La destra e il governo abbandonano le aree del cratere sismico, niente Zona Franca Urbana
Bocciato in Senato, senza neppure discuterlo, l’emendamento che chiedeva la proroga delle agevolazioni previste dalla Zona Franca Urbana nelle aree del sisma. Dopo l’incomprensibile esclusione della Zona economica speciale, nuova pesante penalizzazione per le Marche
C’era una volta la filiera di destra che doveva portare doni e vantaggi infiniti alla nostra regione, al nostro territorio, alla nostra città. Inizia così la “favoletta” che ci hanno raccontato per lungo tempo gli esponenti della destra ascolana e marchigiana. Peccato, però, che come sempre la realtà dei fatti ha raccontato e continua a raccontare ben altro, con la favola della filiera di destra che, a differenza delle favole tradizionali, finisce nel peggior modo possibile. Che la realtà fosse differente dalla propaganda si era ampiamente capito già con l’arrivo alla guida della Regione Marche del governatore Acquaroli, con la solenne promessa secondo cui il Piceno non sarebbe stato “mai più Cenerentola delle Marche” per la sanità, a cui però hanno fatto seguito pesanti penalizzazioni di ogni tipo che hanno trasformato quel “mai più” in “sempre più Cenerentola delle Marche”. E non che in altri settori le cose siano andate molto meglio…
Situazione se possibile ancora peggiore con il governo Meloni che, per quanto riguarda il nostro territorio, significava il completamento di quella famosa filiera di destra (Comune, Regione governo) che avrebbe dovuto portare chissà quali benefici al nostro territorio e che invece ha prodotto solo ulteriori pesantissime penalizzazioni. Come, ad esempio, quella della Zes, la Zona economica speciale di cui più volte amministratori e politici della destra marchigiana ne hanno celebrato l’importanza per il territorio marchigiano, con tanto di convegni, dibattiti, incontri per spiegare quali e quanti vantaggi sarebbero derivati dalla sua istituzione. Peccato, però, che il governo Meloni all’atto di istituire la Zes ha escluso proprio le Marche, con la Zona economica speciale che comprende tutto il sud fino all’Abruzzo ma tiene fuori proprio la regione che più di ogni altra avrebbe avuto la necessità di essere inserita, reduce negli ultimi anni da una serie di emergenze senza eguali (dal terremoto al covid, passando per le alluvioni).
Una pesante penalizzazione arrivata nel silenzio di quegli stessi amministratori e politici della destra marchigiana che fino a poco prima ne avevano lodato ed esaltato l’importanza per la nostra regione. E se in generale per le Marche quella era stata una durissima botta, per il Piceno si è trattato di un colpo quasi da ko, visto che tutti benefici riservati dalla Zes alle imprese sono destinati al territorio abruzzesse confinante, con l’inevitabile conseguenza della maggiore attrattività e convenienza per chi deve aprire una nuova azienda proprio per il confinante Abruzzo. Nei giorni scorsi, poi, è arrivata l’ennesima “mazzata”, la nuova pesante penalizzazione, se possibile ancora più inaccettabile perché colpisce in particolare il territorio del cratere sismico.
Il governo e la maggioranza di destra che lo sostiene ha infatti bocciato compatto in Senato, senza neppure discuterlo, l’emendamento presentato dai parlamentari marchigiani del Pd che prevedeva la proroga della Zona Franca Urbana (ZFU) nelle aree colpite dal sisma. “Un colpo durissimo per le imprese e i negozi – si legge in una nota del Pd Marche – che grazie a queste agevolazioni fiscali hanno potuto resistere in territori già messi in ginocchio dallo spopolamento prima ancora che dal terremoto. Le agevolazioni previste dalla ZFU hanno rappresentato un aiuto concreto che abbiamo cercato di difendere attraverso l’emendamento presentato in Commissione al Senato. Un’azione politica frutto di un confronto pubblico con sindaci, imprese, sindacati e associazioni di categoria. Ma la destra ha deciso di voltare le spalle a questi territori, dimostrando il suo totale disinteresse per chi ha subito le conseguenti devastanti del sisma.
Appena due giorni fa i consiglieri regionali del Pd avevano presentato un’interrogazione al presidente della giunta regionale Acquaroli in cui si chiedeva di intercedere presso il governo nazionale con questa proroga. Da parte di Acquaroli, però, non una parola che sia una, silenzio assoluto. E il commissario Castelli? Non avendo lo stesso peso politico del presidente si limita a tagliere nastri e spendere le risorse trovate dal suo predecessore Giovanni Legnini. Tutto quello che si vede oggi è frutto del lavoro dei precedenti governi e di Legnini, mentre Castelli non è riuscito a portare niente di nuovo, anzi… Per questa filiera al contrario della destra, che ha portato solo tagli per le Marche, il post sisma è dunque un problema risolto? Il governo nazionale scarica la responsabilità sulla Regione, mentre la Regione finge di essere impotente di fronte alle decisioni di Roma. Un rimpallo vergognoso che lascia i territori e le imprese senza risposte e senza aiuti concreti”.
Nulla di nuovo e di particolarmente sorprendente, purtroppo, se c’è una cosa che in questi anni di “filiera” di destra si è ampiamente capita è che per gli amministratori di questa destra la priorità è sempre e comunque l’interesse del proprio partito, della propria parte politica, in nome dei quali si possono sacrificare quelli del proprio territorio, dei propri cittadini. L’esempio di quanto accaduto e di quanto continua ad accadere ad Ascoli è sin troppo emblematico, le promesse fatte da Fioravanti, al momento della sua prima elezione, di difendere ad ogni costo l’ospedale cittadino si sono sciolte come neve al sole di fronte alle pesanti penalizzazioni imposte dalla Regione guidata dal suo compagno di partito Acquaroli, con il sindaco di Ascoli che non ha neppure provato a far valere le ragioni e i sacrosanti diritti della sua città, dei suoi cittadini.
Così come ha fatto lo stesso Acquaroli di fronte alle pesantissime penalizzazioni imposte dal governo Meloni alla nostra regione, muto quando le Marche sono state escluse dalla Zes, muto ora che il governo e la destra negano alle zone del cratere sismico marchigiano la Zona Franca Urbana. Ironia della sorte, nelle stesse ore in cui si concretizzava l’ennesima “stangata” per le Marche e per il territorio marchigiano colpito dal sisma, il commissario straordinario sisma Guido Castelli in uno dei suoi innumerevoli post, conseguente ad una delle sue infinite passerelle per incontri e convegni, filosofeggiava sulla rinascita delle zone interne del nostro territorio.
“Il contrasto allo spopolamento è il convitato di pietra nel percorso di rinascita dell’Appennino centrale – si legge in un post pubblicato sui social – non basta ricostruire in sicurezza, serve anche quella riparazione economica e sociale che consenta alle famiglie di restare, garantendo opportunità per il loro futuro e per quello dei loro figli”. Belle parole che, però, dovrebbero essere accompagnate dai fatti e che, invece, suonano beffarde se, nelle stesse ore, il partito e la parte politica del commissario decidono di negare a quel territorio uno strumento vitale come la ZFU.
“Per la destra la ricostruzione post sisma è terminata, le aree colpite dal terremoto del 2016 non hanno bisogno più di nulla, le imprese del cratere godono di ottima salute e possono farcela senza alcun aiuto” conclude con amara ironia la nota del Pd Marche. Nel mondo virtuale costruito dalla propaganda potrebbe essere realmente così. In quello reale “devastato” dalla filiera della destra purtroppo è esattamente il contrario…