giusta strada. Bisogna solo concentrarsi sulla prossima partita a Pontedera, sperando che stavolta arrivi l’agognata conferma

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