La “sera dei miracoli”, neppure l’arbitro ferma la rimonta dell’Ascoli


Bravissimi i bianconeri a ribaltare la partita dopo un primo tempo difficile e a non lasciarsi innervosire dalla vergognosa direzione di gara di Rinaldi. Ottima prova dei due centrali difensivi, conferma Adjapong, in avanti la conferma che Cudini ha solo l’imbarazzo della scelta

Così è davvero troppo bello, neanche ad immaginarsela si poteva pensare ad una simile trama per arrivare alla fine alla vittoria contro il Pescara. Con quel gol al 91°, come qualche anno fa con Bajic (era l’Ascoli di Sottil), firmato da Gagliardi e che, in una sorta di nemesi, viene (giustamente) giustamente convalidato, con Carpani considerato in fuorigioco passivo (non partecipa all’azione). Nonostante un arbitraggio pesantemente penalizzante, che definire vergognoso è assolutamente riduttivo. Con la “rosicata” finale di Baldini che, dopo tutte le decisioni scandalosamente pro Pescara dell’arbitro, ha anche il coraggio di lamentarsi per il gol decisivo, ad amplificare sensibilmente l’euforia per la vittoria. Che, poi, raggiunge l’apice pensando all’espressione di Valzania, già protagonista di un penoso e incomprensibile “sbrocco” a fine primo tempo, con il Pescara in vantaggio, indecorosamente e incomprensibile tollerato dall’arbitro Rinaldi.

Alla fine l’euforia per la vittoria rischia di far passare in secondo piano lo scandalo di un simile arbitraggio che non può in alcun modo essere tollerato e accettato. Se, come sempre, è doveroso fino a prova contraria credere nella buona fede, l’unica spiegazione possibile ad un simile arbitraggio è che il fischietto di Bassano del Grappa semplicemente non è capace e non può e non deve più arbitrare, neanche una sfida tra “scapoli e ammogliati”, perché con un simile arbitraggio non si può certo parlare di partita regolare. Che poi alla fine abbia vinto la squadra penalizzata dall’arbitraggio stesso rientra in quella sorta di magica nemesi che a volte si concretizza.

Ma senza quel gol al 91°, anche non potendo certo considerare un pareggio in rimonta a Pescara un risultato negativo, l’Ascoli avrebbe avuto tutto il diritto di sentirsi defraudato. C’è stato di tutto nella direzione di gara di Rinaldi, gli episodi clamorosi che potevano incidere in maniera pesantissima sull’andamento della gara e la conduzione generale della gara stessa fuori da ogni logica, a dir poco folle, con una gestione dei cartellini gialli sconcertante. In sintesi, a termini di regolamento mancano due rossi al Pescara (il primo dopo pochi minuti avrebbe chiaramente indirizzato l’andamento della gara), con l’intervento su Carpani addirittura neppure fischiato (chiara occasione da gol) e la gomitata a palla lontana rifilata da De Marco allo stesso Carpani a 10 minuti dal termine, con il giocatore del Pescara che, per altro, era anche già ammonito (quindi sarebbe stato sufficiente mostrare il giallo). Manca soprattutto un rigore impossibile da non concedere, con l’intervento pallavolistico di Pierozzi che tutto lo stadio ha visto.

Semplicemente cervellotiche le ammonizioni nei confronti dei tre centrocampisti bianconeri (quello nei confronti di Odjer è da fantascienza), ancor più al confronto della più totale tolleranza dell’arbitro nei confronti dei giocatori del Pescara che hanno potuto permettersi ogni genere di intervento, ma anche “massacrare” con falli continui Silipo e D’Uffizi, che proprio non riuscivano a prendere, e fermare interessanti ripartenze bianconero con il fallo sistematico. Naturalmente senza dimenticare che anche il gol del Pescara sembra viziato da un fuorigioco (di pochi centimetri) di Merola, che di testa allunga la palla per Pierozzi, e che restano forti dubbi sul gol annullato a Corazza per un fuorigioco che solo il Var potrebbe eventualmente confermare.

Ma questi ultimi due sono episodi così al limite per i quali l’eventuale errore può e deve essere accettato. Tutto il resto, invece, non è in alcun modo accettabile. Per questo, al di là dell’euforia, innanzitutto bisogna dare merito all’Ascoli per essere riuscito a non perdere la testa, a non farsi innervosire dal festival degli orrori, a senso unico, del signor Rinaldi. Restando sull’atteggiamento e sull’aspetto mentale dei bianconeri, va aggiunto anche il merito di aver saputo, non solo rimontare lo svantaggio, ma anche e soprattutto cambiare nella ripresa l’andamento di una partita che nel primo tempo aveva visto il Pescara dominare (nel gioco, meno nelle occasioni) e i bianconeri arrancare.

In particolare nei primi 45 minuti l’Ascoli è andato in grandissima difficoltà di fronte al pressing alto e asfissiante degli abruzzesi che non permettevano alla formazione di Cudini di costruire gioco, con il centrocampo in grandissimo affanno, sovrastato dalla mediana biancazzurra, e una serie incredibile di palle perse in uscite nella propria metà campo. Va, per altro, sottolineato che, se sul piano di gioco il Pescara in quel primo tempo ha sovrastato chiaramente l’Ascoli, stessa cosa non può dirsi per quanto riguarda le occasioni da gol perché comunque i bianconeri, nelle rare occasioni in cui riuscivano a superare il pressing, non solo davano la sensazione di poter essere pericolosi, ma in concreto hanno anche costruito buone opportunità, grazie alla vena di Silipo e D’Uffizi.

Oltre all’episodio del possibile rosso sull’incursione di Carpani e il gol annullato per un fuorigioco millimetrico (ammesso che lo fosse davvero…), nel tabellino di quel complicato primo tempo dei bianconeri sono comunque finite le occasioni per D’Uffizi, tiro alto da dentro l’area, e per Corazza, girata dal dischetto “ciabattata” su perfetto cross di Silipo. Di contro la superiorità del Pescara, al di là del gol (per giunta arrivato su punizione), non ha prodotto particolari occasioni da gol, con Raffaelli chiamato all’intervento solo su una conclusione dai 25 metri di Dagasso.

Nella ripresa, però, la formazione di Cudini ha preso coraggio, ha iniziato a rischiare maggiormente l’impostazione (anche facendo correre alcuni brividi ai tifosi bianconeri), il pressing del Pescara è diventato decisamente meno asfissiante e la partita è radicalmente cambiata, con Silipo e D’Uffizi a tenere in continua apprensione la retroguardia abruzzese. Certo, è vero che il gol del pareggio è arrivato su un erroraccio di Pierozzi, sfruttato cinicamente da D’Uffizi, ma non bisogna dimenticare che l’1-1 sarebbe potuto arrivare pochi minuti prima se Rinaldi avesse concesso il sacrosanto rigore per il fallo di mano sempre di Pierozzi, sul colpo di testa di D’Uffizi.

A quel punto l’Ascoli ha avuto il merito di non accontentarsi, di andare comunque a caccia della vittoria, sfiorando il vantaggio con una geniale giocata di Silipo, la cui conclusione a giro da dentro l’area ha mancato il bersaglio davvero per millimetri. Poi è diventato protagonista anche mister Cudini con i suoi cambi che, onestamente, non ci avevano pienamente convinto ma che sono invece risultati quanto mai azzeccati. Proprio due dei nuovi entrati hanno costruito, a pochi minuti dalla fine, l’occasione per il vantaggio, con il perfetto cross (dopo recupero palla) di Baldassin e la girata da centro area di Forte, deviata in angolo da un difensore. E ancora due nuovi entrati, nel recupero, hanno confezionato il gol della vittoria, con lo splendido assist di Tremolada e la stoccata vincente di Gagliardi, con una parte del merito che va attribuita anche a Carpani, intelligente e fermarsi e non partecipare all’azione lui che era in fuorigioco.

La festa finale dei giocatori sotto lo spicchio di curva riservato ai tifosi bianconeri, come non si vedeva con simile entusiasmo da tanto tempo, è una delle immagini più piacevoli della serata. Che, oltre la vittoria (alla fine strameritata sotto ogni punto di vista), lascia tante buone indicazioni. Alcune in parte già note, come la qualità dei giocatori offensivi (da Silipo a D’Uffizi, passando per Tremolada e ora anche Gagliardi, senza dimenticare lo squalificato Marsura e naturalmente i due centravanti), altre per certi versi meno prevedibili. Come una certa solidità del pacchetto arretrato, con i due centrali che hanno disputato difensivamente un’ottima partita, non concedendo quasi nulla agli attaccanti avversari.

Molto convincente anche la prova di Adjapong, rispetto ad altre partite un po’ meno offensivo (ma un paio di spunti sulla fascia non sono mancati) ma sempre preciso e puntuale in fase di chiusura, freddo e preciso anche in situazioni complicate. Qualche perplessità in più restano sul centrocampo, molto male nel primo tempo, in ripresa nella seconda frazione. Rimanendo con i piedi ben piantati a terra, come deve essere per una squadra che ha passato i tormenti vissuti dall’Ascoli in questa stagione, la vittoria permette ai bianconeri di restare a contatto dalla zone playoff (che dista un punto solamente).

Bisogna dare continuità alla prestazione e alla vittoria dell’Adriatico, a partire dalla difficilissima prossima sfida al Del Duca contro la Ternana. Con la speranza che l’euforia per la vittoria contro il Pescara possa finalmente contribuire a ricreare quell’ambiente capace di spingere la squadra a cercare di ripetere l’impresa dell’Adriatico (magari senza dover combattere anche contro l’arbitro…)

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