Autogol in Consiglio comunale, imbarazzante interrogazione sulla libertà di informazione
In una surreale e sconcertante interrogazione i rappresentanti delle 9 liste di maggioranza mettono nel mirino i giornalisti dipendenti pubblici, ma solamente quelli che “osano” criticare il sindaco, senza però avere neppure il coraggio di fare chiarezza…
Abbiamo aspettato inutilmente il cartello con scritto “Sei su scherzi a parte”. Poi abbiamo pensato che fosse una gag carnevalesca anticipato. Invece, anche se è difficile persino crederlo, è tutto vero, non c’è nessuno scherzo. Stiamo parlando dell’interrogazione a risposta orale, che dovrebbe essere discussa nel Consiglio comunale di domani martedì 18 febbraio, presentata da 9 consiglieri comunali della maggioranza (Emidio Premici “Noi Ascoli” Marika Ascarini “Fratelli d’Italia”, Patrizia Petracci “Lega con Salvini”, Alessandro Filiaggi “Forza Italia”, Emanuela Marozzi “Fioravanti sindaco”, Patrizia Palanca “Per Ascoli”, Manuela Di Micco “Forza Ascoli”, Luigi Lattanzi “Pensiero Piceno Popolare”, Carlo Narcisi “Ascoli Green”) con oggetto già fuorviante e non corretto, “Conflitto di interessi dei giornalisti dipendenti pubblici”, perché nella stessa interrogazione viene sottolineato che non esiste “incompatibilità”, quindi non esiste conflitto di interessi.
Più volte abbiamo sostenuto e ipotizzato che si fosse toccato il fondo e che più in basso di così non si potesse andare e più volte siamo stati puntualmente smentiti. Questa volta, però, anche sforzandoci davvero fatichiamo a pensare a qualcosa di più sconcertante rispetto a questa interrogazione.
“Premesso che – si legge nel testo – nel territorio ascolano sono attivi giornalisti, pubblicisti e professionisti che scrivono e collaborano per testate anche locali, i quali, contemporaneamente, sono assunti anche con contratto da lavoratore dipendente presso enti pubblici locali; non ci sono incompatibilità riguardanti l’impiego, tuttavia sono numerosi gli articoli firmati dai dipendenti di altri enti che hanno come oggetto accuse denigratorie nei confronti dell’attività amministrativa del Comune di Ascoli Piceno. Considerato che: tali accuse risultano infondate e pretestuose e non corrispondono a fatti o atti compiuti da tale amministrazione e dai suoi rappresentanti; il testo unico del giornalista (art. 2) “elabora e diffonde con la maggiore accuratezza possibile ogni dato o notizia di pubblico interesse secondo la verità sostanziale dei fatti”. Tenuto conto che: è dovere del sindaco tutelare e far rispettare l’immagine dell’Ente comunale. Alla luce di quanto sopra si interroga il sindaco: se ritiene che, nonostante la compatibilità in termini di assunzione, ci sia un conflitto d’interessi tra il ruolo di dipendente pubblico e quello di giornalista che si occupa di notizia di cronaca politica e locale; se intende compiere azione per tutelare l’immagine del Comune alla luce di alcuni articoli denigratori”.
Dando per scontato, in un eccesso di ottimismo, che chi ha presentato l’interrogazione conosca la differenza tra denigrare, che presuppone una falsificazione della realtà, ed esprimere una legittima critica o differente opinione, sempre lecito almeno secondo la nostra Costituzione, quando si lanciano simili gravi accuse bisognerebbe avere il coraggio di fare nomi e circostanziare in maniera chiara, ancor più se ciò avviene in un atto istituzionale e se quelle accuse saranno poi oggetto di discussione nel luogo istituzionalmente più rappresentativo del Comune (il Consiglio comunale). Ma, come scriveva Manzoni a proposito di Don Abbondio, “il coraggio uno se non ce l’ha, mica se lo può dare...”.
Da sottolineare, poi, come quella sconfortante interrogazione sia stata sottoscritta e firmata dai capogruppo di tutte le 9 liste che sostengono il sindaco Fioravanti, nessuna delle quali si è neppure fatta venire il dubbio sull’inopportunità e la più assoluta inutilità di quell’atto. Un preoccupante segnale sul livello politico di quella maggioranza ma anche una circostanza che, inevitabilmente, induce “a pensar male” (che, come amava ripetere Andreotti, “si fa peccato ma spesso ci si azzecca”…), nel senso che fa sorgere il sospetto che sia stata concordata con sindaco e giunta. Andando nel dettaglio, ironia della sorte è il suo stesso contenuto ad evidenziare l’inutilità dell’interrogazione, innanzitutto perché nel testo si sottolinea che non esiste alcuna incompatibilità tra l’essere dipendente pubblico ed esercitare la professione del giornalista.
Quanto ad un inesistente possibile conflitto di interessi, stupisce che i consiglieri comunali non sappiano che esistono organi istituzionali deputati a stabilirlo (e se non sono mai intervenuti in proposito evidentemente non esiste alcun conflitto di interessi). In ogni caso, semmai avessero dubbi in proposito, dovrebbero rivolgersi a quegli organi per chiarimenti non al sindaco che può esclusivamente esprimere una sua opinione che, con tutto il rispetto del caso, non ha alcun valore. Per altro, a prescindere dall’interlocutore sbagliato a cui si sono rivolti, è a dir poco singolare, anche se per nulla sorprendente, che le 9 liste della maggioranza si preoccupino e sollevino il dubbio di un possibile conflitto di interessi solo nei confronti di giornalisti – dipendenti pubblici che hanno “osato” criticare l’amministrazione comunale, escludendo dalla questione quelli che invece incensano, praticamente 24 ore su 24, l’operato del sindaco e della giunta comunale.
In altre parole, per quei consiglieri comunali e per le 9 liste della maggioranza se sei giornalista – dipendente di un ente pubblico se ti azzardi a criticare il sindaco sei a rischio di conflitti di interessi, se invece lo lodi e lo incensi allora il possibile conflitto di interessi non esiste… Parlare della solita “doppia morale” di una certa destra è un eufemismo… Nel testo dell’interrogazione, poi, dopo aver sottolineato che “tali accuse risultano infondate e pretestuose non corrispondenti a fatti compiuti da tale amministrazione e dai suoi rappresentanti”, senza però specificare in alcun modo a quali accuse ci si riferisca (bisogna credere ai consiglieri comunali su fiducia…), né tanto meno citare chi sarebbe/sarebbero gli eventuali responsabili delle accuse stesse, viene chiesto al sindaco cosa intende fare in proposito “per tutelare e far rispettare l’immagine dell’Ente comunale”.
Anche in questo caso la risposta è semplice e i consiglieri comunali dovrebbero saperlo (e se non lo sanno avrebbero dovuto quanto meno premunire di informarsi…). Se il sindaco o chi per lui ritengono che un articolo non riporta la realtà dei fatti può intervenire con una smentita, con una richiesta di rettifica o anche procedere con una querela. Ma, se nei misteriosi casi oggetto dell’interrogazione, il sindaco non lo ha fatto evidentemente non c’erano i presupposti perché probabilmente eravamo di fronte a critiche, condivisibili o meno che fossero ma sempre lecite, e non a notizie non vere. Per altro a proposito di querele, la mancanza di coraggio dei firmatari dell’interrogazione probabilmente dipende proprio dal fatto che, citando come avrebbero dovuto articoli e giornalisti, senza restare sul vago, avrebbero poi dovuto dimostrare inequivocabilmente la falsità delle notizie riportate, perché in caso contrario ad essere a rischio di querela sarebbero stati loro.
Sempre nel testo dell’interrogazione, poi, viene citato l’art.2 del testo unico del giornalista che, però, i firmatari dell’atto dovrebbero sapere è preceduto dall’art. 1 che ribadisce il “diritto insopprimibile dei giornalisti” della libertà d’informazione e di critica, per altro già sancito dalla nostra Costituzione. Abbiamo atteso l’ultimo giorno utile, prima del Consiglio comunale di martedì 18 febbraio in cui dovrebbe essere discussa l’interrogazione, nella speranza che i firmatari di quell’atto si rendessero conto dell’inopportunità e dell’inutilità di quell’atto.
Non è accaduto ed ora la speranza è che sia il sindaco Fioravanti a farlo, non rispondendo a quella interrogazione o, nel caso non possa non farlo, sottolineando il grave errore commesso nel presentarla. Se lo facesse, saremmo i primi ad alzarci in piedi e ad applaudirlo…