E’ il Consiglio comunale, sembra il teatro dell’assurdo…


Non solo le interrogazioni sul presunto (e inesistente) conflitto di interessi dei giornalisti dipendenti pubblici e sulle scuole (di competenza della Provincia…) ma anche la discussione su Zona franca urbana e centro per l’autismo ha regalato momenti a dir poco esilaranti

Le sue caratteristiche peculiari sono l’abbandono di un costrutto razionale e di un linguaggio logico consequenziale, la struttura tradizionale viene sostituita da una successione di eventi priva di logica apparente, senza alcun significato concreto. I dialoghi sono volutamente senza senso, capaci a volte di suscitare il sorriso nonostante il senso tragico di fondo”.

Sembra la descrizione del Consiglio comunale andato in scena martedì 18 febbraio a Palazzo dei Capitani, invece è la definizione, in sintesi, che si trova su internet e sui manuali del teatro dell’assurdo. Ma siamo sicuri che, se Samuel Beckett, Jean Tardieu, Eugene Ionesco o Harold Pintor, che sono considerati i maggiori esponenti di quel genere di teatro, avessero assistito a quella seduta consiliare, di certo avrebbero tratto infiniti spunti per nuove opere e per trovare trame sempre più paradossali. Non che solitamente le sedute del Consiglio comunale siano particolarmente “elevate”, ma davvero martedì scorso si sono raggiunti picchi inimmaginabili.

Dimenticando per un attimo che in quella sede istituzionale si dovrebbe decidere il futuro della nostra città, quindi se non stessimo parlando di un’istituzione in cui è richiesta serietà, responsabilità e decoro, bisognerebbe ammettere che non capita spesso di assistere a spettacoli così straordinariamente esilaranti e, al tempo stesso, privi di senso logico, che neppure la fervida inventiva di quei straordinari autori sarebbe riuscita anche solo ad immaginare. Citando frammenti e passaggi in ordine sparso, impossibile non rimanere esterrefatti quando il sindaco Fioravanti, di fronte alle richieste del consigliere comunale Francesco Ameli sullo stato di avanzamento dell’iter per la realizzazione del centro per l’autismo a Campolungo, approccia la risposta parlando del bilancio comunale vincolato, con i fondi per la formazione dei dipendenti che non possono essere utilizzati in altro modo (che c’azzecca?).

E che dire di fronte al consigliere comunale Poli che, nell’illustrare la sua interrogazione sulla situazione dell’ospedale Mazzoni, si dilunga per una decina di minuti a parlare di atteggiamenti da carnevale, di quando a suo dire è opportuno alzarsi in piedi e parlare, senza mai neppure citare l’oggetto della sua interrogazione. Per non parlare del consigliere comunale Premici, che in un’interrogazione sullo stato delle scuole cittadine aveva chiesto informazioni sul problema del riscaldamento al Liceo Scientifico, del degrado al Liceo Artistico, dei disagi al Trebbiani, del riscaldamento al Mazzocchi Umberto I, che si dichiara soddisfatto della risposta del sindaco che praticamente non ha fatto neppure cenno a quelle problematiche. Ancora, all’interrogazione del consigliere comunale Ameli che chiede all’amministrazione comunale di mobilitarsi per la Zona franca urbana, Marco Fioravanti risponde parlando inizialmente dei presunti debiti e della situazione del Consind (di nuovo, che c’azzecca?).

Non c’è logica, figuriamoci se può esserci coerenza. Il primo cittadino piuttosto infastidito sottolinea con chiaro intento polemico, di fronte all’interrogazione del consigliere Ameli sul centro per l’autismo, che quell’atto dovrebbe essere rivolto alla Regione e critica l’opposizione che a suo dire ha questo brutto vizio di coinvolgere il sindaco in vicende che invece sarebbero di competenza di altri. Poi, però, non solo non dice nulla ma, anzi, ringrazia i consiglieri della sua maggioranza quando si trova a dover rispondere ad interrogazioni che, quelle si, eventualmente andrebbero presentate in tutt’altra sede, come quella sulle scuole superiori (di competenza della Provincia) o sul presunto conflitto di interessi dei giornalisti dipendenti pubblici che non spetta certo al sindaco stabilire se ci sia o meno. E poi ancora le allucinazioni sulla presenza di comunisti e bolscevichi in aula, il richiamo del presidente del Consiglio Bono al consigliere comunale Narducci che si permette… di andare in bagno.

In un simile contesto surreale di fronte ad alcuni passaggi sarebbe più che pertinente una delle più celebri battute del film “Blade Runner”, “ho visto cose che voi umani…”. In questo caso magari si potrebbe dire “ho sentito cose”, perché il confronto tra il sindaco Fioravanti e il consigliere comunale Premici sull’interrogazione sui giornalisti è andato oltre ogni immaginazione. “Per me stampa e opposizioni sono sacre – ha affermato Premici nel presentare la sua interrogazione – il contenuto dell’interrogazione è diametralmente opposto da come è stata interpretata, vuole garantire la libertà di stampa”. “Questa interrogazione va esattamente nella direzione della difesa della libertà di stampa” ha risposto il sindaco.

Ora se tutti, dal presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche ai quotidiani locali (anche quelli sempre dalla parte del sindaco) e nazionali, hanno duramente criticato quell’interrogazione considerandola un attacco alla libertà di stampa, il minimo sindacale che ci si dovrebbe aspettare è quanto meno un’autocritica per aver scritto in maniera sbagliata l’interrogazione, se davvero come dichiarato in Consiglio comunale si voleva sostenere la libertà di stampa. Certo, poi, se per farlo si invoca un presunto ed inesistente conflitto di interessi, si accusano indistintamente e senza specificare i giornalisti che criticano il Comune di scrivere falsità e si chiedono nei loro confronti un intervento da parte del sindaco, beh allora possiamo anche farne a meno di questa specie di difesa della libertà di stampa.

Restando in tema cinematografico, non è mancato neppure un omaggio, probabilmente involontario (almeno si spera) ad uno film italiani record di incassi, “Johnny Stecchino” di Roberto Benigni, nel corso della discussione dell’interrogazione dell’interrogazione sulle scuole. “Sono soddisfatto della risposta del sindaco, speriamo che vengano risolti i problemi più grandi del riscaldamento e i più piccoli degli infissi” ha replicato, dopo l’intervento del primo cittadino, il consigliere comunale Premici, facendo tornare in mente la scena del film di Benigni in cui l’avvocato di Johnny Stecchino (Paolo Bonacelli) parla del grave problema che affligge Palermo e la Sicilia, il traffico.

Da quasi 9 anni (dalla sequenza sismica del 2016) abbiamo scoperto (in realtà chi si interessava del problema lo sapeva già senza bisogno del terremoto) che mandiamo migliaia di ragazzi in scuole a rischio, che non rispondono affatto ai minimi requisiti di sicurezza, abbiamo da ormai 8 anni decine di milioni di euro per intervenire e mettere in sicurezza quelle scuole ma, per misteriosi motivi, nella maggior parte delle scuole siamo ancora fermi al palo, dopo quasi 8 anni ancora alla fase progettuale degli interventi e, con tutto il rispetto, il problema grande sarebbe il riscaldamento? Da non crederci, purtroppo sul sito internet del Comune c’è il video integrale della seduta del Consiglio comunale che ci ricorda che questa e tutte le altre paradossali situazioni menzionate non sono solo un brutto incubo, un cattivo sogno ma la triste e deprimente realtà.

Sciogliamo le Camere per un mondo migliore, sciogliamo le Camere con i caschi blu” recitava la strofa del vecchio brano “Sopravvoliamo” di “Rokko e i suoi fratelli” (Pierfrancesco Locke, Corrado Guzzanti, Stefano Masciarelli e Antonello Fassari) ai tempi di “Avanzi”. Senza appellarci ai caschi blu, parafrasando quella strofa forse sarebbe davvero il caso di chiedere di “sciogliere il Consiglio comunale”. Non certo per un mondo migliore ma, almeno, per non assistere più a simili deprimenti spettacoli…

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